LA LIBERAZIONE DI CASTELNUOVO!
29 giugno 1944. E’ sera, le campane
suonano a festa. Un gruppo di castelnuovini,
uomini e donne, con alcuni antifascisti e membri del CLN clandestino,
vanno incontro alle prime staffette della V Armata Americana, Divisione Corazzata
del generale Harmon, un reggimento di fanteria e di esploratosi che provengono
da Massa Marittima lentamente, perché i tedeschi in ritirata hanno fatto
saltare in aria moltissimi ponticelli, rendendo impraticabile il transito sulla
rotabile principale ai carri armati ed altri grandi mezzi, costretti perciò a
compiere deviazioni e percorsi alternativi su strade rurali. Tra il grano
maturo ci sono i primi abbracci tra gli americani ed i castelnuovini, del resto
già avvertiti dai primi esploratori che erano arrivati in paese. Tra loro c’erano
i soldati figli di emigranti castelnuovini, come gli Antonelli ed i Francini,
cugini di mia moglie! Per Castelnuovo di Val di Cecina, la guerra è finalmente
terminata. Ora ci sono da contare i lutti, i danni dei bombardamenti e cannoneggiamenti
sul Borgo abitato, sulle infrastrutture, strade e ponti e, soprattutto, quelli
, degli stabilimenti chimici e delle
centrali geotermoelettriche, completamente distrutti! C’è, naturalmente, da
insediare l’Autorità Comunale con l’assistenza del Comandante Alleato. Tutto
avverrà rapidamente con fraterna collaborazione e unità di intenti tra le forze
politiche che si stanno riorganizzando nei partiti socialista, comunista, democratico
cristiano, d’Azione, dentro il Comitato di Liberazione Nazionale, sotto la
supervisione dell’Autorità Alleata.
Si contano le vittime, quelle dei
partigiani e dei civili, uccisi sul nostro territorio, mentre è impossibile
calcolare il numero preciso dei soldati, sia tedeschi, della RSI e degli
Alleati, molti abbandonati lungo le strade ed altri, come gli americani,
caricati su mezzi frigorifero ed infine sepolti nel grande cimitero nei pressi di Firenze. Circa 20 soldati
tedeschi furono infine sepolti nel nostro Cimitero, senza nome, ma con un elmetto
sopra la croce, in uno spazio comune, sempre rispettato, come si deve ai morti.
Si calcolano in circa 170 le vittime complessive. Ma per altri undici mesi il conflitto farà vittime al
Nord, e decine di castelnuovini
languiranno nei campi di Concentramento del Reich in Germania o in altri
campi degli Alleati in Africa, USA, India,
Nuova Zelanda. Alla fine del 1945 l’ultimo prigioniero di Castelnuovo, Michele
Rossi, ritornò a casa! Anche la mia famiglia continuò a piangere per mesi ed
anni la scomparsa dell’unico maschio tra
sette sorelle, mio zio Gualfredo Fignani, del quale si persero le tracce
dopo l’8 settembre 1943 sui monti della Macedonia. Non abbiamo mai saputo che
fine abbia fatto, né se sia rimasto vivo o sia morto. E così la mia nonna
materna, dopo diversi anni di ricerche infruttuose, ebbe due o tremila lire di pensione di guerra!
Ho infine raccolto un modesto campione di
testimonianze orali degli ex IMI (Internati Militari Italiani), sia con
interviste, sia per memorie pubblicate: Adolfo Battaglini, Alfo Bandinelli,
Alvaro Cappellini, Rossi Michele, Mino Mencattini, Franchi Franchino, Ivo
Moratti, il quale ci offre un’immagine abbastanza completa delle condizioni
della loro prigionia. Non è per vanagloria che ripropongo la lettura del mio
lavoro di ricerca: “La piccola banda di Ariano” Storie di guerra e di
Resistenza nelle Colline Metallifere Toscane (1940-1945)”, ai giovani d’oggi. Il libro di 430 pagine con
caratteri assai piccoli, uscì nel 2001, dopo quasi 40 anni dall’inizio delle
mie ricerche, e dopo il suo rapido
esaurimento detti mano alla seconda edizione (2003) assai più completa.
Avrei un altro saggio di storia locale,
che si ricollega a “La piccola banda di Ariano”, “Il sogno negato. Storia del
Partito Socialista Italiano (PSI) in un centro operaio della Provincia di Pisa:Castelnuovo
di Val di Cecina (PI). Un lavoro ultimato negli anni ’90. Il sottotitolo
chiarisce di cosa si tratti:
“Noterelle per una storia del Partito
Socialista Italiano in un centro operaio della provincia di Pisa: Castelnuovo di
Val di Cecina, 29 giugno 1944 - 7 giugno
1953. Dalla guerriglia partigiana, all'esperienza del Comitato di Liberazione
Nazionale (CLN) e alla ripresa della vita democratica. La sconfitta del Fronte
Popolare il 18 aprile 1948 e il tentativo di "colpo di stato
istituzionale" messo in atto dalla Democrazia Cristiana nel giugno 1953,
con un cenno alle vicende dei protagonisti e delle battaglie proletarie a
Castelnuovo (dal "Circolo Socialista" alla conquista del Comune),
prima dell'avvento del fascismo, e tra gli operai della Boracifera”.
Ma lasciamolo dov’è!
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