Terremoto a Castelnuovo di Val di Cecina.
Alle
2,55 di notte ci siamo svegliati di soprassalto! Hanno tremato i vetri delle
finestre, scossi da un forte e rapido terremoto sussultorio! Al mattino abbiamo
trovato 4 sportelli vetrati del salotto aperti e una bambolina di stoffa
ornamentale era caduta a terra! Ma nessun altro danno. Dall’Osservatorio
Sismologico della Toscana abbiamo appreso che si è trattato di un terremoto “locale”,
a N-E circa 2 km. di distanza dal nostro Capoluogo, alla profondità tra gli 8 ed i 10 Km. In quell’area sono
ubicati alcuni pozzi profondi che non
essendo produttivi per il vapore
geotermico sono stati individuati per ricevere la reiniezione delle acque
reflue di alcune Centrali
Geotermoelettriche in produzione. Questo sistema di smaltimento dei reflui,
oltre a eliminare l’inquinamento
fluviale, aumenta la potenzialità geotermica dell’area. Produce però una
costante lieve sismicità nelle aree circonvicine e, in particolare sul centro
abitato di Castelnuovo, senza aver provocato, finora, danni evidenti. Tuttavia
il sistema deve essere costantemente monitorato e ciò credo che avvenga nei laboratori Enel di Larderello. Sono sempre
stato un appassionato dei fenomeni sismici! Non a caso quando nel 1956 iniziai
il mio lavoro a Larderello, fui adibito, col mio caro amico Mario Nati, alla
rimessa in funzione dell’esistente Sismografo di Larderello che aveva interrotto
la sua attività causa la guerra. Negli stessi anni furono installati altri tre
Sismografi nell’area geotermica: a Castelnuovo, a Monterotondo ed a Travale. Il
sistema era abbastanza semplice e rudimentale, ma ogni giorno un addetto doveva
andare a cambiare la carta, mettendo un
nuovo rullo appositamente “affumicato”, e immergendo quello tolto in un apposito
liquido “fissatore”. Ogni rotolo aveva una autonomia di 24 ore. Molto spesso, quando si verificavano “scosse”
sussultorie nelle vicinanze, la pennina scrivente sul rotolo “saltava” fuori
dal suo delicato supporto e così, di fatto, nessuna altra eventuale registrazione
tellurica era possibile fino alla messa in opera di un nuovo rotolo! Tutti questi
diagrammi venivano raccolti a Larderello, esaminati, classificati ed inviati
all’Istituto Sismologico di Firenze. Con l’avvento di tecnologie più moderne,
con gli anni, questo sistema fu sostituito da apparecchi elettronici in
continuo, ma in quel tempo anch’io mi
ero trasferito presso un’altra Struttura dell’Enel, occupandomi di
programmazione industriale. Il sismografo di Castelnuovo era stato collocato su
un prisma di calcestruzzo ancorato alla roccia profonda in un locale tra le
fondamenta della Villa Ginori, completamente isolato dalle strutture murarie
dell’edificio. Mi ci recavo tra le 19 e le 20 di ogni giorno, festività
comprese. Allora c’era il signor Amato, custode
della Villa. Mi conosceva bene. Avevo perciò ricevuto sia la chiave del
cancellino di accesso al giardino, sia quella del locale ove si trovava il
Sismografo. Spesso il signor Amato, quando vedeva la luce accesa laggiù,
scendeva da una scala interna e veniva ad invitarmi nel suo appartamento, ove
viveva con la moglie, per offrirmi un dolcetto e fare due chiacchiere. C’era
molta umanità nei rapporti tra le persone e i giovani venivano apprezzati e
rispettati. Ho bellissimi ricordi di quel tempo, di quelle sere e anticipi
della notte, ed anche dei primi rudimenti dell’amore, dato che al di là di
questo giardino, una giovane ragazza
aveva per me “gli occhi dolci”. Ma guarda un po’ cosa ha risvegliato in me
questa scossa”!
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