lunedì 30 aprile 2012

1° Maggio 1982 

Son passati 30 anni esatti da quella data. Molte cose sono cambiate, non tutte in meglio. Nelle parole c'è un po' di retorica e molto sentimentalismo, utopia, fede...Eppure, lo dovessi fare oggi, sul pentagramma scriverei le stesse note, con piccole variazioni. Lo ripropongo alla meditazione degli amici e compagni nostri rottamatori.


30 aprile 1982: assassinati a Palermo Pio La Torre e Rosario Di Salvo[1]

Compagne, compagni, cittadini, è con grande dolore che vi parlo per commemorare Pio La Torre e Rosario Di Salvo, assassinati  ieri a Palermo. Un ennesimo delitto di mafia e di terrorismo. Poche parole, le mie, nello stile di modestia che ha caratterizzato la vita di militanza e di lotta del nostro compagno La Torre. E’ oggi una giornata particolare per i lavoratori, giornata di festa e di lotta, che richiama ogni anno il movimento operaio, unitariamente, intorno alle Organizzazioni di classe per fare il punto sui successi, per analizzare i problemi, per formulare propositi e impegni. Una giornata che è costata immensi sacrifici e sangue proletario da quel lontano 1° Maggio 1866 nel quale, durante una dimostrazione operaia a Chicago (Usa), otto lavoratori furono arrestati e poi, benché innocenti, impiccati. Da allora, su indicazione della II Internazionale, si iniziò in tutto il mondo la celebrazione della Giornata del Primo Maggio e da allora iniziò la spietata reazione delle classi dirigenti di ogni paese capitalista per sopprimerla.
Un filo rosso lega la storia del 1° Maggio e in questa storia, in Italia e nel mondo, i sindacati di classe hanno assolto a un compito di primaria importanza a difesa del lavoro, dei deboli, degli oppressi. E’ proprio 35 anni fa, per stroncare sul nascere l’idea di una Italia democratica, che sul pianoro situato nei pressi di Portella della Ginestra, in provincia di Palermo, migliaia di uomini, donne e bambini che si recavano alla commemorazione della Festa del Lavoro, furono fatti segno ad un barbaro attacco da parte dei banditi della “Banda Giuliano”, assoldati dagli agrari siciliani. Violente raffiche di mitragliatrice si abbatterono sulla folla: rimasero sulla Piana insanguinata i corpi senza vita di 12 compagni, un centinaio furono i feriti con donne e bambini.
E oggi, in Sicilia, ancora due nostri compagni assassinati, per la stessa lotta, per la stessa causa: il rinnovamento dell’Italia, il riscatto sociale del Sud, la pace e la democrazia.
Il compagno Pio La Torre era uno dei più importanti dirigenti del Partito comunista italiano. Figlio di poveri braccianti entrò giovanissimo nel Pci. Appassionato ai problemi del Mezzogiorno diresse la lotta dei contadini siciliani per l’esproprio del grande latifondo feudale e baronale, come dirigente della Cgil. Negli anni di Scelba fu arrestato e incarcerato per diciotto mesi. Ricoprì incarichi di responsabilità sempre più alti in Sicilia ed in Italia: per tre volte deputato al Parlamento, nella Direzione e nella Segreteria del Pci, era ritornato recentemente nella sua terra che amava per contribuire, come Segretario della Federazione Regionale comunista, oltre che parlamentare, alla sua rinascita, ad impedire che i missili di Comiso diventassero una minaccia per la pace in Europa e nel mondo. Il compagno La Torre era un avversario irriducibile di una delle più antiche e mortali piaghe dell’Italia: la “mafia”. Ma cos’é la mafia? A chi serve? Perché non si riesce a debellarla?
