sabato 20 giugno 2020








Carlo  Groppi

MEMORIE LONTANE

Storie di gente comune per non dimenticare

INTERVISTE  TESTIMONIANZE
E
BIOGRAFIE DI ABITANTI
DELLA
COMUNITA' DI CASTELNUOVO DI VAL DI
CECINA

(1823 - 1963)


MEMORIE LONTANE.

Nel 1970 misi mano ad una ricerca storica che abbracciava il territorio del mio Comune, Castelnuovo di Val di Cecina (Pisa) effettuando, per la maggior parte, interviste orali con un piccolo registratore, alle persone ancora in vita ed attingendo, per quelle decedute,  a documenti scritti, sia memorialistici, sia tratti da archivi, e narrazioni di familiari. E’ stato un lavoro molto complesso, ed anche parziale, non ancora concluso! Esso copre, in 489 pagine, un periodo temporale assai lungo (1823-1963) del quale, ad oggi, degli intervistati protagonisti di “Memorie lontane”, restano vivi:  io, con i miei 82 anni di età, Silvio Serenari, Alvaro Cheli e Cambi Rino. Il testo ha una premessa ed alcuni capitoli non tratti da interviste:

-         1474, Un giorno di vita nel Borgo di Castrinovi de Montanea;
-         1823, Biografia della famiglia dei “briganti” Moriani;
-         1873, Il Piazzone di Castelnuovo;

-         1874 – 1910, Note di storia del movimento operaio nella Comunità di Castelnuovo di Val di Cecina attraverso ed i suoi protagonisti: 1) Alle origini del Partito Socialista nel volterrano; 2) Paolo Baldi; Ottavo Cascinelli; Pietro Cascinelli; Battaglie elettorali; 3) I giorni del dolore: la morte di Ottavo Cascinelli.

Iniziano quindi le storie personali e le biografie. Di ogni persona si indica la data di nascita: 1878, Emilio Fanetti; 1884, Enélide Benucci; 1887, Filiberto Francini; 1889, Fortunato Milani; 1900, Ciro Francini; 1900, Bruno Cappellli; 1905, Armando Bartalesi; 1905, Gino Cascinelli; 1906, Leonida Grassini; 1910, Alba Costantini; 1912, Sesto Bisogni; 1913, Enzo Francini; 1914, Mario Pighetti; 1914, Leonardo Viola e Paola Triolo; 1914, Moderino Neri; 1915, Ario Lolini; 1915, Steno Ferri; 1916, Benso Cheli; 1916, Franz von Wesendonck; 1917, Anna (Eny) Serenari; 1920, Adema Manetti; 1920, Adolfo Battaglini; 1921, Alfo Bandinelli; 1922, Mario Pierattini; 1922, Alvaro Cappellini; 1922, Enza Centini; 1923, Michele Rossi; 1924, Aldo Borgianni; 1925, Enzo Bartoli; 1925, Renato Confortini; 1925, Navarino Cerboneschi; 1926, Alberto Conti; 1927, Elisa Innocenti; 1928, Silvio Serenari; 1928, Eugenio Rossi; 1928, Walter Benini; 1928, Marisa Giorgi; 1933, Ermanno Serenari. Il mio diario, 1938-1963, è depositato al Centro Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (AR) e consultabile in quella sede.

Seguono testimonianze collegate ad altre ricerche di storia locale e qui riproposte: Resistenza, Musica, Mezzadria,

1943, Geo Desi; 1944, Guido Nenciolini; 1944, Cherubino Ulivelli; 1944, Guido Salvadori; 1944, Isidoro Santi; 1945, Piero Bernardi; 1915, Renzo Groppi; 1917, Emio Frasconi; 1918, Ciro Panichi; 1920, Alfio Benincasa; 1922, Alfio Fulceri; 1924, Alberto Ciampi; 1927, Avio Morelli; 1911, Aldo Bianciardi; 1912, Antonio Cini; 1912, Rita Cappellini; 1915, Attilio Cheli; 1916, Maria Pericci; 1917, Egeo Salvi; 1918, Rita Guarguaglini; 1918, Ilva Gorini; (?) Bruno Ricci; 1925, Alvaro Cheli; 1927, Adelmo Carli; 1930 Rino Cambi.

Di Alfo Bandinelli, scomparso da pochi giorni riproduciamo la sua testimonianza di guerra:

1921 – Alfo Bandinelli, detto “Delfo” (Saporito).

