Tutti gli aspiranti poeti e poetesse
dovrebbero tener conto dalla saggezza antica!
A Vladimir Holan [i]
Una ragazza m’ha chiesto: cos’è
poesia?
volevo dire alla ragazza bruna:
già il fatto che tu esisti, ah!
si, che tu esisti,
e che nello stupito tremore,
che è testimonianza del miracolo,
soffrendo m’ingelosisco della tua
piena bellezza,
e che non posso baciarti e
goderti,
e che non ho nulla, e colui che è
sprovvisto di doni
è costretto a cantare…
Ma non gliel’ho detto, ho
taciuto,
e lei non ha udito quel canto…
Proverbi, detti, aforismi.
A diciott’anni pensavo sempre
che ogni mia poesia fosse l’ultima.
A Pasqua ogni poeta busca.
Al tocco dell’amore tutti
diventano poeti.
Bisogna cercar la poesia non
già nelle parolette
infilzate l’una all’altra, ma
nell’atmosfera
che queste parolette creano.
Che è la poesia? Mi domandi
mentre figgi il tuo occhio
azzurro nel mio.
Che è la poesia? Vuoi
saperlo? La poesia sei tu!
Chi ama come si dovrebbe
amare,
diventa poeta ed eroe per un
sorriso,
per un cenno, per una parola
di colei che ama.
Di pazzia e poesia ognuno ha
parte.
Far poesia è come far l’amore:
non si saprà mai se la nostra
gioia è condivisa.
Funghi e poeti: per uno buono
cento cattivi.
Gente di ogni sorta corre
appresso ai poeti,
come appresso ai gufi van
stridendo le civette.
I canti dei poeti son degni d’ammirazione,
ma non di fede.
Il destino del poeta è
mostrato in questo emblema:
domandò pane, e s’ebbe un
sasso.
Il poeta ben trova le palme,
ma non i datteri.
Il poeta comprende la natura
meglio che lo scienziato.
Il primo giorno dopo le nozze
poesia e canto;
il secondo prosa e pianto.
L’amore fu il padre della
poesia.
L’amore e il dolore creano la
poesia.
L’arte fa i versi, ma solo il
cuore è poeta.
La fonte di ogni poesia
è il sentimento profondo dell’inesprimibile.
La poesia è la parola dei
secoli.
La poesia è una questione di
gioia, dolore e meraviglia,
con un po’ di lessico.
La poesia non da pane.
La poesia non sazia.
La superstizione è la poesia
della vita.
Miseria e poesia son sorelle.
Musica, poesia e stoltezza,
tutti ne teniamo un po’.
Molte bugie raccontano i
poeti.
Nei poeti sogna l’umanità.
Nei sogni dei poeti albergano
una bellezza ed una grazia
che invano si cercherebbero
nelle cose comuni.
Nel poeta c’è l’infinito.
Nell’insieme ogni lirica deve
essere molto ragionevole,
ma un po’ irragionevole nei particolari.
Non è bene essere poeta del
Villaggio.
Poeti si nasce, oratori si
diventa.
Si può essere poeta anche coi
capelli corti,
si può essere poeta e pagare puntualmente
l’affitto,
benché poeta si può andare a
letto
con la propria moglie.
Solo i Re ed i Poeti non
nascono tutti gli anni.
Son contento che la mia
maschera sia caduta:
era come aver giaciuto sotto
mentite
spoglie con l’essere amato
(dalla Poesia),
Tutti al mondo sono poeti,
perfino i poeti.
Una poesia è buona finché non
sai di chi è.
Ballata per M. M.
Per Tu Fu.
Lieti alla torre ci lambiva il vento,
era dell’estate un caldo giorno:
lontani autunno, inverno desolato,
fiorivano i papaveri di rosse speranze.
C’era lassù un amore, il nostro,
o forse un sogno, un imprevisto
impulso del cuore giovanile,
ed oggi, donna, piacente ancora,
t’ho
incontrata.
Anche destino era che un amico
godesse i baci tuoi,
le vellutate mani: sepolta
non potevi restare in quella torre,
tra pensieri malinconici e vani:
così ho perduto due
persone care!
Forse ritornerai
su quelle rovine antiche,
a decifrare gli inganni della vita,
su pietre consunte dall’abbandono,
ed io non ci sarò. Oppur, presente
ed invisibile tra le fruscianti erbe,
non scorgerai l’ospite inatteso.
Anni di nostra vita
senza più rivederci,
l’angoscia mi stringe,
il cuore brucia.
(*) La “torre” è la Rocca di
Sillano, naturalmente prima del restauro, quand’era tutto aperto e in rovina.
Allora avevo imparato a salire sul muro più in alto ed a sdraiarmici al sole e
alle emozioni. Questa volta non ero solo, e si parla di oltre 60 anni fa.
[i] Ho una fotografia scattata col grandangolo al calar del crepuscolo
sul Ponte Carlo a Praga. C’è tutta la magia di questa memorabile città, in più
uno sbatter d’ali bianche ed una presenza invisibile, che però s’avverte,
perché non potrebbe essere altrimenti. Ripenso a Holan, il poeta che in
quell’anno infiammava gli animi giovanili, lui già vecchio e misogino
autorecluso nella sua casa di Kampa, dietro spesse cortine, dalle quali
filtrava una tenue luce. Il grande poeta, della notte e della solitudine. La
solitudine era la condizione ideale per lo sviluppo della sua creatività.
Allora mi fu tradotta la poesia che, con modeste varianti, ho fatto mia,
“A Vladimir Holan”.
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