PASSIONI, SPERANZE, ILLUSIONI, CAP. 22.
34. La strage di Brescia (29 maggio
1974)[1]
Ci troviamo
ancora una volta riuniti pacificamente per protestare contro un atto di violenza
omicida che ha stroncato, ieri, a Brescia, in Piazza della Loggia, durante un
comizio sindacale, la vita di otto cittadini, lavoratori, donne, insegnanti,
ferendo più o meno gravemente, altri novanta cittadini. Ormai è nota la
dinamica di questo attentato, anche se, purtroppo, il tragico bilancio dei
feriti è destinato a salire. Le Organizzazioni sindacali non vogliono fare di
questa giornata soltanto un atto di cordoglio e commemorazione, ma la
mobilitazione dei lavoratori indica che bisogna finalmente andare a fondo nel
colpire esecutori, mandanti e “protettori” della trama nera che tiene il Paese,
da cinque anni, in una situazione di innaturale tensione.
L’Italia ha con la Resistenza, con l’unità delle forze
antifasciste che dette origine alla Costituzione, detto definitivamente No! al
fascismo come alternativa politica. Ognuno di noi sa cosa vuol dire “fascismo”
e “nazismo” e di quanti terribili lutti abbiamo segnato l’umanità intera.
Eppure ci sono ancora oggi uomini e movimenti politici che si richiamano al
fascismo ed al nazismo, che ne propagandano le idee di violenza, i metodi delle
aggressioni, della divisione tra operai, popolo, studenti, i falsi e pericolosi
miti del razzismo.
Purtroppo questi uomini e questi partiti siedono
ancora nel nostro Parlamento, in quel Parlamento che si è formato proprio con
la lotta antifascista. Ci siede un uomo, come Giorgio Almirante, persecutore di
partigiani, firmatario del bando che costò la vita agli 83 minatori di
Niccioleta, eccidio del quale proprio in quest’anno celebreremo il trentesimo
anniversario.
Noi crediamo che questi movimenti e questi uomini non
debbano restare né impuniti né tollerati nelle Istituzioni democratiche e che sia
pericoloso per chiunque credere di poter cavalcare impunemente la tigre della
tensione, cercando di mettere artificiose impalcature introno alle teorie di
“opposti estremismi” che in realtà, qualsiasi sia il loro nome, “Brigate Rosse”
o “Ordine Nuovo”, o “Sam” o “Avanguardia Nazionale”, hanno chiaramente una
matrice antidemocratica, reazionaria e terroristica.
Ma il fascismo, forse, non si potrà estirpare con
provvedimenti repressivi. Esso ha origini profonde. Nasce in ognuno di noi
quando rifiutiamo solidarietà ai lavoratori in lotta, quando facciamo opera di
razzismo, quando restiamo indifferenti a quanto avviene in Italia e nel mondo,
quando siamo egoisti e chiusi nel falso benessere individuale, quanto più che
alle forze dell’intelligenza e della ragione ci affidiamo ad istinti
irrazionali.
Se il motto del fascismo fu “me ne frego”, i ragazzi
di Barbiana di don Milani hanno assunto a simbolo contrapposto “I Care”
(m’importa) e in questo m’importa sta la vera presa di coscienza che ogni
cittadino ogni lavoratore a cui sta a cuore la democrazia deve ispirarsi. Il
fascismo e la violenza si vincono inoltre eliminando nel nostro Paese le forme
di “violenza sociale” e le ingiustizie che vi sono ancora largamente presenti.
Si tratta di andare avanti su una coraggiosa strada di riforme sociali e di
profondo rinnovamento morale della nostra società e della intera classe
dirigente. Si tratta di concretizzare ovunque l’unità sindacale, l’unità tra
lavoratori di ideologie diverse, ma tutti animati dall’ansia di pace, libertà e
giustizia, per una più equa divisione della ricchezza e per una partecipazione
più diretta e qualificante delle classi lavoratrici alla direzione dello Stato.
Sono questi i problemi e l’impegno che le oo.ss.
intendono esprimere in questo tragico momento. Altrimenti le nostre lacrime, il
nostro dolore, le nostre parole non avrebbero alcun valore e resterebbero
malinconicamente sterili e vuote.
Davanti a queste nuove bare, a queste vittime di un
disegno aberrante, non possiamo assolutamente permettercelo.
