venerdì 30 maggio 2014

Dove sei, Carlo?


Ho 76 anni. Sono italiano, amo l’Europa, ma anche il mondo. Il 25 maggio 2014 ho votato per il PD. Il Pci è stato il mio cammino. Negli ultimi venti anni il declino delle “ideologie” m’ha spiazzato, mi sono interrogato sul senso della vita ricercando “valori” più profondi, che ho avvertito aleggiare intorno a me, e, forse non sempre consapevolmente, mi sono elevato alla comprensione del richiamo alla mia coscienza: “Dove sei, Carlo?” Mi sono definitivamente allontanato dal canto delle sirene delle ideologie elevate a dogmi. Sono nel flusso della storia, alla ricerca della verità, della felicità, della solidarietà, dell’amore. Una ricerca infinita, non certo confinata in una ideologia, ma dentro me stesso. Voglio spingermi a ipotizzare una cambiamento epocale per l’Italia, pur all’interno di un pianeta globalizzato, ma profondamente diviso, crudele per miliardi di esseri umani, alla mercé di esigue minoranze, nel quale i migranti e le guerre, rappresentano soltanto le cime degli iceberg, e che difficilmente potranno ottenere giustizia senza utilizzare la violenza. Ma non posso spingermi oltre al prevedere; ho poco tempo ormai per vedere. Eppure già le facce pulite di uomini e donne che si affacciano alla vita politica, e nelle Istituzioni, dentro il mio “partito”, ma, vorrei dire, “al servizio di tutto il nostro popolo”, dunque non solo quelli del PD, mi offrono motivi di speranza. E’ a questa speranza tardiva che ancora mi aggrappo, arditamente timido, offrendo l’incitamento alla ricerca del bene comune, cioè di tutti, e non di una sola parte, a chi ci governa, in basso ed in alto. Oggi i bambini della scuola materna (3 – 6 anni) ci hanno salutato con l’offerta della loro innocenza e fiducia, vorrei potergli lasciare un mondo migliore di come l’abbiamo trovato noi, figli del tragico Novecento.  


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