sabato 31 marzo 2012
La giornata mondiale della poesia
è stata istituita dalla Conferenza Generale dell’UNESCO nel 1999 ed è stata
celebrata per la prima volta il 21 marzo 2000, primo giorno di primavera. In
Italia questa celebrazione, praticamente sconosciuta, è passata sempre sotto
silenzio. Ho avuto modo di verificare che in Francia la poesia gode, almeno a
livello di massa, di ben altra considerazione. Lo affermavano le vetrine delle
librerie che si affacciano sui boulevard del centro, con grandi spazi dedicati
ai libri di poesia, francesi e stranieri, con vetrine dedicate interamente alla
poesia in quelle specializzate per bambini e ragazzi e la miriade di iniziative
messe in atto dal 5 al 18 marzo durante il periodo chiamato “Le printemps des poetes”,
evento nato dal Ministro della Cultura e sostenuto dal Ministero
dell’educazione nazionale. Ogni anno viene scelto un tema; così nel 2010 era
“L’amore”, nel 2011 “Paesaggi infiniti” e nel 2012 “L’infanzia”, ponendo cioè
al centro delle iniziative di quest’anno l’esigenza di sviluppare l’amore per
la poesia fin da bambini. L’impegno globale ha messo in campo le scuole, le
biblioteche, i poeti con reading di poesia, cortometraggi poetici, spettacoli
musicali e teatrali, con oltre 20.000 appuntamenti. All’interno delle scuole
c’è stata una vera e propria invasione di poeti mentre nelle vie di molte città
francesi i poeti hanno improvvisato le loro poesie. Addirittura la
metropolitana di Parigi ha lanciato un
concorso dedicato ai suoi viaggiatori e alla stazione di San Germain du
Prés era allestita una mostra di libri
di poesia. Le case editrici hanno presentato le loro novità. Ma uno degli
aspetti più significativi, oltre a quello di un funzionale coordinamento centrale,
è stato quello della spontaneità e del volontariato, che ha operato anche nei
piccoli centri e con una grande partecipazione di pubblico. E l’Italia?
Speriamo e attendiamo che nel prossimo anno, a marzo, si celebri anche da noi La Primavera della Poesia
così come sostenuto da una prestigiosa rivista letteraria (Leggere: tutti) che
invita gli interessati al progetto a segnalarlo a info@leggeretutti.it AUGURI!
Alle 9,30 di ieri, 30 marzo, ero
già all’ingresso della stradina sterrata che s’inerpica per un centinaio di
metri, dipartendosi dalla provinciale della Val d’Era, alla Badia Camaldolese
di Volterra. La Badia
di San Giusto si trova all’estremità nord della città e la sua massa imponente
si affaccia sulla voragine delle “Balze”. Il monastero fu fondato dal vescovo
Gunfredo tra il 1030 ed il 1034 ed affidato più tardi ai monaci benedettini ai
quali, nel corso del XIII, subentrarono i monaci camaldolesi. L’immensa frana
delle “balze” cominciò a manifestarsi nei primi anni del XVII secolo, e nei
secoli successivi il movimento franoso arrivò fino a lambire la Badia , dove s’è arrestato.
Nel periodo dell’occupazione francese, tutti gli ordini monacali furono
soppressi e i camaldolesi vi fecero ritorno nel 1820 per abbandonare
definitivamente l’edificio, ormai in grave pericolo, nel 1861. Da questa data
inizia in lento ma progressivo degrado dell’insieme architettonico che porterà
alla pressoché totale distruzione della chiesa e del lato ovest. L’edificio
ospiterà poi numerosi prigionieri di guerra del primo conflitto mondiale e gli
“sfollati” dalla città di Volterra durante e dopo la seconda guerra mondiale,
con importanti manomissioni strutturali e l’accentuarsi del degrado e della
spoliazione. Soltanto in questi ultimi venti anni, per merito essenzialmente
della Fondazione della Cassa di Risparmio di Volterra, sono stati avviati i
lavori di messa in sicurezza dell’intero edificio e, recentemente, avvalendosi
del “Progetto Europeo Leonardo”, della collaborazione della Camera di Commercio
di Stoccarda e di altre strutture locali, tra cu mantiene un ruolo principale
il GIAN (Gruppo Italiano Amici della Natura, sezione di Volterra), circa
quindici giovani artigiani tedeschi, supportati da ditte e maestranze
specializzate, operano per tre mesi all’opera di restauro. Ieri sono partiti i
giovani tedeschi e s’è svolta la cerimonia ufficiale tra le Autorità di
Stoccarda e di Volterra, una cerimonia importante e calorosa. Spero vivamente,
avendo seguito in questi ultimi dieci anni, come componente della Fondazione, i
lavori, di poter rivedere l’insigne monumento nella sua bellezza, e pieno di
vita, tra un mezzo secolo! Naturalmente, se possibile, lo vedrò da un’altra
prospettiva! Ma una speranzosa certezza mi rassicura che l’opera sarà ultimata.
Si potrà visitare la Badia ,
che conserva tra l’altro un grandioso ciclo di affreschi, nel periodo
primavera-autunno contattando l’Ufficio Turistico di Volterra al telefono (o
fax) 058887257.
giovedì 29 marzo 2012
La morte di Swan.
Ne abbiamo parlato nel post precedente. Una cometa, denominata Swan, in questi giorni si è avvicinata pericolosamente al nostro Sole. Gli scienziati avevano dato poche speranze di sopravvivenza per Swan, e così poche ore fa l'oggetto ha fatto il suo ingresso nell'atmosfera solare, disintegrandosi totalmente.
Ne abbiamo parlato nel post precedente. Una cometa, denominata Swan, in questi giorni si è avvicinata pericolosamente al nostro Sole. Gli scienziati avevano dato poche speranze di sopravvivenza per Swan, e così poche ore fa l'oggetto ha fatto il suo ingresso nell'atmosfera solare, disintegrandosi totalmente.
Le immagini di seguito sono state pubblicate da Spaceweather.com e
mostrano gli ultimi istanti di vita di Swan, prima di impattare inesorabilmente
sulla superficie del Sole. Il brillamento solare che si scorge nell'altro
versante della stella non ha alcuna correlazione con l'impatto.
mercoledì 28 marzo 2012
La cometa Swan.
