martedì 1 luglio 2014




CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
 Parte V.

            Nei giorni successivi, in data 7 luglio, vennero consegnate alla Brigata due lettere, una da parte del  capitano Stewart B. Ganticojn, l'altra da parte del tenente Petruzzi J Daniel, in cui si lodava l'attività svolta dai partigiani e si dava loro il "benservito". Nella prima si diceva, tra l'altro, che per il momento i partigiani erano autorizzati a mantenere ed a portare le armi.  Poichè la loro Brigata non aveva ancora ricevuto il proprio riconoscimento, nella seconda si affermava: "Sotto la responsabilità di questi capi,  ai partigiani senza armi deve essere consentito di arrivare alle loro case. Questi movimenti saranno  controllati dai suddetti comandanti e la responsabilità di questi spostamenti è loro. Questa Brigata di 500 uomini è la più numerosa e una delle più fortunate finora incontrate. Essi sono veramente organizzati e ben disciplinati, dovrebbe essere loro accordato il trattamento che i loro rischi e sacrifici dell'ultimi mesi hanno meritato". I partigiani venivano così liquidati, per con molte lodi e onori formali.

            E nessuno, meglio delle semplici parole di un pastore apuano, raccolte da Roberto Battaglia, e riportate dal Casella, ci può far capire lo spirito e le speranze dei combattenti della Resistenza: "...un pastore di Monte Tondo aveva confidato al Battaglia di essersi fatto partigiano in odio alle autorità fasciste che avevano ostacolato la sua aspirazione di utilizzare i pascoli con libertà. Se sul momento - riferisce il Battaglia - non potei non sorridere di quella confessione, ora m'accorgo che anch'essa si collega a questo intimo impulso del movimento partigiano: l'aspirazione ad una sconfinata libertà da conquistarsi con le armi, che per quel pastore si configurava, né poteva essere altrimenti, nel libero uso del suo ambiente naturale, e per un uomo civile nella possibilità di muoversi come meglio crede nella sua società. "E le leggi? Se ognuno facesse il suo comodo, come lo vuoi fare tu, sparirebbero anche quei boschi che ti sono necessari" "Le leggi le faremo, ma giuste, da noi stessi".

Poi il  4 luglio ci sarà il proclama del comandante Bargagna che invita a mantenere  unita la Brigata  "come forza morale":
ORDINE DEL GIORNO DEL 4 LUGLIO 1944 - CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA' ADERENTI AL C.L.N - COMANDO DELLA XXIII BRIGATA D'ASSALTO GARIBALDI "GUIDO BOSCAGLIA".

AI COMANDI DELLE COMPAGNIE.
AI PARTIGIANI.

Qualunque sia la decisione che verrà presa nei nostri confronti dagli organi competenti, riteniamo nostro dovere che la Brigata continui ad esistere come forza morale e ciò perchè non vada dimenticato il nostro contributo alla causa della Liberazione. A questo riguardo il Comando della Brigata rilascerà un documento ad ogni partigiano nel quale risulterà il contributo da lui dato alla causa e perchè abbia a valersene nella vita civile. Il partigiano si appoggerà ai Comitati locali presso la sua residenza, si farà aiutare nel far valere l'opera sua, aiuterà a sua volta i Comitati che lotteranno per la difesa degli interessi della classe lavoratrice. Nessuno di noi deve abbandonare la lotta, nessuno di noi dovrà acconsentire nel ritorno alla città od al paese che si ristabilisca sotto altre spoglie il nefasto regime che finisca di rovinare l'Italia. Le forze oscure della reazione tenteranno inevitabilmente di approfittare del momento, si spingeranno perfino ad atti di pelosa carità, per spirito di esibizione, cercheranno di ottenere i nostri favori per poi potere al momento opportuno ricacciare nel nulla i nostri sacrifici, le giuste aspirazioni della classe lavoratrice.
Il Comando della Brigata se vi sarà l'ordine di scioglierci, ordinerà il modo e la forma nel quale questo deve avvenire. Noi continueremo ad esistere come una Unità Morale e perciò dopo depositate le armi marceremo ugualmente prima attraverso i paesi liberati fino a raggiungere Pisa luogo di origine della Brigata e qui dopo stabilito il raduno che potrà essere fissato nel tempo che riterremo opportuno potremo prendere le decisioni del ritorno alle proprie famiglie. Tutti noi dobbiamo tendere a dare di noi lo spettacolo di una unità di forze che conti sulla bilancia delle decisioni che la storia dei popoli pesa in tutte le circostanze. Nessuno vorrà disprezzare il proprio sacrificio; per non disprezzarlo occorre seguire gli ordini del Comando che ha il preciso intendimento di fare terminare onorevolmente le vicende della nostra Brigata.

