Lovejoy.
Ho cercato nel pollaio del firmamento, tra le meste
gallinelle,
la colomba nera, invano. Il cigno, Swan, che m’ammaliò
col suo fulgore, corre nello spazio profondo che nessun
occhio mortale potrà ammirare, nella galassia infinita,
la grande via stellata, anch’essa un bruscolo nell’immensità
del Tutto. Una cara amica m’ha mandato un messaggio
che ho letto avidamente: <la cometa è vicina alle
Pleiadi,
a destra!> Così, nel freddo notturno, ho scrutato
di nuovo il cielo, tra Orione, Aldebaran, e, più in basso,
le ninfe incantatrici: Alcione, Elettra, Maia…e le sorelle,
ma nulla ho scorto col potente cannocchiale,
nemmeno la vaga lanugine della cometa senza coda,
Lovejoy, come l’hanno battezzata. Un nome così bello
che di meglio non c’è! che vorrei mettere sulla mia
bandiera:
amore è gioia, amore e gioia, oppur gioia d’amore,
gioia
d’amare,
ma la cometa invisibile non s’è rivelata alla mia brama
ardente. Infreddolito ho riposto anche quest’ultimo sogno.
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