La quercia antica
Sul
ciglio della via maestosa s’innalza
la
quercia antica, scampata a cinquanta
tagli,
al fulmine e alla bufera, alla povertà
di
mezzadri e carbonai, domina la valle
e
l’aspro corso del torrente, offre riparo
ai
migranti stanchi e ghiande a daini
e
cinghiali, frescure ai viandanti.
Ormai
ha bisogno di poche cure,
dimentica
delle ferite del tempo non chiede
protezione
agli uomini, le sue cime
direttamente
al Cielo si rivolgono.
Traggo
molti insegnamenti da quest’albero,
ora
che il mio fragile involucro si screpola
e
s’accorcia; non misurare il tempo
è
il primo, lo segue la speranza, e terzo
viene
il desiderio di far del bene.
In
ultimo ci accomunerà la morte,
fuoco
e memoria per consolare i vivi.
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