Dott. Aldo Cascinelli, primo Sindaco di Castelnuovo di Val di Cecina dopo la Liberazione, 4 luglio 1944.
1 Sept. 1944.Fifth Army, Cascina Area, Italy, Crossing Arno at Ford.
CRONACHE DELLA
II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno
1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina,
Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte IX.
Si riavvia la vita democratica della "Comunità" dopo
la lunga parentesi dei Podestà di nomina prefettizia e dei "commissari
prefettizi" nei periodi più difficili: dal 9 gennaio 1942 al 16 maggio
1942 il dottor Carlo Ponzano; dal 6 giugno 1942 al 31 luglio 1943 il dottor
Palumbo Federigo; il signor Nello Fusi dal 1 agosto 1943 al 29 giugno 1944.
Segretario comunale con i commissari è Mario Lucacchini, ambigua figura di
fanatico fascista.
Aldo
Cascinelli, secondo la testimonianza del suo intimo amico Fulceri Alfio, non
era iscritto, al momento della sua nomina a sindaco, ad alcun partito, anche se
diceva di essere comunista. Era un elemento, dinamico e atletico e anche
risoluto nelle decisioni; proveniva da una famiglia di antifascisti e suo
padre, Pietro, era stato sindaco socialista nel 1919 e oppositore del fascismo.
Nato nel 1907
si era laureato in chimica all'Università di Pisa, e dopo la laurea aveva
seguito a Berlino un corso di specializzazione. Entrerà alla Larderello, come
chimico, solo dopo la liberazione
sull'onda delle assunzioni derivate dall'epurazione e dal nuovo ruolo
conquistato dagli ex partigiani e dai CLN e partiti di sinistra. Poi si ammalerà
seriamente e questa serie di malattie lo porterà al distacco dalla vita
politica attiva. La morte lo coglie ancor giovane, nel 1963. Al momento della
sua morte comparvero gli avvisi funebri della Massoneria, il Grande Oriente
d'Italia, che annunciava la scomparsa del "maestro muratore", socio,
Aldo Cascinelli, ma non è da sapere quando fosse entrato a far parte di questa
organizzazione. Era una persona onesta fino all'eccesso e durante la sua
attività lavorativa alla Larderello subì una evidente discriminazione, non solo
per quello che aveva rappresentato nel CLN , ma anche per le sue idee laiche ed
anticlericali, non inclini a nessun compromesso. Tuttavia teneva in gran conto
sia la madre, sia la sorella, che erano invece religiosissime. Era una famiglia
unita. Anche oggi si può dare un giudizio
positivo sulla sua personalità: era un "uomo diritto", non
avrebbe mai mentito ed era talmente sincero che talvolta criticava anche i suoi
collaboratori, non sapeva fingere. Probabilmente le sue dimissioni, prima da
sindaco, poi da membro del PCI e del PSI, partiti nei quali si era iscritto
militandovi per un brevissimo periodo, sono da ricercare nelle mutate
condizioni sociali di Castelnuovo. Ritornarono dalla prigionia tedesca ex
militari, antifascisti, che portarono nuove idee nei partiti politici, si
rafforzò la presenza operaia nelle istituzioni, si affermarono concetti di una
rigida organizzazione comunista, sia per la costruzione del "partito"
voluta da Togliatti, sia per le più generali idee mutuate dal corso stalinista
che avevano preso il sopravvento in tutti i partiti comunisti del mondo.
Insomma era un vecchio mondo che lasciava il posto al nuovo, il mondo
dell'impegno politico generico, libertario e socialista, d'osteria e con un
pizzico di folclore, dei canti e dei garofani, con la presenza maggioritaria
degli artigiani e dei boscaioli, lasciava spazio all'organizzazione, alle
cellule, al tesseramento, al bollino, al centralismo e all'unanimismo della
“doppia verità”: "il Partito aveva sempre ragione! Occorrevano uomini
"più di partito", meno emotivi politicamente. E infatti sarà tutto o
quasi tutto l'apparato del CLN, del movimento antifascista, dei rifondatori del
PCI, che a poco a poco scomparirà dalla scena politica locale, e chi vi rimarrà
non avrà praticamente alcun peso effettivo. D'altra parte è nella grande
fabbrica che circolano ora le idee, che viene diffusa la stampa, che avvengono
continui interscambi tra elementi di diversi paesi, è nella fabbrica che la
coscienza di classe matura più rapidamente che altrove. Inoltre, per la natura
gerarchica del lavoro dipendente, per la consuetudine al rispetto di precise
regole, è l'operaio e non l'artigiano, che meglio risponde alle esigenze del
"partito massa" e delle sue ferree
leggi.
CRONACHE DELLA
II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno
1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina,
Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte X.
Il 5 luglio il
Sindaco annuncia la sua nomina ufficiale con un comunicato alla popolazione. Dunque
è dal 5 luglio 1944 che prende avvio il futuro "assetto
istituzionale" del governo della comunità locale di Castelnuovo Val di
Cecina e che tra scontri ideologici, integrazioni, dimissioni, contrasti tra il
capoluogo e le frazioni, contrasti tra le singole persone, contrasti di natura
politica tra i vari partiti, garantirà la fase della ricostruzione, della
ripresa della legalità democratica, del superamento delle necessità più
contingenti e vitali della popolazione, soprattutto degli sfollati, dei
profughi, dei senzatetto, dei mutilati e delle famiglie economicamente più
indigenti.
