Nostalgia di Gerusalemme
in 60 immagini sulle 600
scattate (XII, Fine).
Dieci misure di bellezza
furono donate al mondo,
nove furono date a
Gerusalemme
e una al resto del mondo.
E’ un proverbio molto antico che
nella sua brevità dice tutto. Venerata
per le tre grandi religioni monoteiste, Gerusalemme, la tre volte Santa, mostra
le tracce di ciascuna di esse: è un luogo di preghiera e pellegrinaggio, ma
anche un mondo cosmopolita, di etnie e civiltà, di contrasti e di passioni, di pace e di insicurezza, di
gioia e di tristezza. E’ una città di
roccia, non ha fiumi, non ha il mare, e nemmeno grandi foreste la circondano,
distesa sulle alte colline, le case bianche un misto di bunker e bugni
d’alveare, la sua fama è legata soltanto alla memoria dei grandi avvenimenti religiosi
che vi si sono svolti, e per i resti che rimangono, dopo distruzioni e
ricostruzioni, lungo gli ultimi tremila anni di storia. Essa custodisce le tre
“pietre sante”: il sepolcro di Cristo per i cristiani; il Muro occidentale per
gli ebrei; la Roccia di Maometto per i
Mussulmani. La città è molto estesa, ma il cuore pulsante è racchiuso nel
quadrato magico della città vecchia, stretta dentro un chilometro quadrato, quello definito “il
centro dell’Universo”, dove sono, appunto, le tre pietre sacre. Conta circa un
milione di abitanti, la maggior parte di religione ebraica; circa 200.000 sono
i musulmani e poco meno di trentamila i cristiani. Il “quadrilatero” stretto
dalle antiche mura è diviso in quattro quartieri, nettamente caratterizzati, il
Quartiere cristiano; il Quartiere ebraico; il Quartiere armeno; il Quartiere
musulmano.
Ho soggiornato in due strutture
d’ospitalità cristiana, nei pressi della Porta di Jaffa, non lontane dal Santo
Sepolcro. E, praticamente, salvo in una
o due occasioni, non sono più uscito dalle mura della città vecchia! Una per la
visita all’Israel Museum ed al vasto
complesso dello Yad Vashem a memoria dei 6 milioni di ebrei sterminati dai
nazifascisti nella Shoah, un complesso di
molti Musei e parchi , tra i quali il Giardino dei Giusti, a memoria dei
non ebrei che a rischio della loro vita hanno tratto in salvo ebrei durante
l’Olocausto. Anche molti italiani vi sono
ricordati. Un’altra volta è stata
quando ho effettuato il percorso della “Via dolorosa” che partendo dal Monte
degli ulivi entra nella città vecchia per giungere al Golgota ed al santo
Sepolcro. E’ la via percorsa da Gesù verso il Calvario fatta di 14 stazioni,
delle quali 9 sono lungo il cammino di Gesù
nella città, e 5 sono concentrate all’interno del Santo Sepolcro. E’ un
“cammino” che va fatto con l’anima, più che con i sensi visibili. Altrimenti si
rischia di essere attratti solo dagli eventi esteriori, ed anche dal grande
“mercato” che cerca di spillare al pellegrino-turista un po’ di denaro per gli
oggetti-souvenir-talismano, di una fede superficiale che poco ha in comune con
la parola e l’esempio di Cristo. Sono andato più volte al Muro del pianto, ed
ho messo nella fessura tra due enormi pietre il mio bigliettino, il ricordo di
un mio grande amico ebreo, mai dimenticato; ma non sono potuto andare, perché
adesso proibito ai non musulmani, alla Mosquée el-Acsa, sulla spianata del tempio Dome de la
Roche. Ho invece esplorato i luoghi che le
Comunità cristiane hanno eretto attorno al santo Sepolcro, dalla Basilica della
Resurrezione, a molte chiese greche, copte, ethiopi, siriane e latine, ed ai loro conventi, luoghi
che sono stati aspramente contesi tra gli stessi cristiani; e soltanto gli Armeni hanno costruito dopo il
4° secolo un quartiere a loro stessi riservato, anche se, oggigiorno, tale
comunità è ridotta a poche centinaia di persone. I cristiani e cattolici
venerano molti importanti luoghi della
“passione di Cristo”: dal cenacolo, dov’è anche la leggendaria tomba di David,
sul Monte Sion; i Gethsemani, il luogo dell’agonia, nella Valle del Cédron; la
tomba di Maria, la Basilica
di S. Anna e il Convento dei francescani, luogo della flagellazione.
In queste sessanta immagini ho
tentato di riassumere queste emozioni, ed anche i contrasti. Spero di
ritornarci ancora.
Ed ecco le ultime 4 immagini.
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