Non è una imprecazione, è un luogo "magico", nelle campagne volterrane...ma voglio mantenere il segreto. Partirò tra poco con Grazia e i nostri amici Angela e Girolamo per attendervi la fine dell'anno e l'inizio del nuovo, tra molti conoscenti ed amici, quasi tutti Amici della Natura e del cielo stellato. Si, perchè proprio adiacente al fabbricato ex porcilaia del Manicomio di Volterra, adesso ristrutturato e adibito a "Casa degli Amici della Natura" (GIAN) di Volterra e d'Europa, sorge il moderno Osservatorio Astronomico, gestito dal GAV (Gruppo Astrofili Volterra), dal quale, nubi permettendo, potremo dare dopo la mezzanotte uno sguardo allo spazio profondo del firmamento, sollevandoci per un po' dalle ansie terrestri. Ai 7 visitatori abituali di questo modestissimo blog, ed a quelli che di tanto in tanto casualmente mi trovano, soprattutto dagli Stati Uniti d'America, dalla Russia, dalla Turchia, dalla Cina, dalla Francia, dalla Polonia e da altri paesi della Comunità Europea, mando uno speranzoso AUGURIO di buona salute, speranza, e operosità, con l'incitamento a non abbandonarsi alla tetraggine che pur ci ispirerebbe molte volte il viver quotidiano, ma a praticare la ricerca della verità, della solidarietà, della felicità e dell'amore per il prossimo e la natura. Metto nel post il mio ritratto, ed alcune delle immagini tra le più care di quest'anno per me non avaro del sacro fuoco della creatività.
lunedì 30 dicembre 2013
Oh! Tempo, divoratore
delle cose…
Nel personale “museo
dell’innocenza” serbo nella memoria l’immagine di alcuni “luoghi dell’anima”, tra i quali metto
il bosco del Serrappuccio, il vecchio mulino sul fiume Cecina, lo Chalet del
Piazzone, il terrazzo della Casa di Raspino e l’accampamento al Fossato. Tra
loro ha un posto speciale il Capanno dei castagni di Pietro e Rachele. Ricordi,
ricordi, di allegre tavolate intorno a rustiche pizze, cipolle cotte sotto la
cenere, polente, fegatelli…con il condimento di risate, allegria, felicità e talvolta amore! Oggi ci
sono ritornato, dopo anni d’assenza. Non dovevo, perché conosco questo perverso
meccanismo del decadimento che accompagna, nel tempo, ricordi, emozioni,
oggetti una volta amati e cari, e la tristezza che ne scaturisce. Molto è
venire, ma aspettare è di più.
sabato 28 dicembre 2013
venerdì 27 dicembre 2013
Il Natale e i suoi “regali”.
Stamattina ho giocato tre ore e
più coi miei nipotini, principalmente al “biliardino”, uno dei loro desiderati
regali di Natale. E’ stato divertentissimo anche se dovevo farli vincere quasi
sempre! Non voglio soffermarmi di quando avevo anch’io la loro età…la guerra
era finita da poco, l’albero di Natale, nelle case dei poveri, non esisteva e,
figuriamoci Babbo Natale! In più la mia era una famiglia anomala, infatti, dopo
la separazione dei genitori avvenuta nel 1943, di famiglie se ne erano formate
ben due, entrambe un po’ zoppe, perché in una c’erano un babbo, una nonna, un
nonno e un bambino; nell’altra una mamma, una nonna e un nonno, e una bimba di
due anni di età…Vivevano a pochi chilometri di distanza, ma, di fatto,
lontanissime. I problemi più urgenti erano quelli di sbarcare il lunario con
scarsissime risorse economiche, e, come diceva sempre il mio babbo, non aver
debiti. Di denaro entrava il suo modesto salario di operaio che, tolte le spese
alimentari e la pigione di casa, spariva
immediatamente. Naturalmente non sapevamo nemmeno cosa fossero i “regali”!
