PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI.
CAP. 55.
73. Il movimento sindacale di fronte
alla fase nuova per lo sviluppo della geotermia (1978)
Il 1978 è stato un anno molto importante per la geotermia.
L’Enel ha reso pubblico per la prima volta un programma quinquennale ed ha
formulato proposte per una ristrutturazione organizzativa. Il Governo ha
elaborato un Disegno di Legge; l’Eni-Agip ha iniziato la prima trivellazione
geotermica nell’area campana ed altrettanto, l’Enel, ha iniziato quella a
Latera (Viterbo); gli Enti Locali (Regioni-Comunità Montana) stanno finalmente
dando continuità ai progetti di sfruttamento completo delle forze endogene, in
particolare per quanto riguarda l’Amiata, la Zona di Radicondoli e la Valdicecina.
Anche sul piano scientifico, in Italia
e all’estero, non è diminuito l’interesse
per questo settore energetico e ciò si è tradotto in symposi,
collaborazione e scambio di esperti, investimenti nella ricerca.
Possiamo essere soddisfatti per queste
interessanti prospettive, che potrebbero significare, per i nostri Comprensori
geotermici, ulteriore sviluppo produttivo e diversificato, e occupazione.
Abbiamo dedicato la maggior parte del nostro lavoro al raggiungimento di questi
obiettivi, chiamando i lavoratori e le popolazioni alla lotta per impedire
l’emarginazione industriale e il rapido declino della produzione geotermica,
con un’azione unitaria che, al di là di alcune velenose polemiche molto
marginali al complesso delle iniziative, ha visto un costante impegno e un
corretto rapporto tra i Sindacati di Larderello.
Certo, non tutto è risolto e molte
delle positive aperture possono restare nel “libro dei sogni” se non muteranno,
nella Direzione del Paese e degli enti, uomini, metodi, volontà. Non tutto è da
buttare, ma molto da rinnovare, trasformare, potenziare. Ne abbiamo un esempio
lampante all’Enel a tutti i suoi livelli di Direzione, dove si sono perpetuati
sistemi di lottizzazione politica, si sono fatte scelte a favore dei
petrolieri, si è ostacolato un
cambiamento democratico che rendesse questo ente veramente al servizio di tutto
il nostro Paese.
Per queste cose, io credo, non c’è
ancora accordo sulla proposta organizzativa dell’Enel, perché si teme che la
vecchia logica del “dividi et impera” agisca negativamente sulla geotermia e
sui Comprensori produttivi. Ecco perché il nuovo che viene avanti non ci
spaventa se ha segno positivo, se non è l’ennesima manovra trasformistica dei
gruppi di potere e di Direzione.
Anche per quanto riguarda il futuro
della geotermia sono presenti dunque preoccupazioni e speranze. Ma su una cosa
è da riflettere: per le sue caratteristiche essa è un’energia del domani,
legata allo sviluppo della tecnologia e della ricerca, a un rapporto nuovo tra
scienza e applicazioni pratiche. E’ quindi determinante più che all’aspetto
organizzativo interno dei vari Enti (Enel, Eni, Cnr,...) ad essa preposti,
guardare ai programmi, alle collaborazioni, agli investimenti, all’ampliamento quantitativo
e qualitativo della ricerca ed al suo ruolo trainante nello sviluppo.
Molti problemi sono aperti all’interno
della Zona e della Fabbrica. Alcuni legati strettamente alle questioni generali
sopra ricordate, altri a ritardi ed incapacità, caos organizzativo, presenti a
livello dei gruppi dirigenti aziendali e compartimentali. Tuttavia è bene
ripetere che l’occupazione non è diminuita nel 1978, ma che sono possibili, per
alcuni reparti operativi, nuove assunzioni. Qualcosa si muove per il “progetto
turbogas” a Sesta, sono in costruzione le nuove centrali che incrementeranno di
circa 70 Mw la potenza geotermica, ci sono iniziative degli Enti Locali per le
serre (Radicondoli e Bulera) che dovrebbero concretizzarsi come unità
produttive entro 4-5 anni. Non perdere altro tempo su queste questioni è
indispensabile, e su di esse tutto il movimento sindacale deve esercitare una
costante e forte pressione di lotta e d’iniziativa politica.
Altrettanto indispensabile sarà, sul
tema della professionalità contenuto nelle ipotesi per il rinnovo del contratto
di lavoro, dare alla Fabbrica, in tutti i suoi comparti, una organizzazione
efficiente, capace di sfruttare le capacità lavorative di tutti i dipendenti,
per accrescere la produttività ed anche per restituire ad ogni persona il gusto
al lavoro, con l’esaltazione di valori oggi trascurati, ma che devono essere al
centro della società nuova che vogliamo costruire.
Talvolta, presi dallo scoraggiamento di
fronte a problemi che marciscono, al piccolo favoritismo che tarda a morire,
all’apatia di gruppi di lavoratori per le lotte su questioni non corporative, a
difficoltà nel mantenere un rapporto unitario nel pluralismo delle concezioni
sindacali, soprattutto ai ritardi ed alle pastoie che contraddistinguono il
ruolo del Cud (Consiglio Unitario dei
Delegati), siamo portati ad avere visioni negative e catastrofiche, su tutto e
su tutti, e ciò, oltre a non essere giusto, non fa altro che alimentare
all’infinito il pessimismo e anche l’idea qualunquistica che è bene lasciar
perdere tutto, tanto le cose cammineranno da sole...
I risultati complessivi acquisiti dal
movimento dimostrano il contrario. Oggi si aprono più avanzati orizzonti per la
geotermia. Riprendere con entusiasmo e continuità l’iniziativa è il
compito che aspetta i lavoratori, le
loro Organizzazioni sindacali e politiche, tutti quanti vogliono che progresso-sviluppo
economico-democrazia, mettano sempre più profonde radici nel nostro paese e
quanti, anche nella Zona, non accettando fatalisticamente l’ipotesi della
“morte di Larderello”, sono impegnati da sempre nella difesa e nello sviluppo
di risorse oggi economicamente valide e con un promettente futuro.
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