domenica 19 giugno 2022

 

La valigia di fibra marrone.

 

Era sepolta in un vecchio mobile,

in un fondo della nostra casa,

nella cianfrusaglia di antichi ritagli

di giornali e vestitini delle bimbe

ormai spose, nel tempo che galoppa

per tutti senza mai una sosta

e si diverte alla nostra sofferenza

che si aggrappa ai ricordi lontani

mentre i giorni come sabbia fine

scivolano dalle nostre mani.

Ho aperto la vecchia valigia

ed ho sentito il profumo che uguale non c’è

nel campionario di Yves Rocher,

di ebano e argento dei tuoi amori

caro babbo, che troppo veloce

te ne sei andato,

credo in Paradiso e non sei più tornato,

lasciando nella valigetta

le impronte delle tue labbra

e delle tue mani,

e nei miei occhi lacrime bugiarde

che in segreto versavo

per alimentare l’ultima speranza

alla quale anche tu ti aggrappavi.

E, tra i ricordi che sbocciavano,

t’ho rivisto nel salottino del Serrappuccio

abbracciato alla tua Farfisa

suonare per me   le canzoni amate,

e mentre le note volavano sul giardino

delle palme svettanti,

e, dentro, il mio amore bambino…

sulle tue labbra si accennava un lieve sorriso!

Non ricordavo, caro babbo,

di possedere l’amore che ci univa

quando io diventai padre e tu bambino!

Infine, in quel gennaio,

venne dal cielo la neve, bianca e lieve,

come l’amore che ci teneva uniti.

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