Una cometa luminosa si sta per tuffare nel Sole in piena
attivita'. E' una delle tante comete ''suicide'', che finiscono per essere
distrutte da un tuffo fatale nel Sole. Si chiama Swan, come lo strumento
utilizzato per scoprirla una settimana fa dalla sonda Soho (Solar and
Heliospheric Obervatory), un progetto nato in collaborazione tra Nasa ed
Agenzia spaziale europea (Esa).La cometa è diretta verso la nostra stella
proprio nel corso di forti perturbazioni solari, che non hanno modificato il suo
percorso, ma hanno disturbato le immagini catturate dalla sonda. Proprio in
questi giorni una serie di eruzioni solari ha scagliato nello spazio sciami di
particelle perchè il Sole è entrato in una nuova fase attiva del suo ciclo e si
prepara a raggiungere il culmine tra gennaio e febbraio 2013.La cometa
appartiene al gruppo Kreutz, una famiglia insieme di comete originate
dalla frammentazione di un'antica e gigantesca cometa, durante il suo primo
passaggio attraverso il Sistema Solare. Queste comete che ''amano il rischio''
si chiamano ''sungrazer'' (comete radenti) e sono piuttosto frequenti e la maggior
parte di esse vengono disintegrate dal calore solare. Secondo gli esperti del
Naval Research Lab degli Stati Uniti, la cometa Swan non avrà
probabilmente la stessa fortuna della lucente cometa Lovejoy, che lo scorso
dicembre riuscì a non disintegrarsi pur passando a 'soli' 140.000 chilometri dal
Sole.
Canto ciò che si perde…
Nell’ombra
già odorosa della sera
m’inoltro
in una via senza ritorno;
miro
la luna che impudica sale
tra
due infelici astri,
nello
spazio chiaro.
Mi
son compagni confusi pensieri
e
onde, onde ancestrali, e volti
e
nomi, desideri carnali e baci
su caste
labbra, fugaci immagini
d’occhi
ridenti e neri.
La
ragazza che incontro nel giardino
ha
d’una Dea il sorriso, la voce
dolcissima
d’un nascente amore.
Cosa
canti, poeta, ora che il buio
ha inghiottito l’albore della tua cometa?
Canto
ciò che si perde ed ho perduto:
il
sacro fuoco, che imprudente
accesi
già vecchio, il suo
ricordo,
che ancor mi brucia.
lunedì 26 marzo 2012
Un giorno a Firenze.
La bella giornata di primavera a
Firenze è iniziata con la visita alla Galleria Palatina e ai capolavori che più
degli altri amo, Lippi, Botticelli,
Raffaello, Rubens… e proseguita con un boschereccio economico spuntino nel
Giardin de’ Boboli, prima di ascendere al
punto panoramico e al Museo delle Porcellane. Oltrepassato il Ponte
Vecchio mi sono riposato al fresco di Orsanmichele, seduto proprio di fronte al
Tabernacolo di Andrea Orcagna e lì
disseto in parte la mia inesauribile sete di bellezza. Alle 15,30 son sullo
scalone della Loggia dei Lanzi, in attesa di due sconosciuti amici. Vedo Anna e
Nicolò già da lontano, li riconosco da antiche foto e dall’idea che per loro ho
costruito nella mia mente. Tali e quali. Miei coetanei, vivaci e ancora pieni
dell’antica bellezza. Lui, ormai in pensione, è stato un brillante giornalista,
collaboratore a giornali nazionali e degli Stati Uniti, fondatore di molte
iniziative editoriali e filmiche, nonché il testimone che fece conoscere “in diretta”,
al di là dell’Atlantico, la tragedia della tristemente famosa “alluvione di
Firenze” nel novembre 1966. Lei, Anna. è la poetessa mite e sognante che ha
accompagnato il mio cammino in questi ultimi dieci anni di inattesa creatività.
Insieme partecipiamo alla inaugurazione di una bella mostra di acquerelli di
Gabriella Balestri Porzio, una artista che ha, da anni, lo studio nel Borgo di
Castelnuovo di Val di Cecina, dove sono nato e dove vivo. Mi considero un amico
di Gabriella e apprezzo in sommo grado le sue qualità artistiche, del resto
note in Italia e all’estero. Poi la passeggiata per il centro fino al Duomo,
dove ci salutiamo. La fausta giornata si conclude a Siena, con squisita cena
preparata da mia figlia, Tania, e chiusa con un bicchierino di “Vin de glace”,
un vino molto particolare prodotto in Canada con acini maturati tra l’ottobre e
il gennaio e sottoposti ad essiccazione e concentrazione prima della
distillazione. Il risultato è questa boccettina di 200 cl, dal prezzo non
proprio economico, ma che vale tutto il sapore e la suggestione che lentamente
mi scaldano l’anima, prima di abbandonarmi al sonno.
EUGENIA SERVI E’
MORTA! (4 marzo 2012)
Gentilissima signora L.,
la sua lettera m’ha dato gioia e
dolore. La prima è avermi richiamato alla memoria l’amica Eugenia, il secondo
l’annuncio della sua morte. Da quando la comune amica Elie Lattes è scomparsa,
purtroppo anche i miei contatti con Eugenia si sono praticamente interrotti e
il “giornalino” scritto dalle anziane della Casa di Riposo di Firenze credo
abbia sospeso la sua periodicità. Per fortuna aveva pubblicato un estratto
dell’importante “diario” di Eugenia, adesso accolto al Centro Diaristico
Nazionale di Pieve Santo Stefano. Io l’avevo avuto in anteprima, quando Eugenia
abitava a Livorno, e la maggior parte dei ricordi erano freschi, anche se
cominciava ad avere problemi di memoria. Abbiamo mantenuto un rapporto
d’amicizia molto bello e, ad un certo punto, sono stato io a dire a lei chi
fosse, mentre non sapeva più chi fossi io! Sono contento di aver utilizzato il
suo diario in due pubblicazioni: La piccola Banda di Ariano e Da Roccatederighi
ad Auschwitz, adesso esaurite ed introvabili se non in qualche biblioteca.