La mafia è una vasta organizzazione clandestina, di matrice criminosa, sorta nella Sicilia tra il 1820 ed il 1848 per complesse circostanze storiche e ambientali (e in primo luogo per difendere, indipendentemente dalla giustizia ufficiale, gli interessi del padronato borghese e aristocratico dall’ostilità delle masse popolari e rurali), e mantenutasi, sotto varie forme, fino ai giorni nostri. Si suddivide in piccoli gruppi (cosche o famiglie) delimitate territorialmente e composti da 10 o 12 gregari (picciotti), legati fra loro da stretti vincoli di segretezza e di omertà, che operano alle dipendenze di due o tre persone di condizione sociale più elevata (padrini). La sua attività consiste nel procurarsi illeciti guadagni mediante ricatti e soprusi d’ogni genere, e, in particolare, nell’imporre il pagamento di contributi forzosi alle Aziende agricole, Commerciali e Imprenditoriali, nel proteggere e sfruttare la prostituzione, nel commerciare la droga, nell’organizzare sequestri di persona allo scopo di estorsione, nel condizionare, mediante la coercizione o l’intimidazione, sia l’attività delle autorità pubbliche e dell’apparato statale, sia la libertà degli elettori come testimoniano i fatti degli ultimi 40 anni e l’intreccio, sempre più stretto, tra mafia e potere politico in Sicilia. Dalla Sicilia la mafia si è diffusa  in altre parti d’Italia e negli Usa ed oggi forma una vasta trama collegata con la malavita internazionale, e con ramificazioni potenti in delicati ed importanti settori della classe dirigente e padronale. Ebbene, è lottando contro questa tremenda organizzazione che il compagno La Torre è stato assassinato; egli ha pagato con la vita la coerenza e l’impegno, ma i lavoratori tutti sono e restano al suo fianco, in prima linea e sapranno raccogliere il suo esempio e la sua bandiera.
Altri morti in questi “anni di piombo” sono calati sulla coscienza collettiva del nostro Paese: dalla strage di Piazza Fontana a Milano, all’assassinio di Aldo Moro, Vittorio Bachelet e di tanti altri magistrati, agenti dell’ordine, uomini politici, amministratori, fino a quest’ultimo orrendo crimine. Crimini compiuti lucidamente per ricacciare indietro le conquiste democratiche dei lavoratori, per far crollare le Istituzioni repubblicane, per allontanare ogni possibile ipotesi di una svolta profonda nella vita politica italiana.
E non c’è stato momento cruciale della nostra storia recente che non sia contrassegnato dai crimini del terrorismo. Esso si definisce “rosso” e “comunista”, “proletario”, “autonomo”, ma in realtà è reazionario, serve agli interessi del capitale, sparge sangue per sconfiggere i lavoratori, per gettare confusione tra la gente, per compiere un progetto autoritario e di follia.
Io voglio ricordarli, quest’altri morti, vittime di uno scontro durissimo, insieme a Pio La Torre e Rosario Di Salvo, perché uguale è stato il prezzo pagato, uguale la fede nella democrazia, l’impegno pluralista per far progredire il nostro Paese. Ma i lavoratori e le loro organizzazioni sindacali sono stati e restano un baluardo incrollabile contro il terrorismo e senza retorica viene spontaneo chiederci cosa sarebbe l’Italia, oggi, dopo questi 13 anni tremendi, senza l’unità, la lotta, la fermezza dei lavoratori. Cosa ne sarebbe stato della nostra democrazia? Delle nostre conquiste sociali?
Ma il discorso, che tende ad allargarsi, e che volutamente non tocca i nodi politici del presente, pur così importanti, deve restare e rientrare nell’alveo dal quale era iniziato. Altri momenti ci saranno per affrontare questi temi, e quelli del lavoro, della pace, delle giovani generazioni che si aprono la strada in un’epoca inquieta, fatta di perdita dei valori ideali, di offuscamento delle coscienze, ma che al tempo stesso vede prorompere sulla scena mondiale, in sempre maggior misura, le forze del rinnovamento sociale, del progresso e del socialismo.
Noi lavoratori, dalle grandi metropoli ai piccoli villaggi, dalle fabbriche a tutte le “pieghe della società”, saremo in questa lotta e ci saremo con la nostra storia, i compagni assassinati, i resistenti, gli oscuri uomini che ogni giorno si sacrificano per un ideale di solidarietà e di fraternità, per la fine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo, per la pace e la democrazia.
Pio La Torre e Rosario Di Salvo non sono più con noi. C’è un grande vuoto tra i lavoratori e nel nostro cuore. Ma la vita continua e così la lotta e l’impegno del movimento di classe, ed io voglio terminare ricordando i versi che un grande poeta tedesco scrisse per un combattente antinazista assassinato:

