domenica 11 maggio 2014





Ritratto liberamente ispirato alla figura di Norma Parenti.

Teatro del ciliegio
10 maggio 2014, Monterotondo Marittimo (GR).

Per la regia di Fernando Giobbi e la recitazione di Chiara Migliorini del “Lotus- Teatro Danza” di Piombino, è andato in scena, ieri sera, il dramma ispirato alla vita di Norma Parenti, eroina della Resistenza al nazifascismo, medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Norma era nata nel 1921 a Monterotondo Marittimo e fu uccisa nella notte del 23 giugno 1944 a Massa Marittima.
Si è trattato di un’opera originale, basata su un monologo, e un semplice suggestivo allestimento scenico arricchito da un sapiente gioco di luci e sottofondi musicali, mai eccessivamente invasivi.
Tale semplicità ed essenzialità di sottolineare i passaggi fondamentali della breve vita di Norma, non si deve intendere come una  serie di flash-back biografici, ma una immersione nella precoce presa di coscienza della protagonista, verso se stessa e verso gli avvenimenti storici che la circondavano. La sua irruente nativa vitalità e determinazione, che precocemente ne avevano delineato una personalità libera e ribelle, diciamo pure di rottura verso le convenzioni e il conformismo, non ne avevano però alterato i tratti profondi di una fede religiosa improntata alla solidarietà, alla carità, ed alla pietà, sentimenti questi che la porteranno al gesto estremo di infrangere la legge dei fascisti e nazisti, dando la sepoltura ad un giovane partigiamo “Boscaglia”,

oltraggiato dai suoi carnefici come monito alla popolazione massetana. Questo motivo, insieme ad una palese avversione ideologica al fascismo ed alla collaborazione con le Brigate partigiane che operavano nel territorio, nonché ad una probabile vendetta di uno dei capi dei fascisti locali, noto per le sue attenzioni  morbose verso Norma, e da lei sprezzantemente respinto, la porteranno alle tragiche torture che precedettero la sua morte, poche ore prima dell’arrivo a Massa Marittima delle truppe americane liberatrici. L’intensità crescente dell’avversione al fascismo, forse espressa con un tono eccessivamente ideologico da una attrice generosa e pienamente calata nel suo personaggio, si alterna nel dramma a momenti di puro lirismo, che fanno di quest’opera un’opera d’arte, che oltrepassa i limiti di una rappresentazione datata, ma si proietta  nel tempo e, vorrei aggiungere, nel mito. Grazie Fernando, grazie Chiara per questo meraviglioso spettacolo! 

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