venerdì 29 settembre 2017







Castelnuovo, ovunque bello!


In questi miti giorni di settembre ho fatto una breve passeggiata partendo da Piazza del Plebiscito e dalla casa di mia figlia, scendendo in Via Martiri dell’Indipendenza e poi imboccando il vicoletto  del Caratello e il sentiero che un tempo scavalcando il “fossato” conduceva al Campone. Adesso non più, ma il luogo è abbellito da piccoli giardini segreti, qualche pampino di vite e cactus , infine belle vedute sui monti. L’uva bianca e nera, con acini piccoli, forse di vitigni autoctoni rimasti immutati nei secoli,  era dolcissima! 

giovedì 28 settembre 2017


Qualcosa di personale...

In questi giorni di forzato riposo dopo un piccolo intervento chirurgico di cataratta, che si è sommato ad una preesistente trombosi retinica ed altre patologie antiche, e perciò un po' più complicato ed anche di più  lento recupero (ma ora, se tolgo gli occhiali neri, vedo delle immagini così luminose che resto quasi abbacinato!) ho rimesso un po' a posto i miei lavori, realizzando anche due CD, uno con tutte le poesie del mio Canzoniere (1952-2017) e l'altro con la raccolta dei proverbi (mai ultimata) arrivata al bel numero di 9856. Ho anche scritto una nuova poesia "Sentieri", inviato alla rivista  Rassegna Volterrana un breve saggio letterario che potrà essere pubblicato nel numero di dicembre 2017, e alla rivista La Comunità di Pomarance la seconda parte di un breve articolo in quattro puntate sul Diario scritto dal maestro Angelo Lessi, ininterrottamente giorno per giorno, dal 1875 al 1900 a Pomarance! Un testo questo Diario, veramente eccezionale che ho avuto la fortuna di consultare e trascrivere direttamente dall'originale scritto a mano! Entro la metà di ottobre dovrei dare il via ad un nuovo libriccino di poesie in lingua francese (Nous sommes ici!"), 14 poesie, 7 mie e 7 della mia amica Luciana. Forse questo libriccino sarà pronto per  il Natale! Insomma sono abbastanza contento!





PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 42.

 59. L’accordo tra i partiti politici e l’iniziativa sindacale

          L’accordo tra i partiti politici per un programma di Governo è senz’altro un avvenimento di grande importanza. I risultati elettorali, la crescita reale della coscienza politica delle masse, le lotte unitarie del sindacato, hanno fatto cadere la dannosa pregiudiziale verso il più forte partito della classe lavoratrice italiana; pregiudiziale che tanti danni ha causato e causerà al nostro  Paese, e hanno consentito questa intesa che prefigura un diverso futuro sociale, morale, ed economico.

         La lotta popolare per la trasformazione della società italiana si colloca oggi su un terreno più avanzato, ma sarebbe illusorio ogni passivo attendismo: i lavoratori, i contadini e le masse degli sfruttati e degli emarginati sanno che non è mai esistito il passaggio da un tipo di organizzazione sociale ad un altro  senza grandi lotte, unità e capacità di direzione politica.

         Il problema di fondo nel nostro Paese è il potere reale dei lavoratori e del popolo, e per questo il sindacato della Cgil, forte delle sue tradizioni di classe, e del suo ruolo politico, conduce la sua lotta ricercando la più ampia intesa unitaria e la partecipazione della base, ricucendo le contraddizioni in seno al popolo, tra occupati e disoccupati, tra uomini e donne, tra Nord e Sud, e all’interno delle categorie, portando avanti con decisione un progetto di uguaglianza e di fine dei tanti piccoli e grandi privilegi che, all’ombra di un potere basato sulla divisione e sull’accaparramento individuale, si sono cresciuti e moltiplicati.
         Non sarà, nemmeno questa, una battaglia facile perché le fasce del piccolo privilegio hanno assunto forme abnormi e diffuse che passano per numerosi settori del mondo del lavoro; non sarà facile dare equità al sistema delle tasse e non sarà facile colpire la rendita fondiaria e parassitaria, ma sarà senz’altro durissimo intaccare quello che è il “grande privilegio” della razza padrona italiana. Le prime avvisaglie già si sono avvertite nel dibattito parlamentare, nelle resistenze interne ad alcune forze politiche, nell’opposizione di altre e nei tentativi di estremizzare le difficoltà esistenti nei rapporti unitari del sindacato per ritardarne non solo l’obiettivo dell’unità, ma per creare quelle lacerazioni che già una volta i lavoratori hanno pagato sulla loro pelle e che non faranno certamente passare oggi.
         Dai congressi sindacali, dalla base, è venuta l’indicazione dell’unità, dell’autonomia, della lotta per l’emancipazione dei lavoratori. Nessuno, a nessun livello, può ignorare questa indicazione e anche i lavoratori devono capire che su queste cose, sul generale e non sull’individuale, devono indirizzarsi le attenzioni e le energie del quadro dirigente e del movimento.
         In questa visione generale si colloca la nostra azione di sindacato dei lavoratori elettrici di Larderello, per un piano organico e investimenti nella geotermia, per la piena produttività degli impianti e dei lavoratori, la diversificazione nello sfruttamento e l’ulteriore occupazione attraverso una reale crescita della produzione in una struttura organizzativa dell’Ente economicamente più valida.
         A questo scopo è necessario intensificare i momenti di incontro e coordinamento con l’esterno affinché la “vertenza energia”, che dovremo sostenere con forti lotte, trovi momenti di mobilitazione generale, nazionalmente e territorialmente, che siano all’altezza della sua reale importanza e della saldatura che rappresenta nel progetto di trasformazione del nostro paese.


PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 43.

