giovedì 31 luglio 2014



2 e 3 Agosto 2014 Festa Annuale della Confraternita di Misericordia di
Castelnuovo di Val di Cecina.

La Confraternita di Misericordia di Castelnuovo V.C. ha origini molto antiche, probabilmente prima del 1329, cioè agli inizi del secolo XIV. Si trova infatti, già prima del 1329, un Ospedale nel Borgo di Castelnuovo, intitolato alla Vergine Maria e retto dalla Compagnia di S. Maria, al quale, nel 1329 si aggiunse la “Casa Ospitaliera” donata da due piccoli possidenti borghigiani, Giannino e Nuta,  casa che era posta a ridosso delle mura castellane fuori della Porta del Fossato del Borgo. Dalle notizie storiche rileviamo che agli albori del Trecento esistevano in Castelnuovo una Società o Compagnia di santa Maria e un Ospedale che era destinato ad accogliere ammalati, infermi, pellegrini e viandanti…La  chiesa del Borgo, intitolata alla Purificazione della Vergine Maria è di proprietà della Compagnia della Purificazione, dalla quale discende la nostra Confraternita di Misericordia, con festa il 2 febbraio, il giorno della “la Candelora”.

Son dunque più di sette secoli che la Confraternita esercita la sua azione volontaristica in campo sociale, evolvendosi nel tempo, fino a diventare punto di riferimento universalistico, cioè abbracciando indistintamente tutti i cittadini residenti a Castelnuovo, comunitari ed extracomunitari compresi, superando ogni barriera di tipo confessionale. La Confraternita di Misericordia rappresenta oggi l’istituzione non solo più antica, ma la più importante per tutta la Comunità, sia dal punto di vista del volontariato in ambito medico-assistenziale, che di aggregazione sociale.

Se sarete a Castelnuovo nei due giorni della Festa, giunta alla 25 edizione, troverete il Notiziario di Informazione, nel quale sono tracciate le linee d’intervento per l’oggi ed il domani nonché i dati statistici e numerici delle principali attività svolte nell’anno precedente.

Qui riporteremo soltanto alcuni dati, gentilmente forniti dal Governatore della Misericordia, Massimo Ciampi: Soci anno 2013 = 359; Soci anno 2014, alla data odierna = 352

Il lavoro dei volontari nel 2013:

Viaggi con ambulanza medicalizzata n° 451 per 17.720 chilometri.
Viaggi con ambulanza ordinaria n° 127 per 11.238 chilometri.
Viaggi per dialisi n° 277 per 21.596 chilometri.
Viaggi per terapie n. 2012 per 24.078 chiloemetri.
Viaggi con pulmino anziani n° 496 per 28.000 chilometri.
Trasporti sociali USL ° 6 per 1060 chilometri.


Dal 7 aprile 2014 è stata firmata la Convenzione tra l’Amministrazione Comunale e la Misericordia per la gestione ed il controllo delle apparecchiature e degli impianti della piazzola di elisoccorso diurno e notturno “La Colombaia”, una mole non indifferente di attività necessarie per l’effettuazione dell’elisoccorso, uno dei primi realizzati nell’Alta Val di Cecina. Nel 2013 gli interventi dell’elisoccorso sono stati n° 42, dei quali 7 da Pegaso Firenze; 29 da Pegaso Grosseto e 6 da Pegaso Massa. Mi unisco all’appello del Governatore per incitare tutti gli abitanti nella Comunità di Castelnuovo ad iscriversi e, se possibile, offrire il proprio sostegno volontaristico per il bene di “tutti”, cioè a “dare qualcosa in cambio di niente”, ossia, come affermò Giovanni Paolo II, ad essere promotori e fautori della Civiltà dell’amore e e testimoni infaticabili della cultura della carità.   

giovedì 24 luglio 2014






Volterra.