…chi non si era arreso
è stato ucciso.
Chi è stato ucciso
non si era arreso.
La bocca che ammoniva
l’hanno empita di terra.
Comincia l’avventura di sangue:
sulla fossa di colui che amò la pace
battono il passo i battaglioni.
Era inutile, allora, la lotta?
Quando a venire ucciso è chi non da solo lottava
il nemico non ha ancora vinto.

La mafia, la camorra, il terrorismo, la guerra, l’oppressione: compagno La Torre, non hanno ancora vinto!


[1] 1° Maggio 1982. Grandi manifestazioni popolari organizzate dalla Federazione Cgil/Cisl/Uil ricordano in tutte le piazze d’Italia i compagni uccisi dalla mafia. Carlo Groppi parla in Piazza XX settembre a Castelnuovo di Valdicecina




IV – da “Dieci poesie per una lucciola” di Clemente Rebora.

Dimmi che esisti – non chiedo altro:
Il resto al cuore io lo domando.

Sete ingannata da ogni coppa,
Senza il sapor della tua bocca,
Riposo illuso in ogni sonno
Senza il ristoro del tuo corpo.

Dimmelo sempre che ci sei,
Comunque la tua vita speri.

La creatura in te più vera
Ogni vicenda me la svela,

La lontananza ansiosa dice
L’amor che accanto ammutolisce;

Ma so, non so, so che tu sola
Puoi dirmi: esisto – e dillo ancora.

mercoledì 25 aprile 2012

25 APRILE A VOLTERRA. Che onore! Sono stato chiamato dal Sindaco a tenere la celebrazione ufficiale nella sala nel Maggior Consiglio dei Priori, parlando della Resistenza nell'Alta Val di Cecina e del ruolo della donna. Ho tratteggiato la breve intensa biografia di Norma Parenti, figlia di un volterrano, trasferitosi per motivi di lavoro e di famiglia nella vicina città di Massa Marittima. Norma, nata nel 1921, condensa la sua vita in poco più di due anni: 1942 si fidanza con Mario; 1943 entra nella Resistenza; sposa, attende la nascita del figlio; 1944 intensifica il ruolo nella III Brigata Garibaldi "Camicia Rossa", partorisce il suo primogenito Alberto, viene arrestata dai nazifascisti, torturata e uccisa il 23 giugno, poche ore prima dell'arrivo dei soldati americani e dei partigiani liberatori; 1945 Norma viene decorata con la Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria. Hanno preso parte alla manifestazione alcune centinaia di persone. Ritornando a casa per il pranzo non ho "resistito" a scattare qualche fotografia del cielo di primavera, il nostro cielo, come simbolo e presagio che anche il cielo della nostra Patria torni a illuminarsi della chiara luce tra nubi passeggere e benefiche.







martedì 24 aprile 2012

24 Aprile. Massa Marittima, Museo Archeologico. Simposio Etrusco. Al ritorno, i nostri monti. Sempre uno spettacolo!





Jewish Partisans




L’anima sbigottita geme solitaria.

Nell’alba livida rumina l’erbetta
la mia nera cavallina, non teme la pioggia
vicina, le son compagni il mandorlo e l’olivo,
neri come il pianto e la tristezza.
Da tanto questa primavera
non mena speranza, il canto mi muore in gola
né mi consola il saperti sola. Il dolore
è forte come il vento e mai s’arresta, l’acqua
brama al mare scendere impetuosa, e poi
salir di nuovo al cielo, ma il tempo, oh! l’avaro,
tra tutti i nemici è il più insidioso e amaro.
Vento riportami il sogno e la carezza, acqua
d’azzurre vene, reca linfa alla mia bocca
arsa, tempo, cancella i segni delle ore!
Tutto è svanito, ormai:
non c’è luogo dove piangere e pregare,
l’anima sbigottita geme solitaria.

lunedì 23 aprile 2012




                          

                                         Mercoledì   25 Aprile 2012
                                                  VOLTERRA

                 
ore 9,00 Delegazione del Comune: deposizione di corone in Piazza Caduti nei Lager Nazisti, piazza Boscaglia, Istituto d’arte.

  • Ore 10,00 Piazza dei Priori: saluto alle autorità ed alla città da parte degli Sbandieratori.
  • Ore 10,30  Sala del Consiglio: Cerimonia ufficiale alla presenza dei testimoni e  di autorità civili, militari e religiose:Saluto del Sindaco e brevi  interventi.

  • Ore 11,00   Carlo Groppi, storico della resistenza nell’area delle  colline metallifere: “La resistenza nell’Alta Val di Cecina ed il ruolo della donna”.

  • Ore 11,40   Avvocato Pietro Pierri, vice presidente della Fondazione Pertini: “La sala lettura Sandro Pertini all'interno della Biblioteca Comunale di Volterra”.
  •                                          
  •  ore 12.00  Piazza dei Priori, saluto degli Sbandieratori. Corteo con le autorità, testimoni, cittadini per deporre una corona d’alloro al Monumento alla resistenza in Piazza Martiri della Libertà. Proseguimento  per la Biblioteca “Guarnacci” per l’inaugurazione della  Sala di Lettura Sandro Pertini. Deposizione di una corona d’alloro davanti alle lapidi dei Caduti a Porta a Selci.



                                                                                                        Il Sindaco
                                                                                                      Marco Buselli

venerdì 20 aprile 2012


La sostenibilità come fattore di sviluppo

La sostenibilità come fattore di sviluppo
Loredana Torsello, Coordinatore per CoSviG di Progetto PIERRE (Polo Innovazione Energie Rinnovabili Risparmio Energetico)
Workshop a Siena per un confronto tra mondo accademico e imprese: CoSviG tra i partecipanti
GeotermiaNews
20/04/2012

