Un fatto…
Nel febbraio 1994, nella Clinica
di Neurochirurgia Ospedaliera dell’Ospedale Le Scotte di Siena (dopo due mesi
di sofferenze), fui finalmente operato per un’ernia discale L5-S1. Operazione
perfettamente riuscita. Quasi al termine della breve degenza (e già camminavo
spedito nei corridoi facendo coraggio agli altri pazienti in attesa…), subentrò
una grave infezione spinale, di eziologia sconosciuta e refrattaria ad ogni
trattamento terapeutico. L’infezione, si propagò lungo il midollo e fu definita
“meningite spinale”. La remissione poteva avvenire solo spontaneamente.
Praticamente paralizzato sul lettino ero riuscito a captare soltanto:
meningite, attendere, morte, paralisi, sedia a rotelle…Ogni giorno i medici,
sempre più pensierosi, si affacciavano al mio capezzale chiedendomi come va’? e
alla risposta “uguale”, se ne andavano silenziosi, mi sembrava un po’ irritati,
come se io fossi la causa di quella situazione…Ma un mattino fu diverso: alla
domanda risposi: uguale, ma però sento dentro il mio corpo qualcosa di nuovo…un
cambiamento…Era l’inizio della regressione della malattia! Non guarigione,
perché mi sto portando dietro i postumi, dato che l’infezione avendo bruciato
neuroni e terminali nervosi in grande quantità, avrebbe lasciato il suo marchio
incancellabile, tuttavia potevo considerarmi “fortunato”. In quel Reparto di
altissima specializzazione avevo assistito inerme alla morte di un giovane per
un tumore al cervello, ed alle sofferenze di un uomo, come me contagiato dalla
stessa infezione (seppi più tardi, che era morto). In quell’ambiente “laico”
passò una suora e mi lasciò una medaglietta, un portafortuna, mi disse, ed io
l’accettai volentieri, mi sarei aggrappato anche ad un rasoio! Era la medaglia
di una santa sconosciuta S. Caterina di Labouré, una delle tante, pensai. Ci
scrissi sopra la data: Siena, 1994 – e l’ho sempre portata con me. L’iscrizione
sulla medaglia recita: “Le persone che porteranno con fiducia questa MEDAGLIA
riceveranno grandi grazie”. Questa santa sconosciuta l’accumunai idealmente
alle altre due mie sante protettrici, e tutte e tre l’ho ricordate nel post
pubblicato sul blog GRAZIE ALLA VITA il
31 gennaio 2012, dal titolo “Le mie sante…”.
Il 2 marzo di quest’anno ero a
Parigi. Nel pomeriggio decidemmo di andare a far la spesa al Buon Marchè sull’angolo
di Rue des Sévres e Rue du Bac. Mentre mia moglie faceva gli acquisti io decisi
di rimanere fuori e di fare una passeggiata. Avevamo i telefoni cellulari e mi
avrebbe chiamato al momento dell’uscita. Poco più in là c’è il piccolo e
delizioso giardinetto di Babylonia, sorta di oasi delle biodiversità, lo attraversai
fotografando i primissimi fiori di un mandorlo, girai l’angolo estremo
prendendo a sinistra per avvicinarmi al Buon Marchè. Sul mio marciapiede notai
una vecchia mendicante rattrappita a terra, contrariamente al mio solito le
lasciai nel bicchierino qualche spicciolo, in fondo alla via girai a sinistra,
stando sempre sul lato destro. Notai una libreria di libri di religioni
orientali, ed in vetrina un bel volume con i Proverbi Tibetani, costava 39 €, e
non lo comprai (anche per il peso che avrebbe fatto aumentare al già voluminoso
bagaglio!), poco più avanti moltissime persone, la maggior parte donne di
colore, entravano ed uscivano da un portone. Quando giunsi a quel portone
provai una forte curiosità e anch’io entrai. Da un atrio si passava in un lungo
e stretto cortile a cielo aperto la cui alta parete a sinistra era ornata di
statue e lapidi e un numero altissimo di piccole targhe di marmo murate con la scritta
MERCI…Scattai tre fotografie e lessi le epigrafi. Erano ringraziamenti per
“grazie ricevute”. Le statue e le incisioni stilizzate di un monogramma mi
sembravano familiari, ossia da qualche parte l’avevo già viste…ma dove? La
mente si aprì e il pensiero mi andò alla medaglietta che tenevo sempre con me
in una tasca interna del portafoglio. La cercai e la trovai subito: era proprio
uguale al monogramma e la santa citata la medesima: S. Caterina Labourè! Una
delle mie tre sante, quella sconosciuta…Entrai nella cappella delle
apparizioni, sostai tra centinaia di fedeli che la gremivano e all’uscita
lasciai 1,50 € per prendere tre medagliette (queste in lingua francese, a
differenza della mia che è in lingua italiana) da portare in dono a tre persone
care. Così, non so se casualmente o perché chiamato, mi sono incontrato con
Caterina. Se chiamato, accetto il “segno” e m’impegnerò a comportarmi nella
vita pratica e nei pensieri e sentimenti, come sono sempre stato, con certezze
e dubbi, difetti e pregi,
ma con bontà ed onestà. Tutto
sommato in questi 18 anni di silenziosa coabitazione non devo essergli sembrato
troppo “lontano”, anzi, credo piuttosto simpatico, proprio come un vero amico.
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