Dopo quasi due anni di assenza sono ritornato a Volterra per incontrare un amico, Pietro Gasparri, giornalista, Direttore del settimanale LA SPALLETTA, con il quale ho lavorato per circa otto anni nella redazione di un trimestrale edito da una Fondazione Bancaria. Diciamo che ero non soltanto un collaboratore, ma il “proprietario” della testata facendo parte dell’Organo di Indirizzo della Fondazione. Forse è per tale motivi che mi era consentito di firmare l’ultima di copertina con articoletti di letteratura e storia locale. Dall’anno 2000 all’autunno 2012, ininterrottamente, ho frequentato la Città, le Istituzioni Locali, le Associazioni culturali, i ristorantini, in più sempre bene accolto tra gruppi di amici ed amiche. E, naturalmente, gli Uffici della Fondazione, le sei giovani impiegate ed anche alcuni Dirigenti nella sede centrale della Banca, ai quali avevo un accesso “facilitato” possedendo la Fondazione il 75% delle azioni. Credevo anche di aver svolto un ruolo  piuttosto importante, in momenti di difficoltà per Fondazione e Banca, nonché aver sostenuto convintamente ogni evento capace di dar lustro e visibilità, nazionale ed internazionale alla città di Volterra. Esauriti i due mandati consecutivi previsti dallo Statuto della Fondazione, mi son trovato a casa, come era logico, ma inaspettatamente quasi tutti i contatti  che avevo e che sembravano andare al di là dell’interesse momentaneo, sono cessati di colpo. Tanto che parafrasando un celebre aforismo del Papa Pio II, al secolo Enea Piccolomini, ho pensato, rovesciandolo e cambiando naturalmente i nomi:Quando mi chiamavo Enea nessun mi volea, ora che mi chiamo Pio, tutti intorno a farmi “pio, pio!” Dico che i contatti son cessati quasi tutti, perché ne ho mantenuti alcuni con veri amici: il GAV ed il GIAN, Annalisa, Fabio, Ave, Maurizio, Sonia, Cesare, Rosanna, Damiano, Lirio, Alessandra, Luca, Ivo, Alessandro, Renato, Giorgio, Nicola, Rosa, Aldo, Valentina, Bernard, Gianna e pochi altri. La Città, invece, resta sempre l’amata perduta, alla quale ho dedicato il canto in “Elegia Volterrana”, una raccolta di poesie inedite, che ripercorrono le emozioni e la memoria della mia vita, fin dalla fine degli anni ’50 ad oggi nel legame con Volterra: nascite, malattie, morti, innamoramenti e amore, amicizia, cultura, gratificazione…Forse è stato per questo intenso rapporto che non sono mai andato a vedere le ferite recenti delle “frane”, né a ripercorrere alcuni itinerari, lungo le mura del mandorlo, la piazzetta dei Fornelli, la scalinata di Docciòla, il Parco Fiumi e nemmeno entrare e salire nel Palazzo dei Priori…per la paura di vedere i cambiamenti e una folla anonima di turisti trasandati, abbastanza sporchi e superficiali. Meglio sarà ritornarci d’inverno, nei giorni ventosi e freddi, quando di nuovo le pietre si “concederanno” totalmente a chi l’ama. 

lunedì 21 luglio 2014



Gentilissimo Direttore de IL TIRRENO
mi congratulo con Lei e con la Sua Redazione per l’interessante fascicolo TOSCANA 1944, Cronaca e storie di un anno che ha cambiato le nostre vite. L’ho letto attentamente e le pagine sono piene di sottolineature su aspetti che approfondirò, dato che ha risvegliato in me molta curiosità sulle vicende toscane lasciate in disparte, perché mi sono occupato per cinquanta e più anni alla microstoria della Resistenza nelle Colline Metallifere Toscane, tra le città di Volterra e Massa Marittima, senza andare oltre.

Già la copertina del fascicolo, con l’immagine dell’entrata in Massa Marittima dei soldati americani nel primo pomeriggio del 24 giugno 1944, mi aveva fatto sperare che alcuni degli avvenimenti salienti della resistenza e delle stragi avvenute nelle Colline Metallifere Toscane fossero almeno menzionati o, meglio, brevemente trattati. Invece nelle cinquanta pagine non c’è praticamente nulla, salvo ad un accenno alle Bande partigiane che “combattono sull’Amiata e nel Grossetano”. Mi dispiace, perché la grande tiratura del suo giornale n. 186 del 19 luglio 2014, avrebbe consentito una conoscenza di tali avvenimenti presso un pubblico più vasto.

Le indico solo con i titoli cosa avrebbe potuto esserci, sinteticamente:

1)    Una delle prime formazioni partigiane d’Italia nasce a Massa Marittima  tra il 25 luglio e l’8 settembre 1943, poi III Brigata Garibaldi, al comando di Mario Chirici e XXIII Brigata Garibaldi “Boscaglia”, al comando di Bargagna e Stoppa..

2)      13 e 14 giugno 1944: il 13 giugno a  Niccioleta, villaggio minerario, in Comune di Massa Marittima vengono fucilati 6 minatori; altri 150 vengono trasportati a Castelnuovo di Val di Cecina (PI) e il 14 giugno 77 di loro vengono trucidati mentre 19 sono deportati in Germania. La dinamica del rastrellamento e della strage, che fece altre 10 vittime tra i partigiani, è stata ampiamente trattata anche da storici nazionali.


3)      23 giugno 1944, a Massa Marittima viene assassinata Norma Parenti, eroina della Resistenza, di appena 23 anni, Medaglia d’Oro al Valor Militare una delle 19 medaglie d’oro della Resistenza ed una delle sole tre medaglie al valor militare. Una donna che oltrepassa la vicenda bellica e si proietta nel mito, nell’arte e nella storia futura, come testimoniano i recenti allestimenti teatrali, documentari cinematografici, profili biografici,  ed il volume recentissimo NORMA PARENTI ed. Effègi 2014, di Antonella Cocolli, Nadia Pagni e Anna Rita Tiezzi, tre ricercatrici di Massa Marittima..

