sabato 2 marzo 2019





 UNA LETTERA PRIVATA DOVE SI PARLA DI POESIA. 


Caro Roberto, grazie per la tua meravigliosa presenza agli “Incontri tra noi e per noi”, organizzati nelle Sale parrocchiali dalla “Compagnia della Carità” di Montecerboli! Luzi l’hai reso “umano” anche per orecchi sordi, sia per lo spessore del poeta, che per la tua “partecipazione emotiva. L’analisi critica perfetta non la commento, la lascio da parte, perché sei un professore, di quelli bravi. Luzi, purtroppo, non rientra tra i  poeti che amo, e d’altra parte siamo costretti a restringere il loro numero, in una selezione difficile e personalizzata, legata per me ad aspetti geografici, di amicizie , dolori ed amori, come la Francia, la Spagna, la Turchia e la Boemia, oltre all’Italia, naturalmente Però mi hai fatto ricercare il breve profilo di Luzi che apparve nel secondo volume dell’Antologia popolare dei poeti del Novecento pubblicata da Vallecchi nel 1967. Luzi si presenta e poi seguono 5 poesie che ho riletto con grande attenzione…ebbene l’ho sentite più vicine. Come ti dissi ho incontrato il poeta due o tre volte tra Chiusdino e Montalcinello, data l’amicizia che mi legava, a cavallo del 2000, alla sua “giovane musa” che ha casa e memorie familiari a Montalcinello. Ma, nonostante la mitezza del poeta e il suo dichiarato amore per le campagne ed i piccoli borghi e la loro gente umile, io lo sentii “molto distante”, quasi freddo. D’altra parte aveva già compiuto 86 anni e aveva i suoi crucci.  Naturalmente Luzi compare  sull’Antologia “ITALIAN POETRY” di Geoffrey Brock, edito nel 2012 a  New York, con 5 testi Avorio, Notizie a Giuseppina dopo tanti anni, Nella casa di N. compagna d’infanzia, Nell’imminenza dei quarant’anni, La notte lava la mente, In salvo?...Auctor.
Mi ha colpito anche la tua affermazione su Rocco Scotellaro, uno che amavo nella mia giovinezza,  e i suoi libri L’uva puttanella e Contadini del Sud, furono, tra i miei più cari. E che dire di Caproni? Un altro dei miei amati! D’Annunzio non mi aveva contagiato.
Ti mando due miei libriccini, gli ultimi stampati. Dopo averti ascoltato (e ripassato alcune poesie di Epifanie dell’angelo”), mi rendo conto della mia modestia, infatti non oso definirmi “poeta”, se non in quella scala di una persona qualunque che s’è trovata a vivere una vita lunga, tra le Leggi Razziali del 1938 e il ritorno di teorie aberranti di una incipiente era oscurantista. Dunque, la poesia, o meglio, la mia scrittura, come terapia salvifica per allontanare le tenebre e il Male. 
Mi piacerebbe ricevere l’ultima tua pubblicazione, se ne hai una copia, ed anche il libriccino di Marzia, che ho conosciuto ed apprezzato con molto piacere.
Il vostro “amico” Carlo.

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