Tra pochi mesi, a giugno, si terrà a Rio de Janeiro la conferenza mondiale indetta dalle Nazioni Unite, Rio+20 dedicata allo sviluppo sostenibile a vent’anni dalla prima Conferenza mondiale su ambiente e sviluppo, una delle tappe più importanti per mettere l’ambiente al centro delle politiche internazionali.
Il 2012, inoltre, è stato dichiarato dalle Nazioni Unite “Anno internazionale dell’energia sostenibile per tutti” ed è stato contestualmente istituito un gruppo di lavoro su “Sostenibilità e qualità della vita”, riunitosi a New York agli inizi di aprile, che annovera tra i suoi membri importanti studiosi dell’Università di Siena, promotrice dell’iniziativa che si è svolta il 18 aprile, appunto a Siena.
“Si tratta di un'occasione preziosa –si legge nella brochure di presentazione dell’evento- per continuare la riflessione da tempo avviata dalle istituzioni e dal sistema produttivo sul tema dello sviluppo sostenibile, che di fronte alla crisi economico-finanziaria in atto richiede l'apertura di un’ulteriore fase di approfondimento e confronto“.
“La consapevolezza che il rispetto dei principi della sostenibilità ambientale e sociale costituisce non solo un'esigenza etica in linea con la responsabilità individuale ma anche un fattore di sviluppo dei territori e delle economie rende essenziale” –si legge ancora nella presentazione- “che su tali argomenti si rafforzi la relazione fra istituzioni, mondo accademico e imprese, così da facilitare la definizione di nuove politiche pubbliche e il trasferimento delle idee e dei frutti della ricerca accademica a favore dei diversi attori economici e sociali“.
Sta in questa esigenza, dunque, l’obiettivo del workshop che ha visto nella sessione mattutina svolgersi un dibattito sui temi della sostenibilità nell'ambito del mondo scientifico e delle istituzioni internazionali, in cui sono state rimarcate le implicazioni della sfida della sostenibilità a 20 anni dalla Conferenza di Rio e sottolineate le ricadute che possono derivare dall'adozione di comportamenti sostenibili, da parte delle amministrazioni pubbliche e delle aziende, in termini di benessere per le comunità e di redditività per le imprese.
Nella sessione pomeridiana il focus è stato sull’operatività con la presentazione di esperienze e progetti concreti implementati da parte di operatori pubblici e privati.
Tra le esperienze presentate anche quelle relative al Network Siena Sostenibilità (NE.S.SO) che l’Università di Siena ha creato per mettere a sistema le competenze maturate nei suoi diversi settori scientifici per favorire lo scambio di conoscenza fra Università e territorio sui temi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica ed una più proficua interlocuzione con i soggetti interessati a definire politiche e soluzioni operative sostenibili.
Nella sessione pomeridiana tra gli interventi programmati vi è stato anche quello di CoSviG con la relazione di Loredana Torsello “Dall'esperienza dei territori geotermici ai centri di eccellenza e al Polo d’Innovazione PIERRE: una strategia per l'innovazione e la sostenibilità in Toscana”.
Loredana Torsello è Coordinatore per CoSviG di Progetto PIERRE (Polo Innovazione Energie Rinnovabili Risparmio Energetico) e presidia, per conto del PIERRE stesso, la Segreteria tecnica del Distretto Tecnologico su Energie Rinnovabili, Efficienza Energetica e Green Economy.
Loredana Torsello ha illustrato sinteticamente l’attività di CoSviG e si è poi soffermata sulle attività svolte dal PIERRE a favore delle imprese aderenti.
Il compito di CoSviG –ha continuato Torsello- cui aderiscono tutte le amministrazioni locali presenti nell’area geotermica toscana, sia quella tradizionale che quella amiatina, è di stimolare e coordinare le iniziative di sviluppo locale e di favorire la crescita delle competenze che caratterizzano questi territori. CoSviG infatti svolge un ruolo di assistenza agli imprenditori che vogliano investire e avviare un’attività economica nelle aree geotermiche ed ha elaborato e attuato, nel corso degli anni, strategie per la rivitalizzazione e la crescita del tessuto imprenditoriale in un’area in cui la risorsa geotermica, lo sviluppo economico e sostenibile e la valorizzazione delle energie rinnovabili e delle risorse tipiche – ha spiegato Torsello - sono scelte condivise e irrinunciabili. L’obiettivo è di valorizzare questa parte di Toscana che può rappresentare una eccellenza per le sue peculiari caratteristiche di sviluppo economico ecocompatibili e di turismo sostenibile».
Oltre a ciò, –ha spiegato Torsello - CoSviG ha il compito di gestire, su mandato della Regione Toscana e dei Comuni Soci -facendo da coordinamento e consulente progettuale- le risorse del Fondo Geotermico progetti approvati dal Tavolo Istituzionale.
Già con le esperienze di CITT e CEGL, CoSviG ha avviato un’attività di network tra il mondo dell’impresa e quello della ricerca e con questi e le amministrazioni locali e questa esperienza è stata essenziale nella creazione del Polo di Innovazione PIERRE.
PIERRE si configura come una struttura di servizi volta a mettere a disposizione facilitazioni alle imprese, stimolare la definizione di obiettivi strategici per le imprese in tema d’innovazione e ricercare tecnologie utili alle imprese partner».
Tra le attività che svolgerà il polo PIERRE -ha continuato Torsello- anche la predisposizione di reti di imprese per predisporre prodotti complessi, attività di animazione per favorire la crescita della cultura di impresa e l’avvio di progetti di ricerca applicata con il coinvolgimento diretto delle imprese beneficiarie delle sperimentazioni e delle innovazioni da adottare nei processi produttivi».
«Il polo –secondo Loredana Torsello- sarà quindi organizzato come un network al quale afferiscano tutti gli attori economici ed istituzionali che operano nell’ambito del settore di riferimento».
Questi sono anche i settori su cui continuerà a lavorare la nuova struttura EnerGea (nata dalla fusione delle esperienze di CITT e CEGL), vale a dire quelli della produzione energetica da fonti rinnovabili (e quindi la geotermia, il solare termico e fotovoltaico, le biomasse da residui forestali e agricoli) oltre al miglioramento dell’efficienza energetica dei sistemi antropici -residenziali, urbani, produttivi - della mobilità sostenibile.
Due avvenimenti culturali.
Siena, Aula Magna dell'Università.
Caseificio San Martino, lezione ai bambini della prima e seconda classe elementare.