60. Arca-Cre: strumenti importanti per l’unità e l’elevazione socio-culturale dei lavoratori[1]


        
         In genere nei nostri Congressi e anche nelle riunioni del Comitato direttivo, si parla poco o niente dell’Arca e del Cre, delle attività, dei problemi del tempo libero e della cultura. Si da per scontato che a gestire questi settori siano gli “specialisti”, quelli eletti una volta ogni tre anni, e che, in fondo, passato il momento del voto e l’esame di
quanti compagni ed amici risultano eletti per questo o quel sindacato, non ci sia più tanto da fare.
         Tra i lavoratori (quelli veri, non i mitici protagonisti della lotta di classe!), c’è disinformazione, sottovalutazione e qualunquismo. Non a caso si identificano questi organismi col nome di “comitati dei sollazzi”.
         Io credo che, grazie all’impegno e al sacrificio, presente e passato, di chi ha operato nei Cre e nell’Arca, siano stati fatti passi avanti per superare una visione corporativa, di elite, nella gestione delle attività ricreative, culturali e assistenziali, anche se, sostanzialmente, non molte innovazioni ci hanno caratterizzato rispetto alle vecchie gestioni padronali, almeno quelle più avanzate, come a Larderello.
Occorre rapidamente recuperare il tempo perduto tenendo presenti due obiettivi di fondo da raggiungere: l’unità sostanziale delle gestioni Arca e Cre, attraverso la più ampia partecipazione di base, e il coinvolgimento diretto dei Consigli di fabbrica e dei sindacati, e l’elevazione socio-culturale e politica dei lavoratori.
Occorre pertanto superare sul territorio il frazionismo organizzativo tra Cre e Cre, attuare iniziative coordinate, meno settoriali e dispersive, arrivando all’unificazione reale di Arca (intesa come lo strumento politico del coordinamento) e dei Circoli che direttamente dovranno essere rappresentati a questo livello.
Occorre inoltre, a mio avviso, intensificare gli sforzi di unificazione di strutture ed esperienze con altri Circoli Aziendali e con quelli presenti sul territorio (Arci-Acli-Endas) in modo da assolvere sempre più l’importante ruolo di aggregazione popolare e pluralista fondamentale per la crescita della democrazia e della circolazione delle idee.
         E’ fondamentale inoltre attuare un attento esame autocritico delle attività svolte, in modo da evidenziare quelle che vanno eliminate o ridotte, perché concepite in un’ottica individualistica, egoistica, di consumismo e di privilegio e dare più ampio spazio all’iniziativa culturale e ricreativa, basata su più ampi momenti partecipativi, sia dei lavoratori elettrici che dei cittadini in genere.
         Uno dei settori prioritari dovrebbe essere quello culturale. Ma non una cultura per eletti, o da subire in forma passiva, ma bensì un’attività basata sulla discussione, sul confronto e sull’approfondimento dei problemi sociali, storici, ambientali, produttivi, ideologici, artistici, che costituiscono il patrimonio di lotte e di evoluzione della società italiana. Quindi teatro, cineforum, conferenze-dibattito, ricerche per i giovani, visite guidate alle Istituzioni culturali, scambi di esperienze con altri lavoratori, iniziative promozionali verso gli studenti...
Troppe volte si parla di cultura per abbellire programmi e dare tono a noi stessi. Le attività poi sono altre, e queste sì, assorbono impegno e buona volontà, e interessano settori più prosaici come il servizio di assicurazione auto (RCA), le convenzioni per acquisti di articoli commerciali, il panettone, la gestione di bar, gli spacci aziendali o, la versione più aggiornata: il semi-ingrosso...tra l’altro effettuate non sempre con vantaggi economici reali (il vantaggio politico è senz’altro negativo), perché non solo queste attività perseguono il mantenimento di compartimenti stagni tra i lavoratori e tra i cittadini, ma distolgono energie preziose da altri settori e aggravano i costi, per la loro parte, di un Ente dissestato.
Ricordo ancora con grande amarezza un cartello stampato a grossi caratteri ed esposto in un negozio di San Giovanni Valdarno, diceva: “Questo negozio pratica lo sconto del 10% ai dipendenti dell’Enel”. Era là, sul Corso principale, in bella vista, e credo che non facesse aumentare le simpatie per i lavoratori elettrici.
Non siamo soli. L’Italia è una jungla di privilegi apparenti, di guerre tra poveri combattute con le armi più strane, di stratificazioni sociali, di silenzi legati al mantenimento del voto o della delega.
Forse è proprio per tali ragioni che dovremmo tutti insieme lavorare di più intorno a questi problemi e avviare un cambiamento profondo, che dia la prospettiva e la misura di quell’altro cambiamento, sulle cose piccine della nostra vita che poi, a ripensarci, e moltiplicandole per le miriadi di esperienze in atto, non sono più tanto piccine e marginali.




[1] Un lavoro più esteso si trova in un saggio che traccia le linee dell’evoluzione dell’associazionismo e del Cre nell’area boracifera, gc., dts., pp. 19, 17 dicembre 1975.

martedì 26 settembre 2017






L’Assoluzione.

Ieri pomeriggio 25 settembre, in tutti i centri abitati del Comune di Castelnuovo di Val di Cecina, Pisa, Toscana  (Castelnuovo, Leccia, Montecastelli Pisano, Sasso Pisano), l’Amministrazione Comunale ha avviato, insieme all’interfaccia Enel Green Power fornitore del fluido geotermico a prezzo convenzionato e assai economico, la stagione di teleriscaldamento 2017-2018, dato che le temperature notturne esterne sono scese sotto i 9°C.