4)      Dal Campo di Internamento per ebrei, allestito nel 1943 nell’ex Seminario Vescovile di Grosseto, a Roccatederighi nel comune di Roccastrada (GR), partono nella primavera 1944 due trasporti per Auschwitz con oltre 50 deportati, tra loro anche i Finzi, livornesi, dei quali solo 3 si salveranno. E’ il primo esempio nella storia d’Europa della concessione in affitto di una struttura e un terreno di proprietà di una Curia Vescovile alle SS per farne un Campo di Concentramento per gli ebrei. Libri, memorie, immagini e un documentario su RAI NEWS 24 firmato da Vera Paggi, oltre alle mie personali ricerche avviate alla fine degli anni ’90, ne hanno svelato l’esistenza e la storia. Due livornesi, Ariel Paggi e la scrittrice Laura Paggini hanno recentemente pubblicato storia ed un racconto, ispirato, quest’ultimo alla piccola bambina, nata dentro il Campo, Gigliola Finzi, livornese…

Le invio il volumetto stampato dal Comune di Castelnuovo di Val di Cecina e diffuso tra la popolazione il 29 giugno 2014, giorno della Liberazione del paese da parte dei soldati americani. In esso si tracciano tre profili di partigiani sardi morti in combattimento la cui memoria è riemersa negli ultimi anni, dato che la loro vicenda era stata schiacciata e nascosta dalla concomitante strage degli 83 minatori di Niccioleta, avvenuta a poche centinaia di metri di distanza. Avrei da aggiungere che si tratta di un episodio in certo modo emblematico di cosa fu il movimento resistenziale: infatti troviamo uniti in una piccola banda partigiana “indipendente”, due sottoproletari sardi e due nobiluomini tra le casate nobiliari più importati della Toscana: gli Stucchi Prinetti e gli Antinori-Spinola-Giuntini. Per fortuna ho potuto pubblicare nel 2003 il volume “La Piccola Banda di Ariano. Storie di guerra e di Resistenza nelle Colline Metallifere Toscane (1940-1945)” il quale, se non altro, ne fissa le storie, anche se oggi introvabile e ignorato, essendo scritto da un dilettante. Ormai alla mia età di 76 anni non ho più le forze per proseguire nelle ricerche, anche se il tema mi appassiona. E nemmeno vorrei far parte dei “criticoni”, accetti pertanto i miei più vivi ringraziamenti per avermi dato lo spunto a scrivere questa lettera. Con i migliori auguri, la saluto cordialmente.

Carlo Groppi
Via Renato Fucini, 11
56041 Castelnuovo di Val di Cecina (PI)






venerdì 18 luglio 2014



Rai News 24, canale 48!


Credo che uno dei “divertimenti” degli speaker radiotelevisivi sia quello di impaurire e demoralizzare i video spettatori. Stamani due notizie primeggiavano su tutte: la guerra in Ucraina (Europa) con l’abbattimento da parte di “ignoti” di un aereo che ha causato 298 morti (tutti coloro che erano a bordo), e l’invasione di Gaza da parte dell’esercito israeliano. Poi ci sarebbe anche l’uccisione di un bambino di cinque anni, i rapporti occulti stato-mafia, le vicende di Rubystori, i disordini sul Volturno, la Costa Concordia che deve attraversare il Tirreno con il suo potenziale carico di veleni, e, per finire, gli indici della deprimente economia nazionale, la povertà di milioni di persone e le difficoltà per altre decine di milioni in ogni attività, anche micro e di carattere personale. Pure l’incontro PD-M5S, non promette niente di buono, e si intuisce il “corteggiamento” soltanto per questioni di opportunismo politico. Adesso esco di casa, vado alla COOP, ma non devo comprare niente, poi telefonerò all’ACI di Pomarance per sapere se è arrivato un documento sostitutivo della patente di guida, in scadenza, ma tutte le pratiche compresa la visita medica effettuate con OK! Queste pratiche potevo espletarle presso l’ASL di competenza territoriale, ossia a 4 chilometri da dove abito, e dove l’ho sempre svolte in passato. Tuttavia adesso all’ASL manca una macchinetta dal costo di qualche centinaio di euro per spedire un so che cosa alla Motorizzazione, manca ormai da parecchi mesi, e pertanto occorre andare da un’altra parte, lontano, o all’ACI più prossimo, cioè a 15 chilometri di distanza. C’è anche una differenza nelle spese, anche se non so ben quantificarla, perché questa volta, oltre alla percorrenza chilometrica, ci sono voluti 101 €. Credo che ci vorrebbe poco a dotarsi di questo apparecchio, la spesa non sembra devastante…come quella di alcuni stipendi lordi annui di Dirigenti dell’ASL 5, tra l’altro nel Settore Amministrativo (come riportato da un settimanale locale), che sfiorano i 500.000 €! Quando ascoltavo in diretta stryming la discussione sulle indennità dei Parlamentari tra PD e M5S, mi veniva sulle labbra un amaro sorriso; l’Italia dei privilegi è la vincitrice della Terza Guerra Nazionale, e il contagio di questa vittoria s’è propagato, dai vertici dello Stato e del suo sottobosco, giù giù dalla chioma al tronco e ai sottilissimi terminali delle radici. In questi casi il rimedio, come sanno i boscaioli, è quello di abbattere la pianta e far seccare le radici. Via Carlo, ormai sei vecchio, non aver paura del futuro, qualcuno ci penserà, guarda il tuo tavolo pieno di progetti che non costano niente, sono solo affetti, e tira a campà. 