Per fortuna avevamo in paese il fratello del babbo, con moglie e due figlie
gemelle, le mie amatissime cugine; esso aveva aperto un piccolo commercio di
articoli casalinghi ed “elettrici”, con i primi fornelli con la resistenza che
fabbricava da solo usando il filo metallico e un trapano per fare l’avvolgimento,
e le sue condizioni economiche erano migliori delle nostre. La nonna si
arrabattava ad andare a “opre” presso qualche famiglia di mezzadri, rammendava,
ricuciva, e portava a casa sempre qualcosa da mangiare. Però in tutte le
festività più grosse eravamo invitati a casa dello zio…non dimenticherò mai
quei pranzi che m’apparivano meravigliosi! Ormai da decenni anch’io mi sono
abituato a ricevere i regali per il compleanno e per Natale, anche se, quando s’invecchia,
i desideri si affievoliscono. Specialmente da quando sono diventato nonno,
fingo di riceverli volentieri, perché ciò rallegra i miei nipotini. Quest’anno
sono stato particolarmente felice dei regali ricevuti, che vi mostro in questa
fotografia: 1) trenta bustine di una miscela d’erbe, una tisana alle erbe
salutari contro i dolori, prodotta artigianalmente dall’ Antica Storica
Spezieria del Monastero delle Benedettine di Pistoia; 2) un moderno orologio da
polso con quattro numeri grossi, per ipovedenti, “Timberland”, modello
economico; 3) un “Turròn Blando” di Alicante, trecento grammi di dolcezza assoluta;
4) un DVD della serie I miti del ciclismo, Fausto Coppi, il campione più amato;
5) una Moleskine a pagine bianche per il mio diario…6) tre paia di calzini di
cotone per le feste. Che potevo desiderare di più?
Per Marc Chagall
La rosa nera.
Nel giardino segreto
è sbocciata una rosa.
Non dovrebbe, è fuor di stagione,
porterà male a chi la sfiorerà,
dice una donnetta che pensa
di saper tutto dell’amore.
Il mio sorriso non la rassicura
e già vaticina il dolor
che mi darà, anche se il fiore
nero non ha una spina.
Non posso staccarmi da lei,
e temo e tremo e la sogno
stretta dal gelo morire sul
suo stelo. Vorrei catturare
il mistero che nasconde,
saper per chi è fiorita,
- non certo per me
che sono vecchio -
e chi la coglierà:
ma arditamente e
pazzamente
l’amo, in segreto, come Gesù
amò la sua corona ardente.
giovedì 26 dicembre 2013
REJANS. Bir Beyoglu – Classically Pera.
Ascolto questa musica dolce e
romantica della fisarmonica di Edward Aris, quella che un tempo più lontano si
suonava a Istanbul nei Night di Pera, l’antico quartiere del centro città vecchia.
Il ricordo lo dedico al mio babbo Renzo ed anche a mio suocero Enzo, del quale
ricorre quest’anno il Centenario della nascita. Sono entrambi morti, Renzo nel
1985 ed Enzo nel 2002. Il primo era un valente fisarmonicista, il secondo, dopo
esordi musicali nella Banda paesana, con la “cornetta”, ossia la tromba, aveva
interrotto l’esercizio, ma era rimasto un appassionato di musica e,
soprattutto, un assiduo ascoltatore di mio babbo nelle lunghe veglie invernali.
Abitavano praticamente a poca distanza l’uno dall’altro, ed erano stati anche
colleghi di lavoro alla “Larderello SpA”, entrambi provetti saldatori! Le mie
figlie li chiamavano “Nonno è” (Enzo) e
“Nonno Re” (Renzo)! Erano a tutte e due molto affezionate a loro. Sono passati
i giorni natalizi…lieti, coi nipotini e con le nostre famiglie, ma anche con
qualche malinconia per quelli che recentemente ci hanno lasciati, come Giuliana
e Francesco. E’ la vita, si dice, ed è verità sacrosanta che per fortuna
riguarda tutto il genere umano e le specie viventi. Alla fine anche le pietre
moriranno.