Da impianti centrali ubicati in tutti i paesi del comune, dove avviene lo scambio termico tra fluido geotermico-acqua normale, parte la rete di collegamento a piccole centraline autonome che servono gruppi più o meno estesi di abitazioni. Nonostante l’avvio anticipato, le tariffe partiranno come sempre dal 15 ottobre per arrivare alla chiusura del prossimo 15 maggio 2018. Il pagamento delle tariffe avverrà in due rate di 3,5 mesi ciascuna, sempre a consuntivo. La tariffazione avviene in due modi, scelti dagli utenti: 1° a forfait calcolato sul volume dell’appartamento (o altro locale teleriscaldato, come negozi, attività artigianali, sportivi, sociali ecc…); il 2° attraverso l’installazione di contatori individuali.  Il mio appartamento è di 372 mc. riscaldati 24 ore su 24 ore  con garanzia di avere in casa una temperatura di + 20°C quando la temperatura esterna scende a – 10°C. Con il termostato ambiente o con i termostati radiatore per radiatore l’utente può ottenere sempre la temperatura più desiderata.  Il mio TOTALE da PAGARE  A FORFAIT per i 7 mesi (compresa IVA al 10%) ammonta 676,12 €. Cioè in due rate di 338,06 €. Adesso alcune non secondarie osservazioni: nessuna spesa di manutenzione dell’impianto (escluse quelle private dentro l’appartamento); nessun inquinamento atmosferico in quanto circola soltanto acqua leggermente trattata anti incrostazioni; riscaldamento globale dell’atmosfera sui centri abitati che  mitiga un po’ anche i rigidi mesi invernali; i tecnici del Comune sempre reperibili per guasti improvvisi,  perdite sulla rete, e ciò va incontro alle esigenze dei moltissimi anziani…

Permettetemi anche un  po’ di merito, personale e delle amministrazioni di sinistra, che si sono succedute ininterrottamente dal 1945 al 2008, anche con la collaborazione delle minoranza consiliare e, in particolare, uno degli artefici principali di questo “miracolo” è stato mio cugino, Massimiliano Ciompi, non solo per la parte  creativa, ma per il diuturno impegno in tutte le fasi della realizzazione. Massimiliano, mi sostituì  e fu Sindaco del Comune fino al 1995. E’ stato uno dei miei maestri nella gioventù ed è morto troppo prematuramente!  Dal 2008 ad oggi il Comune è amministrato da una Lista Civica  di tendenza centrista, mentre la minoranza è di sinistra. Il Comune di Castelnuovo di Val di Cecina  insediò una “Consulta” formata da esperti, tecnici, amministratori e cittadini, senza distinzioni partitiche, fin dal 1978, per studiare il problema del riscaldamento geotermico, avvalendosi della collaborazione di alcune Aziende esterne, come quella del Gas di Pisa, del COSVIG, e di Aziende italiane che avevano realizzato trasmissione di calore da impianti industriali a scopo termico, civile, agricolo e agro-alimentare. Nei primi anni ’80 si allacciarono le scuole, l’ambulatorio medico e successivamente le Residente Protette ed assistite degli anziani al capoluogo. Poi, suddividendo i lavori in lotti, si iniziò la realizzazione dell’intera rete al capoluogo, e, successivamente alle frazioni. Un'opera COLOSSALE date le dimensioni del territorio comunale e la sua consistenza in nuclei abitativi molto distanti gli uni dagli altri e costituiti prevalentemente da alloggi mono o bifamiliari.


Sono stato Sindaco tra il 1987 e il 1993.  Quando andavo a farmi i capelli dal famoso barbiere castelnuovino, Lando, anche lui un Groppi, dello stesso ceppo dei miei antenati, non potevo sottrarmi alle sue battute e critiche contro il mio partito politico, quello comunista, e, naturalmente, all’Amministrazione Comunale. Ma, finalmente, quando anche la sua casa fu riscaldata geotermicamente, mi fece pressappoco questo discorsetto: “E’ si, Carlo, voi comunisti ne avete combinate tante di tragedie nel mondo, e un po’ siete stati settari e prepotenti anche in paese, insomma avete commesso tanti peccati, ma…ora avete finalmente realizzato una grande opera, il riscaldamento, che è stato  da me battezzato con il nome di “L’ASSOLUZIONE”: tutti i vostri peccati ed errori vi sono stati perdonati! Mi sentii molto sollevato.  

lunedì 18 settembre 2017

AI MIEI CARI AFFEZIONATI LETTORI!

Da domani 19 settembre 2017 e credo per una decina di giorni, sarò costretto ad interrompere il Blog a seguito di una operazione chirurgica che richiederà precauzioni visive. Credo che andrà tutto bene, trattandosi di un operazione di cataratta all'occhio sinistro al quale, però, purtroppo, ebbi una "trombosi retinica", quindi l'intervento sarà un po' più delicato. A presto e buona salute!
Carlo.

domenica 17 settembre 2017






La cumparsita


 Quando mi assale la tristezza senza motivo
apro un vecchio armadio che tengo in cantina,
accarezzo il tesoro che laggiù è ancora vivo,
scorrendo  le mie inesperte mani
sulla tastiera di madreperla screziata della
                                               Farfisa.

Mi par di sentirlo ancora battere il piede
su quel lucido pavimento di legno
della casa di Raspino, mentre le languide
note dalla finestra aperta, salivano
in cielo, tra i fioriti rami del ciliegio
                                               e del melo.

Non ho mai imparato a ballare il tango,
ma non invidiavo i miei amici acrobati
che si esibivano allo Chalet del Piazzone,
perché sotto i rami curiosi
che s’affacciavano sulla terrazza coperta,
su  quelle note sensuali stringevo
il mio amore segreto. Credo che mio padre,
suonasse solamente per noi,
per attutire i battiti dei nostri  cuori,
mentre sulle sue labbra sbocciava un lieve

                                               sorriso.

sabato 16 settembre 2017

PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 40.