Nella prima immagine, tra i relatori, a dx mia figlia T.
Nella terza immagine il certificato di "ecoefficienza" al Caseificio S. Martino.
Nella quarta immagine gli scolari già pronti per entrare nella sala di lavorazione.
Nella quinta immagine: preparazione del rovaggiolo.
Nella sesta immagine: il nostro cavallo.
Nella settima immagine: veduta del Caseificio San Martino e della centrale geotermica Enel Green Power.
Nell'ultima immagine: le nostre montagne verdi.

domenica 15 aprile 2012

THE PLATTERS - ONLY YOU


Il ritratto

A distinguir me paro las voces de los ecos,
y escucho  solamente, entre las voces, una.

Mi guardo e stento
a riconoscermi. Perché
continuo ad osservare
l’inesausto lavorio
del tempo sul mio volto?
Le rughe,
gli occhi arrossati,
l’acne rasacea
che non dà scampo?
Non sono stato
sempre così, mi dico
attonito
ora che una luce siderale
m’ha sfiorato,
e spando mattina
e sera di Garnier
l’essenza.
Nulla si può rimediare,
ma, lo spero, attenuare.
E’ come il sogno della
                Rivoluzione
che si stempera
in socialdemocrazia
rendendo felici gli uomini
                potenti,
mentre i popoli miti
non avranno redenzione.
Oh! i vent’anni,
il primo dei grandi amori,
i dolori delle dipartite,
le ferite sui corpi indifesi,
le promesse tradite!
Nulla ho serbato, nulla
ho dimenticato
                d’allora.
Solo un ritratto vorrei
mostrarti che non c’è più,
di quella bellezza solare
a Follonica,
nel giorno d’estate
nel dimesso giardino
di Ettore Socci,
le mani intrecciate
alta la testa
luminoso il sorriso
e lo sguardo
                oltre
l’azzurro mare.
Dolce e bello il mio
viso,
di rifle vestito
e la rossa camicia,
lei in veste leggera
di fiori e frusciante
sul corpo di donna
                invitante.
Vorrei inserire cd-copia
del mio cervello
nel tuo portatile,
farti vedere il sognato
il vissuto, desiderato,
                amato,
mostrarti gli universi,
                gli astri,
gli abissi insondabili
senza materia
e senza memoria,
intera la mia storia,
e chiederti:

kannst du mir helfen? 

sabato 14 aprile 2012

Biancane, 2° lotto!







14 aprile 2012. Ore 9. Piove. Salgo alle Biancane di Monterotondo "Parco naturale della geotermia". Sono solo. Lo spettacolo è fantastico e le foto, con la mia semplice Casio Exilim, non rendono l'atmosfera.







venerdì 13 aprile 2012


Che cos’è la Poesia?

Si sta come d’Autunno foglie sul ramo”, da <Soldati in guerra> di Ungaretti. La spiegazione sembra abbastanza banale; ma perché allora è poesia e non prosa? Se la poesia è voce, dizione, canto, ritmo, scanzione – la scrittura serve solo a ricordarla -, qual è il risultato di questo ritmo, scanzione, sospensione preparata sul fondo del silenzio? La poesia non è comunicazione, né espressione, né verità di altro. La poesia non deve necessariamente comunicare verità sullo stato delle cose, né verità sui nostri stessi sentimenti, ma deve, attraverso le parole messe in un certo modo, circoscrivere uno spazio che non è dicibile. Deve richiamare la reazione di chi ascolta su questo cono d’ombra che è il nostro vivere le cose. Non si cerca la verità con la poesia. E’ partecipare ad un sommesso esistere come silenziosi fratelli delle cose. Poesia è vita più intensa che nasce in quel momento, è sollecitazione alla creazione più che creazione essa stessa; è grazia, incantesimo. In un mondo come il nostro – sporco rumoroso irrequieto – talora è bene fermarsi un istante, lasciar che il tempo rimanga sospeso e questo cono d’ombra venga circoscritto dalle nostre parole.