Ascoltando Vivaldi e le sue
“stagioni” ho pensato a mio padre ed a lui dedico la poesia:
Le quattro stagioni.
Primavera tempestosa e lietamente,
rese i tuoi giorni colmi d’amore;
la musica fu l’amante e quasi un Dio
che t’aprì ogni còr fremente.
Venne l’estate: la follia della gran calura,
la guerra, la morte, la fatica del lavoro e la paura;
l’amor perduto e quello verginale che più
non isperavi, t’innalzarono alle stelle
che nel nuovo cielo di libertà e speranza,
brillavano d’argento sulla rossa bandiera;
e dentro donna, giovani occhi neri.
Autunno, ti dette, col suo quieto ardore,
i frutti saporiti dell’Eden,
mai conoscesti stagione così bella,
di rinnovata speme e di leggiadre spose:
Francesca, Severina, l’Orba
e a Sant’Alberto, dal Babini,
la
rossa Marina.
Ti regalò le languide note
sulla madreperlacea tastiera,
in quella piccola stanza, aperta
sulla palma, il roseto e sui cameli,
mentre con tuo stupore anch’io crescevo.
Oh! l’inverno! Ti donò l’amicizia
di un cane, e di ragazzi una schiera
attenti a quelle note del clarinetto
piccolo si bemolle e di Rossini
un licor che ogn’anima ammaliava.
E c’era lei, padre mio, la fanciulla bionda,
che i suoi primi baci non mi negava.
Poi venne il freddo d’un Natale e cancellò
le note e i palpiti del cuore,
all’improvviso fu silenzio,
e come a tutti accade, vinse il Male.
sabato 21 dicembre 2013
Piccoli eventi a Castelnuovo.
Sembra che molte gioie si condensino alla fine dell'anno, e non a caso vi si celebra la nascita di Cristo, perché, nonostante le apparenze, ancora impercettibili, la luce chiara del giorno inizia a prevalere sul buio della notte profonda e poi, man mano si farà sempre più grande e calda. Confesso però che amo anche la notte, perché se essa non ci fosse non avremmo mai visto le stelle! Tra i piccoli eventi di Castelnuovo metto al primo posto lo spettacolo dei bambini della Scuola Materna, un recital musicale, che ha unito, ieri pomeriggio, senza problemi, i bimbi cattolici, cristiani, musulmani, delle numerose giovani etnie che fanno parte della nostra Comunità. Credo che per la prima volta una bambina africana abbia rappresentato il personaggio di Maria e il suo bambolotto prediletto, l'antico "Cicciobello", il "bambinello nella mangiatoia"! Naturalmente, per mettere in risalto le contraddizioni dell'animo umano, subito dopo che tutti i bambini avevano inneggiato alla PACE, due di loro si sono azzuffati animosamente a suon di piccole botte e c'è voluto l'intervento dell'ONU, ossia delle maestre, per dividerli!
Lo stesso giorno, dopo cena, l'Associazione Culturale Il Chiassino ha organizzato "lo scambio degli auguri di Natale" al quale ha partecipato un numeroso pubblico di grandi e bambini. Un divertente e intelligente spettacolo del Mago Chico", alias Federico Pieri, toscano, reduce da molti successi in tutta Europa, ha divertito grandi e piccini, mentre un ricco buffet preparato in maniera insuperabile dall'amica Fabrizia è stato apprezzatissimo, tanto che anch'io vi ho fatto diversi prelevamenti...Infine, prepariamoci al gran finale: domenica 22 dicembre alle ore 17 nella Chiesa Parrocchiale del SS. Salvatore, la nota violinista e concertatrice Chiara Morandi e il gruppo orchestrale "EstrOrchestra" formato dai suoi allievi, si esibirà nel Concerto "Vivaldi no end", tutto dedicato a Vivaldi del quale la seconda parte proporrà per intero "Le quattro stagioni". In questo caso il Concerto di Natale è offerto dall'Amministrazione Comunale, il cui Sindaco, Alberto Ferrini, mio personale amico, è un profondo conoscitore di musica e un valente musicista.