Inoltre, successivamente, tramite la regista Vera Paggi di RAI NEWS24, il diario di Eugenia è finito in due
documentari diffusi in TV e negli eventi che il 27 gennaio ricordano la tragedia
della Shoah. Dunque si può affermare che Eugenia non sia morta del tutto, anzi,
man mano che ci inoltriamo in un tempo smemorato essa acquista maggiore
presenza e valore. Le vicende della mia vita mi hanno condotto all’incontro con
una parte degli ebrei della Boemia scampati alla Shoah e m’hanno aperto le
porte alla conoscenza di quell’immensa tragedia. Nell’arco di quasi 40 anni ho
lavorato con tenacia al recupero delle storie di molte persone raccogliendo
memoriali di sopravvissuti toscani, che, ogni anno che passa, vedo sparire,
mentre anch’io coi miei 73 anni di età vedo lentamente calare le forze. Spero
che lei conservi il materiale di Eugenia, fotografie, lettere, documenti…e, se
e quando lo riterrà opportuno, farne un pacchetto da inviare al CENTRO
DIARISTICO NAZIONALE DI PIEVE SANTO STEFANO, Dottoressa Loretta Veri, Piazza Plinio
Pellegrini, 1 52036 PIEVE SANTO STEFANO (AREZZO), in modo tale che unito al
diario ivi depositato possa costituire un ulteriore elemento di conoscenza
sulla sua vicenda personale e sulla tragedia che colpì la comunità ebraica
toscana tra il 1938 e il 1944, durante la quale oltre 50 ebrei furono deportati
dalla Maremma ad Auschwitz senza più far ritorno. Come lei saprà la famiglia
Servi conobbe una sorte migliore. Nel caso che le dovessi essere di una qualche
utilità mi contatti…
Le trascrivo il mio indirizzo di
posta elettronica:
21 marzo 2012.
venerdì 23 marzo 2012
Radicondoli ospita i partecipanti del progetto Leonardo Bio Energy
I partecipanti al progetto in visita alle serre geotermiche
della cooperativa Parvus Flos di Radicondoli
Oltre trenta persone, in rappresentanza di Comuni,
Comunità Locali e Aziende Energetiche, provenienti da sei paesi europei, hanno
visitato la centrale geotermica di Radicondoli.
GeotermiaNews
23/03/2012
Per un giorno Radicondoli si è trasformata in un
polo europeo per la presenza di una delegazione formata da francesi, spagnoli,
greci, rumeni e ciprioti, oltre agli italiani, per lo più
rappresentanti di Comuni, Comunità locali e Aziende energetiche partecipanti al
progetto europeo “Leonardo Bio Energy” in visita alla centrale geotermica.
Leonardo Bio Energy è un
progetto approvato nell’ambito del programma europeo “Lifelong Learning
Programme–Leonardo Da Vinci Partnership”, che in un percorso di 24 mesi intende
promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili come uno degli elementi chiave
della politica energetica in Europa.
La visita al territorio
geotermico di Radicondoli s’inserisce, pertanto, in questo percorso, volto a
rintracciare i nuovi mestieri e i bisogni in competenze delle imprese e degli
impiegati del settore delle energie rinnovabili.
I partner del progetto, che
sono complessivamente otto in sei differenti Paesi europei (Francia, Italia,
Grecia, Spagna, Romania, Cipro) dovranno compiere un lavoro di valutazione della
qualità dell’offerta di formazione del settore indicato da ogni paese al fine di
paragonare e arricchire i metodi di apprendimento.
Gli obiettivi del progetto sono riconducibili alla valorizzazione delle professioni nel campo delle energie rinnovabili e allo studio delle esigenze formative per giungere alla determinazione di adeguate competenze, compresa l’analisi e la
proposta di miglioramento dei metodi di apprendimento
Gli obiettivi del progetto sono riconducibili alla valorizzazione delle professioni nel campo delle energie rinnovabili e allo studio delle esigenze formative per giungere alla determinazione di adeguate competenze, compresa l’analisi e la
proposta di miglioramento dei metodi di apprendimento
La giornata a Radicondoli è
stata una full immersion per le circa trenta persone coinvolte. Nel corso della
visita hanno potuto verificare di persona le opportunità offerte dalla
geotermia non solo nel campo della produzione di energia elettrica ma anche come
volano di sviluppo per l’economia dei territori, con particolare riguardo agli
usi diretti della frazione calore.
I rappresentanti istituzionali, partecipanti al “Bio
Energy 2012”, erano accompagnati dall’Assessore alle
energie rinnovabili del Comune di Radicondoli Flavio Lippi e dai responsabili di
Enel Green Power Roberto Parri e Alessandro Cardaioli.
Prima di giungere alla
Centrale geotermica hanno visitato le serre della “Parvus Flos”, Società
cooperativa agricola che, grazie al calore ceduto dall’attività geotermica,
riesce a riscaldare le serre riducendo sia i costi economici che quelli
ambientali.
«L'utilizzo
del fluido geotermico per riscaldare le serre -ha detto il presidente della
Parvus Flos, Massimo Rossetti- è strategico per una produzione con il marchio
energia pulita nei 45 ettari del podere San Marco in cui operiamo, producendo
basilico, gerani, ciclamini e stelle di natale».
La visita dei delegati si è
chiusa con la centrale geotermica Nuova Radicondoli, che con l’avvio del nuovo
impianto da 20 MW avvenuta a fine 2010 ha raggiunto 60 MW di potenza
installata.
L’impianto costruito con le
migliori tecnologie oggi disponibili, è in grado di produrre oltre 140 milioni
di chilowattora, corrispondenti ai consumi di 55.000 famiglie, evitando così
l’emissione in atmosfera di 200.000 tonnellate di CO2, oltre a un risparmio di
combustibili fossili per 55.000 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio)
l’anno.
Il progetto è stato
sviluppato con la condivisione degli Enti Locali che hanno partecipato
attivamente alla scelta dei tracciati dei vapordotti, in un’ottica di rispetto e
armonizzazione dei vincoli ambientali e paesaggistici.
