sabato 27 giugno 2020





LA LIBERAZIONE DI CASTELNUOVO! 


29 giugno 1944. E’ sera, le campane suonano a festa. Un gruppo di castelnuovini,  uomini e donne, con alcuni  antifascisti e membri del CLN clandestino, vanno incontro alle prime staffette della V Armata Americana, Divisione Corazzata del generale Harmon, un reggimento di fanteria e di esploratosi che provengono da Massa Marittima lentamente, perché i tedeschi in ritirata hanno fatto saltare in aria moltissimi ponticelli, rendendo impraticabile il transito sulla rotabile principale ai carri armati ed altri grandi mezzi, costretti perciò a compiere deviazioni e percorsi alternativi su strade rurali. Tra il grano maturo ci sono i primi abbracci tra gli americani ed i castelnuovini, del resto già avvertiti dai primi esploratori che erano arrivati in paese. Tra loro c’erano i soldati figli di emigranti castelnuovini, come gli Antonelli ed i Francini, cugini di mia moglie! Per Castelnuovo di Val di Cecina, la guerra è finalmente terminata. Ora ci sono da contare i lutti, i danni dei bombardamenti e cannoneggiamenti sul Borgo abitato, sulle infrastrutture, strade e ponti e, soprattutto, quelli , degli  stabilimenti chimici e delle centrali geotermoelettriche, completamente distrutti! C’è, naturalmente, da insediare l’Autorità Comunale con l’assistenza del Comandante Alleato. Tutto avverrà rapidamente con fraterna collaborazione e unità di intenti tra le forze politiche che si stanno riorganizzando nei partiti socialista, comunista, democratico cristiano, d’Azione, dentro il Comitato di Liberazione Nazionale, sotto la supervisione dell’Autorità Alleata.

Si contano le vittime, quelle dei partigiani e dei civili, uccisi sul nostro territorio, mentre è impossibile calcolare il numero preciso dei soldati, sia tedeschi, della RSI e degli Alleati, molti abbandonati lungo le strade ed altri, come gli americani, caricati su mezzi frigorifero ed infine sepolti nel grande cimitero  nei pressi di Firenze. Circa 20 soldati tedeschi furono infine sepolti nel nostro Cimitero, senza nome, ma con un elmetto sopra la croce, in uno spazio comune, sempre rispettato, come si deve ai morti. Si calcolano in circa 170 le vittime complessive. Ma per altri  undici mesi il conflitto farà vittime al Nord, e decine di castelnuovini  languiranno nei campi di Concentramento del Reich in Germania o in altri campi  degli Alleati in Africa, USA, India, Nuova Zelanda. Alla fine del 1945 l’ultimo prigioniero di Castelnuovo, Michele Rossi, ritornò a casa! Anche la mia famiglia continuò a piangere per mesi ed anni la scomparsa dell’unico maschio tra  sette sorelle, mio zio Gualfredo Fignani, del quale si persero le tracce dopo l’8 settembre 1943 sui monti della Macedonia. Non abbiamo mai saputo che fine abbia fatto, né se sia rimasto vivo o sia morto. E così la mia nonna materna, dopo diversi anni di ricerche infruttuose, ebbe  due o tremila lire di pensione di guerra!

Ho infine raccolto un modesto campione di testimonianze orali degli ex IMI (Internati Militari Italiani), sia con interviste, sia per memorie pubblicate: Adolfo Battaglini, Alfo Bandinelli, Alvaro Cappellini, Rossi Michele, Mino Mencattini, Franchi Franchino, Ivo Moratti, il quale ci offre un’immagine abbastanza completa delle condizioni della loro prigionia. Non è per vanagloria che ripropongo la lettura del mio lavoro di ricerca: “La piccola banda di Ariano” Storie di guerra e di Resistenza nelle Colline Metallifere Toscane (1940-1945)”,  ai giovani d’oggi. Il libro di 430 pagine con caratteri assai piccoli, uscì nel 2001, dopo quasi 40 anni dall’inizio delle mie ricerche,  e dopo il suo rapido esaurimento detti mano alla seconda edizione (2003) assai più completa.

Avrei un altro saggio di storia locale, che si ricollega a “La piccola banda di Ariano”, “Il sogno negato. Storia del Partito Socialista Italiano (PSI) in un centro operaio della Provincia di Pisa:Castelnuovo di Val di Cecina (PI). Un lavoro ultimato negli anni ’90. Il sottotitolo chiarisce di cosa si tratti:

“Noterelle per una storia del Partito Socialista Italiano in un centro operaio della provincia di Pisa: Castelnuovo di Val di Cecina,  29 giugno 1944 - 7 giugno 1953. Dalla guerriglia partigiana, all'esperienza del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) e alla ripresa della vita democratica. La sconfitta del Fronte Popolare il 18 aprile 1948 e il tentativo di "colpo di stato istituzionale" messo in atto dalla Democrazia Cristiana nel giugno 1953, con un cenno alle vicende dei protagonisti e delle battaglie proletarie a Castelnuovo (dal "Circolo Socialista" alla conquista del Comune), prima dell'avvento del fascismo, e tra gli operai della Boracifera”.                                                                                

Ma lasciamolo dov’è!

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