Le Spleen de Paris
Dans la salle à manger brune, que parfumait
Une odeur de
vernis et de fruits, à mon aise
Je ramassais un
plat de je sais quel met
Belge, et je
m’épatais dans mon immense chaise.
En mangeant,
j’écoutais l’’horloge, - heureux et coi.
La cousine
s’oouvrit avec une bouffée,
-
et la servante vint, je ne sais pas pourquoi,
-
fichu
moitié défait, malinement coiffée
et, tout en promenant son petit doigt tremblant
sur sa joue, un velours de peche
rose et blanc,
en faisant, de sa lèvre
enfantine, une moue,
elle arrangeait les plats, près de moi, pour
m’aiser;
-
puis,
comme ca, - bien sur, pour avoir un baiser, -
-
tout
bas: “sens donc, j’ai pris une froid sur la joue…
(Rimbaud, 1870)
venerdì 20 dicembre 2013
Geotermia, Larderello: la famosa Centrale 3 (1955) all'epoca la più potente del mondo.
L’Assoluzione.
L’alba che precede il solstizio
d’inverno è gravida di pioggia dopo tanti bei giorni soleggiati. Da domani i
giorni cominceranno ad allungarsi, come recita un proverbio: “Per San Tommé il
giorno allunga quanto il gallo alza il pié!” Ma l’inverno da noi sarà freddo,
data l’altitudine, ma non nelle case riscaldate 24 ore su 24 con l’economico
calore geotermico che garantisce per la durata di sette mesi una temperatura
interna di + 20 °C
a fronte di una minima esterna di meno 12 °C . Il costo è contenuto: ad esempio, con la
tariffa a forfait, una abitazione di circa 300 metri cubi spende in
sette mesi circa 670 €. Con pagamento in due rate posticipate. La gestione
Comunale del “teleriscaldamento” fu progettata negli anni ’70 e l’impianto, che
procedette per lotti, iniziò a portare il calore fin dai primi anni ’80 del
secolo scorso, estendendosi abbastanza rapidamente a tutto il paese nuovo, poi
al borgo medievale ed infine alle frazioni di Sasso Pisano, Montecastelli
Pisano e Leccia, aprendo altresì la strada a simili impianti in tutti i comuni geotermici della Toscana:
Pomarance, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Radicondoli,
Chiusdino, Montieri, Santa Fiora…ed è auspicabile estenderlo a Volterra, Massa
Marittima ed anche a Siena. Tra gli anni 1985-1995 ho ricoperto per due volte
la carica di Sindaco ed ho potuto apprezzare la tenacia e la lungimiranza di un
assessore, Ciompi Massimiliano, che in tale progetto profuse instancabili energie. Aveva sposato mia
cugina Eleonora, ma eravamo amici, oltre che parenti e compagni di partito, fin
dagli anni giovanili, e amici siamo rimasti fino alla sua precoce morte.
Siamo stati testimoni della fine
del “comunismo” e primi amministratori “post-comunisti” anche se l’ideologia
del comunismo italiano ci era rimasta appiccicata indissolubilmente. In quel
tempo andavo da un barbiere di Castelnuovo, l’unico rimasto in effetti, che si
chiamava Lando ed aveva il mio cognome, in quanto le nostre famiglie derivavano
da una antica stirpe comune. All’epoca era diventato scettico di tutta la
politica e disprezzava anche i politici, ma in particolare si accaniva con la
satira contro i comunisti, forse perché da giovane anche lui era stato
comunista. E proprio mentre ero seduto sulla sua poltrona e incapace di muovermi
ed anche prendere una discussione accalorata, ne approfittava per dirmene male.