martedì 8 luglio 2014







Da Sbrana, tagliatelle e trippa e W. l’Italia che amiamo!

Dopo molto tempo, anni, son tornato sulle strade dell’alta Maremma grossetana, fino alle pendici del monte Amiata, con sosta a Paganico per una deliziosa colazione (ho chiesto alla barista che mi preparava il cappuccino se trent’anni fa questo bar sull’angolo della piazza ci fosse, e lei gentilmente m’ha risposto che si, il bar esiste da quasi un secolo, ma che, naturalmente, come potevo vedere, lei non c’era!), e poi attraversando Casteldelpiano e sfiorando Arcidosso ho raggiunto Seggiano, luogo famoso per la produzione di olio extra vergine d’oliva e di formaggi.
Son salito a piedi fin sull’alto cocuzzolo dov’è abbarbicato sulla massa trachitica l’antico Borgo, ben tenuto, ma praticamente deserto. L’ascesa è stata ripagata da un panorama stupendo sul mare di olivi che cangiavano al vento in tutta l’ampia vallata e dalle nubi che incombevano sulla montagna. Ho scattato qualche immagine (cedendo alla mia vanità, ritraendomi in uno specchio!) prima di ripartire all’inverso sullo stesso percorso. Alle 14,30 ero in Ghirlanda, nei pressi di Massa Marittima, venticello fresco, sole e qualche spruzzata di pioggia, ma, soprattutto, una gran fame.

C’è una antica trattoria che conosco. Mi affaccio, in realtà siamo in due, e ci affacciamo, non c’è nessuno. Ad un tavolo stanno pranzando il proprietario e una ragazza. Buongiorno! Buongiorno! Scusate l’ora, ma è possibile mangiare qualcosa? Loro si lanciano uno sguardo interrogativo, ci pensano in attimo, si è possibile, dovrete accontentarvi…certamente, nessun problema. In realtà offrono due o tre possibilità, d’accordo, scegliamo entrambi: acqua minerale, un quartino di vino rosso, tagliatelle ai fiori di zucca, e…trippa! Mentre attendiamo, il padrone viene a parlare con noi, visto che a quest’ora siamo i soli clienti. E’ un giovane molto intelligente e simpatico, ci parliamo con naturalezza. Gli chiedo se cucinano ancora il “mitico” stoccafisso con le cipolle, che non ho mai dimenticato pur essendo trascorsi due o tre decenni da quando ce l’avevo mangiato! Erano i tempi in cui sull’insegna esterna della trattoria c’era un cartello con scritto a vernice e grossi caratteri: “Trattoria da Sbrana: si beve e si sgrana con poca grana!” Era verissimo. Prezzi bassi, qualità altissima. Lui dice che ormai non cucinano più lo “stoccafisso con le cipolle o con le patate” perché sono cambiati i palati e non ne venderebbe che una decina di piatti, mentre, purtroppo, lo stoccafisso, quello buono, marca Ragno, ha un prezzo altissimo! E allora quando dovremmo far pagare questa pietanza? Trenta, quaranta o cinquanta euro? Impossibile. Comunque abbiamo mantenuto la trippa in salsa di pomodoro…Ecco che arriva un grande vassoio fumante di tagliatelle sapientemente condite e guarnite di fiori di zucca freschi, gioia per gli occhi e per il palato, come dimostra il fatto che non ne resta nemmeno una briciola! E, finalmente, poco dopo, altro vassoio di trippa…profumata, saporita, tagliata fine, con un sugo perfetto…quella del ricordo, penso. Ci tratteniamo un po’ a fare i complimenti a colei che mentre il padrone parlava con noi, stava i cucina a preparare questi manicaretti che non avremmo scambiato con un pasto regale! Un caffè al banco e il conto: in tutto 30 €. Pane, acqua, vino, tagliatelle, trippa e caffè! Avevamo parlato a lungo tra noi e con il ristoratore della crisi dell’Italia, dove  non c’è quasi nulla che funzioni (non se l’abbia a male Renzi, lui ci si prova a fare qualcosa, ma la malattia è antica, cronica, quasi impossibile la guarigione), ma il solo fatto di trovare su una via secondaria di campagna, alle 14,30 di un martedì, una trattoria aperta, che accetta di servire il pranzo a due persone qualsiasi, sfoderando tutta l’antica sapienza gastronomica toscana e maremmana, per la modica cifra di 30 €., questo sì, ci dà conforto e speranza, che forse l’Italia ce la potrà fare.

