domenica 11 aprile 2021

 




Terremoto a Castelnuovo di Val di Cecina.

 

Alle 2,55 di notte ci siamo svegliati di soprassalto! Hanno tremato i vetri delle finestre, scossi da un forte e rapido terremoto sussultorio! Al mattino abbiamo trovato 4 sportelli vetrati del salotto aperti e una bambolina di stoffa ornamentale era caduta a terra! Ma nessun altro danno. Dall’Osservatorio Sismologico della Toscana abbiamo appreso che si è trattato di un terremoto “locale”, a N-E circa 2 km. di distanza dal nostro Capoluogo, alla profondità  tra gli 8 ed i 10 Km. In quell’area sono ubicati  alcuni pozzi profondi che non essendo  produttivi per il vapore geotermico sono stati individuati per ricevere la reiniezione delle acque reflue  di alcune Centrali Geotermoelettriche in produzione. Questo sistema di smaltimento dei reflui, oltre a   eliminare l’inquinamento fluviale, aumenta la potenzialità geotermica dell’area. Produce però una costante lieve sismicità nelle aree circonvicine e, in particolare sul centro abitato di Castelnuovo, senza aver provocato, finora, danni evidenti. Tuttavia il sistema deve essere costantemente monitorato e ciò credo che avvenga  nei laboratori Enel di Larderello. Sono sempre stato un appassionato dei fenomeni sismici! Non a caso quando nel 1956 iniziai il mio lavoro a Larderello, fui adibito, col mio caro amico Mario Nati, alla rimessa in funzione dell’esistente Sismografo di Larderello che aveva interrotto la sua attività causa la guerra. Negli stessi anni furono installati altri tre Sismografi nell’area geotermica: a Castelnuovo, a Monterotondo ed a Travale. Il sistema era abbastanza semplice e rudimentale, ma ogni giorno un addetto doveva andare a cambiare  la carta, mettendo un nuovo rullo appositamente “affumicato”, e immergendo quello tolto in un apposito liquido “fissatore”. Ogni rotolo aveva una autonomia di 24 ore.  Molto spesso, quando si verificavano “scosse” sussultorie nelle vicinanze, la pennina scrivente sul rotolo “saltava” fuori dal suo delicato supporto e così, di fatto, nessuna altra eventuale registrazione tellurica era possibile fino alla messa in opera di un nuovo rotolo! Tutti questi diagrammi venivano raccolti a Larderello, esaminati, classificati ed inviati all’Istituto Sismologico di Firenze. Con l’avvento di tecnologie più moderne, con gli anni, questo sistema fu sostituito da apparecchi elettronici in continuo, ma in quel tempo anch’io  mi ero trasferito presso un’altra Struttura dell’Enel, occupandomi di programmazione industriale. Il sismografo di Castelnuovo era stato collocato su un prisma di calcestruzzo ancorato alla roccia profonda in un locale tra le fondamenta della Villa Ginori, completamente isolato dalle strutture murarie dell’edificio. Mi ci recavo tra le 19 e le 20 di ogni giorno, festività comprese. Allora c’era il signor Amato, custode  della Villa. Mi conosceva bene. Avevo perciò ricevuto sia la chiave del cancellino di accesso al giardino, sia quella del locale ove si trovava il Sismografo. Spesso il signor Amato, quando vedeva la luce accesa laggiù, scendeva da una scala interna e veniva ad invitarmi nel suo appartamento, ove viveva con la moglie, per offrirmi un dolcetto e fare due chiacchiere. C’era molta umanità nei rapporti tra le persone e i giovani venivano apprezzati e rispettati. Ho bellissimi ricordi di quel tempo, di quelle sere e anticipi della notte, ed anche dei primi rudimenti dell’amore, dato che al di là di questo giardino, una giovane  ragazza aveva per me “gli occhi dolci”. Ma guarda un po’ cosa ha risvegliato in me questa scossa”!

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