 57. Inverno a Praga

          A Praga, si legge sui depliants pubblicitari della Cedok (l’Ente Turistico di Stato Cecoslovacco), è bello andare in tutte le stagioni tanti sono i motivi d’arte, di storia, di costume, che questa mirabile città contiene, ma è soprattutto in primavera, quando gli alberi da frutta della collina di Petrin sono in fiore, risplendono al sole le guglie d’oro dei campanili e la musica sinfonica di prestigiosi complessi invade giardini, vicoli e palazzi austeri, che si coglie tutto il fascino e l’essenza più profonda di questa città e di questo popolo.
         La “primavera di Praga”, una stagione magica che ci entusiasmò nove anni fa, che poi vedemmo violentemente soffocare e intristire in quel periodo oscuro chiamato “normalizzazione” che, come per tutte le “normalizzazioni” altro non significò se non l’arresto di un processo profondo di rinnovamento che non solo prefigurava il risarcimento di innumerevoli, tragici eventi storici, ma riaffermava quei valori umani di partecipazione, libertà, democrazia, sui quali si fondano le speranze di chi, anche nel nostro Paese, vuol costruire quella società a misura di uomo, che è la società socialista.
         Avevamo ed abbiamo ancora amici, compagni, in quella città e in quel Paese. Uomini laboriosi, onesti, patrioti. Alcuni, dopo aver militato nella Resistenza contro i nazisti, subirono discriminazioni e nonostante ciò rimasero fortemente convinti della giustezza dei loro ideali e del fatto che il nuovo “regime popolare” fosse, nonostante tutto, superiore a quelli precedenti. In quei sei-otto mesi del 1968 le loro lettere divennero travolgenti: l’entusiasmo per il nuovo superava l’amarezza delle tante piccole e grandi angherie subite o delle quali erano stati testimoni, c’era una grande volontà di lotta per affermare nuovi modi di vivere e di governare senza rinunciare a quelle importanti conquiste sociali che pure avevano ottenuto.
         Poi le lettere si son fatte più rade, reticenti, allusive. E’ riapparso il sospetto, la paura che una frase, un pensiero potessero scatenare le ire dei guardiani dei “padroni del Palazzo” e quindi subire un danno, o fisico o morale, per loro stessi e per le loro famiglie. Abbiamo rispettato questo silenzio, anche nello stilare questa breve nota.
         Altri e di ben altra levatura stanno discutendo sulle cose fondamentali che hanno caUsato tali degenerazioni, sul rapporto tra democrazia e socialismo, su come deve essere una società pluralista, basata sul consenso e la partecipazione e che veda la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Noi, per le cose che sappiamo di quelle esperienze, cerchiamo sempre di superare, a livello individuale, il dogmatismo, l’intolleranza, la violenza per costruire rapporti nuovi con chi ci è vicino. Tutti i giorni. Nascono dalle piccole le grandi cose e la nostra testimonianza non sarà inutile. E pensando a quegli amici, a quei compagni ancora immersi “nell’inverno di Praga”, ci vengono a mente i versi di una canzone popolare spagnola (e può andar bene anche per la Cecoslovacchia), che dice:

In Spagna i fiori
che nascono d’aprile
non nascono per gioia
nascono per dolore
di tre anni di spari
di tre anni e mille
in cui il popolo ha resistito
solo contro il fucile.

In Spagna i fiori
non vogliono più vivere
perché il popolo spagnolo
morì d’aprile.

Ma i fiori ritornano
e chi li ha fatti morire
non sa che i fiori
sbocciano ad ogni aprile.

La Spagna non è morta
e mai potrà morire.
Il popolo e i fiori
non li ammazza il fucile.









venerdì 15 settembre 2017




Miracoli della Vergine. 
Testi volgari medievali, Einaudi, Millenni, 1999.

Lettura consigliata (e, se troppo impegnativa, per le 1293 pagine, andare a pagina 711 e iniziare a leggere i 375 miracoli  della Vergine Maria scritti dal re  Alfonso X El Sabio – i Cantigas de Santa Maria – tra il 1270 e il 1283). Anche se nella traduzione italiana, per quanto perfetta, si perdono in parte i suoni delle rime del testo scritto in galeo-portoghese, la lettura è assai semplice e…divertente per la tipologia dei miracoli fatti. Ad esempio, ieri sera prima di dormire ho letto lo spassoso “miracolo” : Come Santa Maria salvò la badessa incinta, che si era addormentata  piangendo davanti al suo altare”. Le varie strofe di questo sorprendente miracolo sono accompagnate, come un ritornello, da queste parole:

Dobbiamo amare con tutto il cuore
santa Maria e pregarla
che mandi su di noi
la sua grazia, perché il demonio
svergognato non ci faccia

cadere in errore né in peccato. 

lunedì 11 settembre 2017



PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 39.


56. Si fa presto a dire fame. Un libro da non dimenticare.

Siamo andati quest’anno, in un pomeriggio grigio e ventoso di fine estate, sulla collina di Mauthausen per visitare ciò che rimane del tremendo Lager, oggi museo. Molto è stato fatto per cancellare, per abbellire: c’è erba verde tutto intorno, e ci sono snelli pioppi e lindi cortili asfaltati, le baracche, vuote, son tinte a nuovo, ci sono fiori e turisti. Tuttavia c’è quanto basta per riaccendere i ricordi sopiti, per stringere il cuore d’angoscia e di muto dolore: i forni crematori, le camere a gas, le celle degli esperimenti, il muro del pianto, la scala della morte e le celle di tortura...ci sono fotografie di tanti italiani, di seimila compagni, lavoratori del nostro Paese che non sono più ritornati. Di questo triste “Campo”, modello agli altri che furono disseminati in tutta Europa dalla follia nazista, ce ne dà una viva rappresentazione Piero Caleffi in un suo antico, bellissimo libro che proprio in questi giorni, al ritorno, ho letto e che consiglio in particolare ai più giovani lavoratori onde riflettere su inquietudini nuove (che la fuga di Kappler, accolta con malcelata soddisfazione dall’opinione pubblica tedesco-occidentale ha evidenziato), che mi fanno venire in mente alcuni famosi versi di Bertolt Brecht:

...per poco costoro non dominarono il mondo.
I popoli li fermarono. Ma intanto
non vorrei che voi celebraste il trionfo:
il grembo che li generò è ancor fecondo.

Il libro di Caleffi è stato scritto nel 1954, a nove anni dalla sua tremenda esperienza di prigioniero nel Lager di Mauthausen dove era stato rinchiuso per la coerente militanza progressista e antifascista. Il carattere, il tono del libro, risente di questa impostazione ideale, è pervaso cioè dal continuo sforzo di comprendere il fenomeno dei “Campi di sterminio”, tenendosi ugualmente lontano dal facile vittimismo, come dall’altrettanto facile odio per i diretti persecutori, ma facendo risalire al sistema nazifascista la responsabilità di tanto barbara repressione, unica nella storia.