Intanto la bottega e la sua vecchia casa dove abitava ancora la sua mamma,
erano ben riscaldate dal calore geotermico della rete comunale. E proprio su
questo tema concludeva la sua arringa anticomunista: “Vedi Carlo, anche se il
tuo partito e voi ne avete combinate di tutti i colori, questo
teleriscaldamento è un’opera meravigliosa, ed io la chiamo “l’Assoluzione”, con
questa i vostri peccati saranno perdonati!” Insomma, non era elogio da poco, e
con Lando sono rimasto sempre amico. E talvolta, ripensando agli errori che ho
commesso, mi consolo con questa inopinata terrena Assoluzione!
martedì 17 dicembre 2013
Castelvolterrano.
Un'alba che pare di primavera. La guazza sul fondovalle sembra neve, e la Cornata è ancora buia. Alzato presto per accompagnare i nipotini a scuola, presa l'acqua alla fontanella comunale e fatta la provvista settimanale del cibo per la gatta, dopo esser passato dalla Posta per spedire gli ultimi cinque bigliettini di auguri scritti a mano per una specie di ripulsa dell'uso elettronico (e, con grande immaginabile sorpresa averci incontrato un ex collega di lavoro, un amico, che non vedevo da oltre 22 anni!) m'è venuta voglia di andare sul Poggio Vado la Lepre per dare un'occhiata e scattare qualche fotografia al grandioso panorama d'Occidente: la Val di Cornia, il Monte Capanne dell'Isola d'Elba, con sulla destra le innevate montagne della Corsica. Un branco di pecore e capre, guardate a vista da una decina di cani, mi hanno impedito di scendere dalla Panda e così ho dovuto accontentarmi di qualche foto presa abbassando il vetro anteriore dell'automobile...L'ultima che vi mostro è quella del "pianoro" quadrangolare del sito dell'antico insediamento medievale di Castelvolterrano, al quale negli anni '90 dedicai una poesia.
Castelvolterrano
Sul pianoro freddi ora soffiano i venti,
l’erba selvaggia copre le tombe ignote degli avi,
illividiti pruni stringono le porte
spalancate verso il mare.
I cani nelle fonde braccano una preda
solitaria, rabbiosi perdono la traccia
e l’aria vibra ai richiami possenti
nell’attesa di sangue e di
morte.
E noi, fragili creature sul confine
della
vita,
assediati da ricordi, lotte, illusioni,
ancora amanti ci scambiamo amore
prima che scenda rapida la notte.
domenica 15 dicembre 2013
EMERGENCY A Castelnuovo di
Val di Cecina (Pisa) – Toscana- Italia.
Ieri, sabato 14 dicembre,
l’Associazione Culturale locale “Il Chiassino” ha organizzato un incontro
pubblico tra la nostra Comunità e un gruppo di operatori volontari medici che
ha operato recentemente nelle strutture di Emergency in SUDAN ed a Kabul in
AFGHANISTAN. Purtroppo, ancora una volta, dobbiamo prendere atto
dell’insensibilità complessiva degli abitanti di questo piccolo Comune…ossia,
dell’insensibilità sociale e del regresso etico e culturale, dato che solo
trentasei persone vi hanno partecipato! Tra di loro una sola giovane
adolescente e nessuno delle centinaia che costituiscono il 17% della
popolazione extracomunitaria, in gran parte di origine africana. Peccato! Non
solo per la scarsa raccolta di fondi a favore di Emergency, ma per aver mancato
un incontro di eccezionale valore documentario e umano con le magnifiche operatrici,
tutte giovani donne, coordinate dal nostro meraviglioso concittadino, il dottor
Ghilli Lorenzo e da Danica Scarlini, attualmente in servizio presso la Rianimazione del
Dipartimento di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi con
esperienze di terapia intensiva cardiochirurgia: Arianna Milan (Treviso), Elena
Capelli, Martina Marogna e Cristina Vicentini (Cremona), Bardelli Chiara
(Milano). Era inoltre presente la responsabile Emergency di Volterra con
apposito punto vendita prodotti di Emergency. Due documentari sulle attività
svolte in Sudan ed a Kabul, testimonianze dirette di lavoro in condizioni
eccezionali se non drammatiche, l’amore e la scienza per salvare ogni vita
umana, senza distinzione di etnia, fede religiosa, appartenenza tribale o
politica, sesso, età…altissima professionalità. Disponibilità a rispondere alle
domande dei presenti, in modo chiaro, semplice, sincero! Che bella lezione, non
ho parole per ringraziarle. Donne “normali”, penso il “meglio dell’Italia”, tra
l’altro non solo coraggiosamente audaci, ma ambasciatrici del sorriso e di
quell’Italia migliore, cui, da troppi anni, aspettiamo la RINASCITA.
