domenica 23 luglio 2017


PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI. CAP. 25.


40. Ai compagni attivisti[1]

         L’attuale fase storica in Italia vede sul tappeto i grandi problemi di fondo della società, tra i quali si evidenzia quello dell’unità organica dei lavoratori e delle Organizzazioni sindacali. E’ pertanto necessario compiere un serio sforzo per estendere la presenza sindacale in tutti i posti di lavoro, per elevare la coscienza politica dei lavoratori, e in particolare dei delegati di reparto che dovranno diventare sempre più la vera struttura sindacale unitaria dentro la Fabbrica.
         Siamo consapevoli della volontà unitaria della Cgil e della Fidae e pertanto un rafforzamento del nostro sindacato può accelerare, in un momento nel quale si profilano serie difficoltà all’interno della categoria, questo processo. Abbiamo conseguito negli anni 1973 e 1974, come Fidae di Larderello, grandi successi reclutando 235 nuovi iscritti e passando, nel reclutamento, al secondo posto in Toscana, preceduti solo da Firenze. Complessivamente in Toscana abbiamo incrementato di 635 iscritti la forza della Fidae che rafforza così la sua maggioranza (55%) rispetto alla Flaei (38%) e alla Uilsp (6%).
         In tutte le province, tranne Pisa, siamo il sindacato maggioritario segno che intorno alle nostre proposte unitarie, alla nostra intraprendenza organizzativa, alla nostra coerenza nelle lotte, si allarga sempre di più il consenso dei lavoratori e, in particolar modo, dei giovani. Da questa forza ci derivano notevoli responsabilità alle quali potremo far fronte solo con un impegno maggiore da parte di tutti gli iscritti, ma soprattutto degli attivisti e con un ulteriore allargamento della base organizzata. Dopo i successi riportati notiamo un rallentamento nell’azione di reclutamento, azione che deve essere, come sempre, condotta alla luce del sole, senza demagogie e false promesse, rispettosa delle idee dei lavoratori ed estremamente corretta nei confronti delle altre Organizzazioni sindacali. In questo spirito vi invitiamo a riesaminare attentamente sui posti di lavoro l’impegno organizzativo per fare compiere un nuovo balzo in avanti alla Fidae-Cgil, nell’interesse generale di tutto il movimento.


 41. Noterelle sui problemi della geotermia (settembre 1975)[2]
  
1)    Per il concatenarsi di numerosi recenti avvenimenti, il principale dei quali resta la maggiore difficoltà per il nostro Paese di disporre di prodotti energetici d’importazione a basso costo, si è risvegliato un generale interesse per le fonti nazionali di energia, e in particolare per quella d’origine geotermica, fonte che da sempre ha rappresentato per l’Italia un primato mondiale.
2)    Questo generale interesse ha coinvolto sia il mondo scientifico, sia quello politico, sia l’opinione pubblica e gli organi di informazione hanno dato molto spazio alla questione energetica (Il Popolo, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, L’Unità, L’Europeo, La Nazione, Il Sole 24 Ore, Il Telegrafo, Paese Sera...).
3)    Generalmente la stampa non ha risparmiato critiche al Governo ed all’Enel. In primo luogo per la subordinazione della politica energetica italiana alle multinazionali del petrolio, in secondo luogo per non aver sviluppato le risorse nazionali (acqua, gas, geotermia). A detta dei commentatori l’Enel ha gestito la geotermia in modo burocratico ed apatico, causando dequalificazione a livello scientifico e perdendo il primato che la società “Larderello” aveva conquistato su scala mondiale (Produzione: 1971 2,664 Mdi/kw/anno; 1972 2,582; 1973 2,480, 1974 2,502).
4)    Attraverso una struttura organizzativa inadeguata, causa permanente di conflittualità interne, l’Enel ha cercato di emarginare la geotermia, relegandola a fenomeno quasi folkloristico, del tutto trascurabile e di limitate potenzialità produttive, comunque una risorsa non suscettibile di contribuire al superamento del gap energetico.
5)    La stesura del “Piano energetico nazionale” ha trovato l’Enel impreparato a formulare validi e credibili programmi a medio e lungo termine. Per il breve termine, purtroppo, non c’è più nulla da fare. Nel settore geotermico assistiamo ad un perdurante vuoto di idee e iniziative concrete.
6)    Il fatto nuovo è la possibilità che l’Enel perda il monopolio nel settore della geotermia. Infatti nella bozza di “Piano energetico” vengono attribuiti compiti importanti all’Eni.
7)    Vi sono molte ragioni per ritenere che la forma mista Enel-Eni, joint-venture, così  come tratteggiato dal “Piano” sia causa di ulteriori conflitti, di sprechi e di ritardi operativi perdurando l’attuale quadro politico alla direzione del Paese.
8)    Può l’Enel affrontare seriamente, con successo, la ricerca, la coltivazione e lo sfruttamento su scala nazionale delle risorse geotermiche, assolvendo il ruolo di operatore unico che anche il “Piano energetico”, ambiguamente, introduce? Pensiamo di si, se si realizzeranno le seguenti condizioni:
a)     struttura unitaria che sia preposta alla geotermia nell’ambito Enel. Potere decisionale e sufficienti investimenti. Adeguamento degli organici per i settori della ricerca, perforazione, manutenzione, produzione. Rinnovamento dei macchinari elettrici. Acquisto di nuovi gruppi generatori. Potenziamento parco sonde e parco logistico.La struttura di Larderello, unificata, dovrebbe costituire il nucleo principale dell’organismo geotermico nazionale.
b)    elaborazione di un ampio programma di ricerca delle forze geotermiche sul territorio nazionale che preveda la collaborazione del Cnr, delle Università, dell’Eni e delle Regioni.
c)     elaborazione di un programma di sfruttamento che contempli:

