DELLA POESIA SENZA RITMO E SENZA RIMA.
“…quando ho pubblicato delle
poesie non rimate mi è capitato di sentirmi chiedere come facessi a spacciare
per poesia roba simile; la domanda è legittima
perché di solito la poesia, quando rinuncia alla rima, presenta almeno
un ritmo fisso. Molti dei miei ultimi lavori lirici non presentano né rima né
ritmi fissi e regolari”. E allora? In silenzio ho elaborato il mio appartato
canto, il quale, ormai sul viale del tramonto della vita, mentre è ancora
immerso nell’esistenzialismo, riesce a scrutare oltre la storia personale ed
aprirsi a quella dell’umanità e dell’intero
creato, nel suo tendere a quello che non c’è. E così non ho dato al fuoco i
miei poemi, ma l’ho riposti in una scatola di cartone, ed essi saranno, il mio
solo lascito e segno del cammino. Adesso, mentre scrivo, guardo gli otto volumi, ancora
sciolti, posati sul mio tavolo di lavoro. Sono composti da 1188 pagine ed abbracciano
il periodo 1952 – 2018. Credo che mai saranno pubblicati per intero. Tuttavia,
in otto volumetti e su alcune pagine di riviste letterarie, circa trecento
delle mille totali, sono state pubblicate con bassissime tirature. Forse, ma
ancora nulla è deciso, pubblicherò in quest’anno un nuovo libriccino a quattro
mani, forse, se i miei sparsi amici mi sosterranno.
Ne riparleremo.
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