A Gerfalco.
Arrivare al piccolo borgo di
Gerfalco è sempre emozionante. Sia che si giunga dall’unico accesso di strada
rotabile asfaltata, sia che si risalga dal borgo di Travale, su una strada
sterrata, stretta e ripida, attraversando il fiume Cecina; sia che si raggiunga
dal Castello di Fosini, in un percorso di quattro chilometri sui costoni della
montagna più alta (1059
metri ) tra il monte Amiata a sud e la catena degli Appennini che fascia
l’intera Toscana. Qualche decina di anni or sono gli accessi da Travale e
Fosini erano possibili solo a piedi o a cavallo o a dorso di mulo, adesso è
invece possibile giungervi più comodamente a bordo di un’auto, naturalmente con
tutte le cautele possibili dato che nei quattro chilometri montani la velocità
non dovrà superare i 5 km/h ,
per l’estrema pericolosità di scambio con un mezzo che procedesse nella
direzione opposta. Gerfalco è un paese molto antico, florido negli anni intorno al Mille, quando nelle sue
viscere si scavava l’argento per battere la moneta dei Vescovi di Volterra.
Queste miniere risalgono addirittura all’epoca etrusca e ancora oggi se ne
conservano i resti. In linea d’aria, benché esso non sia visibile da
Castelnuovo, la distanza è piuttosto breve, poco più di 5 chilometri , mentre
con l’auto occorre percorrerne più di trenta. Quando ero giovane ci andavo a
piedi, in una sola giornata, partendo prima dell’alba e rientrando al calar
della notte. D’altra parte al Castello di Fosini andavo spesso, specialmente al
ballo dei contadini. C’erano lassù, e nei poderi della sua immensa corte, delle
ragazze bellissime e selvagge. Molti paesani l’hanno sposate, altri le hanno
amate. Due di loro le hanno sposate i miei cugini Alberto e Galeazzo. Amo
tantissimo questi luoghi selvatici, appena sfiorati dalla globalizzazione,
terra aspra senz’uomini, disseminata di ruderi, per decenni e solo da poco
grazie al taglio degli immensi boschi, ridestata a vita nova, seppur diversa. E
ieri, primo giorno dell’anno 2013,
in parte in auto ed in parte a piedi, ho ripercorso l’antica
mulattiera, ridestando le memorie e godendo di rinnovate emozioni. Col cielo
gravido di pioggia nel primo pomeriggio, poi con una spera di sole al tramonto,
non ho potuto documentare questo ritorno come avrei voluto. Propongo dunque
poche immagini di sintesi: il castagno millenario; la veduta del Castello di
Fosini; la strada nel bosco e il bosco; il podere abbandonato Campo alle Rose,
la chiesetta dell’Apparita e il Borgo di Gerfalco dove nell’unico Circolo.bar
abbiamo preso un caffè ed un gelato. Il caffè al ginseng (moderno) ma per il
gelato la barista m’ha detto che da mesi non se ne faceva più uso…al che le ho
chiesto quanti anni di età avessero quelli ancora presenti nel frigo…mi ha
risposto <circa uno>, ma si erano mantenuti bene! Infatti l’ho digerito
senza alcun problema.
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