MACHADO.
Oggi tre avvenimenti: i funerali
di un caro amico d’infanzia, la notizia della morte di un grande artista
volterrano (che non ho mai conosciuto di persona) e l’invito di Antonella a
segnalare un libro cult: parto dall’immagine del libro e da una pagina dello
stesso nella quale Juan De Mairena parla ai suoi allievi: “…della morte,
signori, discuteremo poco. Siete troppo giovani… Tuttavia, non sarà superfluo
che cominciate a prestarvi attenzione come fenomeno ricorrente e, a quanto
pare, naturale, e che recitiate a memoria l’immortale esametro di Omero, che,
detto in volgare recita: “Come è la stirpe delle foglie, così quella degli
uomini”. Qui Omero parla della morte come un grande epico la vede stando fuori
dal grande bosco umano. Pensate che un giorno ognuno di voi la vedrà dall’interno,
e in qualità di foglia. E per ora basta così.
Alcuni discepoli di Mairena impararono a memoria il
verso omerico; altri anche la traduzione; non mancò chi ne fece l’analisi
grammaticale e ne propose una versione più precisa o più elegante di quella del
maestro, né chi, prendendo l’esametro per le foglie, cantò l’albero verde, poi
spoglio, infine di nuovo verde. Nessuno sembrava ricordare il commento di
Mairena al verso omerico; ancora meno, il monito finale. Mairena non volle
insistere. La morte – pensava lui – non è tema adatto ai giovani, i quali
vivono proiettati verso il futuro e si immaginano indefinitamente vivi al di là
del momento in cui vivono, saltando a piè pari il grande precipizio a cui
pensiamo noi vecchi.
Nessun commento:
Posta un commento