Il lonfo
Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta.
È frusco il lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t’arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi, in segno di sberdazzi
gli affarfaresti un gniffo. Ma lui zuto
t’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.
Il lonfo non vaterca né gluisce
e molto raramente barigatta,
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta.
È frusco il lonfo! È pieno di lupigna
arrafferia malversa e sofolenta!
Se cionfi ti sbiduglia e t’arrupigna
se lugri ti botalla e ti criventa.
Eppure il vecchio lonfo ammargelluto
che bete e zugghia e fonca nei trombazzi
fa lègica busìa, fa gisbuto;
e quasi quasi, in segno di sberdazzi
gli affarfaresti un gniffo. Ma lui zuto
t’alloppa, ti sbernecchia; e tu l’accazzi.
Fànfole
Letterato, alpinista, viaggiatore, naturalista, etnologo, orientalista, insegnante di lingua e letteratura giapponese, Fosco Maraini (1912-2004) è stato in Italia il primo scrittore di quella che lui stesso ha definito “poesia metasemantica”, “composta di termini privi di senso se non per quello, obliquo, conferito ad essi dal loro stesso suono”. Le sedici poesie contenute nella Gnòsi delle Fànfole (Baldini, Castoldi e Dalai, 1994, ripubblicato nel 2007) costituiscono un piacere dello scherzo e dell’immaginazione, per l’invenzione continua di parole di origine sia dotta sia popolaresca, che si adattano perfettamente alla metrica pur lasciando al lettore il piacere di scoprire nuovi significati ad ogni lettura. Il diletto del lettore è accresciuto dalle note al testo le quali, invece di soddisfare la sua domanda di spiegazioni, lo confondono e lo divertono con commenti decisamente assurdi e fuorvianti. Così, dopo aver letto che “Il lonfo non vaterca né gluisce e molto raramente barigatta”, si viene informati dalla nota che “non esistono testimonianze dirette che possano suffragare la teoria che ogni lonfo - in gioventù o nell’età matura - sia solito barigattare. Vittoria Contini Serpieri, nel suo Tutto quello che avreste voluto sapere sul barigatto ma non avete mai osato chiedere! (EdizioniLa Lanterna , Genova, 1937),
tratta ampiamente l’argomento ma nel pur esauriente testo non fa alcun cenno né
al lonfo né ai lonfoidi in genere”.
Letterato, alpinista, viaggiatore, naturalista, etnologo, orientalista, insegnante di lingua e letteratura giapponese, Fosco Maraini (1912-2004) è stato in Italia il primo scrittore di quella che lui stesso ha definito “poesia metasemantica”, “composta di termini privi di senso se non per quello, obliquo, conferito ad essi dal loro stesso suono”. Le sedici poesie contenute nella Gnòsi delle Fànfole (Baldini, Castoldi e Dalai, 1994, ripubblicato nel 2007) costituiscono un piacere dello scherzo e dell’immaginazione, per l’invenzione continua di parole di origine sia dotta sia popolaresca, che si adattano perfettamente alla metrica pur lasciando al lettore il piacere di scoprire nuovi significati ad ogni lettura. Il diletto del lettore è accresciuto dalle note al testo le quali, invece di soddisfare la sua domanda di spiegazioni, lo confondono e lo divertono con commenti decisamente assurdi e fuorvianti. Così, dopo aver letto che “Il lonfo non vaterca né gluisce e molto raramente barigatta”, si viene informati dalla nota che “non esistono testimonianze dirette che possano suffragare la teoria che ogni lonfo - in gioventù o nell’età matura - sia solito barigattare. Vittoria Contini Serpieri, nel suo Tutto quello che avreste voluto sapere sul barigatto ma non avete mai osato chiedere! (Edizioni
Gentilmente portato a
conoscenza degli “sbalorditi” pilisti il dì di Festa, 18 gennaio 2015 a Radicondoli da
Susanna.
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