«Enel Green Power -ha detto
Roberto Parri- è leader mondiale nel settore geotermico. In Toscana ha una
produzione che soddisfa il 26% dei consumi energetici regionali, mentre in
provincia di Siena copre l’intero fabbisogno provinciale».
mercoledì 21 marzo 2012
L’eterna finzione
della primavera.
Quattro bagnanti civettuole
sul vecchio muro dell’orto
in verticale prendono il sole.
Non amano il vento né la pioggia
di nube o di roggia:
il sole, questo di primavera,
arma il loro sangue freddo
per il primo amore.
L’amore, il fremito del sesso,
vane fole ora che sento
il tempo precipitare,
mentre un sangue scuro
scorre lento!
Ricordi Aurora, se ancora
sei tra i vivi, il nostro
bacio lieve sul muricciolo?
Oppure,
tra i morti hai portato
il suo sapore di viole?
Sempre ti penso:
e ad ogni rifiorire
all’eterna finzione
che ci offre la vita
prima di morire!
martedì 20 marzo 2012
Essere poeta
Sono
un meraviglioso poeta!
Ormai,
alla bella età della canizie,
posso
affermarlo.
Nessuno
ha pubblicato i miei versi,
né
ci ho mai provato;
stampo
furtivo i canti miei sommessi,
per
sentirmi vivo.
Tutti
sono nella mia mente,
sbocciati
timidi come i gigli
del
campo a primavera,
moriranno
silenziosi
tra
il gelo dell’inverno
e
l’ombra della sera.
A
chi mi chiedesse il perché
quest’ardire
a proclamarmi poeta,
risponderei:
“l’amore, la bellezza
e
la felicità m’hanno incoronato
in
anni lontani e sempre
a
loro fedeltà ho donato.”
Sono
un meraviglioso poeta
e
perciò stringo il sottile filo
che
mi lega, non alle ricordanze,
ma
al desiderio di baci,
a
quel tremor che gli amanti
teneramente
assale.
Sono
un meraviglioso poeta!
Roma, 1^ Edizione di LIBRI IN ONDA.
Cari amici, il 23 e il 24 Marzo,
ossia Venerdì e Sabato prossimi, vi aspettiamo con la I
Edizione di Libri in onda,
una manifestazione che abbiamo realizzato in collaborazione con nove case
editrici indipendenti.
Vi aspettano aperitivi itineranti con gli
editori e gli autori, i cataloghi delle nove case editrici scontati del 10 %,
micro presentazioni, dibattiti, incontri..insomma, ci auguriamo che vorrete
scoprire in nostra compagnia le produzioni editoriali di queste case
editrici!
Ad aderire alla manifestazione della nostra
libreria, case editrici dalla varia offerta di pubblicazioni. Accanto ad editori
romani da tempo apprezzati per le loro pubblicazioni, come la Giulio Perrone
Editore e Palombi
Editori , saranno presenti anche case editrici
specializzate, come le Edizioni Il Lupo
per carte e guide escursionistiche dell’Appenino Centrale, Cavallo di Ferro
Editore, promulgatrice della letteratura lusofona in Italia, e
Ginevra Bentivoglio
EditoriA, specializzata in arte, archeologia, architettura e
saggistica storica. Le Edizioni Ensemble,
di recentissima nascita, mirano invece a promuovere esordienti ed eccellenze
nascoste, mentre le Edizioni della
Sera, attraverso le numerose collane, offrono un variegato
panorama di autori italiani. La Lozzi
Publishing , da poco sul mercato editoriale con
la collana Remo , ha messo la
Capitale al centro del suo specifico interesse; infine, con la partecipazione
della casa editrice Il
Caso e il Vento, il pensiero delle donne sul mondo avrà
preponderante importanza.
Vi aspettiamo
Venerdì 23 Marzo, alle 18.00, per un aperitivo itinerante con prodotti laziali e
toscani insieme ad autori ed editori.
Sabato 24, dalle
10,
sorseggiando del buon caffè avrete modo di approfondire la conoscenza dei
novi editori e di
incontrarne gli autori; inoltre, attraverso le persone-libro dell’Associazione Donne di Carta, a partire dalle 18.30,
saranno gli stessi libri a parlare e a raccontarsi, intervallando il loro
narrarsi con un secondo aperitivo itinerante..
Insomma, sosteneteci anche questa volta, e
sostenete la buona lettura!
Vi aspettiamo
Venerdì!
Cristina e Valentina
lunedì 19 marzo 2012
19 marzo, San Giuseppe.
Son già passati 27 anni dal giorno della morte di mio padre, Renzo (1915-1985), eppure il suo ricordo, diciamo pure la sua presenza, sempre mi accompagna. In quell'anno scrissi questa poesia:
Son già passati 27 anni dal giorno della morte di mio padre, Renzo (1915-1985), eppure il suo ricordo, diciamo pure la sua presenza, sempre mi accompagna. In quell'anno scrissi questa poesia:
Preciso come un orologio svizzero
veniva ad ogni festa
nel primo mattino
mentre noi dormivamo ancora
e si fermava con la nonna
in
cucina
a bere un goccio di vino.
Portava L’Unità
e si pagava una volta al mese
insieme al bollino
della sottoscrizione
per la stampa comunista,
era un vecchio sondista
di nome Fabbrino.
La colazione a letto
il
giornale
i versi tra noi
e il riso che forte
sgorgava,
poi i ricordi tuoi giovanili
di quando Severina
t’amava.
Ora che il male ha vinto
ora che la morte
ha gelato il tuo viso
e tace il clarino
come vorrei quel tempo
impareggiabile ritrovare!
Una diga farei ai giorni
per arrestare la gioia
e berla goccia a goccia.
venerdì 16 marzo 2012
La quercia antica
Sul
ciglio della via maestosa s’innalza
la
quercia antica, scampata a cinquanta
tagli,
al fulmine e alla bufera, alla povertà
di
mezzadri e carbonai, domina la valle
e
l’aspro corso del torrente, offre riparo
ai
migranti stanchi e ghiande a daini
e
cinghiali, frescure ai viandanti.
Ormai
ha bisogno di poche cure,
dimentica
delle ferite del tempo non chiede
protezione
agli uomini, le sue cime
direttamente
al Cielo si rivolgono.