venerdì 13 dicembre 2013
Santa Lucía
<Por Santa Lucía,
mengua la noche
y crece el día>
Cae un rayo de sol,
oblicuo y tardío,
sobre las antiguas aldeas, ahí arriba,
más allá del bosque cárdeno
y un tenue cielo
se marchita en la sombra.
Miro la fortaleza,
que refulge dorada
y este tembloroso
olivo arbequín;
recojo bellotas
entre las hojas muertas
y contemplo el pausado
vuelo de un pájaro.
Sólo faltas tu
para hacer perfecto el día
del año más efímero;
cerrada está la puerta del corazón,
tirita el romero
con el último beso
de una abeja
solitaria
martedì 10 dicembre 2013
domenica 8 dicembre 2013
8 Dicembre 2013: si
vota per eleggere il nuovo Segretario Generale di Partito Democratico.
Alle 10,30 vado al seggio
comunale del PD per esprimere il mio voto tra i tre condidati alla carica di
Segretario Nazionale del PD: Renzi, Cuperlo, Civati. Voto per Matteo Renzi, non
perché l’ami più degli altri due, ma perché ritengo che in questo grave momento
di crisi della politica e dell’Italia tutta, occorra che si scateni “la
tempesta perfetta”, capace di sconvolgere
l’intero sistema nazionale. Non so se Renzi, alla prova dei fatti, ce la
farà. La corruzione e l’impoverimento dilagano, sono entrati nelle radici
dell’albero della democrazia, gli italiani si son fatti più tristi ed anche più
cattivi. Renzi forse sarà primo ministro nel 2015, e allora occorrerà ricostruire
un vero partito, democratico, socialista, europeista, solidale, una nazione
etno. Gli anni, e questi ultimi venti, mi son volati, gli ideali sono svaniti.
La solitudine sociale mi circonda. Trovo la felicità nella poesia, nell’arte,
nel sorriso dei miei nipotini, ma quale avvenire gli lascerò? Oggi abbiamo acceso l’albero di Natale e già
questa luce rallegra la casa, si,
dobbiamo credere nella luce:
Credo alla luce, la luce è la
speranza
nel buio interstellare, la luce è
il seme
divino, dove tutto si forma e si
trasforma,
la luce è l’amore che chiama e
risponde all’amore…
sabato 7 dicembre 2013
venerdì 6 dicembre 2013
Niccolò
Tommaseo.
Cercando di portar un po’ di
pedagna nel fuoco della raccolta di proverbi licenziosi ed aforismi
moraleggianti (opera infinita per la quale mi manca il coraggio di porre la
parola FINE), mi sono accostato all’immensa opera di Niccolò Tommaseo, una figura eclettica del secolo XIX, con
all’attivo ben 233 volumi e circa 160 opuscoli stampati, senza contare l’enorme
carteggio (sul quale ho potuto gettare solo uno sguardo alla ricerca di spunti e commenti al suo
Dizionario). Mi sono avvalso di due volumi, che qui segnalerò: “Opere”, a cura
di Aldo Borlenghi, edito da Ricciardo Ricciardi, Milano-Napoli, 1958, pp.