         Un ammonimento, quindi, una esortazione a sfuggire alle tentazioni dell’esercizio della violenza, dell’umiliazione dell’avversario, del fanatismo, dell’odio, che furono fattori fondamentali della logica che condusse ieri al nazifascismo e ai campi di sterminio e che potrebbero oggi, in condizioni storiche diverse, ma assai complesse e difficili, far precipitare di nuovo l’umanità nella regressione e nella barbarie. Piero Caleffi, Si fa presto a dire fame, Ed. Mursia, Milano, 1974[1].



[1] Pubblicato sul n. 6, 5 ottobre 1977, a cura di gc.

sabato 9 settembre 2017

The Tango - Scent of a Woman (4/8) Movie CLIP (1992) HD

Serie fotografica: i danni della guerra.

PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 38.
  
55. Sei “non sense” liberamente tratti da Edward Lear[1]

C’era un vecchio piccolo e strano
che andava tenuto sempre per mano;
camminava con affanno,
ma dove si posava faceva danno:
quel repellente rudere umano.

C’era un vecchio di Larderello
che covava nel nido di uno strano uccello;
quando gli uccelli ululavano in coro,
ululava anche lui, insieme a loro:
quel deprimente vecchio di Larderello.

C’era un vecchio di palude
di natura futile e rude;
seduto su di un rocchio
cantava stornelli ad un ranocchio:
quel didattico vecchio di palude.

C’era un vecchio di Larderello
che cercava il vapore col cappello;
camminando un dì su una putizza,
pensò di venderla ad un illustre turista:
quel mofetico vecchio di Larderello.

C’era un vecchio di Firenze
che portava giacca  nera e prenze;
parlando del personale
dava sempre lezioni di morale:
quel pestifero vecchio di Firenze.

C’era un vecchio dirigente
che nelle riunioni non capiva niente;
un giorno scrisse “t’amo” col gessetto
ammiccando alla figlia di Geppetto:
quell’insospettabile vecchio impenitente.




[1] Edward Lear, Il libro dei nonsense, Einaudi, Torino, 1970. Rielaborati e pubblicati sul n. 6, 5 ottobre 1977 di “Ifcl” a cura di cg.

venerdì 8 settembre 2017






SIENA

Siena è la mia città di riferimento. Vi abitano i miei parenti,  vi ha casa una mia figlia, all’Ospedale delle Scotte  ho avuto tre interventi chirurgici e numerosi controlli e visite specialistiche,  anche il mio dentista ha lo studio in viale Sardegna, adesso mia figlia è professore ordinario dell’Università, alla Ipercoop Le Grondaie vado a fare la spesa, in più la città conserva preziose memorie della mia adolescenza ed anche nuove amicizie, come Ciro, Alessandra, Antonella. Senza parlare delle emozioni alla scoperta del suo immenso patrimonio artistico! Ieri, ad esempio, sono andato dal dentista per un improvviso incidente! Mi si era spezzato, senza preavviso alcuno, un dente canino!  Tutto si è risolto bene. Oggigiorno la scienza odontoiatrica ha fatto miracoli.  In meno di un’ora è stato inserito un pernio in titanio, e ricollocata la metà del dente spezzato! Lavoro indolore e perfetto. Posso di nuovo sorridere, mangiare e parlare senza imbarazzo alcuno.

Nelle ore di attesa, e mentre mia moglie  seguiva un altro itinerario per la ricerca di  regali per i nipoti, ho fatto un piccolo tour per la città.  La prima visita è stata alla libreria di libri vecchi, con annessa caffetteria, “Carta&Zucchero”, in via di Camollia.  La libreria non c’era più! Al suo posto un c’era un bar, desolatamente vuoto. Mi sono affacciato chiedendo al barista dove si fosse trasferita la libreria, mi ha risposto che essa non esiste più, ha chiuso a giugno. E tutti quei libri? Non lo sapeva, ma era certo che forse adesso le due sorelle proprietarie e gestrici, facevano il commercio online. Tenerla aperta era un azzardo troppo costoso, e ben pochi clienti, oggigiorno, vi si affacciavano (tra i quali anch’io) alla ricerca di testi non più in commercio (per mia fortuna vi avevo trovato due o tre prime edizioni di poesie di Umberto Saba a prezzo stracciato). Questa libreria si era trasferita in Camollia da via delle Terme, dove da decenni funzionava una simpatica  rivendita di “Vecchi Libri” gestita da una affabile ed esperta signora, la quale, piano piano, era diventata troppo anziana per proseguire quel lavoro. Era lì che andavo a grufolare e scartabellare i vecchi libri e riveste, e lì avevo conosciuto una delle personalità più importanti di Siena e della sua Università,  ed anche le due figlie. Infatti furono loro, dopo la prematura scomparsa del padre, a rilevare l’attività, e trasferirla, sperando in una maggiore visibilità e nell’aiuto dell’informatica. Peccato! Poco alla volta, negli ultimi decenni, a Siena, sono state chiuse molte librerie e rivendite di libri vecchi.  Nel centro storico ne conosco cinque, tutte di libri moderni: Diocesana, Senese, Feltrinelli, Mondadori, Einaudi, più due specializzate in testi universitari, mentre un’altra, specializzata per bambini e ragazzi, si trova in Via Maremmana-Romana. Forse ce ne saranno anche altre… forse.  Per passare il tempo avrei cercato qualche testo a soggetto “Marie Curie” o “Radioattività”, oppure anche  “Charcot”. La seconda tappa l’ho fatta alla Biblioteca Comunale degli Intronati, una storica e immensa biblioteca pubblica. Ho chiesto all’impiegato se avevano libri su Marie Curie…ha consultato online il catalogo non trovando nulla! Ho chiesto se avevano qualcosa su “Charcot”, il famoso neurologo parigino, e  pur non avendo nulla hanno trovato, nel circuito di tutte le Biblioteche della provincia di Siena in rete, che a San Gimignano esisteva un’opera di Charcot dal titolo “Le indemoniate”, proprio il tema che mi interessava!  Era in lingua francese e si poteva consultare soltanto in quella biblioteca in quanto, per la sua rarità, era escluso dal prestito interbibliotecario. Un altro libro su Charcot si trovava, stranamente, nella Biblioteca Comunale di Castellina in Chianti. Ho pensato di andare in autunno direttamente là per vedere di cosa si tratta! Proseguendo nel giro sono entrato nella Libreria Senese in Via di Città. Alla mia domanda su Marie Curie il gentile addetto ha detto NO, ma quando ho aggiunto se avevano libri illustrati, o per ragazzi…ci ha ripensato e mi ha risposto “Si, credo di avere un volumetto illustrato per ragazzi su Marie Curie che è uscito all’inizio dell’anno 2017, se questo la può interessare vado a cercarlo”. “Si, mi interessa e lo vorrei vedere”. Dopo qualche minuto eccolo con in mano in volumetto dal titolo “MarieCurie, la signora dell’atomo”. L’ho sfogliato e mi sono reso conto che mi piaceva moltissimo! Costava soltanto 8 €.