(da Trasmissione televisiva a cura dell’Enciclopedia Multimediale delle scienze filosofiche, 1998)

Vedendo i bus passare
da piazza Dalmazia alla stazione…

La mamma di facili costumi; il babbo, invalido,
un salace sporcaccione: ma la figlia era cresciuta
ingenua nonostante le forme prosperose
e labbra troppo rosse su un sorriso triste.
C’incontrammo quell’anno magico, vorrei
dir santo, senza offendere la sacra religione,
nella città del giglio, alloggiati entrambi
in separate stanze di un modesto alberghetto,
vicino alla stazione.
Coincidevano le partenze ed i ritorni, il ritmo
del giorno e della notte, l’afa di quei torridi
giorni, i numeri del bus ed anche le ore
di pasti sobri e  - d’antichi scalini di marmo -
l’illusione d’un po’ di fresco, sull’angolo
di S.Maria del Fiore. Solo a più tardi rintocchi
 un refolo di vento c’invitava  ad una fetta
d’anguria, più in là, alla Loggia del Porcellino,
nel già quasi mattino. Lavoravamo insieme
ed una sera, già tardi, alzando gli occhi
oltre la vetrata che ci divideva, ci fu uno sguardo
diverso, un raggio laser, un pulviscolo d’oro,
e un fremito m’entro dentro le membra,
un desiderio di lei, quasi dolore.
Sull’autobus deserto la baciai! Me lo rese,
quel bacio, ed anche gli interessi, che all’improvviso
s’eran moltiplicati, diventammo ricchi, in quelle notti
strane, nell’odore limaccioso d’acque pigre, in calici
appannati di vino e di sudore, sulle panchine
di parchi polverosi, e tra lenzuoli appiccicosi
d’una camera spoglia, con l’incanto
d’un cielo sbiadito, lassù, irraggiungibile,
nel piccolo abbaino.
Osammo troppo, troppo fu l’amore nato da due
solitudini, la necessità fece virtù, mentre più lune
solcarono il cielo, un cielo che fu solo tuo e del male
che già portavi in seno. Su questa Terra non ti vidi più.

''Incontri poetici sull'Amiata'', festival della poesia ad Abbadia San Salvatore

''Incontri poetici sull'Amiata'', festival della poesia ad Abbadia San Salvatore

A Castelnuovo parte il progetto per completare la rete di teleriscaldamento

A Castelnuovo parte il progetto per completare la rete di teleriscaldamento
Alberto Ferrini, sindaco diCastelnuovo Valdicecina
Il progetto, fermo per il patto di stabilità, potrà finalmente essere riavviato entro il mese di aprile
GeotermiaNews
Redazione
13/04/2012
Il Comune di Castelnuovo informa i cittadini che, entro il mese di aprile, l’amministrazione guidata dal Sindaco Alberto Ferrini riuscirà ad approvare il bilancio 2012.
Un traguardo importante che permetterà di dare il via a tanti interventi che erano rimasti bloccati. Primo tra questi sarà l’estensione del teleriscaldamento in alcune zone rurali, compresa la frazione della Leccia, dove i lavori erano rimasti fermi a causa dei ritardi dovuti al blocco imposto dal patto di stabilità.
Nel programma vi sono anche nuovi interventi sulle infrastrutture viarie e nei centri storici dove, fra l'altro, è prevista la realizzazione di un nuovo fontanello per distribuire acqua gratis (con una piccola spesa di 5 centesimi per quella frizzante) anche nella frazione di Sasso Pisano.
In previsione nei piani del Comune vi sono anche nuovi bandi per erogare contributi ai cittadini per il recupero delle facciate, per le attività commerciali e per i castagneti. Dopo tanti anni, sarà, infine, possibile bonificare anche l’area sottostante il bellissimo borgo medievale sistemando l’intera zona che, allo stato attuale, rischia di costituire un ostacolo per la valorizzazione delle bellezze strutturali e paesaggistiche del centro.
Il Sindaco, tiene ad informare inoltre che all’ufficio protocollo, entro il 18 aprile, verranno accolte le richieste di acquisto delle ultime case del villaggio Enel di Castelnuovo e del Sasso. Questo ultimo stralcio permetterà di portare a termine il recupero del patrimonio abitativo Enel e, darà la possibilità a molti di diventare proprietari di una casa, dato che i prezzi di vendita saranno molto bassi.
Il progetto di teleriscaldamento è un intervento mirato all'estensione della rete già esistente, alimentata da fonti geotermiche e da altre fonti energetiche rinnovabili, che attualmente è al servizio di oltre mille utenze del borgo medioevale.
Il costo del progetto di estensione della rete di teleriscaldamento geotermica è di 950mila euro, che saranno finanziati grazie ai fondi della geotermia, già programmati nel 2010 (con delibera della Delibera Giunta Regionale Toscana n° 982/2010) ma che, appunto, erano stati bloccati a causa del patto di stabilità.
Castelnuovo, dove sorge uno dei più importanti e affascinanti borghi medioevali della Toscana insignito della bandiera arancione del Touring Club, è stato il primo paese in Italia a sfruttare l'energia geotermica in un moderno sistema di teleriscaldamento urbano.
A Castelnuovo si riscaldano quasi 230mila metri cubi di edifici con la rete di teleriscaldamento geotermico, risparmiando circa 2691 tonnellate equivalenti di petrolio (Tep) ed evitando l’immissione di 8350 tonnellate di anidride carbonica ogni anno.
Riuscire a completare la rete di teleriscaldamento permetterà, quindi, a Castelnuovo Val di Cecina di offrire ulteriori risparmi per i cittadini e un contributo considerevole alla lotta ai cambiamenti climatici. 