XLV-1030 (contenente, in particolare, le poesie ed il romanzo Fede e bellezza,
oltre che una selezione di lettere, tra le quali primeggiano quelle scambiate
con Gino Capponi), e il “Dizionarietto
Morale”, Firenze Successori Le Monnier, 1867, pp. 268, in ristampa anastatica
rilegata da Le Monnier, nel 2002,
in occasione del Bicentenario della nascita di Tommaseo
(Sebenico, 1802 – Firenze, 1874). Come sappiamo, Tommaseo, dettò centinaia di
motti e sentenze, e nell’arte dell’aforisma spesso vi raggiunse il suo culmine.
Da tale immenso patrimonio ne ho ricavati 93 che sono entrati di diritto a far
parte della mia raccolta. Eccone cinque:
Lodare certi potenti,
gli è come buttar fiori in un fiume; l’acqua li sciupa, li porta via, senza
sentirne l’odore, né farlo sentire.
Maestro, per celia in
Toscana, anco il boia. Un mestiere anco quello; e non il più ignobile.
Mandra, in origine, è
il luogo dove il bestiame s’accoglie; e, per estensione, il bestiame stesso;
come (perdono alla comparazione) diconsi camera i deputati, e gabinetto i
ministri.
Le grandi cose
preparansi a bell’agio, in un punto si fanno. Lungamente lo spirito di Dio
s’agitava sulle acque: a un tratto Dio dice, e la luce è.
In fatto di politica
e d’educazione, il più difficile è liberarsi dai liberatori.
mercoledì 4 dicembre 2013
Traslochino…
Da un trasloco in terra di Siena
(da Asciano a Siena) ho ottenuto un
billy, una cassettiera metallica rossa, un tavolinetto finto antico, il libro
di Pamuk “Istanbul” (che avevo letto
qualche anno fa) ed altre piccole cose con valore immateriale, ma per me
sempre importanti. Ho sistemato tutto nella mia stanzetta (che però ha la
terrazza che guarda ad Est le montagne innevate del Pratomagno!) e, nel cielo,
la fedele Cassiopea, evocatrice di dolci sentimenti. Vi mostrerò la nuova
sistemazione. In più stamattina a Siena ho visto in vetrina un libriccino
(costo 7 €) che m’ha attratto. Si tratta di una edizione Istituto Geografico De
Agostini/Novara anno 1953, con 64 tavole f.t. in nero (e la luce!) e breve
introduzione di Maurizio Déribéré, con vedute notturne di città (soprattutto
Parigi…) e monumenti, tutte evocative. E’ dunque di un inno alla “luce”, al
quale unisco la mia flebile voce con le parole di Agnes, nel poemetto “Agnes e
Martin”, ispirato da Jacobsen, stanza
XXXVII.
martedì 3 dicembre 2013
Castelnuovo di Val di Cecina, autunno. Alta Val di Cecina, Colline Metallifere, Regione Boracifera, Toscana, Italy. Sono qui. Almeno da dieci generazioni.
Panorama da est, il borgo antico e dietro il Monte.
Panorama da nord: in primo piano i "refrigeranti" della centrale geotermoelettrica e il paese nuovo, a sinistra si scorge la parte alta del borgo antico.
La nebbia sale, si coltrano i prati.
Panorama da sud: i due simboli, il campanile e la parrocchiale del SS. Salvatore e a sinistra i refrigeranti. In lontananza il piccolo borgo di Montecastelli Pisano e oltre le colline della Valdelsa.
La casa dei miei amatissimi nipoti Bereket e Yobdar.
La parrocchiale del SS. Salvatore.
Panorama da est, il borgo antico e dietro il Monte.
Panorama da nord: in primo piano i "refrigeranti" della centrale geotermoelettrica e il paese nuovo, a sinistra si scorge la parte alta del borgo antico.
La nebbia sale, si coltrano i prati.
Panorama da sud: i due simboli, il campanile e la parrocchiale del SS. Salvatore e a sinistra i refrigeranti. In lontananza il piccolo borgo di Montecastelli Pisano e oltre le colline della Valdelsa.
La casa dei miei amatissimi nipoti Bereket e Yobdar.
La parrocchiale del SS. Salvatore.
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