venerdì 4 luglio 2014



Medici e medicine.

Credo che il mio primo medico di famiglia, nei primissimi anni di vita, sia stato Bruno Cappelli. Un medico bravo, ma testardo e pensava di aver sempre ragione. Erano gli anni di guerra, pochi i farmaci, i due ospedali più vicini, Volterra e Massa Marittima, abbastanza lontani, generalmente le persone morivano nel loro letto. Nei primi cinque anni credo di essermi ammalato una sola volta: tosse canina! Brutta gatta. Dato che la ciuca di una mia zia, abitante in un podere a due chilometri dal paese, aveva figliato mi mandarono per un mese da lei a bere questo latte dalle proprietà miracolose, e, infatti guarii completamente. Durante la guerra i miei genitori si separarono legalmente. Io, e mia sorella più piccola di me seguimmo la mamma in un altro podere, assai più lontano, sulla pendice opposta del Monte, quella che guarda il mare e il paesello di Sasso Pisano. Forse per il contatto con dei soldati tedeschi che venivano a perlustrare le campagne contrassi la “rogna”. Mi curò il medico di Sasso, Franco Casalini. Tutte le sere, prima di andare a letto, la mamma mi ungeva con una pomata d’erbe le parti ammalate tenendomi nudo davanti al focolare. E così anche la “rogna” guari”. All’età di otto anni circa decisi di andare a vivere con il babbo, nel Borgo di Castelnuovo. Il nostro medico era ancora Bruno Cappelli. Sorvolo sugli “orecchioni” e la “varicella”, che fecero poco scalpore e guarirono senza strascichi. Mentre un tenace febbricola di natura sconosciuta, forse un’infezione tifoide, presa a forza di grufolare nel “burracone”, cioè tra le immondizie del paese, mi fece stare tra letto e lettuccio per più di un mese.

Ma la vera e propria malattia l’ebbi all’età di tredici anni, una polmonite! Per fortuna erano disponibili i nuovi medicamenti, come la penicillina e la streptomicina, e il dottor Cappelli, un medico non più giovane, ma ancora curioso e intelligente, mi fece le necessarie iniezioni. Non si parla di RX o visite specialistiche…e soltanto alla visita del militare mi rilevarono molte macchie di calcificazioni sulla pleure, che spiegarono con la malattia che avevo avuto anni prima. Vissi in buona salute fino ai vent’anni. Allora mi ammalai di congiuntivite bilaterale, molto sierosa e fastidiosa. Lavoravo già a Larderello dove era un bel Poliambulatorio attrezzato nel quale venivano diversi specialisti da Pisa, Piombino, Volterra, Livorno…perciò fui fortunato di trovare un oculista importante, gentile, meticoloso, il professor Stefano Capalbi, che mi prese in cura e m’ha curato fino a che non è morto, dato che questa congiuntivite si era cronicizzata, se pur in forma lieve, alternando periodi di attività con altri di assenza di sintomi. Causa la congiuntivite rimasi una settimana all’Ospedale Militare di Firenze, in via San Gallo, e poiché essa era considerata una malattia contagiosa evitai di fare il servizio militare, non perdendo nemmeno un giorno di lavoro! Ho tenuto come medico di famiglia il dottor Bruno Cappelli, fino a quando non è andato in pensione. Eravamo abbastanza amici, mi riteneva un “ragazzo” intelligente e per di più “di molte curiosità”, come ebbe a scrivermi su un libro interessantissimo che aveva redatto e che mi aveva donato, Il Regolo Clinico, un grosso tomo che spediva a moltissimi medici in tutta Italia! Si era sposato con la vedova di un famoso medico partigiano della Brigata “Spartaco Lavagnini”, che aveva due figli. Uno fu avviato agli studi universitari di medicina per seguire le orme del babbo e nel corso degli anni il Cappelli lo cominciò a portare con se durante le visite ai pazienti e in ambulatorio. Ma gli studi andavano a rilento e la laurea non arrivava. Insomma, da una verifica, risultò che questo laureando aveva sostenuto soltanto qualche esame…Fu una delusione tremenda. Dopo il dottor Cappelli ho avuto come medici di famiglia Bartolo Ruscica, un medico di capacità e dedizione superiori, nonché amabile persona, sempre disponibile, specialmente con i bambini. Al suo pensionamento finalmente una donna, molto simpatica e anch’essa brava, Alba Cortopassi. E quando Alba è andata a Pisa, ecco Edi Fedeli, specializzata in urologia, figlia del mio amico Furio, giovane medico, e molto attiva nel “sociale”. L’ho avuta anche come consigliere comunale indipendente nella lista del Pci durante il mio primo incarico di vicesindaco e poi di sindaco del comune. Eravamo amici ed è stata una valentissima sanitaria, però abbastanza sfortunata, si è ammalata negli ultimi quattro o cinque anni ed è morta pochi giorni fa, all’età di 57 anni, nel rimpianto generale di molti castelnuovini e di tutta la popolazione del suo paese Sasso Pisano. Ora ho una giovane medico, Tatiana, che vanta lontani ascendenti locali…mi ci trovo bene. L’avrei fatta troppo lunga a parlare delle malattie di questi ultimi 55 anni, ognuna con i suoi aneddoti, scoperte, vittorie ed anche paure. Però tutto risolto abbastanza bene. Diversi i ricoveri ospedalieri, anche importanti, a Pisa, Firenze, Massa Marittima, Siena per cinque volte…eppure, nonostante ciò, mi sento “sano come un pesce” e l’ultimo libricino che vorrei pubblicare entro l’anno, in edizione privata, niente di particolare solo una cinquantina di poesie, lo intitolerò Grazie alla vita!