L’ho letto tutto durante il percorso cittadino, soprattutto facendo sosta in Piazza del Campo. Infine, imboccando via De’ Rossi per andare al parcheggio di S. Francesco,  ho avvertito la fame, e così sono entrato nella gelateria KOPAKABANA al n° 52. Il banco dei gelati  ne conteneva più di venti vaschette, una diversa dall’altra. Imbarazzo della scelta. Intanto ho scelto la coppa grande, da 3 €. Alla giovane e sorridente commessa ho chiesto che mettesse tre gusti “tra quelli che ella riteneva i migliori, dato che a me piacevano tutti!” Sono stato prontamente soddisfatto. Era una coppa altissima, deliziosa. Essa mi ha riconciliato con Siena, città sempre ricca di sorprese! Nel ritorno a Castelnuovo ecco un forte temporale e, infine,  a Gracciano, il cielo s’è aperto e in lontananza  è stato possibile fotografare un drammatico tramonto.

mercoledì 6 settembre 2017



PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 37.


54. Prospettive e problemi della geotermia[1]

         E’ merito del sindacato se in Toscana una vertenza energia è stata aperta precedentemente all’iniziativa nazionale, se si sono costruite alleanze realizzando le “Conferenze di Produzione”, se è stato possibile avviare rapporti nuovi e più avanzati tra Enel, Regioni ed Enti Locali.
         Ciò deriva, io credo, dalla peculiarità che possiede la nostra Regione nel quadro delle fonti energetiche. Sono infatti presenti in Toscana fonti primarie autoctone quali l’acqua, la lignite e la geotermia. Queste fonti primarie hanno gradatamente riacquistato importanza per i crescenti prezzi e le difficoltà nell’approvvigionamento del petrolio, ma recentemente si è aperto nel Paese anche un vasto dibattito sull’energia e la vita degli uomini, sui consumi e sui modelli di produzione, prefigurando che in una società non più fondata sulle leggi del capitalismo, sulla rapina e sullo spreco delle ricchezze interne ed internazionali, ci dovrà essere il massimo di decentramento e partecipazione, e che tutte le risorse saranno sfruttate e riconvertite socialmente ed economicamente sul territorio, in particolare quelle che per le loro caratteristiche (piccola potenza, usi plurimi, non trasportabilità) al territorio sono più strettamente legate. Non è inoltre assurdo intravedere che, da fonti emarginate, esse possano non solo diventare integrative, ma alternative al petrolio e all’uranio.
         Leggendo le proposte scaturite dalla Commissione Industria della Camera e del Senato, attualmente in discussione al Parlamento, si può valutare quanto cammino sia stato percorso in merito al problema dell’energia geotermica, oggi considerata nella sua realtà e globalità, senza enfasi e senza sottovalutazioni. Ciò non è stato casuale, né legato al folgorante convertimento geotermico di qualche ministro o onorevole, ma il frutto di un continuo, ampio, articolato movimento, di una pressione, a tutti i livelli, fatta da noi sindacati di Larderello, dai nostri Regionali e Nazionali, e che ha trovato sostegno ed alleanze tra le forze politiche, gli Enti Locali, i corpi scientifici, per vincere le resistenze che nell’Enel e nel Governo, e non solo,  si frapponevano allo sviluppo della geotermia.
         Non abbiamo elaborato solo cartacei programmi, ma abbiamo lottato, in condizioni difficili e non pienamente comprese da tutti i lavoratori, e continueremo a lottare con tenacia, perché in presenza di innumerevoli problemi interni alla nostra categoria ed esterni (Legge 285 occupazione giovanile, organizzazione del lavoro) pensiamo che lo sviluppo produttivo sia un nodo centrale e complementare agli altri, e che solo risolvendolo completamente si potranno risolvere anche gli altri.
         La “vertenza geotermia”, aperta da decenni non è comunque risolta. E non potrebbe essere altrimenti essendo questo un settore strettamente legato alla evoluzione tecnica e scientifica, nonché a un diverso intendere la politica economica, specialmente per la parte energetica, che solo il recente accordo tra i partiti ha considerato come prioritaria (decentramento, autonomia nazionale, uso completo delle risorse, inquinamento...). Ma anche se questa sarà una vertenza di lungo termine, alcuni obiettivi primari sono stati bene evidenziati ed intorno ad essi si è creato dibattito e si sono costruite alleanze. Gli obiettivi si possono così riassumere:

-         contribuire all’affermarsi di una volontà politica nuova nella Direzione dell’Enel, attraverso la democraticizzazione di questo Ente, e in quella specificatamente inerente la geotermia;
-         intendere sempre più la geotermia “bene collettivo”, da gestire sul territorio, coinvolgendo gli Enti Locali nello sfruttamento completo e diversificato di questa risorsa, attraverso una politica di piano a livello Regionale;
-         sviluppare la ricerca in tutte le direzioni, in una visione di stretta ed aperta collaborazione internazionale capace di consentire al nostro Paese l’esportazione di tecnologie ed impianti;
-         lo sviluppo e l’unitarietà della ricerca dovrà essere alla base di uno sviluppo produttivo, sia per quanto concerne gli usi tradizionali (elettricità), sia per le nuove forme di utilizzazione (agricoltura, chimica, usi civili);
-         la ricerca e l’utilizzazione della geotermia dovrà estendersi a tutto il Paese attraverso la collaborazione e gli accordi (Enti, Cnr, Università), impegnando al massimo tutte le risorse;
-         lo sviluppo della ricerca, le nuove tecnologie, la diversificazione nello sfruttamento, una precisa programmazione degli investimenti, dovranno consentire un reale sviluppo produttivo nel settore geotermico, anche nell’”Area Classica di Larderello” (Larderello, Monte Amiata, Radicondoli);
-         realizzando una espansione produttiva sarà possibile un’ulteriore crescita dell’occupazione operaia e tecnica, in quella visione di giusto equilibrio tra produzione/occupazione che sta alla base di ogni corretta gestione aziendale.

