Carlo, Fabio, Girolamo, tre amici, ore 22 del 31 dicembre 2011, al Vile in attesa del Nuovo Anno.
Buongiorno,
benvenuto 2012!
Buongiorno, benvenuto 2012! E’
l’augurio, un po’ insensato, dell’ottimismo. Ma lo faccio, in primo luogo a me
stesso, che sono tendenzialmente incline al pessimismo. Alzato abbastanza
presto (per essere andato a letto oltre le tre di notte), vedo davanti alla mia
finestra la bellezza, sempre nuova, del panorama che mi circonda (e penso:
Carlo, vivere qui tra questi monti, ormai da settantatre anni, è una fortuna
perché è come essere permanentemente in vacanza in luoghi meravigliosi!) Perciò
voglio sommessamente innalzare il pensiero al Dio di tutti i viventi, al
Creatore, facendo mie le parole del Salmo 33: Gridate di gioia, o giusti, a Jahweh,/i retti devono innalzargli la
lode./Lodate Jahweh con la lira,/con l’arpa a dieci corde a lui inneggiate…E’
davvero un salmo meraviglioso indirizzato al creatore del cosmo e signore della
storia, un inno alla parola divina creatrice e provvidenziale che guida il
cammino degli esseri viventi. Vi colgo anche la lode al “canto” alla “poesia”, anch’essa
creatrice ed eterna. Oggi è il giorno propizio ai propositi, alla riflessione.
Una tregua nella corsa del tempo, pur nella sua misteriosa continuità. Inizierò
dalla correzione della prima bozza del piccolo libro che ho in stampa (Viandante nella memoria), un misto di
pensieri poetici, espressi in prosa e in versi, che uscirà alla fine
dell’inverno con una tiratura che dire amatoriale è riduttivo, cento copie
numerate; farò una lunga passeggiata e un sobrio pranzo tardivo; scriverò una o
due lettere con carta e penna. Coccolerò la mia gatta “Cirilla” che s’è ripresa
magnificamente dopo una complessa operazione chirurgica, durante e dopo la
quale, ha dimostrato delle doti di coraggio e resistenza che me l’hanno fatta
ancor più amare. Una di queste lettere sarà per Anna, che mi ha mandato uno dei
regali più belli del mio natale, con due poesie scritte proprio per me, che non
posso fare a meno, per vanità, di trascrivere:
Mentre camminavo…
Mentre
camminavo
per strade
ignote e
solo il
sottile filo del passato
mi legava ad
un malinconico presente,
uno
sconosciuto dolce e gentile,
mi venne
incontro.
Presto divenne
amico,
se pure
invisibile,
dei miei
giorni vuoti.
Al sorgere di
un nuovo giorno
svanirono le
inquiete ombre
della notte.
Questo piccolo
pianeta,
le stelle:
bottoni lucenti di madreperla
che dal cielo
lontano ci scrutano,
non mi furono
più ostili.
Illuminata,
nella notte chiara,
aprii i
cancelli della mia anima,
che come acqua
limpida si unì alla terra.
E mi sentii
lieta.
A un amico.
Dolci e gentili
sono le parole
del mio amico
lontano.
Non conosco il
suo sorriso,
né il timbro
della sua voce,
né la stretta
della sua mano:
conosco solo
il suo canto.
Nostra amica e
complice
è la Poesia , fiore di molti
campi.
Penetra dalla
porta lasciata
socchiusa
dell’anima mia,
e come spuma
di mare
porta ricordi,
abbandoni
e amore,
soltanto sognato.
Dolci e
gentili sono le parole
che
s’insinuano nel mio cuore,
vi albergano,
amiche,
Scacciano via
le ragnatele
intrise di
tristezza,
che
l’opprimono.
Solo allora,
io penso serena
alla mia
solitudine.
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