martedì 6 maggio 2014



La guerra dei Turcomanni.




Ho preso dallo scaffale un libriccino, quasi a caso, per leggerlo nell’ora di attesa della mia nipotina al corso di nuoto nella piscina geotermica di Larderello: La guerra dei turcomanni  di Arthur de Gobineau, dell’anno 1875. Il primo uscito nella Biblioteca Blù di Franco Maria Ricci,  nel mese di marzo 1973, già alla seconda edizione: costava 1500 lire. L’ho letto tutto – appena 64 pagine - facendo grandi solitarie risate! Vi si narra l’odissea di un soldato iraniano, un dimenticato gioiello del grande scrittore che qualcuno definì “l’uguale dei più grandi” e che Jean Prevost lo pose accanto a Stendhal. Al frontespizio ho trovato una mia scritta a lapis: “Letto il 16/7/1973, interessante!” sulla quale ci sarebbe da riflettere, ma soprattutto m’ha sorpreso una sottolineatura marcata, sempre a lapis, nel testo a pagina 43: “…Le donne sono cattive dappertutto: quelle erano atroci.”  Chissà  perché sottolineai questa frase? Non avevo la mamma, ero un marito amato, avevo due figlie incantevoli…una suocera affezionata e una nonna quasi novantenne ancora arzilla e simpatica…Non me lo spiego. Dal libro ho cavato addirittura quattro proverbi e modi di dire, e lo consiglio a chi vuol fuggire dalla vacuità dei bestseller.

Nessun commento:

Posta un commento