Se gli obiettivi sono stati individuati abbastanza chiaramente non possiamo però nasconderci, al di là dei successi ricordati, che esistono ritardi, di natura politica, risalenti all’Enel in primo luogo, al Governo ed in varia misura riscontrabili negli organismi di ricerca, negli Enti Locali e nelle forze politiche. Non possiamo comunque fare a meno di constatare come negli ultimi quattro anni (dalla pubblicazione del “Libro Bianco” in occasione del Congresso Nazionale della Fidae-Cgil di Viareggio), sia avvenuto un cambiamento profondo nell’approccio con la geotermia, sia nel mondo scientifico che in quello politico, e che la discussione aperta su questo tema abbia destato un vivo interesse anche tra i non esperti, contribuendo ad aggregazione di forze tese al suo rinnovamento e sviluppo. Ultimo esempio il Convegno di Chianciano (14-16 aprile 1977), organizzato dalle Regioni Toscana, Lazio e Campania sotto l’egida del Ministro dell’Industria Carlo Donat Cattin.

E’ stato definitivamente riconosciuto in tale Convegno il ruolo tipicamente regionale della geotermia e si è evidenziata la necessità di una programmazione che tenga conto delle disponibilità di queste risorse, e indichi chiaramente i progetti di utilizzazione e di investimenti.
Mentre il ruolo operativo rimarrà assegnato ai grandi Enti pubblici (Enel, Eni), le Regioni dovranno offrire appoggio alla fase di ricerca che dovrà essere condotta, tenendo conto degli usi plurimi,da Enel, Eni, Cnr, Università, attraverso uno stretto coordinamento e controllo da parte del Governo.
         E’ comunque il momento di dire con precisione cosa si può e si vuol fare delle risorse già disponibili e a questo proposito la creazione del “Comitato Geotermico Nazionale” promossa dalle tre Regioni: Campania, Lazio e Toscana, fa ben sperare. Si dovrà procedere inoltre ad una veloce definizione della nuova legge per lo sfruttamento della geotermia in modo da assegnare non solo precisi compiti all’autonomia regionale (specialmente per i fluidi a bassa entalpia), ma da poter indicare, nello spirito della Costituzione e del ruolo democratico della regioni, che pone questo organismo come una saldatura tra potere centrale e interessi locali, modalità e tempi degli investimenti (e, quindi, modalità dei rapporti di collaborazione che non dovranno essere paralizzanti), sia degli Enti che degli Organismi preposti alla ricerca, oggi operanti con strutture spesso ridicole.

         Il Convegno di Chianciano, la partecipazione al dibattito del ministro Donat Cattin, segue a grandi lotte, soprattutto in Toscana e nella Valdicecina, sui temi dell’energia e della geotermia. Esso è anche la testimonianza del cambiamento politico in atto nel paese, cambiamento che se portato avanti a tempi brevi potrà avviare finalmente una politica nuova, non di lottizzazione, negli Enti pubblici, e quindi dare concretezza a scelte che oggi, nonostante le cose positive, si proiettano ancora nel mondo delle speranze, mentre vasti territori e comunità hanno estremo bisogno di certezze.
         Sgombrato il campo dalle illusioni e dalle strumentalizzazioni che si erano in parte create intorno alla geotermia (energia immediatamente alternativa alla scelta nucleare, salvezza ecologica del pianeta, energia socialista...) è emerso con chiarezza il grande ruolo, scientifico, economico e sociale di questa risorsa e quindi la necessità di arrivare quanto prima ad un inventario nazionale che consenta di creare “Aziende Regionali” per lo sfruttamento dei fluidi a bassa temperatura. Il confronto avvenuto a Chianciano fra Enti, tecnici, politici e l’intreccio reale tra scienza e politica che si è realizzato, è dunque stato punto di arrivo e di partenza.

         Punto di arrivo di un periodo storico di sottovalutazione della geotermia, di impegni settoriali, di mortificazione dei tecnici e dei ricercatori di questo settore, sacrificati ad interessi e scelta d’altra natura, in genere effettuate sopra la loro pelle e le loro teste. Punto di partenza di una superata conflittualità tra Enel ed Eni, di un riconosciuto legittimo ruolo regionale e locale, di una volontà di coinvolgimento esteso per Università e Cnr e quanti altri operano in campi affini, compresa una nuova legiferazione e un più attento coordinamento da parte degli Organi di Governo.

         All’apertura di questa problematica nuova e di questo interesse ha contribuito in maniera determinante la linea delle nostre Organizzazioni sindacali e la lotta dei lavoratori. Ma per il futuro occorrerà fare ancora di più, intensificando le lotte, estendendo le alleanze, ponendo obiettivi ravvicinati e pertanto credibili, evitando gli errori che si sono registrati in genere sulla vertenza energia, cioè la mancanza di una concreta direzione politica al movimento che ha generato discontinuità nelle iniziative e disarticolazione territoriale.

         E’ indubbio tuttavia che solo se si arriverà alla totale democraticizzazione del Paese, quindi delle Aziende, se si arriverà, come diceva il professor Ippolito nella relazione introduttiva a Chianciano, ad un cambiamento di fondo del modello sociale, della vita degli uomini, si potranno veramente realizzare le speranze di fine degli sprechi e del totale sfruttamento delle risorse primarie nazionali, legate allo sviluppo civile, economico, culturale delle aree geografiche decentrate, che dovrebbe essere, in ultima analisi, la base stessa di una società  partecipata in tutti i suoi aspetti[2].



