AVIO MORELLI
(Castelnuovo di Val di Cecina, 1927 - 2015).
“ ...Sono nato il 9 dicembre 1927, figlio di un musicante, Salvadore,
che dagli Stati Uniti aveva portato a Castelnuovo la chitarra. Mio zio era il
famoso “Morellino”, ossia “il paiotto”, che suonava la fisarmonica a bottoni.
Ho cominciato da bimbo a strimpellare la chitarra. I tedeschi mi fecero saltare
la casa sulla salita di Genesio e sotto le macerie ci rimase anche la mia amata
chitarra. Veranino Panichi, che era stato in America col mio babbo, in quel periodo suonava il “banjo” (anche lui
l’aveva portato in Italia dagli USA) e sentendolo suonare mi ritornò la
passione verso la musica e la chitarra, passione che non mi ha mai abbandonato,
anche se ora preferisco ascoltarla la musica che suonarla! Nell’orchestrina
“Quintetto Ciampi” io suonavo la chitarra elettrica comprata a Firenze (quando
si cessò l’attività feci un cambio, lasciai quella e presi una chitarra
classica che ho ancora). Mi ricordo che nel 1944 il primo veglione fu fatto
appena passato il fronte, e l’orchestra ebbe anche delle critiche perché le
mamme avevano ancora i figli al fronte di guerra! Noi del “quintetto” si iniziò
nell’estate 1955: con Bazzino e Ciro ci si ritrovò in Piana di sotto a far
merenda io portavo la chitarra, “Bazzino” vai a pigliare la tromba, io con la
chitarra Alberto Ciampi con la tromba e Ciro che cantava, si capì che si poteva
rimetter su un’orchestrina, allora vennero il tuo babbo e Alberto Antonelli
(1933), che suonava la batteria e si alternava con Calogero. Ci si chiamò
“Quintetto Ciampi” perché all’inizio suonavamo una canzone d’apertura scritta
appositamente da Alberto Ciampi, una bellissima melodia...si suonava
soprattutto il melodico italiano, per il jazz non eravamo adatti, forse solo il
tuo babbo e il Ciampi lo erano. Si suonava quasi sempre alla Casa del Popolo e
alla Pista del Piazzone, che era stata ultimata nel 1955 dai giovani comunisti
di Castelnuovo, ma qualche volta s’andava anche fuori, come ad esempio a
Montecerboli, alle Croci d’Anqua, a Montecastelli e Montecatini Val di Cecina.
Si facevano due prove alla settimana, alla Casa del Popolo e in una stanza
della “Larderello” SpA ai Lagoni, si provavano i successi di quegli anni: le
canzoni di San Remo, Gelosia, Till, 24.000 baci, Only you, Smile, Straniero tra
gli angeli, Rose di Picardia, Caminito, A media luz, Capocabana, ecc.ecc. tra noi eravamo amici e
non ci divideva la differenza di età perché era più forte la grande passione
che tutti nutrivamo per la musica. Poi piano piano si cessò. Cominciarono a
chiamare orchestrine forestiere, soprattutto quella di Pomarance, e a
Larderello venne un Maestro di Musica, Giovanni Salvadori, che organizzò
un’orchestrina “7 Note 7” ...voleva
anche qualcuno di noi nel suo complesso, ma io non ci volli mai andare. Il
Ciampi ci suonò qualche volta. Ci si sciolse nel 1962” . Avio è morto nella sua
casa a Castelnuovo di Val di Cecina, amorevolmente assistito dalla moglie e con
la vicinanza della famiglia, all’inizio di gennaio 2015. Aveva da poche
settimane compiuto gli 87 anni e da tempo la sua salute era peggiorata. Lo
ricordo con rimpianto per essergli stato amico, e non solo del mio babbo, ed abbiamo consumato
il pasto alla Mensa Aziendale di Larderello per anni allo stesso tavolo,
ridendo e scherzando, con Mauro Bruscoli, il Vagheggini e Giotto, discutendo di
politica e di musica! Infatti la sua passione per la musica era infinita e la
musica l’ha accompagnato nell’intimità della sua casa per la parte finale della
vita. Aveva frequentato le Scuole Aziendali di Larderello e spesso, venendo a
veglia nella bottega del mio zio Gino, trovandomi lì come garzone, non mancava
di apostrofarmi lanciandomi uno dei tanti versi dei grandi poeti italiani che
allora ci facevano imparare a memoria, verso che a distanza di anni non aveva
dimenticato! E che anche io, a distanza
di sessanta anni non ho dimenticato! mentre, alzandomi dalla scrivania e
togliendomi gli occhiali, subito dopo non ricordo dove li ho posati! Tra tutti
questi versi prediligeva quelli del Tasso, sia le ottave di Erminia tra i
pastori, sia quelli che non so’ dove si trovino, della fuga di Erminia e quando lui si
fermava…proseguivo io la declamazione! E’ uno dei più bei ricordi della mia
adolescenza e giovinezza. Grazie Avio
Tempo già fu, quando più l’uom vaneggia
nell’età prima, ch’ebbi altro desio,
e disdegnai di pasturar la greggia,
e fuggii dal paese a me natio;
e vissi in Menfi un tempo, e nella reggia
fra i ministri del re fui posto anch’io:
e benché fossi guardian degli orti,
vidi e conobbi pur le inique corti.
E lusingato da speranza ardita,
soffrii lunga stagion ciò che più spiace;
ma poi che insieme con l’età fiorita
mancò la speme e la baldanza audace,
piansi i riposi di quest’umil vita
e sospirai la mia perduta pace;
e dissi: O corte, addio. Così agli amici
boschi tornando, ho tratto i dì felici.
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