Il 20 luglio viene completato l'organigramma della Giunta
Comunale. Su proposta del CLN e del Sindaco il rappresentante il Governo
Militare Alleato nomina alla carica di Assessore i signori: VIGNALI VINCENZO
(indipendente); DELL'AGNELLO Prof. ARTIDORO (socialista); FRASCONI ARNOLFO
(comunista); GROPPI AZOLINO (socialista). Da queste prime nomine traspare
chiaramente la politica unitaria e non settaria dei componenti il CLN, che
sebbene di estrazione comunista, designano ai massimi vertici amministrativi
del comune uomini che non hanno avuto un ruolo attivo nella
"resistenza" e nell'antifascismo, ad esclusione del comunista
Frasconi Arnolfo, lasciando addirittura minoritari i comunisti che invece
costituivano la quasi totalità del Comitato di Liberazione Nazionale!
Come abbiano
detto è con il 29 giugno 1944, liberazione di Castelnuovo, che si riavvia la vita democratica, ancora
sotto quella tutela alleata che durerà fino alla definitiva riconsegna della
provincia di Pisa allo Stato Italiano da parte dell'AMG.
E' in questa
data che il CLN di Castelnuovo si manifesta alla luce del sole andando a
ricevere i soldati americani, proponendo il nome del sindaco Aldo Cascinelli,
articolandosi sul territorio con i "Sottocomitati" di Sasso e
Montecastelli. Negli stessi giorni i partiti politici avviano la propria
riorganizzazione: il PCI, di cui pochi anziani ricordano o hanno vissuto la
fase della scissione dal PSI e del congresso di Livorno, ma che tuttavia è
stata l'unica formazione politica che durante il ventennio fascista ha diffuso
materiale clandestino di propaganda e ha mantenuto contatti con dirigenti di
Volterra e di Pisa e adesso, si presenta legittimamente, come la forza
maggioritaria sia del CLN che del movimento partigiano e ha il gruppo più ampio
di attivisti (Igino Serenari, Groppi Algeri, Bartoli Bartolino, Gino
Cascinelli, Ciro Francini, Arnolfo Frasconi, Baldi Valdo Mario, Giovani
Giuseppe, Ferri Steno, Tani Gualtiero, Confortini Gim, Brunetti Raffaello,
Manetti Alfiero, Libertario Masselli, Cheli Ciro ed altri); il PSIUP, che ha ereditato il
ruolo del PSI come forza maggioritaria della sinistra, ma che non ha più
strutture organizzative e deve affidarsi a dirigenti "esterni" quali
Sommovigo Dante, Romano Leone, Groppi Azolino e poi ai socialisti locali Benso
Cheli, Conti Alberto, ed altri; il Pd'A, formazione non presente prima
dell'avvento del regime fascista, di estrazione intellettuale, cittadina, con
le idee più avanzate su tutto l'arco dei problemi istituzionali, democrazia
operaia, trasformazione dell'Italia in senso democratico e socialista, pertanto
con pochi o nessun seguace nella realtà castelnuovina, nella prima fase di
attività del CLN. Successivamente saranno raccolti i 10 iscritti necessari per
ottenere un posto nel Comitato e un rappresentante nella giunta. Nel CLN entra
il piccolo possidente, Meucci Gino e nella giunta comunale, Barsotti Gino fu
Francesco. Ma sarà un atto episodico e marginale, infatti il Pd'A, pur avendo
tra i suoi iscritti il dottor David Lenzi, notevole figura di tecnico della
società Larderello, sparirà rapidamente,
senza lasciare tracce. Infine si organizza il Partito Democratico Cristiano
(poi Democrazia Cristiana), un partito nuovo che ha ereditato i programmi del
vecchio PPI, Partito Popolare Italiano, di don Sturzo. E' la forza che meno si è
impegnata, anche a livello di singoli, nell'antifascismo e nella resistenza. E'
la forza nella quale, oltre al clero e alle derivazioni laiche
dell'associazionismo cattolico, affluiscono i moderati, e molti ex sostenitori
del regime fascista. Appare la forza moderata, interclassista, ben vista dagli
Alleati, e da tutto l'apparato statale non ancora - e non mai - smantellato: le
questure, i prefetti, le forze armate, i carabinieri, i ministri, gli
industriali ecc. ecc.-, quella forza che già si presenta come l'unica capace di
impedire che le sinistre arrivino al potere in Italia. In un primo tempo il
PDC, che non ha strutture, sedi, esperienza politica e di organizzazione
partigiana, stenta a designare perfino i propri rappresentanti sia nel CLN che
nella giunta, ricorrendo a un anziano cattolico, Menichelli Plinio, per poi
arrivare ad un ruolo più attivo con un gruppo di attivisti più giovani, non
compromessi con il regime fascista, gruppo che, pur rimanendo minoritario nella
realtà di Castelnuovo, anche alle elezioni del 18 aprile 1948, assumerà in
pochi anni un ruolo sempre più importante, fino a divenire l’unica alternativa
al predominio delle sinistre Pci e Psi.
(continua)
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