Traggo
molti insegnamenti da quest’albero,
ora
che il mio fragile involucro si screpola
e
s’accorcia; non misurare il tempo
è
il primo, lo segue la speranza, e terzo
viene
il desiderio di far del bene.
In
ultimo ci accomunerà la morte,
fuoco
e memoria per consolare i vivi.
La geotermia del XXI secolo
Al Convegno “La geotermia del XXI secolo” che si è
svolto ieri a Firenze, organizzato dall’associazione GIGA, Gruppo Informale per
la Geotermia e l'Ambiente, ha partecipato anche il Direttore di CoSviG, Sergio
Chiacchella, con un intervento centrato su “Le opportunità occupazionali: I
nuovi competitor e il territorio”.
GeotermiaNews 16/03/2012
Il convegno è stato organizzato dall’associazione
GIGA, Gruppo Informale per la Geotermia e l'Ambiente, un’associazione ecologista
no profit che ha tra i suoi principali obiettivi “la conservazione degli
acquiferi geotermici e la loro coltivazione attraverso le così dette piattaforme
ad impatto zero (z.i.p.), ovvero sistemi capaci di operare trasformazioni
energetiche senza che a ciò corrispondano qualsiasi tipo di immissioni o
emissioni nell'ambiente“.
Più
propriamente si potrebbe parlare di sistemi a basso impatto ambientale, quali
sono ad esempio quelli a ciclo binario, che permettono di evitare emissioni in
atmosfera ma hanno comunque necessità di vaste aree di territorio per la
re-immissione dei fluidi.
Questo
approccio, ha portato GIGA a proporre e sostenere la totale sostituzione dei
sistemi utilizzati per la coltivazione dei campi geotermici toscani con sistemi
a cicli integrato, considerati molto più efficienti. Di questo ed altro si è
discusso al convegno di Firenze, che ha visto numerosi relatori tra tecnici,
esperti del settore, amministratori e politici.
Dopo la
sessione introduttiva della mattina, chiusa con l’intervento dell’Assessore
regionale all’Ambiente ed energia, Anna Rita Bramerini, il pomeriggio è stato
dedicato agli scenari del prossimo futuro nel settore geotermico: in questa
sessione è intervenuto il Direttore del Consorzio per lo sviluppo delle aree
geotermiche, CoSviG, Sergio Chiacchella.
Chiacchella ha presentato il
quadro attuale della geotermia che a livello nazionale copre una quota di
produzione di energia elettrica pari a oltre 5 TWh, che rappresenta il 6,82%
della produzione elettrica da energie rinnovabili su scala nazionale e circa
l’85% su scala regionale. Questa quota prodotta esclusivamente in Toscana, nelle
tre province di Pisa, Siena e Grosseto, rappresenta circa il 26% del fabbisogno
di energia elettrica su base regionale e l’1,5% su base nazionale. Riguardo ai
benefici ambientali che derivano dal contributo della geotermia, questi sono
riconducibili ad un risparmio di circa 1,2 milioni di TEP all’anno e alla
mancata emissione di circa 3,6 milioni di tonnellate di CO2.
«La geotermia è una risorsa
rinnovabile importante per il bilancio energetico dell'Italia, strategica per la
Toscana -ha detto Chiacchella, perciò- non discutiamo “se” sfruttare la risorsa;
va invece dedicato il massimo impegno per definire il “come” rendere compatibile
a livello locale l'attività di coltivazione della risorsa nelle diverse
circostanze».
Il Direttore di CoSviG ha
quindi indicato quali sono le prospettive per il futuro, che si basano sui nuovi
permessi di ricerca richiesti da diverse società, grazie alla liberalizzazione
resa possibile dalla legge di riassetto del settore geotermico (la 22/2010).
«Le stime che si basano sui
dati pubblici relativi ai permessi di ricerca presentati dalle compagnie e dalla
conoscenza delle aree geotermiche che deriva dalla banca dati MISE- ha spiegato
Chiacchella- indicano che si possa prevedere una potenza installata di 600 MWe
in un arco temporale breve».
Una previsione che tiene
conto dei permessi di ricerca richiesti dalle principali compagnie energetiche
in possesso delle adeguate capacità tecnico economiche e tecnologiche per
affrontare le ricerche geotermiche.
«E’ una stima prudenziale –ha
specificato il direttore di CoSviG- legata alle caratteristiche minerarie dei
sistemi idrotermali e alla sfida tecnologica dell’impiego per la produzione
elettrica delle centrali a ciclo binario ad emissioni atmosferiche zero.
Considerando i permessi di ricerca richiesti da società minori si possono
aggiungere ulteriori 100-200 MW, così da raggiungere i 700-800 MW
complessivi».
A fronte di queste previsioni
e considerando una potenza installata sul territorio nazionale di 600 Mwe, gli
investimenti globali attesi sarebbero di circa 3miliardi di euro entro il
2020.
I benefici dello sviluppo
della geotermia per usi elettrici si possono, quindi, riassumere nel fatto che
permette l’uso di una risorsa endogena e rinnovabile in molte aree del
territorio, con la conseguente riduzione dei costi energetici legati
all’importazione di energia; nel fatto che permette una rilevante riduzione
delle emissioni di gas serra, e un risparmio nell’uso di fonti fossili.
A questi si vanno ad
aggiungere i vantaggi economici ed occupazionali, dati dall’opportunità di
sviluppare una filiera legata alla geotermia che tiene in sé la ricerca,
l’innovazione tecnologica, l’industria geofisica, il terziario avanzato, tutti
elementi che andrebbero a qualificare i territori in cui è previsto l’uso della
risorsa geotermica.
«Il quadro che ne emerge –ha
sottolineato Chiacchella- è estremamente dinamico in tutto il paese e più in
generale in Europa. C’è un ingresso di imprese e gruppi industriali di notevole
peso finanziario e tecnologico che fa da stimolo alla competizione e che
produrrà una curva di crescita della geotermia in linea con le altre energie
rinnovabili e un forte sviluppo tecnologico in vari settori coinvolti nella
ricerca e produzione di energia e la possibilità di sinergie tra geotermia ed
altre fonti rinnovabili».