[1] Successivamente al “Convegno di Chianciano” svoltosi nel marzo 1977, la Fed. Regionale toscana Cgil-Cisl-Uil, pubblica il volume di Carlo Groppi ed Antonio Baldi “Travale 22. Per una completa utilizzazione delle risorse geotermiche”, Siena, Nencini, pp. 111, 1977. Con lievi modifiche e tagli il volume inaugurò nel gennaio 1979 la collana “Controcorrente” del Centro di documentazione di Pistoia, con il titolo “Energie alternative: la Geotermia. Un’importante fonte di energia rinnovabile e sicura, sfruttata insufficientemente per privilegiare il programma nucleare”, Litografia i.p., Firenze, pp. 59, 1979.
[2] dts., fto., gc., e apparso su “Ifcl” n. 6, 5 ottobre 1977.





CARLO GROPPI
Opere pubblicate ed altri progetti .

Inserisco questo Post per rispondere alla domanda che mi hanno fatto ultimamente  non più di cinque amici: cosa stai preparando, Carlo? Ed anche perché stampandolo esso mi serve da promemoria  (oltre ad appagare la mia vanità!) Il prossimo libriccino, che dovrebbe uscire non oltre la primavera 2018,  è un testo di 14 poesie in lingua francese, scritto a quattro mani, naturalmente con la versione italiana a fronte. Esso non sarà in vendita perché lo “sponsor” lo utilizzerà per i propri fini (con le mie 25 copie farò un piccolo regalo a familiari, parenti e amici. Così credo faccia l’altro autore, meglio dire autrice, trattandosi di una donna).
Oltre alle 28 pubblicazioni che ho stampato dal 1977 al 2016, delle quali me ne rimangono di ognuna al massimo 5 copie (a mia memoria, per figlie e nipoti), ne ho preparate altre che resteranno inedite, in più a diversi progetti che resteranno incompiuti, o, al massimo, pubblicati sul blog.

1)      Memorie lontane (Interviste e storie di Castelnuovo, 1822- 1933), 2003.
2)      Italia bella mostrati gentile, 1859-1900 (Cronologia Storica di Castelnuovo), 2005.
3)   Dina Ferri. Ricordi di giovinezze lontane, 2004.
4)   Lettere di un’amicizia ritrovata e perduta, 2007-2010, 2017.
5)   Itinerario poetico nelle Colline Metallifere Toscane, 1999.
6)   Lettere di quasi amore: Klement e Ulda, 1998 - 1999, 2015.
7)   Agnes e Martin: L’amore, il dolore. Una storia romantica, 2015.
8)   Elegia Volterrana, Poesia, 2016.
9)   Alla ricerca del padre di mio fratello Fulvio, lettere a Marina, 2010, 2015.
10) Poesie di dolore, di lotta, di speranza e di nostalgia (1956-2016) Antologia, 2017.
      11) CANZONIERE, tutte le poesie, 1952-2017, su  CD.  (100%).
12) La più gran prova che un uomo possa dare del suo amore, è di tenerlo nascosto. Lettere e 
      poesia (1928-1936?), 2017.
13) Memoria del Borgo perduto ed altre poesie dell’età fiorita, poesie, antologia, 2017.
14) Poesie di dolore, lotta, speranza e di nostalgia, 1956-2016, 2016.
15) Kennst Du das Land? Itinerario poetico nelle Colline Metallifere Toscane, 1999.

Lavori in corso di stesura e stato di avanzamento

1) Su Fratelli! Su compagni! Note di storia del movimento operaio nella Comunità di Castelnuovo di Val di         Cecina  (1902– 1910) attraverso i suoi protagonisti  (95%).

2) Faville, prose sparse (70%). 

3) La grande illusione. Per una storia del periodo fascista, della Resistenza e dell’attività del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nel territorio della Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina (1919-  1946) (35%).

4) Il sogno negato. Storia del Partito Socialista Italiano (PSI) in un centro operaio della provincia di Pisa: Castelnuovo di Val di Cecina. 29 giugno 1944-7 giugno 1953. Dalla guerriglia partigiana,           all’esperienza del CLN ed alla ripresa della vita democratica. La sconfitta del “Fronte Popolare” il 18 aprile 1948 e il tentativo di “colpo di stato” messo in atto dalla Democrazia cristiana nel giugno           1953, con un cenno alle vicende dei protagonisti e delle battaglie proletarie, dal primo “Circolo   Socialista” alla conquista del Comune, prima dell’avvento del fascismo e tra gli operai della       “Boracifera” (75%).

5) Il lungo sonno di Castelnuovo sotto i granduchi di Toscana e il Marchesato degli Albizzi. Cronologia storica della Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina (1501-1859), Vol. 3 (45%).

6) Religiosità e santità nella Comunità di Radicondoli dalle origini ai tempi nostri (10%).

9) Proverbi (90%).

10) Dizionario De Larderel (45%).

11) Marie Curie (100%).

Fascicoli rilegati con testi di Carlo Groppi (inediti):

Antologia degli scritti su La Comunità di Pomarance. Riuniti in due fascicoli (1996-2017).

Antologia degli scritti pubblicati su “Fondazione&Voilterra”, trimestrale della Fondazione della CRV (2005-2012).

Autobiografia, Sono nato nel vicolo del Serrappuccio… (1938 – 1963).

Bibliografia generale Geotermia.

Antologia degli articoli e pensieri poetici pubblicati sulla rivista La Comunità di Pomarance, (1996 – 2009).

Antologia di scritti sul tema Resistenza e Liberazione, agosto 2014.

 Post sul Blog LAVITALARGA (Splinder)

12/6/2007 – 23/11/2011                               n. 779 (chiuso il 23 novembre 2011)

Post sul Blog GRAZIEALLAVITA (Blogspot)


24/11/2011 (inizio) al 22 /6//2017            n. 913 (in corso)