Serie fotografica: i danni della guerra.
PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 38.
55. Sei “non sense” liberamente tratti
da Edward Lear[1]
C’era
un vecchio piccolo e strano
che
andava tenuto sempre per mano;
camminava
con affanno,
ma
dove si posava faceva danno:
quel
repellente rudere umano.
C’era
un vecchio di Larderello
che
covava nel nido di uno strano uccello;
quando
gli uccelli ululavano in coro,
ululava
anche lui, insieme a loro:
quel
deprimente vecchio di Larderello.
C’era
un vecchio di palude
di
natura futile e rude;
seduto
su di un rocchio
cantava
stornelli ad un ranocchio:
quel
didattico vecchio di palude.
C’era
un vecchio di Larderello
che
cercava il vapore col cappello;
camminando
un dì su una putizza,
pensò
di venderla ad un illustre turista:
quel
mofetico vecchio di Larderello.
C’era
un vecchio di Firenze
che
portava giacca nera e prenze;
parlando
del personale
dava
sempre lezioni di morale:
quel
pestifero vecchio di Firenze.
C’era
un vecchio dirigente
che
nelle riunioni non capiva niente;
un
giorno scrisse “t’amo” col gessetto
ammiccando
alla figlia di Geppetto:
quell’insospettabile
vecchio impenitente.
[1] Edward Lear, Il libro dei
nonsense, Einaudi, Torino, 1970. Rielaborati e pubblicati sul n. 6, 5 ottobre
1977 di “Ifcl” a cura di cg.
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