«Con la possibilità di
valorizzare la media e bassa temperatura– ha continuato il direttore di CoSviG-
la prospettiva è di utilizzare le risorse geotermiche in maniera più diffusa
geograficamente nel paese che nel passato, con consistenti benefici ambientali,
economici ed occupazionali per il paese e le popolazioni locali».
L'impegno di CoSviG per la
valorizzazione della risorsa a media e bassa temperatura e degli usi diretti,
sta proprio nella sfida della creazione di una filiera toscana del settore,
partecipandovi attivamente.
CoSviG, assieme a Geonergy ha
presentato, infatti, nel 2011 la richiesta per due permessi di ricerca
geotermica finalizzati alla sperimentazione di impianti pilota: uno nell’area di
Cortolla nel comune di Montecatini Val di Cecina per una superficie di 22,54
Kmq; l’altro a Lucignano, nel comune di Radicondoli, per una superficie di 15,02
Kmq.
CoSviG, sempre assieme a
Geonergy, ha in corso anche un progetto per una piccola utilizzazione geotermica
d’interesse locale nel Comune di Monterotondo Marittimo. Il progetto, denominato
“Milia", prevede la realizzazione di un impianto geotermoelettrico a ciclo
binario della potenza di 640 kWe, che è già stato presentato all’amministrazione
comunale.
«Uno sviluppo sostenibile
della geotermia, compatibile con i territori e in grado di far crescere la
competitività del sistema delle imprese toscano è quindi possibile -ha concluso
Chiacchella- ma perché lo sia in concreto è necessario garantire che le attività
industriali legate all'utilizzazione della risorsa determinino il minore impatto
possibile sull’ambiente. Questo si può fare utilizzando le migliori tecnologie
disponibili e per questo è anche necessario che sia garantita un'equa
remunerazione dei capitali investiti attraverso la definizione di un corretto
sistema degli incentivi».
sabato 10 marzo 2012
venerdì 9 marzo 2012
Profilo di
Santa Caterina Labouré.
Parigi 1830. Casa Madre della
Compagnia delle Figlie della Carità. Tra le novizie c’è una giovane suora,
Caterina Labouré, al secolo Zoe, figlia di Pierre e Maddalena Gontard, era nata
in una villaggio della Borgogna, (Fain-lès-Moutiers), il 2 maggio 1806, in una famiglia
numerosa di contadini, seconda di dieci figli. All’età di 12 anni, morta la
mamma e fattasi suora la sorella maggiore, Caterina assunse la guida della
famiglia, crescendo forte e generosa e coltivando una intensa devozione verso la Madonna. All ’età di 24 anni, il
21 aprile 1830, seguì la sorella entrando nel noviziato delle Figlie della
Carità a Parigi, in Rue du Bac, istituzione sorta dal carisma di S. Vincenzo de’
Paoli e di Santa Luisa de Marillac, cercando, nel suo modello di vita
monastica, di imitare le virtù della madre di Gesù. E’ proprio nel 1830, il 19
luglio e nel novembre, che Caterina ebbe cinque ripetute apparizioni e contatti
diretti con la Madonna
nella Cappella del Noviziato (già in precedenza Caterina aveva avuto altre
presunte apparizioni, sia di S. Vincenzo, che di Gesù Eucaristico e di Cristo
Re). Nella seconda, quella della notte
tra il 18 e il 19 luglio 1830, mentre la Francia era sconvolta
dalla possibilità di una nuova rivoluzione, Caterina s’incontrò fisicamente con
la Madonna. La
più nota delle apparizioni fu però quella del 27 novembre nella quale ella ricevette
l’ordine dalla S. Vergine di far coniare la “medaglia”, poi definita
“miracolosa”, dandole precise istruzioni. Due anni dopo, il 30 giugno 1832,
vennero coniati i primi 1500 esemplari della medaglietta e nel 1836 il Vescovo
di Parigi, al termine del processo istruttorio sulle apparizioni, le approvò
solennemente. Caterina fondò l’Associazione delle Figlie di Maria dedicandosi,
dall’ospizio di Enghien, nei sobborghi
di Parigi, per oltre quaranta anni, sempre in silenziosa umiltà, a diffonderla
ovunque e a chiunque, tra gli operai e gli anziani, gli ammalati, i soldati e i
poveri, fino alla sua morte, che avvenne nell’ospizio di Enghien, il 31
dicembre 1876. Il suo corpo riposa sotto l’altare della apparizioni in rue du
Bac a Parigi. Le mani di Caterina, che avevano toccato la Madonna e i suoi occhi che
l’avevano contemplata, si disse che erano rimasti perfettamente conservati. Caterina
ha lasciato un semplice diario nel quale descrive le due principali apparizioni,
le profezie annunciate, l’obbligo di mantenere il segreto su gran parte delle
rivelazioni e alcune rivelarle solo alle sue superiori ed al Padre Rettore della
Compagnia delle Figlie della Carità di San Vincenzo. Soltanto dopo la sua morte
fu reso pubblico che era stata lei a vedere la Madonna ed a ricevere la
“Medaglia Miracolosa”.Avviata la causa per la sua beatificazione nell’anno
1907, fu proclamata Beata il 28 maggio 1933 da Pio XI e proclamata Santa il 27
luglio 1947 da Pio XII. La festa liturgica, per le famiglie vincenziane, è
stabilita al 28 novembre.
A Parigi, al numero civico 140 di
Rue du Bac, c’è un santuario nel quale si trova la cappella della “Medaglia
Miracolosa”, il santuario attira ogni anno un milione di pellegrini.
Un fatto…
Nel febbraio 1994, nella Clinica
di Neurochirurgia Ospedaliera dell’Ospedale Le Scotte di Siena (dopo due mesi
di sofferenze), fui finalmente operato per un’ernia discale L5-S1. Operazione
perfettamente riuscita. Quasi al termine della breve degenza (e già camminavo
spedito nei corridoi facendo coraggio agli altri pazienti in attesa…), subentrò
una grave infezione spinale, di eziologia sconosciuta e refrattaria ad ogni
trattamento terapeutico. L’infezione, si propagò lungo il midollo e fu definita
“meningite spinale”. La remissione poteva avvenire solo spontaneamente.
