Bella Follonica
Bella Follonica in
questo giorno chiaro
di grecale, che
scende dai monti
di neve e s’adagia
sul mare.
Lieve cammino sulla sabbia
d’oro
in un riflesso di
sole e di gabbiani,
attento a non
calpestare le orme
effimere che
lasciano,
dove muore il mare.
Sempre gli stessi
gesti
in questa città
arcana,
gli stessi sguardi
ai crinali oscuri
delle colline, oltre
la marina,
tra Punt’Ala e Cala
Violina,
tra le spine dei
cactus e la scogliera
dove sbocciò
l’amore.
L’amore è come
l’orma e come il grido,
l’una preda dei
flutti della dimenticanza,
l’altro del vento
che non lascia ricordanza.
Ma il bacio non lo
potrò scordare:
invano chiedo alle
pietre di parlare,
invano al passato
ritornare,
pietre e passato
muti piangono
senza lacrime.
Nessun commento:
Posta un commento