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.

Parte VI.

Il 10 luglio, di ritorno da Roma, il tenente Stoppa conferma la necessità di abbandonare la lotta armata e consegnare le armi. I partigiani che abitavano nelle zone liberate tornarono alle loro case mentre gli altri furono momentaneamente accampati presso Gerfalco ritardando di qualche giorno la partenza.

            Con lo scioglimento e la deposizione delle armi secondo la legge del Governo Militare Alleato (AMG) ha dunque fine la vita della 23^ Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia".

Il primo villaggio del comune di Castelnuovo ad essere liberato è Sasso Pisano. Il parroco annota diligentemente nel suo libro della memoria gli avvenimenti degli ultimi giorni del mese di giugno 1944 e non riesce completamente ad afferrare il grande cambiamento in atto: un regime crolla, forze nuove, militari e politiche, salgono alla ribalta della storia. Sono forze dai simboli "ostili" e c'è un senso di rimpianto  nel constatare che tra gli ultimi a ritirarsi, tra i soldati nazifascisti, ci sono tre bravi e rispettosi cattolici...il passato offriva sicurezza, il futuro è tutto incerto e da scoprire. "...nella notte dal 27 al 28 giugno cannoneggiamento da parte delle truppe americane per alcune ore del prato detto "La Troscia"; il tetto della chiesa subisce alcuni danni nel materiale; sotto, una decina di vetri, in chiesa e nella sacrestia, vengono infranti dalle schegge. La ritirata tedesca ha inizio nel nostro paese la notte fra il 19 e il 20 giugno e si protrae fino al giorno 28. Nella notte fra il 19 e il 20 giugno si ha uno scontro all'inizio del paese fra tedeschi in ritirata e "partigiani". Questi ultimi si trovano in paese da alcune ore per una spedizione a carattere "antifascista" (?) L'arrivo della colonna tedesca interrompe l'impresa, dalla parte sana della popolazione giudicata severamente. Durante la ritirata tedesca, molte volte soldati tedeschi e russi sono venuti in canonica chiedendo da mangiare e da bere; cosa che il sottoscritto ha fatto nei limiti del possibile. Nei giorni 24-26 un sergente e due soldati hanno piazzato la radio da campo nella sala della canonica stendendone il filo dal campanile; tutti e tre di religione cattolica furono di contegno molto corretto. Dal 26 al 27 quattro cannoni tedeschi piazzati nella Troscia hanno fatto fuoco contro gli americani i quali rispondendo nella notte 27-28 non hanno danneggiato nessuna cosa. I danni, oltre a quelli della chiesa, si sono limitati a qualche buco nel muro del camposanto. Nella mattina del 27 gli americani hanno bombardato la via presso i Pelaghi; ivi è rimasto gravemente ferito ad un braccio certo Pineschi Ermidio deceduto poi - con i conforti religiosi - per mancanza di medicinali adatti. La sera del 28, circa alle ore 19, sono arrivati gli americani. Il parroco, dietro invito, li ha accompagnati nelle case del castello per accertamento di sicurezza militare. Nella medesima sera quattro soldati sono deceduti per scoppio di granata, altri tre feriti leggermente sono stati curati nell'ambulatorio della nostra Misericordia. Il parroco ha visitato tanto i morti che i feriti. La domenica 3 luglio morivano al ponte della Marruca,  Gualerci Renzo e Bertella Natalina. Ambedue erano entrati in un campo minato dai tedeschi".

            Essendo il paese di Castelnuovo disposto sull'asse della principale via di comunicazione esistente, la rotabile S.S. 439 Sarzanese-Valdera, che congiunge la costa con l'entroterra pisano, fino al giorno 28 giugno vi fu il continuo transito di mezzi militari tedeschi e repubblicani in ritirata ed anche di soldati tedeschi sbandati.

                                                                                                              (continua)


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