PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 85.
Considerazioni sull’Unità Nazionale
Geotermica (UNG)
Nel 1980 si è completata la
ristrutturazione dell’UNG con la consegna dei “quadri organizzativi delle
posizioni “A, B, C” e il confronto tra le Direzioni Enel e le Organizzazioni
Sindacali. Quando scriviamo manca ancora una valutazione unitaria globale, che
effettueremo nei prossimi giorni; esprimiamo quindi alcune nostre
considerazioni, soprattutto di carattere generale, rimandando per quelle più
particolari ad una attenta lettura dei vari documenti ampiamente diffusi in
Fabbrica e a quella dei nostri
“giornalini”.
Alla geotermia ed al suo sfruttamento
si aprono prospettive assai favorevoli, sia dal punto di vista dell’utilizzo
per produzione di energia elettrica, sia da quello per riscaldamento in vari
processi civili-agro-industriali.
Inutile qui richiamarsi ai problemi
energetici nazionali e internazionali, alle difficoltà di reperire fonti
integrative e alternative al petrolio, stante le opposizioni sul nucleare ed anche
i tempi lunghi che occorrono per costruire nuove centrali; diremo che, senza
essere catastrofici, il petrolio sarà in futuro regolato secondo la formula:
“quantità decrescenti a prezzi crescenti”. Ecco che le volontà politiche
nascono dalle necessità, e quindi la geotermia viene rivalutata. Il suo apporto
quantitativo e qualitativo sarà modesto, ma nondimeno esso è utile e sarebbe
imperdonabile non utilizzarlo al massimo.
Larderello e le zone geotermiche in
produzione resteranno al centro di questa fase di sviluppo, né potrebbe essere
altrimenti, e man mano che le nuove applicazioni tecnologiche saranno
introdotte nella perforazione, nel trasporto, nella ricerca e sfruttamento dei
fluidi endogeni, il periodo storico di utilizzo e le potenzialità nazionali si
amplieranno notevolmente.
Noi sappiamo che non bastano né le
volontà politiche né le necessità contingenti a far concretizzare la fase di
sviluppo. Saranno indispensabili il pieno apporto dei lavoratori e le capacità
dei ricercatori e dei Dirigenti. Per parte nostra siamo stati disponibili e lo
saremo ancora per assecondare un reale cambiamento in positivo delle attività
geotermiche; del resto quando l’Enel perseguì il piano di un totale
ridimensionamento di Larderello con il blocco delle assunzioni, il blocco degli
investimenti, la diminuzione della produzione, l’invecchiamento degli impianti,
il decremento del parco sonde e la diminuzione dei metri perforati annualmente,
fu il sindacato che promosse un largo movimento di opinione e di lotta, fino
alla lenta ripresa della seconda metà degli anni ’70 e poi fino alla “svolta”
recente.
Occorre adesso una reale capacità di
direzione a tutti i livelli con innalzamento delle qualità e delle quantità
degli uomini preposti a questo ruolo, prescindendo da qualsiasi scelta di
carattere politico e clientelare.
Occorre una completa osmosi tra
ricerca-perforazione-manutenzione-produzione (quindi anche tra Unità Nazionale
Geotermica – UNG - e Gruppo Impianti Geotermoelettrici – GIG -), superando le
barriere burocratiche e l’arroganza di un sapere usato talvolta più per
favorire la carriera che per dare un contributo al lavoro. Occorre infine una
organizzazione degli uomini e dei mezzi funzionale, che elimini gli sprechi, le
sacche di parassitismo e di assenteismo nascosto, valorizzando la piena
professionalità dei dipendenti o, quando essa è scarsa, costruendola, in modo
da dare uno scopo pieno e soddisfazione a tutti i lavoratori.
Alcune risposte non ce le potrà dare la
Direzione dell’UNG, esse dovranno venire dal contratto, in particolare quelle
del superamento dei ristretti livelli di inquadramento che stanno avvelenando
tutto l’Enel e dintorni. La Cgil non vuole essere un sindacato di frammenti:
occorre quindi anche da parte nostra, uno sforzo per capire i cambiamenti
avvenuti nella società, le nuove figure emergenti, i tecnici, i “quadri”, e
avviare con loro un più stretto rapporto operativo.
Alla Direzione UNG rimproveriamo la
mancata consegna dei “Programmi”, sia di quelli generali, sia di quelli delle Officine
di manutenzione e del Centro Dimostrativo Larderello per l’utenza termica.
Sappiamo che sono pronti e stampati da mesi, che ogni tanto viene cambiata una
virgola o una parola per renderli sempre più perfetti, ma il danno che l’Enel
stesso si procura è ben più grande di qualche piccola imprecisione del testo…è
la perdita di credibilità perché senza tali programmi è più difficile
comprendere le intenzioni della Direzione e pertanto si incrementano aree di
scetticismo e di menefreghismo, sia all’interno che all’esterno della Fabbrica.
Per quanto riguarda gli organici dell’UNG,
essi dovrebbero avere un incremento di 138 unità al 31 dicembre 1983. Per
coprire perdite causate dai pensionamenti e trasferimenti sono probabili circa
350 nuove assunzioni nel periodo 1 gennaio 1980 – 31 dicembre 1983. In queste
cifre rientrano le assunzioni di oltre 25 laureati e 50 diplomati, secondo le
varie specializzazioni. Un possibile aumento in assoluto dei livelli
occupazionali potrà essere verificato tra due-tre anni in relazione allo
svolgimento del programma UNG ed ai risultati conseguiti.
Indipendentemente dalle verifiche che
faremo insieme alla Direzione, siamo dell’avviso di organizzare entro il prossimo anno una
pubblica iniziativa per fare il punto e valutare tutta la problematica connessa
alla geotermia, quindi all’UNG e al GIG.
Un anno fa, esaminando le attività del
1979, e la costituzione dell’UNG, esprimevamo un giudizio “complessivamente
positivo” pur rilevando che molte proposte del sindacato non erano state
accolte dall’Enel. Né profeti di sventura, né entusiasti: ma attenti e critici
per far progredire interessi collettivi delle zone geotermiche e dei lavoratori
di Larderello. Fu una scelta non facile, ma realistica, che nel corso di
quest’anno abbiamo consolidato dimostrando altresì, a chi ci vedeva in un ruolo
passivo ed accondiscendente, che la Fnle-Cgil non si è tirata indietro nel
confronto con la Direzione, né ha fatto occhiolini per qualche privato
interesse; ha cercato invece, con onestà e chiarezza, di assolvere quei compiti
che i propri iscritti e una larga parte dei lavoratori gli hanno
democraticamente assegnato.
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