Stefano Beccastrini, L’urne dei forti,
una storia novecentesca di minatori, militari e partigiani. Ed. ExCogita, 2019,
€. 18. Uno dei 7 libri letti recentemente.
Stefano
Beccastrini è nato a Cavriglia (AR) e vive nell’aretino. E’ medico del lavoro e
pedagogista. Ha scritto una ventina di libri, è un umanista, molto impegnato.
Anni or sono ci siamo messi in contatto
per la stesura di un suo libro nel quale si parla della Piccola banda di
Ariano, di Gianluca Spinola e compagni. E nel 2019 il libro è uscito! E’ un
libro bellissimo, che ognuno dovrebbe leggere.
Lo dico anche per un po’ di vanagloria, dato che questo libro parla molto del
mio lavoro di ricercatore e storico locale!
All’arrivo
del libro, il 24 gennaio 2020, ho scritto a Stefano per ringrazialo:
“Caro signor Stefano, grazie per l’invio del
suo libro! E’ stata una grande sorpresa per me! Ed anche la sua generosità nel
nominarmi (anche troppo!) Sono contento che ancora qualcuno, e non i
soliti addetti delle case editrici che
stampano di tutto, pur di far soldi, ma una Casa Editrice come la ExCogita, che fa onore a Luciano
Bianciardi, indimenticabile geniale scrittore che, insieme a Carlo Cassola, per primo, raccontò le storie
dei minatori della Maremma.
Auguro tanta fortuna al suo libro…in
questi tempi di regressione morale del
nostro Paese.
Sul tema “Resistenza” (nelle Colline
Metallifere Toscane), non ho abbandonato del tutto il campo, dopo il 2003,
riprendendo e ampliando alcune storie,
come quelle dei sardi, in particolare Piredda, Vargiu e Gallistru. Proprio l’anno scorso (10 giugno) si è
commemorato a Monterotondo Marittimo il partigiano Alfredo Gallistru, medaglia
d’argento al valor militare. Morto nel
1944, in quella data, in una battaglia che obbligò ingenti truppe tedesche a
restare bloccate sul fronte del fuoco, e permettendo così alla popolazione di
quel Borgo di lasciare le case e fuggire nei boschi circostanti.
Purtroppo Gallistru, gravemente ferito,
non abbandonò la mitragliatrice e cadde in combattimento con altri 4 suoi
compagni! Ebbene, proprio il 10 giugno 2019 vennero per la prima volta dalla
Sardegna due nipoti di Gallistru, alle quali donai un dossier di 100 pagine e
fotografie dello zio! Con loro grande stupore! In altro plico ti manderò il mio
articolo che pubblicai su tale episodio.
Adesso, da noi, sono alcune donne che in
questi ultimi 15 anni hanno pubblicato molti nuovi lavori sulla Resistemza (sia
sulla strage dei minatori di Niccioleta: 83 uccisi e 21 deportati in Germania),
ed a loro ho lasciato tutto quello che avevo nel mio archivio ed anche nella
mia memoria orale. Sono state bravissime e continuano ancora: Katia Taddei,
Nadia Pagni, Antonella Cocolli, Anna Rita Tiezzi. Il più grande complimento che
mi hanno fatto mi inorgoglisce: ” caro Carlo, tutto è cominciato con te!”.
L’unico tema che mi sono lasciato riguarda
Norma Parenti, Medaglia d’Oro al Valor Militare, uccisa dai nazifascisti alla fine di giugno 1944. Le ricerche
storiche molto tardive hanno lasciato tanti
lati inesplorati della sua vicenda (era nata nel 1921) ed a lungo tempo se la
sono contesa i democristiani, i preti ed i comunisti di Massa Marittima,
minimizzando o enfatizzando la vicenda.
Dopo il suo profilo che tracciai nel volume La piccola banda di Ariano”
edizione 2003, mi rimaneva insoluta una grande domanda: cosa accadde a Norma in quella
notte nell’oliveta, prima che fosse uccisa all’interno di un poderello nei
pressi di Massa Marittima?
Adesso ti confido che per vie sconosciute
sono riuscito ad avere la perizia necroscopica sul suo cadavere (sempre negata),
che renderò pubblica, consegnandola ai sindaci di Massa Marittima e di
Monterotondo Marittimo l’anno prossimo
(2021) 100° anniversario della sua nascita.
Non ti posso scrivere altro, ma sto’ lavorando
ancora su Norma. E nel piccolo libriccino che ti ho inviato troverai anche una
poesia dedicata a lei, che contiene un segreto…
Un abbraccio e la promessa che recensirò
il tuo libro nella nostra zona. Carlo”.
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