giovedì 3 luglio 2014

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte XIII.

A chiusura di questa nota si devono segnalare altre morti di partigiani di Castelnuovo:

26 giugno 1944, Muore Guido Salvadori in uno scontro a fuoco con i tedeschi nei pressi di Montalcinello (SI).

3 agosto 1944, Muore a Firenze, a seguito di ferite in combattimento, il partigiano Isidoro Santi, nato a Castelnuovo di Val di Cecina, facente parte della formazione fiorentina di “Giustizia e libertà”. E’ sepolto nel cimitero di Rifredi.

22 marzo 1945, Muore in combattimento a Villa Zacchia, in Romagna, il soldato Piero Bernardi, nato a Montecastelli Pisano, già partigiano della XXIII Brigata Garibaldi, poi arruolatosi volontario nel Gruppo di Combattimento Friuli. E’ sepolto nel cimitero di Zattaglia, Ravenna.

Massa Marittima fu liberata dagli americani della V Armata, il 24 giugno 1944; Castelnuovo di Val di Cecina, Monteverdi Marittimo, Pomarance, il 29 giugno 1944; Volterra l’8 luglio; 1944, Pisa il 2 settembre 1944. Castelnuovo fu liberato dalla 1 Divisione corazzata del generale Harmon, e tra i primi esploratori due erano figli di emigranti paesani, che ritrovarono alcuni loro parenti e fraternizzarono con la popolazione. Questa Divisione, ormai stremata per l’avanzata su un fronte di 35 km. fu rimpiazzata, il 6 luglio dalla 88^ Divisione del generale Crawford, 349° Reggimento, i famosi “Blue Devils” che per primi entrarono nella città di Volterra. Sono stato in contatto con alcuni soldati e comandanti delle truppe americane, che mi hanno rilasciato memorie e testimonianze. E credo sarebbe arrivato il momento che, le nostre Amministrazioni Locali, accanto alle memorie della Resistenza, rendessero un tangibile onore a questi soldati dedicando una via o una piazza ai “liberatori”.  Se avrete l’opportunità andate in pellegrinaggio ai Falciani, alle porte di Firenze, nel Cimitero e Memorial  Americano, a rendere omaggio al valore ed al sacrificio delle migliaia di soldati morti per la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, credo che sarebbe una esperienza memorabile. Anche il Cimitero Militare tedesco, sul passo della Futa, merita una visita per capire ancor di più il dramma della guerra e la necessità della pace.

Ormai l’Italia intera è libera. Grazie all’Armistizio del settembre 1943, alla scesa in campo di un fortissimo esercito “partigiano” nella Resistenza al nazifascismo, alla ricostituzione ed all’impiego dei primi Gruppi di Combattimento Italiani, embrione dell’esercito democratico; l’Italia non subirà il durissimo trattamento riservato dagli Alleati alla Germania ed al Giappone, ma potrà sedersi al tavolo delle trattative di pace a Parigi con pari dignità tra i vincitori della guerra. Si susseguiranno rapidamente avvenimenti eccezionali che cambieranno volto e storia al nostro Paese: Referendum istituzionale Monarchia o Repubblica? La Monarchia viene sconfitta e il Re lascerà il paese, si insedia l’Assemblea Costituente, si riorganizzano i Partiti Politici, le donne accedono al voto, si forma il Governo di Unità Nazionale,  entra in vigore la Costituzione e le Rappresentanze Locali sono elette direttamente dal popolo…E’ l’Italia che conosciamo e nella quale viviamo, pur con limiti, in un lungo periodo di PACE, guardando al progetto di costruire un’Europa federale, superando i nazionalismi, le disuguaglianze capace di offrire a tutti uguali diritti ed opportunità.



