PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 46.
63. Lettera agli iscritti (3 gennaio 1978)
Caro/a compagno/a, nel rimetterti la tessera della
Fnle-Cgil per il 1978, insieme agli Auguri per un più sereno anno nuovo,
cogliamo l’occasione per alcune brevi considerazioni sulla situazione che
stiamo vivendo, nel Paese e nella Zona. E’ indubbio che siamo di fronte alla
più grave crisi che abbia colpito l’Italia dalla Liberazione ad oggi, e che i
lavoratori stanno pagando gli errori e le malefatte di una classe dirigente
asservita a gretti interessi di parte, ma la crisi non è irreversibile: da essa
si può uscire con un cambiamento profondo negli indirizzi politici che veda in
primo luogo affermata la volontà delle classi lavoratrici e delle loro
organizzazioni alla gestione dello stato ed alla sua trasformazione in una
società partecipata in tutte le sue strutture.
Non sarà un compito facile. Il modello consumistico,
egoistico, basato sullo spreco e sulla sopraffazione sociale, ha inciso anche
sugli strati popolari. Pesano le divisioni esistenti all’interno della classe
operaia e ai conflitti tra i settori produttivi e quelli del terziario e del
pubblico impiego, dovuti ad una politica basata sulla clientela come strumento
di consenso. Il compito del rinnovamento dell’Italia è comunque un compito
grandioso che la parte più cosciente del proletariato vuol portare avanti.
Ci attendono pertanto lotte dure, che richiederanno
tenacia e una visione politica sempre più ampia, che dovremo saper portare
avanti nel modo più unitario possibile, facendo uno sforzo per conquistare alla
nostra linea il più grande numero di lavoratori. L’unità paga: ha dato positivi
risultati nel passato e ancor di più ci consentirà di fronteggiare la grave
situazione del presente e del futuro. La Fnle-Cgil, a tutti i livelli, vive di
questa forte tensione unitaria e si impegna per superare le divisioni che
altri, spesso artificiosamente, introducono nel mondo del lavoro.
Anche nella nostra Zona e nella nostra Fabbrica (in
verità assai complesse, per i tanti elementi ereditati dal passato: scontri, divisioni,
clientelismo, privilegio), stiamo operando con questo spirito unitario per
risolvere le questioni fondamentali: sviluppo produttivo, sviluppo
occupazionale, sviluppo sociale. Stiamo anche operando, con rinnovato impegno,
per risolvere i problemi interni alla nostra Fabbrica, per una migliore organizzazione
del lavoro, per la difesa della salute, l’elevamento della professionalità e
per ridare ad ogni lavoratore il gusto, la passione per il proprio lavoro.
Anche queste non saranno cose facili. E non si
potranno risolvere soltanto con una enunciazione, né all’interno ristretto del
nostro gruppo dirigente. Occorre la più ampia partecipazione dei lavoratori:
nel Consiglio Unitario dei Delegati, intorno alle organizzazioni Sindacali, ai
compagni attivisti e dentro i Reparti, negli Uffici, sui Cantieri.
Occorrerà dare credibilità alle vertenze aperte per la
parte elettrica, perforazione e officine e a quelle degli altri reparti di
Larderello, sostenendo le azioni di lotta delle Organizzazioni sindacali. Partecipare
di più alla vita interna del sindacato è vivere più intensamente la propria
vita e contribuire alla espansione della democrazia, nello stesso tempo è
fondamentale per la risoluzione dei problemi.
Ci siamo sforzati di migliorare costantemente i rapporti
interni ed esterni alla nostra Organizzazione. Siamo cresciuti in numero di
iscritti e anche, ci pare, in maturità politica e capacità di affrontare i
problemi. Ma potremmo fare di più se tutti i compagni ci saranno vicini. Anche
noi vogliamo stare più vicini ai compagni e ai lavoratori, sollecitiamo quindi
non la partecipazione acritica, ma l’intervento stimolante, la riflessione, la
critica fraterna. Richiediamo uno sforzo di collaborazione a quell’importante
strumento che è il nostro “giornalino”, e soprattutto uno sforzo per
attivizzare i giovani, perché le loro idee non si emarginino e non si
inaridiscano. Forse è proprio dei compagni giovani che dovremo ricercare la più
ampia partecipazione. Siamo in una Fabbrica rinnovata nel personale per l’impegno
del sindacato: è giusto quindi che i giovani, appena entrati, ricerchino il sindacato
come strumento che non solo difende i loro interessi immediati, ma che li
aggrega a tutta la realtà della Fabbrica.
Vogliamo inoltre ricordare, a conclusione di questa
breve lettera, che il nostro sindacato è presente in Fabbrica tutti i giorni,
per tutti i problemi e le necessità dei lavoratori e dei compagni. Non ci deve
essere timore o remora per avvicinare qualsiasi compagno della Segreteria, del
Comitato Direttivo o l’attivista. Certo, la Fnle-Cgil ha un comportamento
serio, che rifiuta il compromesso e il flirt con la Direzione, ma crediamo che
sia proprio per questo che tanti giovani entrano a farne parte. Ti inviamo
pertanto i più fraterni auguri per un felice 1978 e per sempre maggiori
successi dei lavoratori.
64. L’improvvisa
morte del compagno Naletto
Olinto Naletto non è più tra noi. E’ morto il 20 gennaio 1978, alla
fine di una “abituale” giornata di lavoro, per una fulminante trombosi
cerebrale che lo ha colpito non appena varcata la soglia della sua abitazione.
Lo avevamo incontrato nel primo mattino alla Camera del Lavoro di Pisa e
scambiandoci le nostre impressioni sui problemi di Larderello, lo avevamo
invitato a tenere la prossima assemblea generale sui problemi della linea del
sindacato. Non ci aveva promesso niente, ma veniva sempre volentieri tra noi perché
avevamo da tempo instaurato un cordiale rapporto di amicizia, ma problemi più
gravi, come quello della Forest, lo tenevano impegnato sempre di più a Pisa.
Ci aveva detto comunque di avvisarlo
per tempo perché avrebbe fatto di tutto per rendersi disponibile. Quello stesso
giorno aveva partecipato ad alcune riunioni e nel pomeriggio alla assemblea
delle lavoratrici della FOREST nella fabbrica presidiata. Era passato poi dalla
Cgil e prese alcune riviste politico-sindacali stava rientrando a casa per
prepararsi ai nuovi impegni dell’indomani.
Era un compagno serio e capace, aveva
conosciuto personalmente le condizioni di miseria, la disoccupazione,
l’incertezza del domani. Entrato giovanissimo nell’apparato della Cgil di Pisa
vi aveva profuso tutte le sue migliori energie, sempre in prima linea nelle
lotte, sempre a contatto con i lavoratori, con le classi più umili.
Da qualche anno seguiva i problemi
dell’energia e spesso era tra noi a Larderello, dimostrando le sue notevoli
capacità nel comprendere questioni assai complesse e atipiche, come quelle
della geotermia.
La sua scomparsa colpisce profondamente
tutto il movimento operaio pisano e difficile sarà colmare il vuoto che ha
lasciato.
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