martedì 17 dicembre 2013

Castelvolterrano.







Un'alba che pare di primavera. La guazza sul fondovalle sembra neve, e la Cornata è ancora buia. Alzato presto per accompagnare i nipotini a scuola, presa l'acqua alla fontanella comunale e fatta la provvista settimanale del cibo per la gatta, dopo esser passato dalla Posta per spedire gli ultimi cinque bigliettini di auguri scritti a mano per una specie di ripulsa dell'uso elettronico (e, con grande immaginabile sorpresa averci incontrato un ex collega di lavoro, un amico, che non vedevo da oltre 22 anni!) m'è venuta voglia di andare sul Poggio Vado la Lepre per dare un'occhiata e scattare qualche fotografia al grandioso panorama d'Occidente: la Val di Cornia, il Monte Capanne dell'Isola d'Elba, con sulla destra le innevate montagne della Corsica. Un branco di pecore e capre, guardate a vista da una decina di cani, mi hanno impedito di scendere dalla Panda e così ho dovuto accontentarmi di qualche foto presa abbassando il vetro anteriore dell'automobile...L'ultima che vi mostro è quella del "pianoro" quadrangolare del sito dell'antico insediamento medievale di Castelvolterrano, al quale negli anni '90 dedicai una poesia.

Castelvolterrano

Sul pianoro freddi ora soffiano i venti,
l’erba selvaggia copre le tombe ignote degli avi,
illividiti pruni stringono le porte
spalancate verso il mare.

I cani nelle fonde braccano una preda
solitaria, rabbiosi perdono la traccia
e l’aria vibra ai richiami possenti
nell’attesa di sangue e di  morte.

E noi, fragili creature sul confine
            della vita,
assediati da ricordi, lotte, illusioni,
ancora amanti ci scambiamo amore
prima che scenda rapida la notte.

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