35. Risoluzione del Comitato direttivo
della Fidae-Cgil di Larderello (2 agosto 1974)
Il Comitato direttivo della Fidae-Cgil di Larderello
conferma il suo giudizio negativo nei confronti dei provvedimenti congiunturali
attuati dal Governo e appoggia la decisione della Federazione Cgil-Cisl-Uil di
agire con l’azione di massa contro il tentativo, male impostato e
inaccettabile, di far pagare ai lavoratori e ai ceti meno abbienti, tra cui i
pensionati, il costo con il quale si pensa di far uscire il Paese dalle gravi
difficoltà economiche.
Il Cd rivolge un plauso ai lavoratori del Geotermico
che hanno aderito alle manifestazioni di lotta del 9 e 24 luglio, nonostante la
situazione resa difficile dalla defezione di una Organizzazione sindacale allo
sciopero del 9 luglio. I lavoratori elettrici hanno dimostrato, anche in quest’occasione, di sentirsi impegnati, unitamente ad altri
strati sociali ed alla classe operaia tutta, a sostenere concretamente l’azione
sindacale per realizzare una politica di sviluppo produttivo, economico e
sociale del Paese, capace anche di
stroncare la sempre più virulenta e vasta trama reazionaria che tanto sangue ha
fatto versare ai lavoratori ed ai cittadini. Il Cd ritiene che anche nelle
prossime settimane non debba affievolirsi la pressione dei lavoratori e che siano
attuate molteplici iniziative di mobilitazione e di lotta.
Nel quadro della crisi economica, i problemi
dell’energia ed in particolare dell’energia elettrica, assumono un’importanza
decisiva. Non è infatti ipotizzabile una ripresa produttiva, né tantomeno lo
sviluppo del Mezzogiorno e delle aree depresse o della piccola industria, se
non ci sarà energia elettrica sufficiente.
Dopo “dieci anni perduti” sembra che l’Enel, sotto le
pressioni politiche e sindacali, stia elaborando programmi di notevole ampiezza
per il settore geotermico, ma riteniamo che non dovranno essere gli stessi
uomini che hanno emarginato la geotermia, che non vi hanno creduto, che addirittura l’hanno boicottata, a
svilupparla!
C’è quindi
bisogno di linee politiche e di uomini nuovi, di aggregazioni organizzative e
non di divisioni, di un “Centro Operativo” per la ricerca e lo sfruttamento
delle risorse geotermiche che metta fine al caos della miriade di organismi
che, spesso in maniera inconcludente, stante le limitate possibilità di
intervento, lavorano in questo campo. C’è bisogno di una politica seria verso i
tecnici per un’effettiva valorizzazione di quelli in organico e per
l’assunzione di nuovi; per un collegamento coi Centri di ricerca più avanzati a
livello nazionale ed internazionale in modo da porre fine a quel
provincialismo, a quello spreco di intelligenza che ha caratterizzato il nostro
settore sotto l’Enel.
La Fidae-Cgil
di Larderello continua l’azione, a tutti i livelli, di pressione e
chiarificazione intorno ai problemi della geotermia. L’unità tra le oo.ss.
consente nutrire speranze per l’ulteriore sviluppo dell’iniziativa in corso che
ha visto, a livello di Comprensorio, incontri con le forze politiche, le oo.ss.
territoriali, gli Amministratori e che dovrebbe concretizzarsi con un incontro
interregionale di approfondimento tecnico e politico.
Non sono altresì mancate iniziative a livello
nazionale, sia verso il sindacato e sia verso il Governo, anche queste
suscettibili di incremento. La vertenza in sede nazionale e regionale aperta
con l’Enel dalle oo.ss. prevede l’impiego differenziato delle risorse
energetiche esistenti e piani concreti da attuare a livello territoriale.
Invitiamo fin da ora i lavoratori (tra breve uscirà un documento unitario sulla
vertenza Enel in Toscana) a discutere e sostenere l’azione delle oo.ss. che è,
per il settore geotermico, molto importante.
Il Comitato direttivo ha discusso inoltre alcuni
problemi inerenti la situazione contrattuale all’interno del “Geotermico” ed in
particolare l’organizzazione del “Gruppo Elettrico”, l’inquadramento del
personale, gli appalti, il ruolo del Cud. Per non appesantire questo documento
ne accenneremo soltanto sinteticamente.
