Carlo Groppi
MEMORIE LONTANE
Storie di gente comune per non dimenticare
INTERVISTE TESTIMONIANZE
E
BIOGRAFIE DI ABITANTI
DELLA
COMUNITA' DI CASTELNUOVO DI VAL
DI
CECINA
(1823 - 1963)
MEMORIE LONTANE.
Nel 1970 misi mano ad una ricerca
storica che abbracciava il territorio del mio Comune, Castelnuovo di Val di
Cecina (Pisa) effettuando, per la maggior parte, interviste orali con un
piccolo registratore, alle persone ancora in vita ed attingendo, per quelle
decedute, a documenti scritti, sia
memorialistici, sia tratti da archivi, e narrazioni di familiari. E’ stato un
lavoro molto complesso, ed anche parziale, non ancora concluso! Esso copre, in
489 pagine, un periodo temporale assai lungo (1823-1963) del quale, ad oggi,
degli intervistati protagonisti di “Memorie lontane”, restano vivi: io, con i miei 82 anni di età, Silvio
Serenari, Alvaro Cheli e Cambi Rino. Il testo ha una premessa ed alcuni
capitoli non tratti da interviste:
-
1474,
Un giorno di vita nel Borgo di Castrinovi de Montanea;
-
1823,
Biografia della famiglia dei “briganti” Moriani;
-
1873,
Il Piazzone di Castelnuovo;
-
1874
– 1910, Note di storia del movimento operaio nella Comunità di Castelnuovo di
Val di Cecina attraverso ed i suoi protagonisti: 1) Alle origini del Partito
Socialista nel volterrano; 2) Paolo Baldi; Ottavo Cascinelli; Pietro
Cascinelli; Battaglie elettorali; 3) I giorni del dolore: la morte di Ottavo
Cascinelli.
Iniziano quindi le storie personali e le
biografie. Di ogni persona si indica la data di nascita: 1878, Emilio Fanetti;
1884, Enélide Benucci; 1887, Filiberto Francini; 1889, Fortunato Milani; 1900,
Ciro Francini; 1900, Bruno Cappellli; 1905, Armando Bartalesi; 1905, Gino
Cascinelli; 1906, Leonida Grassini; 1910, Alba Costantini; 1912, Sesto Bisogni;
1913, Enzo Francini; 1914, Mario Pighetti; 1914, Leonardo Viola e Paola Triolo;
1914, Moderino Neri; 1915, Ario Lolini; 1915, Steno Ferri; 1916, Benso Cheli;
1916, Franz von Wesendonck; 1917, Anna (Eny) Serenari; 1920, Adema Manetti;
1920, Adolfo Battaglini; 1921, Alfo Bandinelli; 1922, Mario Pierattini; 1922,
Alvaro Cappellini; 1922, Enza Centini; 1923, Michele Rossi; 1924, Aldo
Borgianni; 1925, Enzo Bartoli; 1925, Renato Confortini; 1925, Navarino
Cerboneschi; 1926, Alberto Conti; 1927, Elisa Innocenti; 1928, Silvio Serenari;
1928, Eugenio Rossi; 1928, Walter Benini; 1928, Marisa Giorgi; 1933, Ermanno
Serenari. Il mio diario, 1938-1963, è depositato al Centro Diaristico Nazionale
di Pieve Santo Stefano (AR) e consultabile in quella sede.
Seguono testimonianze collegate ad altre
ricerche di storia locale e qui riproposte: Resistenza, Musica, Mezzadria,
1943, Geo Desi; 1944, Guido Nenciolini; 1944,
Cherubino Ulivelli; 1944, Guido Salvadori; 1944, Isidoro Santi; 1945, Piero
Bernardi; 1915, Renzo Groppi; 1917, Emio Frasconi; 1918, Ciro Panichi; 1920,
Alfio Benincasa; 1922, Alfio Fulceri; 1924, Alberto Ciampi; 1927, Avio Morelli;
1911, Aldo Bianciardi; 1912, Antonio Cini; 1912, Rita Cappellini; 1915, Attilio
Cheli; 1916, Maria Pericci; 1917, Egeo Salvi; 1918, Rita Guarguaglini; 1918,
Ilva Gorini; (?) Bruno Ricci; 1925, Alvaro Cheli; 1927, Adelmo Carli; 1930 Rino
Cambi.
Di Alfo Bandinelli, scomparso da pochi
giorni riproduciamo la sua testimonianza di guerra:
1921 – Alfo Bandinelli, detto “Delfo” (Saporito).
