PIOVE!
Finalmente la pioggia, lo scuro, i ritmi lenti…e se
dicessi che dopo due ore mi è già venuta a noia? Ma da che ho un occhio di
cristalli al silicone, e vedo la luce ed i colori come non ricordavo più da
diversi anni, e questa “nuova luce” mi ferisce, diciamo pure che il grigio
autunnale mi fa star bene! Non ho da fare molto e così scartabello le vecchie
carte, appunti, poesie scartate, vecchie fotografie, lettere…facendo, se
possibile, uno “spoglio”, riordinando il salvato. In questo post metto una
foto di una piccola litografia di Renato
Guttuso (1911-1987), mm.500x700, tirata tra il dicembre 1981 ed il marzo 1982
insieme ad altre quattro in 125 esemplari. E’ ritornata a galla dunque per
caso. Ho sempre amato Guttuso ed il suo verismo, le sue grandi opere sociali
che sono esposte al Museo d’Arte Moderna di Roma, anche perché di lui me ne parlava sempre mio
suocero, praticamente un suo coetaneo (1913-2002), che durante il servizio
militare era il suo “attendente” sia a Trapani che in Lombardia, e soprattutto
a Milano dove aveva lo studio di pittura.
In questo studio Guttuso si incontrava con i suoi amici artisti (Manzù,
Birolli, De Grada, Persico, Banfi…), progettavano, creavano e soprattutto
potevano manifestare il loro dissenso dal fascismo. Guttuso si iscrisse al PCI
nel 1940, partecipò alla Resistenza e alla Liberazione disegnò il simbolo del
PCI e la prima tessera di quel partito. Mio suocero si ricordava i nomi di
tutti ed era con loro in confidenza e fidatissimo, date le sue origini materne
di anarchici toscani. Mi raccontava anche
che essendo di poca cultura (aveva fatto all’epoca soltanto la terza
elementare), sfortunatamente non aveva conservato nulla di quelle carte, di
quelle tele e abbozzi, che Renato e gli altri gli ordinavano di strappare e
gettare nell’immondizia! Negli anni ’60 Guttuso gli scrisse una lettera e gli
inviò una sua fotografia! Ormai Guttuso era un artista di fama internazionale e
così abbiamo acquistato due o tre litografie/incisioni, a grande tiratura. Per
suo ricordo. Amo questa piccola litografia, opera senile di una fase intimista,
ma dalla quale traspare un ancora forte amore per la vita. A volte, frugare
nelle vecchie carte, reca dolore, non dovremmo serbare niente, ma, altre volte
ecco riaccendersi la memorie e il sogno.
Nessun commento:
Posta un commento