Ritratto liberamente
ispirato alla figura di Norma Parenti.
Teatro del ciliegio
10 maggio 2014, Monterotondo
Marittimo (GR).
Per la regia di Fernando Giobbi e
la recitazione di Chiara Migliorini del “Lotus- Teatro Danza” di Piombino, è
andato in scena, ieri sera, il dramma ispirato alla vita di Norma Parenti,
eroina della Resistenza al nazifascismo, medaglia d’oro al valor militare alla
memoria. Norma era nata nel 1921
a Monterotondo Marittimo e fu uccisa nella notte del 23
giugno 1944 a
Massa Marittima.
Si è trattato di un’opera
originale, basata su un monologo, e un semplice suggestivo allestimento scenico
arricchito da un sapiente gioco di luci e sottofondi musicali, mai
eccessivamente invasivi.
Tale semplicità ed essenzialità
di sottolineare i passaggi fondamentali della breve vita di Norma, non si deve
intendere come una serie di flash-back
biografici, ma una immersione nella precoce presa di coscienza della
protagonista, verso se stessa e verso gli avvenimenti storici che la
circondavano. La sua irruente nativa vitalità e determinazione, che
precocemente ne avevano delineato una personalità libera e ribelle, diciamo
pure di rottura verso le convenzioni e il conformismo, non ne avevano però
alterato i tratti profondi di una fede religiosa improntata alla solidarietà,
alla carità, ed alla pietà, sentimenti questi che la porteranno al gesto
estremo di infrangere la legge dei fascisti e nazisti, dando la sepoltura ad un
giovane partigiamo “Boscaglia”,
oltraggiato dai suoi carnefici
come monito alla popolazione massetana. Questo motivo, insieme ad una palese
avversione ideologica al fascismo ed alla collaborazione con le Brigate
partigiane che operavano nel territorio, nonché ad una probabile vendetta di
uno dei capi dei fascisti locali, noto per le sue attenzioni morbose verso Norma, e da lei sprezzantemente
respinto, la porteranno alle tragiche torture che precedettero la sua morte,
poche ore prima dell’arrivo a Massa Marittima delle truppe americane
liberatrici. L’intensità crescente dell’avversione al fascismo, forse espressa
con un tono eccessivamente ideologico da una attrice generosa e pienamente
calata nel suo personaggio, si alterna nel dramma a momenti di puro lirismo,
che fanno di quest’opera un’opera d’arte, che oltrepassa i limiti di una
rappresentazione datata, ma si proietta
nel tempo e, vorrei aggiungere, nel mito. Grazie Fernando, grazie Chiara
per questo meraviglioso spettacolo!
Nessun commento:
Posta un commento