-         le possibilità di produzione di energia elettrica dal vapore surriscaldato;
-         le possibilità di produzione di energia elettrica da miscele vapore-acqua;
-         le possibilità di produzione di energia elettrica da acqua calda.

Questo programma dovrebbe essere attuato in collaborazione con il Cnr, i Centri di ricerca universitari ed il Settore elettromeccanico a proprietà pubblico-privata.

d)    elaborazione di programmi per la messa a punto di tecnologie avanzate nella creazione di campi geotermici
 artificiali, in collaborazione con gli esistenti Istituti pubblici, italiani e stranieri.
Programmazione dello sfruttamento a fini non elettrici dei fluidi geotermici da attuarsi con apposite convenzioni tra l’Enel, Regioni interessate e le Aziende pubbliche (Eni), operanti quest’ultime nel settore chimico.
e)     democraticizzazione dell’Ente, suo decentramento e ruolo partecipativo delle Organizzazioni sindacali alle scelte strategiche. Controllo attento del Parlamento sull’Enel e sull’Eni.
f)      rilancio della politica geotermica a partire dalla formazione di nuovi quadri tecnico-scientifici all’interno delle Università; dall’elevazione professionale del livello dei lavoratori; dalla riconsiderazione dei ruoli fondamentali della ricerca e delle tecnologie avanzate; da rapporti di collaborazione internazionale volti a porre di nuovo in campo mondiale la preminenza del peso dell’esperienza italiana in tutti i settori dello sfruttamento delle risorse geotermiche per consentire nuovi sbocchi di mercato ad importanti Aziende nazionali.
9)    Le Organizzazioni sindacali, le forze politiche e sociali della “Regioni Boracifera”, hanno una ricca tradizione di lotte e di impegno per conseguire lo sviluppo delle “forze endogene”, sviluppo non visto circoscritto ai Comprensori toscani, ma considerato quale componente di notevole importanza per l’economia nazionale.
10)           Un filo rosso lega le lotte per la nazionalizzazione della ex “Larderello SpA” a quelle per la democraticizzazione dell’Enel, per una piena valorizzazione delle risorse geotermiche e per l’incremento occupazionale.
11)           Al pari di altri comparti industriali ed agricoli e delle riforme sociali, il problema del mancato sviluppo della geotermia deve collegarsi a precise scelte politiche, di come cioè è stata governata l’Italia negli ultimi trenta anni.
12)           Uranio, geotermia, lignite, gas, sole, maree, vento, centri di ricerca, sviluppo della ricerca scientifica pura: sono stati sacrificati ai monopoli del petrolio, alle collusioni politico-economiche delle società multinazionali, alla dipendenza dai paesi capitalistici dominanti (Usa).
13)           L’Enel, l’altro grande imputato, oltre al Governo, non è stato che l’emanazione diretta di queste scelte politiche, l’esecutore di un piano suicida che ha portato l’Italia verso la più grave crisi energetica della sua storia. Ci sarebbe inoltre da valutare quanto abbiano pesato l’inefficienza tecnica, l’impreparazione, la corsa alle poltrone ben remunerate: caratteristiche di una classe dirigente pasciuta nei pascoli del sottogoverno democristiano.
14)           Oggi, in un quadro politico profondamente mutato, di fronte alla gravità della crisi economica e non solo economica, anche i margini delle scelte dei gruppi dominanti si sono ristretti. E’ possibile incidere su questi gruppi, cambiare i rapporti politici, gli indirizzi economici e produttivi sotto l’azione congiunta ed unitaria di un ampio schieramento di forze sindacali, sociali, politiche.
15)           E’ pertanto indispensabile che la Fidae-Cgil e soprattutto le strutture orizzontali della Cgil, si impegnino a fondo ricercando il più ampio momento unitario, per imporre alla controparte di Governo e dell’Enel un piano energetico che preveda il totale e razionale sfruttamento delle risorse geotermiche.
16)           Senza poter affrontare un discorso tecnico vorrei ricordare che oggi lo sfruttamento del calore terrestre non è più un problema locale, di Larderello, ma un problema internazionale. Tale importanza nello sfruttamento del calore non soltanto è rapportabile a quanto già realizzato in alcuni Paesi, ma dalle immense potenzialità energetiche delle risorse geotermiche per molteplici settori di applicazione (produzione di energia elettrica, serricoltura, calore per processi industriali e civili).
