venerdì 27 dicembre 2019









DUE  PAROLE SULLA STORIA DELL’EMIGRAZIONE ITALIANA.

Nel 1973 il rapporto tra partenze e arrivi in Italia, risulta attivo. Ci sono dunque più arrivi  che partenze. Si chiude finalmente un ciclo, più che secolare, durante il quale l’Italia ha inviato all’estero più di 24 Milioni di persone,  ossia quasi l’ammontare della sua popolazione al momento dell’Unità (1861).

E’ nella seconda metà dell’Ottocento che avviene la “grande emigrazione”, soprattutto verso le Americhe e la Francia. In Francia, ad oggi, circa 5 Milioni di francesi sono di origine italiana.

Dal 1876 al 1901 emigrarono dall’Italia, verso le Americhe del Nord e del Sud, ben 3 Milioni di italiani. Nel corso dell’Ottocento  ben 55 Milioni di europei emigrarono verso le Americhe.

Dalla Toscana emigrarono dal 1876 al 1900 ben 290.111 persone, molte meno di quelle del Veneto che furono 940.711.

Ma in quali Paesi andarono i nostri emigranti tra il 186 e il 1901?
Francia                     4.117.394
Svizzera                   3.989.000
Germania                 2.452.000
Austria                     1.188.000
Belgio                          535.000
Gran Bretagna             264.000
USA                          5.691.000
Argentina                  2.962.000
Brasile                       1.456.000
Canada                         650.000
Australia                       428.000
Venezuela                     285.000         

Tra il 1901 ed il 1915 prevale l’emigrazione verso l’Europa, ma l’America del Nord risulta di poco inferiore. Mentre tra il 1916 ed il 1942 le destinazioni europee prevalgono ampiamente anche sulla somma delle destinazioni verso le due Americhe, Nord e Sud. Dal 1942 al 1961 prevalgono ancora le emigrazioni verso l’Europa, mentre l’America Meridionale supera gli arrivi rispetto a quella del Nord. Si registra infine in quest’ultimo periodo, una significativa presenza di emigranti verso l’Australia.

Dal 1962 al 1976, la fase finale dell’emigrazione italiana, mostra la prevalenza verso l’Europa e l’esaurirsi delle destinazioni extraeuropee, tra le quali è maggiore quella verso l’America del Nord. Circa 430.000 italiani emigrarono in Australia e in totale 7.500.000 lasciarono l’Italia, tra cui 4 Milioni erano Meridionali. E’ invece molto complesso il calcolo dell’emigrazione “interna” all’Italia, che ha sempre rappresentato lo svuotamento e  l’impoverimento di intere provincie e regioni, soprattutto meridionali.

Ma chi lasciava l’Italia, per affrontare l’ignoto? I contadini, mezzadri e boscaioli, come manovalanza generica, poi artigiani, muratori e operai, ed una consistente parte degli emigranti era costituita da analfabeti. Spesso l’emigrazione svuotava i paesi degli uomini, restavano i vecchi e i bambini e, a provvedere a tutto, le donne!

Fu la legge del 1888 che riconobbe per la prima volta la libertà di emigrare, mentre prima l’emigrazione era clandestina. In tal modo essa rappresentò un “affare” per molti imprenditori.       

Anche da Castelnuovo di Val di Cecina l’emigrazione fu numerosa, si calcolano tra il 1901 e il 1911, circa 400 emigranti maschi,  e in più qualche intera famiglia, ai quali si aggiunsero le molte ragazze paesane sposate per “procura”, sulla base di una conoscenza diretta nel paese o per l’invio di una fotografia!  Molti dei Groppi, dei Francini, dei Serenari  e dei Bisogni,  per citare i ceppi delle mie famiglie, emigrarono negli Stati Uniti, soprattutto in Pennsyilvania, nel distretto di Pittisburg, per lavorare come manovali nelle miniere di carbone.  Ho ancora molti parenti negli stati di NewYork, Colorado, Florida, Pennsylvania…e mantengo diverse corrispondenze, mentre alcuni parenti son tornati a rivedere il borgo dei loro antenati. Mio nonno, Dario, rientrò in Italia e così fece il nonno di mia moglie Serenari Giuseppe con tutta la sua famiglia. Un ceppo dei Groppi che si trasferì nel Nord, al confine con il Canada,  era costituito da una famiglia di 11 figli, e conobbe un certo benessere aprendo uno spaccio di prodotti alimentari importati dall’Italia. Uno dei figli si fece prete e fu famoso  per le sue posizioni antirazziste, Fater Giacomo Groppi,  che ebbe un ruolo nelle grandi marce dei neri.

Fu il regime fascista ad essere ostile all’emigrazione, mentre si adoperava a fascistizzare i connazionali all’estero. Ma anche gli USA, fra il 1921 e il 1924, cominciarono ad ostacolare l’immigrazione, mentre fu in particolare, bloccata quella dai paesi dell’Europa Orientale e Meridionale, fra cui l’Italia. Negli USA i controlli sanitari ad Ellis Island, all’approdo di New York,  erano infine decisivi per ottenere il permesso di entrata degli Stati Uniti. Ben più rigoroso di quelli che venivano fatti negli imbarchi dei paesi d’origine. Con l’emigrazione si apre in tutti i paesi di destinazione il grande capitolo dell’integrazione, non ancora definitivamente risolto.

Ricordiamoci che questo è stato!

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