Ricordi e la Prima Comunione.
Domenica 18 maggio 2014 il mio
amato nipotino, Bereket, farà la sua Prima Comunione. Un evento solenne e
significativo per la sua vita, come lo fu per la mia. Gli faremo una bella
festa, con tutto il bene che gli vogliamo. Tre piccoli avvenimenti hanno fatto
riemergere ricordi e sensazioni lontane: la vista della fotografia della Prima
Comunione dei miei cugini Galeazzo e Alma,
alla fine degli anni ’40; il fatto di aver incontrato proprio stasera
Galeazzo, che due anni più grande di me mi ha ricordato di quando veniva con
suo padre, treccone, al podere Carbonciolo, ed in particolare di un evento che
poteva esser tragico allorché la scheggia di una bomba sganciata da un aereo inglese,
nel giugno 1944, ci sfiorò sull’aia del podere; e, di seguito, altri
particolari di persone a me care, e di stanze, campicelli appena sfiorati dai
denti di erpici cortissimi o piccole coltrine, e del grano che si segava basso
basso con spighe magrissime, com’era magra la terra di quei campi sassosi, e
che noi abitavamo solo per avere un numeroso gregge di pecore…e del focarile
piccolo, tanto che non ci si poteva stare a veglia, e della fonte nel fosso,
ecc. ecc. facendomi comprendere come la prima parte della mia vita sia ancora
oggi avvolta nel mistero e di come, una sola fotografia, se ci fosse stata,
avrebbe potuto squarciarlo e illuminarlo. La prima fotografia, molto tardiva,
che possiedo è proprio quella della mia Prima Comunione! Ritengo scattata nel
maggio 1948 o 1949, ma non conosco la
data precisa perché nessuna informazione sono riuscito ad avere dal prete della
mia parrocchia. Fu una festicciola, tutta familiare, tra tre persone, mia
nonna, mio padre e me! Mio nonno paterno era o gravemente ammalato e in fin di
vita, oppure morto da poco. Allora non frequentavo ancora la casa delle mie
cugine, anche se molte volte loro venivano a dormire da noi e a consolare la
mia tristezza, dato che un a parte della famiglia mi mancava, cioè mia sorella
di tre anni più piccola e mia madre con tutto il ramo materno e parentale di
zie e zii. Infatti, a metà dell’anno
1943 i miei genitori si erano separati legalmente e vivevano non nello stesso
luogo, ed io, dopo avevo compiuto per istinto la drammatica scelta di abbandonare
mia madre e andare a vivere con mio padre. Non credo di aver ricevuto regali di
sorta, e una sola fotografia scattata da un fotografo professionista venuto in
paese da Firenze, per l’occasione. Ma,
del tutto inaspettatamente, mentre dalla chiesa, dopo la cerimonia, ritornavo a
casa, nel borgo, incontrai un uomo, forse amico del mio babbo, o un giocatore
di carte,
un forestiero, operaio di una
ditta edile, che fermandomi prese dal portafoglio una banconota da 1000 lire,
immensa, e me la regalò! Si chiamava Sganga. Queste mille lire non andarono,
per mia fortuna, ad alimentare il magro bilancio della famiglia, ma servirono
ad alimentare i sogni di un bambino. Metto la foto e una piccola poesia, per
Bereket e per Sganga.
Sganga
Forse perché suonava la fisarmonica
era amico di mio padre:
ora sarà morto anche lui.
Ha l’età per morire
senza soffrire la solitudine estrema.
Il giorno della prima Comunione
mi regalò mille lire!
Da dove veniva? Dove andava?
Nessuno l’ha mai saputo.
Ed io con quel foglione
quel po’ d’amore improvviso e muto,
mi feci l’intera stagione
d’ascari con Masino,
Beppe Caca e Giulione!
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