Il vecchio e il bambino - Francesco Guccini

poesia - Vittorio Gassman - a Silvia - (Leopardi )

Vittorio Gassman legge il canto di Ulisse

lunedì 9 aprile 2012




PASQUA 2012.

Pasqua 2012. Il Dio-Uomo è risorto, ma la primavera è fredda e la temperatura è scesa di 12°C. In più cala una nebbia gelida interrotta da scrosci di pioggia. In casa abbiamo ancora il riscaldamento geotermico in piena funzione, si sta bene. Vedrò i miei nipotini al pranzo, quest’anno non consumato in famiglia, nonostante lo scarseggiar delle risorse economiche, ma al nuovo ristorante “Il Melograno”, da pochi giorni inaugurato a Castelnuovo nel nuovo “Hotel dei Conti”. Un interessante menù, con abbinamenti mare-terra, proposto da un cuoco che probabilmente ci sa fare, ad un prezzo  che…vabbé una volta all’anno si può sostenere! Saremo in 15, perché alla nostra famiglia (alla quale manca la figlia maggiore perché all’estero) si sono aggiunte tre coppie coi loro bambini. Vengono da varie città d’Italia e la loro conoscenza si deve al fatto che, mia figlia minore era con loro ad Addis Abeba, durante la fase finale dell’adozione dell’amata nipotina Yobdar! Questi cinque bambini (tre maschi e due femmine) hanno illuminato tutto il ristorante con la loro incredibile bellezza! Ci eravamo sparpagliati ai lati del lungo tavolo, la conversazione non languiva, e nemmeno i giochi, e in più avevo al mio lato Bereket, l’amato. In serata arriveranno ancora due coppie, coi tre bambini, e faranno “pasquetta” tutti insieme! Grazie alla vita per averci farci godere di questi giorni meravigliosi. Il ruolo dei nonni è terminato con la visita al Museo della geotermia di Larderello, durante la quale mi sono improvvisato guida. Ma il gruppo “africano” è ben affiatato, s’incontreranno ancora, e forse non mancheranno occasioni d’incontro anche per i nonni! Negli intervalli del pranzo sono stato avvicinato da due persone, mi hanno fatto arrossire per gli elogi rivolti alle poesie del mio libricino Viandante nella memoria (non lo scrivo per fare pubblicità, dato che l’intera tiratura s’è esaurita), in più si portavano ripetutamente la mano sul cuore, per esprimere l’emozione che i miei versi gli avevano suscitato. Alla fine del pranzo mi s’è fatta vicina una delle cameriere che servivano un sala. Ha detto di conoscermi…un po’ vaga ha chiesto in quali anni ero stato sindaco del comune, e le ho risposto tra il 1985 e il 1995…ah! si, allora è lei che mi ha sposato nel 1990, era il primo matrimonio civile del suo secondo mandato e anche dal filmino si nota la sua emozione!...mi fa piacere che se ne ricordi, ma, mi dica, come è riuscito il matrimonio? No, non è andato troppo bene, ci siamo divorziati dopo sedici anni, e adesso sono single, mia figlia ha ventuno anni e lavora come tecnica professionista,…mi dispiace, ma lei è giovane, la vita ancora lunga e piena di sorprese…ma che dice? Bene come sto’ adesso non sono mai stata, ho salute ed un lavoro a tempo indeterminato…non getterò al vento questa fortuna! Nel giorno di Pasqua c’era anche questo pragmatismo.  




Pasqua

C’erano la stessa aria densa e calda di primavera,
la pigrizia del mattino e i petali perlacei dei ciliegi
che cadevano lenti nel piccolo giardino;

c’erano, ed ora non più, le note della fisarmonica
ammiccanti e tenere,
i sorrisi delle donne nelle  piccole
stanze di legno, odoranti d’antico;

c’erano gli occhi innocenti e civettuoli delle acerbe
compagne di scuola, nel vicinato raccolto,
nell’intreccio di voci amiche;

c’era nel petto un sommovimento profondo,
un tendere indefinito all’orizzonte
ancora  bianco di neve, un’ansia sconosciuta
nel primo risveglio d’amore, e l’attesa di lei;

lei, la grazia sempre nuova, leggera,
liquefatti smeraldi tra pagliuzze d’oro,
frutti acerbi ammiccanti in vaporosi ricami,
melodia delle sciolte campane
nell’incedere flessuoso;

altro non c’era, per me, in quel santo giorno,
in quella resurrezione misteriosa
che mi lasciava sbigottito.

sabato 7 aprile 2012


The Golden Bough (Il ramo d’oro). Studio della magia e della religione.
di James G. Frazer.
1^ Edizione, Giulio Einaudi Editore, Torino, 1950. Voll. I, II, pp. 654, 636.
Traduzione di Lauro De Bosis.

