Le mie Sante…
Questo titoletto suonerà un po’
strano per uno come me che si definisce “battezzato non credente”, tuttavia nel
grande mistero che ci circonda, e del quale avverto l’immensa forza, ho anch’io
molti “punti di riferimento”, tra i quali, appunto, “le mie Sante” protettrici:
Santa Giacinta, Santa Teresa di Lisieux e Santa Maria Labouré. Santa Giacinta
Marescotti la tengo cara per averla “scoperta” come vicina di casa, ossia in un
luogo distante pochi chilometri da dove scrivo, e divenuta oggetto delle mie
ricerche, sviluppatesi nel tempo tra il comune di Radicondoli (Solaio,
Cugnanello, Tegoni), l’Osservanza di Siena, Viterbo ed alcuni territori del
viterbese. Ieri 30 gennaio ricorreva la commemorazione del giorno della morte (1585-1640)
di Santa Giacinta, al secolo Clarice Marescotti. Era stata forzatamente
costretta a farsi suora dell’Ordine Francescano ed aveva vissuto
dissolutamente, sia nella ribelle adolescenza che nei primi anni della
permanenza in convento, dedicando successivamente la sua vita all’amore per
Cristo, per la Vergine Maria
e per i poveri e i reietti. Proprio negli anni dell’irrequieta giovinezza i genitori avevano mandato Clarice in
Toscana, nel feudo dei loro cugini, nelle terre di Montalbano (SI) e qui
Clarice visse tra Solaio, Tegoni e Cugnanello. Qui si trovano appunto, le sue
esili tracce ma, pur sempre importanti perché testimonianza di una tappa
formativa di colei che diventerà una “Santa”, Santa Giacinta Marescotti, una
Santa della Tuscia, ma un po’ anche della Diocesi di Volterra. Nella sua vita
terrena compì tanti miracoli e soffrì inumane pene, e per tali miracoli,
rigorosamente esaminati dalla Sacra Congregazione dei Riti, il pontefice
Benedetto XIII la proclamò Beata il 14
giugno 1726. Dopo la beatificazione, il culto ardente per la Beata Giacinta , si fece più
intenso e i miracoli che seguirono meravigliosi. Tre furono rigorosamente
esaminati e posero il suggello alla causa di canonizzazione. Il 15 agosto 1790
il papa Pio VI promulgò il decreto che sanciva in eterno la santità di suor Giacinta Marescotti o
“della Vergine Maria”. Per l’esilio e la morte
del pontefice, la solenne cerimonia di canonizzazione fu rinviata e
toccò al suo successore, Pio VII, il 24 maggio 1807, Festa della SS. Trinità,
proclamarla Santa con una solenne cerimonia nella Basilica Vaticana. L’ho
eletta a protettrice per l’esempio che mi offre la sua vita: dalla vanità e
dalla dissolutezza, attraverso la purezza del pentimento e l’impegno
solidaristico verso gli ultimi, giungere alle porte del Paradiso ed alla
santità. Mi consola pensare che c’è posto per tutti!
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