                                                                                                          Fine


Carlo Groppi, 29 giugno 2014 70° della Liberazione.


CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte XI.

Nello stesso tempo, il 4 luglio 1944, presso Gerfalco, i partigiani vengono immediatamente invitati a deporre le armi. Poichè il comandante Bargagna si  mostra riluttante a sciogliere la Brigata Garibaldi viene tratto in arresto insieme a "Francois", Giuseppe Iacopini, dal brigadiere dei carabinieri Greco, per ordine del capitano Lambol L. Michel - matricola 0484804 - appartenente al 267° Reggimento della V Armata. Tradotti nella cella della prigione della caserma di Castelnuovo verranno rilasciati soltanto dopo alcuni giorni a seguito di una dimostrazione popolare di protesta e al ritorno della delegazione inviata a Roma dai partigiani, nella quale si trovavano  Stoppa e Cassola, che porta l’ordine di accettare il disarmo ed il rientro a casa.

            Il 10 luglio 1944 si scioglie ufficialmente la 23^ Brigata Garibaldi: è significativo e merita un approfondimento il fatto che su un "organico" di circa 500 unità partigiane figurano solo pochissimi elementi del comune di Castelnuovo che al loro rientro nella vita civile, daranno un valido contributo, sia al CLN che al PCI e all'amministrazione comunale, come ad esempio Baldi Valdo Mario, Cerboneschi Navarino, Martignoni Artimino, Coscini Guelfo "Faina", Coscini Libero. Il fatto della esigua presenza di elementi locali è in parte da addebitare alla particolare situazione esistente tra i lavoratori della Larderello SpA, che beneficiavano dell'esonero dal richiamo militare in quanto l'attività era considerata "utile ai fini strategici di guerra", e in secondo luogo perchè i renitenti di alcune classi di leva riuscivano ad imboscarsi piuttosto facilmente in un periodo ormai di disgregazione dell'apparato repressivo della milizia della RSI senza dover riparare in montagna, tra le bande partigiane. Inoltre l'ambiente marginale di Castelnuovo aveva permesso una diffusione assai ristretta della coscienza attiva antifascista  e gli oppositori al regime, socialisti, comunisti e anarchici, appartenevano, nella quasi totalità dei casi, ad antifascisti di vecchia data, ormai noti e sotto controllo, più utili come fiancheggiatori ed organizzatori, che non come combattenti nelle brigate partigiane che in tal modo avrebbero esposto le loro famiglie alla diretta rappresaglia.

            Si riorganizzano le strutture ricreative (circoli), cooperative (cooperativa di consumo, spaccio del popolo), la lega dei contadini, la camera del lavoro, l'Unione donne italiane, sia nel capoluogo che nelle frazioni. Nello stabilimento di Larderello si ricostituisce la C.I., nel 1944-45 su designazione dei partiti, e nel 1946 con elezioni generali, su liste politiche. Con il ristabilimento della legalità democratica e con il decadimento dell'ultimo Commissario Prefettizio, il massetano Fusi Nello, insediato dopo il 25 luglio 1943 (in precedenza avevano ricoperto la carica il dottor Panzano Carlo, 9 gennaio 1942 - 15 maggio 1942 e il dottor Palumbo Federigo, 6 giugno 1942 - 25 luglio 1943), il massimo organo di governo del territorio è costituito dal sindaco e dalla giunta  che hanno un rapporto di interscambio con il presidente il CLN comunale e con il CLN nella sua articolazione di capoluogo e sottocomitati di Sasso e Montecastelli. 
           
            La Giunta Comunale verrà insediata, sempre su proposta del C.L.N e con le stesse modalità di designazione del sindaco, previo parere favorevole del G.M.A, il 10 agosto 1944 e risulta composta da: Frasconi Arnolfo (PCI), Groppi Azolino (PSI), Vignali Vincenzo (Indipendente di area DC), Dell'Agnello Artidoro (PSI). Rimarrà in carica fino al 20 gennaio 1945 quando, a seguito delle nuove regole di rappresentanza in tutti gli organismi pubblici dei membri dei partiti antifascisti, sarà sostituita da: Cheli Ciro (PCI), Menichelli Plinio (DC), Groppi Azolino (PSI), Fulceri Alfio (indipendente) - assessori effettivi - e da Cavicchioli Donato (PCI) e Bernardini Dagoberto (PSI) - assessori supplenti - .

