Rob Brezsny al
PIL di Belforte.
Alla fine del PIL, con la solita mimica arguzia, Rosella ha letto per
tutti gli oroscopi di Rob Brezsny, un vecchio amico, che ascolto troppo poco e
distrattamente, mentre dovrei trarre dai suoi premonimenti utili indicazioni
per orientare meglio la mia vita. Stasera quello della Vergine è stato
fulminante (da “Internazionale 1028, 29 novembre 2013) e merita di essere
riportato per intero: “Guardando un
documentario della Bbc ho scoperto che in Svizzera c’è un esperto che setaccia
la foresta di Risoud alla ricerca degli abeti rossi più adatti per fabbricare
violini di altissima qualità. Dopo anni di esperienza, Lorenzo Pellegrini sa
quali sono gli alberi che produrranno gli strumenti migliori. Sono le piante
che crescono più lentamente e hanno meno nodi, che hanno avuto abbastanza acqua
per crescere forti, ma non tanta da diventare troppo morbidi. Il tuo compito
nelle prossime settimane, Vergine, somiglia un po’ al suo. E’ arrivato il
momento di cominciare a selezionare e raccogliere le materie prime che intendi
usare per costruire la tua poetica storia nel 2014”. Si, devo
riconoscere che m’ha colpito al cuore! Infatti è proprio in questi ultimi mesi
e settimane che lavoro a mettere insieme e selezionare i miei testi poetici in
un “Canzoniere” e in una “Antologia del Canzoniere” che raccoglieranno i versi
scritti dal 1952 ad oggi. Dunque continuerò a farlo con maggior rigore e
impegno filologico di quanto non l’abbia fatto fino ad oggi. Già questa
previsione di Rob ha reso importante la mia presenza al PIL anche se non vi ho
portato nulla di personale rispetto al tema indicato ai partecipanti. Ci sono
stati però altri interessanti motivi di ascolto e riflessione, e perché no?,
di allegria e convivialità. Nella
precoce notte, e nei trenta chilometri che separano Belforte dal mio paese,
praticamente percorsi in solitario, ho visto tra le nubi, ad ovest, Venere e mi
son tornate a mente le parole, tenere, di una amica, un incitamento
all’ottimismo: “Il cielo è blu sopra le nuvole…infatti vi risplende Venere!”
alle quali ho risposto con una frase ad effetto, ma che sento appartenermi,
pensando che al di sopra delle nubi e nella notte profonda il cielo sia nero:
“Debole lucore dell’ingannevol astro!” Infatti è proprio dal mancato incontro
tra Venere e Giove e dall’apparizione di una effimera cometa che la mia vita
ebbe un improvviso luminoso sussulto prima di ripiombare nel buio.
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