martedì 31 gennaio 2012


Le mie Sante…

Questo titoletto suonerà un po’ strano per uno come me che si definisce “battezzato non credente”, tuttavia nel grande mistero che ci circonda, e del quale avverto l’immensa forza, ho anch’io molti “punti di riferimento”, tra i quali, appunto, “le mie Sante” protettrici: Santa Giacinta, Santa Teresa di Lisieux e Santa Maria Labouré. Santa Giacinta Marescotti la tengo cara per averla “scoperta” come vicina di casa, ossia in un luogo distante pochi chilometri da dove scrivo, e divenuta oggetto delle mie ricerche, sviluppatesi nel tempo tra il comune di Radicondoli (Solaio, Cugnanello, Tegoni), l’Osservanza di Siena, Viterbo ed alcuni territori del viterbese. Ieri 30 gennaio ricorreva la commemorazione del giorno della morte (1585-1640) di Santa Giacinta, al secolo Clarice Marescotti. Era stata forzatamente costretta a farsi suora dell’Ordine Francescano ed aveva vissuto dissolutamente, sia nella ribelle adolescenza che nei primi anni della permanenza in convento, dedicando successivamente la sua vita all’amore per Cristo, per la Vergine Maria e per i poveri e i reietti. Proprio negli anni dell’irrequieta giovinezza  i genitori avevano mandato Clarice in Toscana, nel feudo dei loro cugini, nelle terre di Montalbano (SI) e qui Clarice visse tra Solaio, Tegoni e Cugnanello. Qui si trovano appunto, le sue esili tracce ma, pur sempre importanti perché testimonianza di una tappa formativa di colei che diventerà una “Santa”, Santa Giacinta Marescotti, una Santa della Tuscia, ma un po’ anche della Diocesi di Volterra. Nella sua vita terrena compì tanti miracoli e soffrì inumane pene, e per tali miracoli, rigorosamente esaminati dalla Sacra Congregazione dei Riti, il pontefice Benedetto XIII la proclamò Beata  il 14 giugno 1726. Dopo la beatificazione, il culto ardente per la Beata Giacinta, si fece più intenso e i miracoli che seguirono meravigliosi. Tre furono rigorosamente esaminati e posero il suggello alla causa di canonizzazione. Il 15 agosto 1790 il papa Pio VI promulgò il decreto che sanciva in eterno  la santità di suor Giacinta Marescotti o “della Vergine Maria”. Per l’esilio e la morte  del pontefice, la solenne cerimonia di canonizzazione fu rinviata e toccò al suo successore, Pio VII, il 24 maggio 1807, Festa della SS. Trinità, proclamarla Santa con una solenne cerimonia nella Basilica Vaticana. L’ho eletta a protettrice per l’esempio che mi offre la sua vita: dalla vanità e dalla dissolutezza, attraverso la purezza del pentimento e l’impegno solidaristico verso gli ultimi, giungere alle porte del Paradiso ed alla santità. Mi consola pensare che c’è posto per tutti!  

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