Bandinelli Alfo, detto Delfo, nato il 25 aprile 1921 a Castelnuovo V.C., reduce da 13 mesi di prigionia. Partito come soldato di leva l'11 gennaio 1941 destinato al 31° Regg. Fanteria "Napoli" deposito di Maddaloni, dove inizia la consueta preparazione di addestramento. Trasferito al 5° Battaglione a Cerreto Sannita compie diverse manovre nel salentino fino alla definitiva destinazione per la Grecia. Si imbarca a Brindisi il 22 settembre 1941 alle ore 16 sulla fregata "Principe di Piemonte" destinazione Vracati, via Patrasso, dove giunge il 2 ottobre. Destinato al 1° Batt. 31° Regg. quota 731, si imbarca nuovamente sulla nave "Città di Bastia" che fa naufragio. Di 600 soldati si salva insieme ad altri 159, i rimanenti muoiono tutti affogati. Finalmente rimbarcato sulla nave "Città di Agrigento" raggiunge l'isola di Creta il 20 ottobre. Attraverso marce  forzate raggiunge il paese di Crizia dove resterà 18 mesi. Il 22 gennaio 1943 imbarcato al porto di Candia sul cacciatorpediniere "Calatafimi" per raggiungere l'isola di Scarpanto dove resta di presidio fino al 13 settembre 1943 quando fu fatto prigioniero dai tedeschi con tutta la guarnigione senza poter opporre resistenza perchè traditi dall'Ammiraglio di Rodi che comandava tutte le isole del Dodecanneso.

“…cedute le armi i tedeschi ci hanno imbarcati, noi del 31° Regg. Div. Siena, sulle navi che sono state affondate con cinquemila soldati e in pochi ci siamo salvati. Siamo stati nuovamente fatti prigionieri e imbarcati per Creta il 19 settembre. Il mare era molto agitato e noi non avevamo alcun salvagente o scialuppa a bordo e nemmeno la bandiera bianca che doveva essere il segnale di un trasporto di prigionieri. Siamo stati mitragliati dagli aerei inglesi e abbiamo avuto moltissimi morti. Tra i feriti, i salvi, le urla e i lamenti ci hanno portati e arenati sulla spiaggia perchè anche la nave era rimasta danneggiata e allora chi ha potuto ha disertato l'esercito e si è dato alla macchia con i greci che ci hanno ospitato dandoci anche da mangiare quel poco che avevano, ma eravamo tanti e le spie ci seguivano fino a che ci hanno ripreso tutti e condotti in una specie di campo di concentramento. Il 27 gennaio 1944 hanno tentato di nuovo di portarci a Creta, ma il mare era agitato e non facile da attraversare. Appena imbarcati e partiti è apparso un sommergibile inglese. Siamo rientrati nel porto e ci hanno condotto dietro degli scogli più riparati. Ci siamo rimasti quattro giorni sempre sotto le bombe inglesi ammassati in una stiva senza mangiare né bere. Il 31 siamo finalmente riusciti a partire e siamo arrivati a Creta, Caposidero, il giorno seguente. Trasportati a S.Nicola hanno chiesto a noi soldati di arruolarci nella Repubblica Sociale e nell'esercito nazista e quelli che si rifiutavano, tra i quali anch'io, ci hanno imprigionato nella stiva e condotti a Candia. Notti terribili, ci lanciavano i siluri e appena sbarcati ci hanno internati in un campo di concentramento. Solo dopo otto giorni ci hanno dato da mangiare una pagnotta da un chilo per otto persone e soltanto i civili greci riuscivano a farci arrivare qualche manciata di una passa. Il campo venne bombardato dagli inglesi e molti miei compagni sono morti straziati a pezzi. Noi superstiti ci siamo imbarcati il 5 aprile e abbiamo raggiunto il Pireo il 15, schivando un siluro. Da Atene ci hanno infine internati nel campo di concentramento di Gudi. Sempre trasferiti per le mutevoli condizioni della guerra e anche per la disfatta dei nazifascisti che si stava avvicinando ci hanno infine incarcerati nel carcere civile dell'isola di Egina come galeotti e non come soldati. Il mattino del 9 ottobre 1944 i tedeschi hanno abbandonato l'isola e noi siamo rimasti nelle mani dei partigiani greci. La sera del giorno 12 ottobre sono arrivati gli inglesi che ci hanno rimpatriato nell'Italia liberata dove il 19 siamo giunti a Bari e poi al campo di concentramento per essere interrogati, rifocillati e disinfettati e consegnati alla truppa regolare che ci ha rispediti, in licenza speciale, a casa. Sono rientrato a Castelnuovo sano e salvo agli inizi di novembre del 1944 uno dei pochi superstiti dei miei Battaglioni e mi sono iscritto al Partito Comunista dando subito un forte attività politica e patriottica".  Alfo è morto il 15 giugno 2020, alla bella età di 99 anni.

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