giovedì 4 giugno 2020





Stefano Beccastrini, L’urne dei forti, una storia novecentesca di minatori, militari e partigiani. Ed. ExCogita, 2019, €. 18. Uno dei 7 libri letti recentemente.


Stefano Beccastrini è nato a Cavriglia (AR) e vive nell’aretino. E’ medico del lavoro e pedagogista. Ha scritto una ventina di libri, è un umanista, molto impegnato. Anni or sono ci siamo messi in contatto  per la stesura di un suo libro nel quale si parla della Piccola banda di Ariano, di Gianluca Spinola e compagni. E nel 2019 il libro è uscito! E’ un libro bellissimo, che ognuno dovrebbe  leggere. Lo dico anche per un po’ di vanagloria, dato che questo libro parla molto del mio lavoro di ricercatore e storico locale!

All’arrivo del libro, il 24 gennaio 2020, ho scritto a Stefano per ringrazialo:

Caro signor Stefano, grazie per l’invio del suo libro! E’ stata una grande sorpresa per me! Ed anche  la sua generosità  nel  nominarmi (anche troppo!) Sono contento che ancora qualcuno, e non i soliti addetti  delle case editrici che stampano di tutto, pur di far soldi, ma una Casa Editrice come  la ExCogita, che fa onore a Luciano Bianciardi, indimenticabile geniale scrittore che, insieme a  Carlo Cassola, per primo, raccontò le storie dei minatori della Maremma.

Auguro tanta fortuna al suo libro…in questi tempi di regressione  morale del nostro Paese.

Sul tema “Resistenza” (nelle Colline Metallifere Toscane), non ho abbandonato del tutto il campo, dopo il 2003, riprendendo  e ampliando alcune storie, come quelle dei sardi, in particolare Piredda, Vargiu e Gallistru.  Proprio l’anno scorso (10 giugno) si è commemorato a Monterotondo Marittimo il partigiano Alfredo Gallistru, medaglia d’argento al valor militare. Morto  nel 1944, in quella data, in una battaglia che obbligò ingenti truppe tedesche a restare bloccate sul fronte del fuoco, e permettendo così alla popolazione di quel Borgo di lasciare le case e fuggire nei boschi circostanti.

Purtroppo Gallistru, gravemente ferito, non abbandonò la mitragliatrice e cadde in combattimento con altri 4 suoi compagni! Ebbene, proprio il 10 giugno 2019 vennero per la prima volta dalla Sardegna due nipoti di Gallistru, alle quali donai un dossier di 100 pagine e fotografie dello zio! Con loro grande stupore! In altro plico ti manderò il mio articolo che pubblicai su tale episodio.

Adesso, da noi, sono alcune donne che in questi ultimi 15 anni hanno pubblicato molti nuovi lavori sulla Resistemza (sia sulla strage dei minatori di Niccioleta: 83 uccisi e 21 deportati in Germania), ed a loro ho lasciato tutto quello che avevo nel mio archivio ed anche nella mia memoria orale. Sono state bravissime e continuano ancora: Katia Taddei, Nadia Pagni, Antonella Cocolli, Anna Rita Tiezzi. Il più grande complimento che mi hanno fatto mi inorgoglisce: ” caro Carlo, tutto è cominciato con te!”.

L’unico tema che mi sono lasciato riguarda Norma Parenti, Medaglia d’Oro al Valor Militare, uccisa dai nazifascisti  alla fine di giugno 1944. Le ricerche storiche molto tardive  hanno lasciato tanti lati inesplorati della sua vicenda (era nata nel 1921) ed a lungo tempo se la sono contesa i democristiani, i preti ed i comunisti di Massa Marittima, minimizzando o enfatizzando la vicenda.  Dopo il suo profilo che tracciai nel volume La piccola banda di Ariano” edizione 2003, mi rimaneva insoluta una  grande domanda: cosa accadde a Norma in quella notte nell’oliveta, prima che fosse uccisa all’interno di un poderello nei pressi di Massa Marittima?

Adesso ti confido che per vie sconosciute sono riuscito ad avere la perizia necroscopica sul suo cadavere (sempre negata), che renderò pubblica, consegnandola ai sindaci di Massa Marittima e di Monterotondo Marittimo  l’anno prossimo (2021) 100° anniversario della sua nascita.

Non ti posso scrivere altro, ma sto’ lavorando ancora su Norma. E nel piccolo libriccino che ti ho inviato troverai anche una poesia dedicata a lei, che contiene un segreto…

Un abbraccio e la promessa che recensirò il tuo libro nella nostra zona. Carlo”.

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