venerdì 19 giugno 2020




A Dina Ferri [i]

E’ spenta la querula voce
della fanciulla che non conobbe amore.
I boschi son  pieni di silenzio,
le pietre non possono piangere.

Greggi straniere vanno sul monte:
casolari, città lontane, l’infinito
orizzonte, il firmamento sereno
e il maggio con l’alpestre splendore
mirano occhi che non sono i suoi.

Sfuma il ricordo, si placa il desiderio,
anni si ammucchiano ad anni,
speranze a inganni; essere stati
è come il vento d’una antica stagione,
vento perduto, il nulla,
forse la vita che incessante
rinasce in altre forme.

La vita, il quaderno, la rosa,
il dolore e la croce:
s’è spenta la querula voce
e ancora ci addolcisce la canzone
                        il cuore.

Del sol morente un raggio
è nostro prigioniero
                        e dà calore.






[i] Il primo verso è tratto da una poesia della poetessa Dina Ferri (Anqua/Radicondoli, 1908 –Siena, 1930), autrice dell’opera “Quaderno del Nulla”, dal titolo “Partì” scritta per la morte della cuginetta Leontina.

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