La nuova chiesa dell'architetto Giovanni Michelucci
Certo, morire in terre straniere....non era per difendersi
La mensa aziendale e la foresteria.
La "sbarra" all'ingresso principale dello Stabilimento.
La parte chimica.
Facciata della antica chiesa in Piazza Leopolda, costruita da Francesco de Larderel.
L'antico "torrino" di guardua e in primo piano la ricostruzione moderna di una "lagone".
L'intenso verde della natura non deturpato da un bellissimo "vapordotto" che si snoda verso la grande Centrale Geotermoelettrica di Valle Secolo, con i simboli della ricchezza nazionale che produce, i tralicci , ossia gli elettrodotti.
LARDERELLO, 27 aprile
2019.
Nell’attesa di mia nipote impegnata in piscina a Larderello , ho deciso di fare
una passeggiata nel villaggio. Ho vissuto
nel Centro Industriale di Larderello, dal 1951 al 1991. I primi 4 anni
frequentando le Scuole Aziendali, scuole private nelle quali, 30 ragazzi di età
non superiore ai 16 anni, tramite un esame di selezione, potevano essere
ammessi al 1° dei quattro corsi previsti per ottenere un “diploma” in una delle
specializzazioni industriali indicate dalla Larderello SpA: mineraria, chimica,
elettrica. I promossi venivano assunti al lavoro, tramite una Cooperativa di Servizi,
dalla quale, entro alcuni anni, venivano assunti direttamente dall’Azienda.
Insomma, era un lavoro sicuro, ossia il
famoso “posto” del film di Olmi.
Qualifica iniziale di manovale, e successivamente lenta progressione
gerarchica, fino ad arrivare alle maggiori Categorie o, comunque, alla
specializzazione. Terminata la scuola nell’estate del 1955 e ottenuto il Premio
dedicato ad un pioniere della geotermia, Plinio Bringhenti, nella
specializzazione mineraria (insieme al mio compagno di corso, Giancarlo
Montagnani, che il Premio Bringhenti aveva ottenuto nel settore elettrico),
iniziai il lavoro il 16 febbraio 1956
presso l’Ufficio Geologico ubicato ai due lati della Chiesa dello
Stabilimento, in Piazza Leopolda. Sono andato in pensione nel luglio 1991. Sono stati anni felici, ho
amato la Fabbrica, là sono cresciuto politicamente, socialmente ed
economicamente, raggiungendo un alto livello di inquadramento finale. Ma,
soprattutto, ho amato il mio lavoro, i miei colleghi, molti dei miei superiori, stringendo le più
belle amicizie della mia vita. Ho anche fatto parte di organismi
socio-culturali che abbracciavano non solo
Larderello, ma anche gli altri centri industriali che a Larderello
facevano corona, ed infine ho avuto l’opportunità
di conoscere zone geotermiche a
Larderello assai lontane, come il Monte Amiata, le aree del Viterbese, di Latera,
dei Monti Cimini e Sabatini, della Tolfa, Cesano e della Campania. Per questi motivi ho intitolato uno dei miei
più importanti saggi storici “Fabbrica amica”.
Ma questa mattina la Fabbrica era muta, la Chiesa chiusa, il villaggio
deserto. Passeggiando tra le case salivano alla mia memoria solo nomi. Sulla
traccia dei ricordi ho fissato queste immagini.
Nessun commento:
Posta un commento