DUE
PAROLE SULLA STORIA DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA.
Nel 1973 il rapporto tra partenze e arrivi in Italia, risulta
attivo. Ci sono dunque più arrivi che
partenze. Si chiude finalmente un ciclo, più che secolare, durante il quale
l’Italia ha inviato all’estero più di 24 Milioni di persone, ossia quasi l’ammontare della sua popolazione
al momento dell’Unità (1861).
E’ nella seconda metà dell’Ottocento che avviene la “grande
emigrazione”, soprattutto verso le Americhe e la Francia. In Francia, ad oggi,
circa 5 Milioni di francesi sono di origine italiana.
Dal 1876 al 1901 emigrarono dall’Italia, verso le Americhe
del Nord e del Sud, ben 3 Milioni di italiani. Nel corso dell’Ottocento ben 55 Milioni di europei emigrarono verso le
Americhe.
Dalla Toscana emigrarono dal 1876 al 1900 ben 290.111
persone, molte meno di quelle del Veneto che furono 940.711.
Ma in quali Paesi andarono i nostri emigranti tra il 186 e il
1901?
Francia 4.117.394
Svizzera 3.989.000
Germania 2.452.000
Austria 1.188.000
Belgio 535.000
Gran Bretagna 264.000
USA 5.691.000
Argentina 2.962.000
Brasile 1.456.000
Canada 650.000
Australia 428.000
Venezuela 285.000
Tra il 1901 ed il 1915 prevale
l’emigrazione verso l’Europa, ma l’America del Nord risulta di poco inferiore.
Mentre tra il 1916 ed il 1942 le destinazioni europee prevalgono ampiamente
anche sulla somma delle destinazioni verso le due Americhe, Nord e Sud. Dal
1942 al 1961 prevalgono ancora le emigrazioni verso l’Europa, mentre l’America
Meridionale supera gli arrivi rispetto a quella del Nord. Si registra infine in
quest’ultimo periodo, una significativa presenza di emigranti verso
l’Australia.
Dal 1962 al 1976, la fase finale
dell’emigrazione italiana, mostra la prevalenza verso l’Europa e l’esaurirsi
delle destinazioni extraeuropee, tra le quali è maggiore quella verso l’America
del Nord. Circa 430.000 italiani emigrarono in Australia e in totale 7.500.000
lasciarono l’Italia, tra cui 4 Milioni erano Meridionali. E’ invece molto
complesso il calcolo dell’emigrazione “interna” all’Italia, che ha sempre
rappresentato lo svuotamento e
l’impoverimento di intere provincie e regioni, soprattutto meridionali.
Ma chi lasciava l’Italia, per
affrontare l’ignoto? I contadini, mezzadri e boscaioli, come manovalanza
generica, poi artigiani, muratori e operai, ed una consistente parte degli
emigranti era costituita da analfabeti. Spesso l’emigrazione svuotava i paesi
degli uomini, restavano i vecchi e i bambini e, a provvedere a tutto, le donne!
Fu la legge del 1888 che riconobbe
per la prima volta la libertà di emigrare, mentre prima l’emigrazione era
clandestina. In tal modo essa rappresentò un “affare” per molti imprenditori.
Anche da Castelnuovo di Val di Cecina
l’emigrazione fu numerosa, si calcolano tra il 1901 e il 1911, circa 400
emigranti maschi, e in più qualche
intera famiglia, ai quali si aggiunsero le molte ragazze paesane sposate per
“procura”, sulla base di una conoscenza diretta nel paese o per l’invio di una
fotografia! Molti dei Groppi, dei
Francini, dei Serenari e dei
Bisogni, per citare i ceppi delle mie
famiglie, emigrarono negli Stati Uniti, soprattutto in Pennsyilvania, nel
distretto di Pittisburg, per lavorare come manovali nelle miniere di carbone. Ho ancora molti parenti negli stati di
NewYork, Colorado, Florida, Pennsylvania…e mantengo diverse corrispondenze,
mentre alcuni parenti son tornati a rivedere il borgo dei loro antenati. Mio
nonno, Dario, rientrò in Italia e così fece il nonno di mia moglie Serenari Giuseppe
con tutta la sua famiglia. Un ceppo dei Groppi che si trasferì nel Nord, al
confine con il Canada, era costituito da
una famiglia di 11 figli, e conobbe un certo benessere aprendo uno spaccio di
prodotti alimentari importati dall’Italia. Uno dei figli si fece prete e fu
famoso per le sue posizioni
antirazziste, Fater Giacomo Groppi, che
ebbe un ruolo nelle grandi marce dei neri.
Fu il regime fascista ad essere
ostile all’emigrazione, mentre si adoperava a fascistizzare i connazionali
all’estero. Ma anche gli USA, fra il 1921 e il 1924, cominciarono ad ostacolare
l’immigrazione, mentre fu in particolare, bloccata quella dai paesi dell’Europa
Orientale e Meridionale, fra cui l’Italia. Negli USA i controlli sanitari ad
Ellis Island, all’approdo di New York,
erano infine decisivi per ottenere il permesso di entrata degli Stati
Uniti. Ben più rigoroso di quelli che venivano fatti negli imbarchi dei paesi
d’origine. Con l’emigrazione si apre in tutti i paesi di destinazione il grande
capitolo dell’integrazione, non ancora definitivamente risolto.
Ricordiamoci che questo è stato!
Nessun commento:
Posta un commento