PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 86.
Lettera di fine anno agli iscritti della
Fnle-Cgil di Larderello (1980)
Caro compagno, l’anno che si chiude è stato così
complesso e carico di avvenimenti di eccezionale importanza che davvero è impossibile
è tentarne una sintesi in poche frasi. Diremo che il mondo sembra attanagliato
da una grande incertezza, sia negli aspetti politico-economici, sia in quelli
esistenziali, nei valori interiori di ogni essere umano. Il nuovo e il positivo
che emergono, le voci miti e giuste che qua e là si levano, sono ancora
soffocate dal vecchio e dalle forze del male, dai rumori della guerra e della
violenza.
Prevalgono visioni egoistiche, del
singolo o del gruppo, concezioni edonistiche dell’esistenza, si espande, con la
manipolazione e il controllo dei mezzi di informazione, un appiattimento delle
coscienze e dei modi di vita, le teorie dell’irrazionale prendono dimora tra le
giovani generazioni, conducendo troppe vittime nel labirinto mortale della
droga e dell’alienazione.
I punti di riferimento che avevamo, le
ideologie portanti di decenni di lotte degli sfruttati, le società stesse che
furono edificate su tali ideologie, attraversano una grave crisi che deriva
essenzialmente dal fatto che una sovrastruttura ristretta di potere – credendo
di governare interpretando i sentimenti ed i bisogni del popolo – si è isolata
da esso, rendendosi estranea e oppressiva. Anche le ideologie sono state manipolate,
rendendole non più strumento di liberazione, ma dogmi funzionali ai detentori
del potere.
Necessita quindi, più che mai
indispensabile, liberarsi da dogmi e schematismi per rilanciare su basi nuove
l’idea della fratellanza tra gli uomini, della pace, della “partecipazione”,
del buon governo che da i suoi frutti con il consenso, della società socialista
che non è l’utopia dei sognatori, ma la forza motrice della storia e che, solo
essa, potrà trasformare il mondo e liberare l’uomo dai suoi affanni.
Il sindacato – noi stessi e gli uomini
e le donne che lo compongono – e i lavoratori più in generale, sono
protagonisti di questa incessante lotta di cambiamento. Guai a non vedere in
termini complessivi il nostro ruolo collocando in uno spazio sempre più ampio i
problemi e i destini del singolo individuo: aiuteremmo le forze della
conservazione e della reazione a mantenere e consolidare il loro potere!
Ma il sindacato – che proprio in questi
ultimi tempi sta ridiscutendo se stesso, cercando un coinvolgimento più pieno
dei propri iscritti – deve essere alimentato incessantemente dalla forza delle
idee, delle critiche, delle speranze di tanti uomini per trasformarsi insieme
ed insieme sbagliare e ottenere successi.
Nel nostro piccolo/grande spazio di
questa Fabbrica che amiamo perché da tanti anni al centro della nostra vita
(tenendo sempre presente il complesso delle questioni generali e le difficoltà
della “crisi italiana”), abbiamo lavorato mirando alla concreta realizzazione
di alcune condizioni fondamentali: l’allargamento della base produttiva,
l’incremento ed il ripristino dei livelli occupazionali, la tutela della
dignità, dei diritti dei lavoratori e il mantenimento di un clima di aperta
democrazia, sollecitando sempre di più la partecipazione.
Possiamo serenamente affermare che in
questo senso abbiamo operato bene anche se non poche questioni restano tuttora
irrisolte, in particolare quella di una più efficiente organizzazione del
lavoro, che da una parte elimini sprechi, dall’altra dia piena soddisfazione
alla professionalità di ogni dipendente.
L’anno 1980 è stato, per i destini della geotermia e della nostra
zona, molto importante. È il primo anno di una “svolta”, che ci attende per le
verifiche, sulla linea dello sviluppo. Tuttavia sappiamo bene che i problemi
della Valdicecina e di altre zone geotermiche, sotto il profilo
dell’occupazione e quindi del corretto rapporto uomo-territorio-vita civile,
sono molto più grandi. Per risolverli dovranno scendere in campo altre forze,
politiche e sociali, in modo da garantire la diversificazione produttiva e
l’uso integrale delle risorse. E’ questo il compito che avremo davanti negli
anni ’80, compito difficile, ma fattibile e pertanto, attraverso l’unità di
tutti, è il momento di passare all’azione.
Con le “opere concrete”, con le piccole
realizzazioni, ritornerà la fiducia tra la gente e non mancherà il sostegno e
il consenso, oggi perduti in parte tra carte e parole, per chi su questi
obiettivi si sarà impegnato con coerenza. La Cgil, a tutti i livelli di
territorio e di categoria, terrà nel 1981 il suo X° Congresso. Sarà una
importante occasione di dibattito e di confronto su grandi temi che segneranno
la vita del popolo italiano per il prossimo futuro. Anche la Fnle terrà i suoi
congressi per definire meglio la propria linea politica e per operare il
rinnovamento e il rafforzamento del suo gruppo dirigente, portando i giovani,
le donne, i tecnici, gli operai, negli Organismi direttivi.
L’appello che vi faccio è quello a un
impegno maggiore, a un ruolo più attivo, a una visione più critica e
consapevole degli avvenimenti attraverso l’innalzamento della coscienza
politica e culturale, perché tutti insieme si raggiungano quei successi che le
incessanti lotte e sofferenze degli uomini ci fanno desiderare. Tanti auguri e
speranze per un Buon Anno 1981 a te ed alla tua famiglia.
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