A parere del Cd la Direzione del Servizio termoelettrico
ed i responsabili locali non hanno alcuna volontà di affrontare un discorso
serio sull’organizzazione del Gruppo, vista come fase di riunificazione col “Servizio
minerario” e capace di valorizzare il personale degli impianti, di snellire la
burocrazia, di assicurare una manutenzione efficace e programmata in modo da
eliminare gli straordinari e di realizzare interventi radicali sull’ambiente,
garantendo la sicurezza fisica e psichica degli addetti. Le Direzioni
responsabili, invece, dimostrano interesse a creare compartimenti stagni,
maggiore burocrazia, aumento degli straordinari, ed a valorizzare soltanto
alcune “alte posizioni” degli uffici.
Il Cd, nel respingere questa impostazione e di fronte
alla lentezza con la quale si porta avanti questo problema, da mandato alla
Segreteria di promuovere, se possibile unitariamente, una serie di iniziative
atte a risolvere quanto prima e positivamente l’organizzazione dell’Elettrico,
dissociando le responsabilità della Fidae-Cgil e chiamando i lavoratori alla
lotta se si tenteranno soluzioni autoritarie o di compromesso.
Mentre permangono aspetti di tensione tra i lavoratori
per la lentezza con la quale la Direzione dell’Enel Compartimentale affronta
alcuni problemi posti dalle oo.ss. e relativi ai trasferimenti, ai concorsi
interni, agli alloggi, alle vertenze individuali, ai corsi di
addestramento…ecc.ecc. è stato positivamente acquisito da parte del “Gruppo minerario”
il concetto di abolire i concorsi interni al livello di “CS”, stabilendo, in
via generale, il livello “CS” il più basso, acquisibile soltanto dopo alcuni mesi
di specifica esperienza lavorativa. Anche su questo importante problema si è
verificata finora una persistente chiusura da parte della Direzione del “Gruppo
elettrico”.
A parere del Cd occorre inoltre che la Segreteria del Cud
sia sempre funzionante al 100% e che i delegati tutti diano un maggiore apporto
per la gestione del contratto, non solo per gli aspetti che riguardano il
proprio Gruppo o Reparto, come da un po’ di tempo sta accadendo. A tale
proposito il Cd ricorda alle altre oo.ss. che il delegato sindacale nella
Segreteria del Cud è un membro di questo Organismo a pieno titolo e come tale
deve svolgervi la propria attività.
Il Cd della Fidae-Cgil saluta con piacere l’ingresso a
Larderello dei 77 lavoratori della Cooperativa Acli-Libertas di Saline. La
battaglia democratica per il superamento degli appalti condotta dalle oo.ss. è
stata determinante nella elaborazione di leggi che hanno permesso il
riconoscimento giuridico dei diritti acquisiti da questi lavoratori. Tuttavia
il problema degli appalti resta aperto perché nonostante la vittoria riportata
in sede legale, l’Enel rifiuta di assumere i lavoratori delle Ditte: Frasconi,
Siderocemento, Nuova Elettra. L’intervento unitario delle oo.ss. ha portato
questo problema in sede nazionale e anche la Direzione Generale dell’Enel ne è
stata investita. Riteniamo tuttavia che la questione non si risolverà
automaticamente, ma avrà bisogno di un vasto ed articolato movimento di lotta,
che abbia in prima fila i lavoratori elettrici.
Fedele ai principi democratici di rispetto per le idee
politiche e sociali dei lavoratori, la Fidae-Cgil conduce un’azione di
reclutamento non facendo firmare la delega “sottobanco” o ancora prima della
assunzione, ma presentandosi direttamente, com’è suo costume, a viso aperto, sui
posti di lavoro.
Ai colleghi dell’Acli-Libertas diciamo che la libertà
e la democrazia che sono in Fabbrica si devono alla lotta della classe operaia
che ha respinto la sopraffazione, la discriminazione, l’intrallazzo. Occorre
sviluppare ancor più a fondo la democrazia e ciò sarà possibile se si
spezzeranno rapidamente anche quei vincoli di “soggezione” che in un rapporto
di lavoro precario esistevano certamente nelle Ditte e Cooperative
appaltatrici. La Fidae-Cgil è un sindacato di classe, profondamente unitario ed
al servizio di tutti i lavoratori: questo è quanto offriamo ai nuovi assunti
invitandoli, al momento opportuno, a firmare la delega del nostro sindacato.
[1] Intervento di gc alla
manifestazione di protesta tenuta nella Sala Ingresso Stabilimento di
Larderello il 30.5.1974.
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