Dopo diversi decenni ho ripreso in mano questo libro meraviglioso, opera fondamentale di J.G. Frazer, nato a Glasgow il 1° gennaio 1855 e morto a Cambridge il 9 maggio 1944. Da molti anni era professore di antropologia sociale a Cambridge nel Trinity College. Lavoratore infaticabile ebbe una preziosa collaboratrice in sua moglie, Lady Frazer, che gli sopravvisse soltanto di qualche ora. The Golden Bough fu pubblicato in due volumi nel 1890; in seconda edizione, con un volume in più, nel 1900, e definitivamente nel 1911-15. Comprende in quest’ultima edizione 11 volumi di testo ed uno di Bibliografia e indice generale. Nel 1925 comparve l’editio minor (che è appunto l’edizione tradotta dal De Bosis). J.G.Frazer fu anche un delicato poeta. Giuseppe Cocchiara, nell’aprile 1949, concludeva così la prefazione all’edizione italiana:

“…è facile dire che il Golden Bough sia un’opera superata. Ma di fatto essa è, e rimane, un libro vivo e vitale, un libro di lettura facile e appassionante oltre che un indispensabile strumento di lavoro. Un grande poeta dei nostri giorni, Thomas Stearns Eliot, in una nota alla sua Waste Land ebbe ad osservare che il Golden Bough ha avuto  <un’influenza profonda sulla nostra generazione>. La quale in quel libro, che un insigne etnologo inglese, il Crawley, definiva come uno dei più grandi del nostro tempo, ha trovato, e trova tuttora, un’opera di poesia che rivendica all’etnologia e al folklore il posto che loro spetta nella storia della civiltà e della cultura”.

L’ultimo capitolo di The Golden Bough, il LXIX, è intitolato “Addio a Nemi”. Sono poche pagine, e dovremmo leggerle tutte. Per economia di spazio su questo blog riporterò soltanto due brevi passaggi, l’iniziale ed il finale:

 “…Eccoci alla fine delle nostre ricerche, ma, come accade quando si cerca la verità, se abbiamo risposto a una domanda molte altre ne abbiam sollevate; se abbiamo seguito fino in fondo il nostro sentiero, abbiamo dovuto trascurarne parecchi altri che uscivano da esso e conducevano o sembravano condurre a mète ben lontane dal sacro bosco di Nemi. Taluni di questi sentieri abbiamo per alcun poco seguito; altri, se la fortuna ci sarà benevola, potremo forse un giorno percorrere in compagnia dei nostri lettori. Per ora abbiamo insieme viaggiato abbastanza ed è giunta l’ora della separazione. Ma prima possiamo rivolgerci una domanda. Non vi sarà forse ancora qualche conclusione, qualche insegnamento e, chissà? Qualche speranza e qualche incoraggiamento, nella triste istoria degli errori e delle follie umane di cui in questo libro ci siamo occupati?...Il nostro lungo viaggio di scoperta è compiuto, la nostra barca può finalmente calare nel porto le sue stanche vele. Prendiamo ancora una volta la strada di Nemi. Scende la sera mentre risaliamo la lunga pendice della via Appia. Sui colli Albani guardiamo indietro: fiammeggia il cielo al tramonto e la sua luce d’oro posa su Roma come l’aureola di un santo morente e sembra avvolgere d’un orifiamma la cupola di S. Pietro. Questo spettacolo, una volta veduto, non potrà dimenticarsi mai più. Ma lasciamolo, seguitiamo ancora la nostra via che s’inombra sulla costa della montagna finché giungiamo a Nemi e guardiamo allora nella concava profondità del lago che rapidamente scompare nell’ombra del vespro. Poco è cambiato dal tempo in cui Diana riceveva nel sacro bosco l’omaggio dei suoi adoratori. Il tempio della dea silvana è scomparso, è vero; non più il re del bosco monta la guardia al ramo d’oro; ma le selve di Nemi sono ancora verdi e mentre il tramonto a ponente si scolora sopra di esse ci giunge sulle ali del vento il suono dell’Angelus dalle campane di Aricia, Ave Maria! Dolci e solenni si succedono i loro rintocchi dalla cittadina lontana e vanno languidamente a morire sulla vasta pianura della campagna romana. Il re è morto. Viva il re. Ave Maria!”

venerdì 6 aprile 2012

Gassman legge Dante - Inferno, Canto V







6 aprile 1912 muore il poeta Giovanni Pascoli (1855-1912).

Il 6 aprile 1912, alle tre del pomeriggio, muore a Bologna il grande poeta. E’ la vigilia di Pasqua, il sabato santo. Il 9 aprile, a Bologna, vengono celebrati i funerali, seguiti da una folla immensa. La salma viene trasportata a Castelvecchio di Barga ed il 6 ottobre, per volere della sorella Mariù, la salma del poeta viene sepolta nella piccola cappella del cimitero del borgo.

“…la mia patria or è dove si vive…”