Bandinelli Alfo, detto Delfo, nato il 25 aprile 1921 a Castelnuovo V.C.,
reduce da 13 mesi di prigionia. Partito come soldato di leva l'11 gennaio 1941
destinato al 31° Regg. Fanteria "Napoli" deposito di Maddaloni, dove
inizia la consueta preparazione di addestramento. Trasferito al 5° Battaglione
a Cerreto Sannita compie diverse manovre nel salentino fino alla definitiva destinazione
per la Grecia. Si
imbarca a Brindisi il 22 settembre 1941 alle ore 16 sulla fregata
"Principe di Piemonte" destinazione Vracati, via Patrasso, dove
giunge il 2 ottobre. Destinato al 1° Batt. 31° Regg. quota 731, si imbarca
nuovamente sulla nave "Città di Bastia" che fa naufragio. Di 600
soldati si salva insieme ad altri 159, i rimanenti muoiono tutti affogati.
Finalmente rimbarcato sulla nave "Città di Agrigento" raggiunge
l'isola di Creta il 20 ottobre. Attraverso marce forzate raggiunge il paese di Crizia dove
resterà 18 mesi. Il 22 gennaio 1943 imbarcato al porto di Candia sul
cacciatorpediniere "Calatafimi" per raggiungere l'isola di Scarpanto
dove resta di presidio fino al 13 settembre 1943 quando fu fatto prigioniero
dai tedeschi con tutta la guarnigione senza poter opporre resistenza perchè
traditi dall'Ammiraglio di Rodi che comandava tutte le isole del Dodecanneso.
“…cedute le
armi i tedeschi ci hanno imbarcati, noi del 31° Regg. Div. Siena, sulle navi
che sono state affondate con cinquemila soldati e in pochi ci siamo salvati.
Siamo stati nuovamente fatti prigionieri e imbarcati per Creta il 19 settembre.
Il mare era molto agitato e noi non avevamo alcun salvagente o scialuppa a
bordo e nemmeno la bandiera bianca che doveva essere il segnale di un trasporto
di prigionieri. Siamo stati mitragliati dagli aerei inglesi e abbiamo avuto
moltissimi morti. Tra i feriti, i salvi, le urla e i lamenti ci hanno portati e
arenati sulla spiaggia perchè anche la nave era rimasta danneggiata e allora chi
ha potuto ha disertato l'esercito e si è dato alla macchia con i greci che ci
hanno ospitato dandoci anche da mangiare quel poco che avevano, ma eravamo
tanti e le spie ci seguivano fino a che ci hanno ripreso tutti e condotti in
una specie di campo di concentramento. Il 27 gennaio 1944 hanno tentato di
nuovo di portarci a Creta, ma il mare era agitato e non facile da attraversare.
Appena imbarcati e partiti è apparso un sommergibile inglese. Siamo rientrati
nel porto e ci hanno condotto dietro degli scogli più riparati. Ci siamo
rimasti quattro giorni sempre sotto le bombe inglesi ammassati in una stiva
senza mangiare né bere. Il 31 siamo finalmente riusciti a partire e siamo
arrivati a Creta, Caposidero, il giorno seguente. Trasportati a S.Nicola hanno chiesto
a noi soldati di arruolarci nella Repubblica Sociale e nell'esercito nazista e
quelli che si rifiutavano, tra i quali anch'io, ci hanno imprigionato nella
stiva e condotti a Candia. Notti terribili, ci lanciavano i siluri e appena
sbarcati ci hanno internati in un campo di concentramento. Solo dopo otto
giorni ci hanno dato da mangiare una pagnotta da un chilo per otto persone e
soltanto i civili greci riuscivano a farci arrivare qualche manciata di una
passa. Il campo venne bombardato dagli inglesi e molti miei compagni sono morti
straziati a pezzi. Noi superstiti ci siamo imbarcati il 5 aprile e abbiamo
raggiunto il Pireo il 15, schivando un siluro. Da Atene ci hanno infine
internati nel campo di concentramento di Gudi. Sempre trasferiti per le mutevoli
condizioni della guerra e anche per la disfatta dei nazifascisti che si stava
avvicinando ci hanno infine incarcerati nel carcere civile dell'isola di Egina
come galeotti e non come soldati. Il mattino del 9 ottobre 1944 i tedeschi
hanno abbandonato l'isola e noi siamo rimasti nelle mani dei partigiani greci.
La sera del giorno 12 ottobre sono arrivati gli inglesi che ci hanno
rimpatriato nell'Italia liberata dove il 19 siamo giunti a Bari e poi al campo
di concentramento per essere interrogati, rifocillati e disinfettati e
consegnati alla truppa regolare che ci ha rispediti, in licenza speciale, a
casa. Sono rientrato a Castelnuovo sano e salvo agli inizi di novembre del 1944
uno dei pochi superstiti dei miei Battaglioni e mi sono iscritto al Partito Comunista
dando subito un forte attività politica e patriottica". Alfo è morto il 15 giugno 2020, alla bella età
di 99 anni.
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