Praticamente paralizzato sul lettino ero riuscito a captare soltanto:
meningite, attendere, morte, paralisi, sedia a rotelle…Ogni giorno i medici,
sempre più pensierosi, si affacciavano al mio capezzale chiedendomi come va’? e
alla risposta “uguale”, se ne andavano silenziosi, mi sembrava un po’ irritati,
come se io fossi la causa di quella situazione…Ma un mattino fu diverso: alla
domanda risposi: uguale, ma però sento dentro il mio corpo qualcosa di nuovo…un
cambiamento…Era l’inizio della regressione della malattia! Non guarigione,
perché mi sto portando dietro i postumi, dato che l’infezione avendo bruciato
neuroni e terminali nervosi in grande quantità, avrebbe lasciato il suo marchio
incancellabile, tuttavia potevo considerarmi “fortunato”. In quel Reparto di
altissima specializzazione avevo assistito inerme alla morte di un giovane per
un tumore al cervello, ed alle sofferenze di un uomo, come me contagiato dalla
stessa infezione (seppi più tardi, che era morto). In quell’ambiente “laico”
passò una suora e mi lasciò una medaglietta, un portafortuna, mi disse, ed io
l’accettai volentieri, mi sarei aggrappato anche ad un rasoio! Era la medaglia
di una santa sconosciuta S. Caterina di Labouré, una delle tante, pensai. Ci
scrissi sopra la data: Siena, 1994 – e l’ho sempre portata con me. L’iscrizione
sulla medaglia recita: “Le persone che porteranno con fiducia questa MEDAGLIA
riceveranno grandi grazie”. Questa santa sconosciuta l’accumunai idealmente
alle altre due mie sante protettrici, e tutte e tre l’ho ricordate nel post
pubblicato sul blog GRAZIE ALLA VITA il
31 gennaio 2012, dal titolo “Le mie sante…”.
Il 2 marzo di quest’anno ero a
Parigi. Nel pomeriggio decidemmo di andare a far la spesa al Buon Marchè sull’angolo
di Rue des Sévres e Rue du Bac. Mentre mia moglie faceva gli acquisti io decisi
di rimanere fuori e di fare una passeggiata. Avevamo i telefoni cellulari e mi
avrebbe chiamato al momento dell’uscita. Poco più in là c’è il piccolo e
delizioso giardinetto di Babylonia, sorta di oasi delle biodiversità, lo attraversai
fotografando i primissimi fiori di un mandorlo, girai l’angolo estremo
prendendo a sinistra per avvicinarmi al Buon Marchè. Sul mio marciapiede notai
una vecchia mendicante rattrappita a terra, contrariamente al mio solito le
lasciai nel bicchierino qualche spicciolo, in fondo alla via girai a sinistra,
stando sempre sul lato destro. Notai una libreria di libri di religioni
orientali, ed in vetrina un bel volume con i Proverbi Tibetani, costava 39 €, e
non lo comprai (anche per il peso che avrebbe fatto aumentare al già voluminoso
bagaglio!), poco più avanti moltissime persone, la maggior parte donne di
colore, entravano ed uscivano da un portone. Quando giunsi a quel portone
provai una forte curiosità e anch’io entrai. Da un atrio si passava in un lungo
e stretto cortile a cielo aperto la cui alta parete a sinistra era ornata di
statue e lapidi e un numero altissimo di piccole targhe di marmo murate con la scritta
MERCI…Scattai tre fotografie e lessi le epigrafi. Erano ringraziamenti per
“grazie ricevute”. Le statue e le incisioni stilizzate di un monogramma mi
sembravano familiari, ossia da qualche parte l’avevo già viste…ma dove? La
mente si aprì e il pensiero mi andò alla medaglietta che tenevo sempre con me
in una tasca interna del portafoglio. La cercai e la trovai subito: era proprio
uguale al monogramma e la santa citata la medesima: S. Caterina Labourè! Una
delle mie tre sante, quella sconosciuta…Entrai nella cappella delle
apparizioni, sostai tra centinaia di fedeli che la gremivano e all’uscita
lasciai 1,50 € per prendere tre medagliette (queste in lingua francese, a
differenza della mia che è in lingua italiana) da portare in dono a tre persone
care. Così, non so se casualmente o perché chiamato, mi sono incontrato con
Caterina. Se chiamato, accetto il “segno” e m’impegnerò a comportarmi nella
vita pratica e nei pensieri e sentimenti, come sono sempre stato, con certezze
e dubbi, difetti e pregi,
ma con bontà ed onestà. Tutto
sommato in questi 18 anni di silenziosa coabitazione non devo essergli sembrato
troppo “lontano”, anzi, credo piuttosto simpatico, proprio come un vero amico.
giovedì 8 marzo 2012
1962 – 2012: 50° dell’amicizia mai perduta.
Il titolo me l’ha suggerito Fred
Uhlman con il suo stupendo romanzo, una commovente storia di amicizia
interrotta dai drammatici eventi dell’ascesa del nazismo in Germania, della
guerra e dell’Olocausto e dalla tragedia complessiva che si abbattè sul popolo
tedesco…amicizia ricomposta solo idealmente nella conoscenza della sorte del
suo antico amico…, per celebrare, nel quasi silenzio di questo blog,
un’amicizia speciale che si snoda nell’arco di cinquant’anni, amicizia mai
perduta, e ancora viva e forte. Lei è una donna, nata a Zurigo lo stesso anno
della nascita di mia madre, che ha condiviso con me la ricerca della felicità e
della bellezza, una sorgente di intense emozioni, una madre affettuosa e
modesta, una donna di elevato sapere, una compagna di viaggio premurosa e
forte, che per mezzo secolo mi ha donato la sua luminosa amicizia. Gioie e
dolori, arrivi e partenze hanno caratterizzato le nostre vite che, al di là di
brevi e intensi incontri, hanno prodotto un epistolario ininterrotto in una
comunione di spirito assoluta. Negli ultimi anni la sua salute se ne sta
andando, vive in una Casa di Riposo, ma
il suo ottimismo resta intatto. Alla mia lettera di febbraio tardava a
rispondere e già temevo cattive notizie…dopo i recenti ricoveri in ospedale. Ma
ieri ecco finalmente la lettera, ecco la sua chiara scrittura, che sempre
gareggia con la limpidità della mente e la dolcezza dell’anima. Non credo
violare alcun segreto pubblicandola in immagine e nel testo, per la Festa dell’Amicizia!
