GOETHE WOLFGANG (II).
Ecco un’altra opera che amo
particolarmente: la pubblicazione di tutte le lettere scritte da Goethe alla
signora Charlotte von Stein, a cura di Roberto Spaini, tradotte da Renata Pisaneschi Spaini sulla edizione curata da
A.Scholl, 2 volumi, Frankfurt a M., 1883. Le lettere si snodano dal 1776 al
1826. L’editore Parenti effettuò la stampa in due volumi riccamente
illustrati, rilegati in tela in cofanetto, curati da Amerigo Terenzi, nel 1959, all’allora prezzo 14.000 £. (che equivalevano ad un terzo del
mio stipendio mensile!). Si tratta della
versione integrale di tutte le lettere di Goethe, la prima italiana. Come
sappiamo le lettere di Goethe alla sua amica Charlotte sono in Germania uno dei
libri più amati. Le cinquanta incisioni fuori testo che illustrano i due volumi italiani sono tratte dalle “antichità” di Ercolano
edite nel 1780 dal David a Parigi. Le lettere alla signora von Stein
trovano così un contrappunto grafico che non sarebbe certo dispiaciuto al loro Autore, che conobbe le “antichità” di
Pompei ed Ercolano e ne fece ampia materia poetica negli Epigrammi veneziani e
nella descrizione del suo Viaggio in Italia. Le lettere sono un grande e
perfetto specchio dal quale balza vivo e attuale Goethe, con le sue doti
universali e le sue umane debolezze.
Oggigiorno il modo di comunicare
tra le persone, vicine e lontane, è del tutto mutato. La frenesia del movimento
incessante delle vite umane e della quasi istantanea comunione del pensiero e
conoscenza dei fatti del mondo, non ha
limiti. Carta, penna e inchiostro, carta assorbente, busta fogli, francobolli,
attese, brevi e lunghe, emozioni visive, cartoline, piccoli fiori secchi,
ritagli e intagli, disegni e cifrati ammiccamenti, son materiale per i “luoghi
della memoria” dove gli studiosi e gli inguaribili “romantici” del tempo
perduto trovano conforto. Io appartengo a quel mondo nell’anima, anche se negli ultimi anni della mia vita mi sono
avvalso della scrittura elettronica , post, sms e rare lettere scritte a
macchina. Per fortuna ho conservato
alcune importanti “corrispondenze” bilaterali, unendo alle mie lettere anche
quelle dell’interlocutore, amico od amica. La più importante tra loro è quella
con “la signora di Zurigo”, che si è protratta
regolarmente tra il 1962 e il 2014, quasi il tempo di quelle di Goethe
alla von Stein. Ed è per questo che un po’ mi ritrovo in queste lettere del
Poeta alla signora Charlotte.
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