17)           Non è casuale che negli Usa le grandi compagnie petrolifere  abbiano messo le mani sopra le più promettenti aree geotermiche del paese prevedendo, specialmente dopo l’anno 2000, l’energia geotermica alternativa a quella nucleare. Infatti in questi ultimi anni la tecnologia e la ricerca di queste fonti hanno compiuto un notevole progresso. Non ci si limita più a ricercare il “vapore che c’è”, come siamo da sempre abituati a fare a Larderello, ma si stanno mettendo a punto progetti nuovi che artificialmente creano campi di vapore.
18)           Non è più pensabile che un solo Ente gestisca l’immenso e vario potenziale geotermico italiano. Occorrono rapporti nuovi di collaborazione tra gli Enti di Stato (Enel, Eni, Cnen, Iri) e tra questi e la ricerca applicata (Cnr) che deve avere i capitali necessari per portare a termine progetti finalizzati e con la ricerca pura (Università), nonché con le Aziende elettromeccaniche e metalmeccaniche per la messa a punto di idonee attrezzature e macchinari (Tosi, Ansaldo, Nuova Pignone, Asgen...).
19)           Gli effetti positivi per l’economia del Paese non sarebbero certamente trascurabili. Ma altri benefici non trascurabili deriverebbero al nostro Paese da un ruolo guida a livello globale nella esportazione di idee e tecnologie avanzate nel campo geotermico, considerando che ad oggi circa cinquanta nazioni si stanno attivamente interessando alla ricerca geotermica.
20)           In questo quadro è impensabile ottenere risultati positivi senza la più vasta unità, a tutti i livelli, e la mobilitazione dei lavoratori e dell’opinione pubblica, a partire dallo sciopero regionale proclamato per il 19 settembre.
21)           A mio avviso c’è stata, fino ad oggi, una sottovalutazione dei problemi dell’energia e, in particolare, dell’energia geotermica, anche da parte del nostro sindacato.
22)           Abbiamo considerato la geotermia coi vecchi parametri tecnico-scientifici, i vecchi schemi empirici dei praticoni. Se l’esplosione del soffione “Travale 22”, e le note problematiche che ne sono seguite, non ci avessero dato una mano, forse tutto sarebbe rimasto inalterato, circoscritto a problematiche esclusivamente territoriali, non certo teoriche, della “Regioni Boracifera”. L’episodio del “Travale 22” è stato emblematico per far comprendere come si sia affrontato, con l’Enel, lo sfruttamento delle forze endogene.
23)           Come Organizzazioni sindacali abbiamo elaborato documenti unitari ancora validi, e intendiamo ottenere un confronto diretto con il Governo per discutere la collocazione della geotermia nell’ambito del “Piano energetico nazionale”. Deve essere chiaro che non esistono due o tre geotermie: quella di Larderello, quella nazionale, quella internazionale, ma c’è una sola geotermia. Abbiamo anche affermato che la geotermia  non può essere soltanto patrimonio esclusivo dell’Enel, ma un bene pubblico di tutta la collettività
24)           Crediamo che le Regioni e gli Enti Locali, le Comunità Montane, le forze sociali, abbiano un ruolo, non solo di stimolo per la verifica dei programmi dell’Enel, ma di gestione delle risorse geotermiche suscettibili di sfruttamento per fini diversificati da quello elettrico, essenzialmente per una agricoltura altamente specializzata.
25)           Democraticizzazione dell’Enel vuol dire no alle passerelle regionali del suo Presidente e si ad un rapporto di pratica collaborazione con gli Enti Locali. Sappiamo bene quali e quante resistenze, politiche e burocratiche, si frappongono da parte dell’Enel a questo rapporto. Ma a nostro avviso esistono anche ritardi da parte degli Enti Locali (Regioni) non giustificabili.  Anche in questo caso c’è stata una sottovalutazione del problema che occorrerà superare.
26)           C’è una politica Comprensoriale dell’Enel che deve subire radicali cambiamenti. Intanto, in una  zona così potenzialmente ricca di risorse energetiche, quale quella a cavallo delle Province di Pisa, Grosseto e Siena (Sesta-Montalcinello-Travale) si può constatare l’inefficienza e lo sperpero organizzato di una immensa ricchezza capace di dare occupazione, infrastrutture,  sviluppo ad una vasta comunità. La lentezza, a passo di tartaruga, nelle perforazioni, il boicottaggio al soffione “Travale 22”, lo spreco di acque in ebollizione,  la chiusura di sondaggi con grandi portate di gas, l’abbandono delle ricerche delle fonti geotermiche e delle possibili soluzioni di sfruttamento, contrassegnano le scelte dell’Enel in quest’area. Le scelte in tutto il “Comprensorio Boracifero” poiché proprio in occasione dell’incontro con la Direzione Enel del Compartimento di Firenze ci è stato confermato che ancora non sono stati ordinati i nuovi gruppi generatori, da tanti anni occorrenti ed a noi sempre promessi. Richiediamo pertanto interventi precisi, che possiamo genericamente indicare in:

a)     sfruttamento completo di tutto il vapore disponibile per la produzione di energia elettrica, predisponendo l’acquisto di turbine della generazione più avanzata, anche mobili;
b)    sfruttamento completo del vapore non idoneo per la produzione di energia elettrica attraverso una convenzione con gli Enti Locali (Regioni) per usi agricoli;
c)     sfruttamento delle acque calde disponibili per produzione agricola, riscaldamento civile dei paesi ed usi termali con convenzioni tra l’Enel e gli Enti Locali interessati;
d)    programma finalizzato per la ricerca delle forze geotermiche applicando: tecnologie nuove, sondaggi profondi, fratturazione strati compatti, alimentazione rocce secche-calde;
e)     studio per costruzione gruppi generatori in modo da sfruttare fluidi  bassa entalpia[3], freon, turbine gravimetriche;
f)      potenziamento degli organici con concorsi di assunzione previsti nell’ambito delle Comunità Montane 17 e 18 ed il Comune di Chiusdino, da effettuare senza preselezione;
g)     qualificazione del personale da attuare attraverso appositi corsi teorico-pratici;
h)    abolizione degli appalti per i lavori relativi alla grande manutenzione e costruzione nuovi impianti per i quali si ravvisi un’infrazione alla legge n. 1369 e siano compatibili con l’esecuzione diretta.

Nell’ambito nazionale è evidente che si dovrà realizzare, almeno per l’Enel, una struttura  unitaria nel settore geotermico: ricerca-coltivazione-produzione. E tale organismo assumerà un ruolo strategico pregiudiziale, anche ai fini riassunti in questo documento.





[1] Lettera dts. di gc agli “attivisti” della Fidae-Cgil dell’Enel di Larderello.
[2] Appunti e riflessioni dts. di gc per gli Organi direttivi della Fidae-Cgil di Larderello.
[3] Fluidi a bassa entalpia: vapori ed acque con temperature tra i 50 ed i 130 °C.

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