Carissimo Carlo, non è il mio errore che non ho trovato il tempo necessario per
ringraziarti e rispondere alla tua cara lettera. La causa è il libricino
“Viandante nella memoria”, dove ho trovato tante belle poesie e ricordi della
tua vita. Col mio “italiano” capisco circa e abbastanza le tue parole e
pensieri, ma, come sono nata Bernese e qui ognuno sa che i Bernesi sono lenti,
molto lenti, il tempo passava troppo presto per capire tutto, tutte queste
bellezze e armonia di parole e pensieri. Ma oggi, dopo un inverno molto freddo,
si sente già un po’ la primavera e i tuoi pensieri mi danno la energia di
scriverti, per dirti come ho gustato questo nuovo libricino che parla di tante
belle cose, interessante, contemplativo, sereno, pieno di sentimenti, saggio, ed
anche triste. E sono sorpresa di tutti i nomi di conosciute “grandi” persone e
tante altre per me non conosciute che tu hai cantato. Grande gioia ho sentito
nel vedere le foto della tua famiglia. Mi ricordo bene di G. è sempre una donna
simpatica e bella e sono sorpresa, come T. rassomigli a sua madre. Complimenti!
Anche per te, mio “antico” amico! E naturalmente i due bambini sono due bijoux,
due tesori e io sono persuasa che faranno la loro buona strada nella vita, con
genitori e nonni come siete voi tutti. Peccato che per me viaggi non siano più
in programma, con tutto il mio cuore vorrei abbracciare questa bella famiglia.
Riguardo la mia salute sono contenta. Certo, marciare senza “rollator” non è
possibile. Ma almeno posso visitare la nostra sala da pranzo senza aiuto e
anche fare piccole passeggiate fuori. E per dire la verità: la mia vita non è
noiosa, mai! Ho l’occasione di partecipare a diversi eventi della Terza Età.
Per esempio: “Brush up yer English”. Leggiamo texte, short stories or News
Papers o facciamo conversazione. Di più abbiamo un “Büchertreff”, dove leggiamo
un libro, in tedesco, e ognuno racconta cosa l’ha impressionato. Naturalmente
in questi eventi si può fare la conoscenza di diverse persone con la stessa “Wellenlänge”,
come si dice in tedesco, la stessa lunghezza delle onde. E, da vero, anche qui
ci sono persone che vedono la vita con gli occhi di un bimbo, che come noi
amano le piccole e preziose bellezze e forse così trovano la sapienza o almeno
la contentezza. Come anche noi, mio antico amico e sua antica amica.”
martedì 6 marzo 2012
Paris! Paris!
Nonostante tutto (ho sempre presente il finale
del brano 4, “Un burlone”, dello Spleen di Parigi di Charles Baudelaire), amo la Francia e la sua capitale,
nella quale ho soggiornato diverse volte, mentre tra regioni e città per ben
altre 18 volte ho goduto le bellezze di questo straordinario Paese. Diciamo che
sono un “amico” della Francia e anche del “popolo francese”. Non dimentico
inoltre Aurora, la ragazzina mia coetanea, che fu il primo amore all’età di
dieci anni e anche quello che chiuse il ciclo dell’età fiorita, dieci anni
dopo. Quest’anno mi sono dedicato in modo particolare al quartiere di
Montparnasse dove era ubicato il loft in affitto, anch’esso speciale dato che
era stato l’atelier dei pittori Modigliani e Gauguin. Inutile ripetere le
lunghe descrizioni turistico-letterarie, mi limito ad uno scarno riassunto. I giorni parigini
sono stati tranquilli, interessanti e fatti di piccole cose. La nostra vita
quotidiana s'è svolta nella maggior parte dentro il quartiere di Montparnasse
(all'incirca conterà 150.000 abitanti), completando e rifinendo le visite e le
passeggiate trascurate nei precedenti soggiorni. Abbiamo sfruttato molto il
piccolo appartamento preparando colazioni e cene (oltre al dormire,
silenziosissimo), utilizzando il metrò una o due volte al giorno e muovendoci
per lo più a piedi ormai quasi senza consultare la guida! Tra le cose
rimarchevoli viste: il Salone Internazionale de l'Agricoltura; la mostra
dei fotografi Paul Strand e Henri Cartier-Bresson su Mexico 1932-1934; la
mostra sull'esorcismo in Francia: mito e realtà; il Museo della Posta Francese;
il Museo della Liberazione di Parigi e gli avvenimenti delle colonie d'oltre
mare durante la seconda guerra mondiale; il Museo d'arte e di storia
dell'ebraismo; il museo-atelier dello scultore, allievo di Rodin, Baurdelle; il
Museo Jacquemart-Andrè (il nome dice poco ma credo sia uno dei più incantevoli
di Parigi); e in più abbiamo fatto una gita sulla Senna in battello...visitato
mercati all'aperto, il cimitero di Montparnasse (il mio preferito), librerie,
negozi e negozietti, giardini ecc. ecc. Zero vita notturna: dopo cena,
cioè dopo le 22, preparativi e un bel sonno! Mai accesa la tv, né internet, né
radio, né aperto un giornale. Disintossicazione totale. M'è mancata la visita
all'Osservatorio Astronomico di Parigi (a due passi da noi)...ma il cielo era
grigio, anzi biancastro, però senza freddo né pioggia e i giorni sono volati.
Abbiamo pranzato di nuovo nel locale del Marais, luogo della foto sulla
copertina del mio ultimo libricino Viandante nella memoria, e scattato diverse
fotografie. Il clima è sempre "intellettuale", e, da quel che ho
visto, in Francia la poesia gode miglior salute che da noi, anche se piccioni
impertinenti fanno sempre la cacca sulla testa di Apollinaire! E pensare
che delle 311 copie stampate del mio libricino, nel nostro apatico e decadente
paese, non ne è rimasta nemmeno una!
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