            Il Sindaco Cascinelli Aldo, come primo atto del suo mandato, provvede a sostituire alcuni dipendenti comunali fuggiti dal paese a seguito della sconfitta del regime fascista. Inizia la fase della ricostruzione e della’unità delle formazioni politiche antifasciste, Psi, Pd’A, Pci, Dc, Pli, Pri…e della Costituente, del Governo Parri di Unità Nazionale, del referendum monarchia-repubblica ed infine, con il 1.1.1948 dell’introduzione della Costituzione. 

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte XII.

Il problema dei rifornimenti alimentari e del controllo dei prezzi è uno degli argomenti che impegnano costantemente sia l'autorità centrale (Prefetto, Ministero dell'Alimentazione, sezione provinciale di Pisa), che il CLN e la Commissione Comunale all'uopo costituita. Sono numerose le riunioni coi "trecconi", coi mugnai, con la Lega Colonica per la campagna cerealicola e la vendemmia, per le quali vengono addirittura costituite squadre di sorveglianza miste, armate, comprendenti la guardia comunale , i carabinieri e civili nominati dal comune e dal CLN. I "trecconi" di Castelnuovo siglano con la giunta comunale e il CLN un accordo che stabilisce che "le uova dovranno essere vendute sul mercato locale, come pure polli, conigli, piccioni ecc. L'eccedenza potrà essere esportata dopo aver effettuato la vendita sul mercato, previa autorizzazione rilasciata dal Comune. Per il momento il prezzo resta fissato in lire 250 la dozzina, salvo in seguito, l'aumento che il mercato, per contingenze potrà fare...a ciò si uniformeranno i CLN e i trecconi di Sasso e di Montecastelli". Firmano il 29 settembre 1945 l'accordo: Cascinelli Gino, Groppi Azolino e Filippeschi Filippesco rappresentante dei trecconi. Sono presenti alla firma i trecconi: Burchianti Ademo, Viti Adolfo, Bastieri Camillo, Barsotti Michele, Gherardini Varese, Salvadori Francesco, Pierattini Libero, Nerelli Pietro, Bisogni Zola.

            La Lega Contadina di Castelnuovo Val di Cecina, aderente alla Federazione Provinciale Lavoratori della Terra, protesta con il Prefetto perchè ha stabilito che non saranno consegnati i tagliandi delle carte annonarie per il ritiro dell'olio a chi macella un suino per uso familiare: "...è mai possibile che una famiglia colonica ed operaia, composta da sei persone, e che è priva del raccolto dell'olio, possa dichiararsi approvvigionata per un anno di olio e grassi, col grasso ricavato dalla macellazione di un suino che sarà appena di 100 Kg.?" inoltre protesta per l'enorme tassa imposta sulla macellazione del suino "...è mai possibile che un povero operaio che a forza di tanti stenti e di tanti sacrifici finanziari è riuscito ad allevare un suino per uso familiare debba pagare circa 2000 lire per l'autorizzazione alla macellazione ?". Inoltre fa presente che manca il sale "per la salagione di detta carne" e anche questo rappresenta un bel problema.

            Poi ci sono i "listini prezzi" che subiscono quasi di mese in mese costanti aumenti, sia per i generi di importazione alleata, sia per quelli di prodotti nazionali. Per avere una idea di tale andamento ricordiamo che le uova, in sei mesi, sono passate da 100 a 250 lire la dozzina, che il prezzo al Kg dei polli e dei conigli è raddoppiato, che la carne bovina, il magro senz'osso, costa 360 lire al Kg., mentre il magro senz'osso di suino costa addirittura 600 lire al Kg e così le salsicce, la soppressata, la sugna da strutto... la carne di pecora costa 200 lire al Kg. Il pane costa 16 lire al Kg. il latte 23 lire al litro, tra i detersivi, la lisciva, distribuita con la tessera, nella confezione da 1 Kg, peso netto e imballo gratis, costa lire 23,50. Il salario medio di un operaio della boracifera è, nello stesso periodo, di circa 5000 lire mensili.

            Il 24 settembre 1945, tenendo conto degli elementi sopra accennati, avviene un rimpasto nell'amministrazione comunale. Dovendosi procedere all'immissione di un nuovo elemento appartenente al Pd'A si propone, d'intesa con il CLN, il nominativo di Barsotti Gino fu Francesco. Si propone inoltre di sostituire l'assessore supplente Cavicchioli Donato, dimissionario, con Rossinelli Guido di Guglielmo (PCI) in rappresentanza di Montecastelli. Con decreto prefettizio del 6 ottobre 1945 viene insediata la nuova giunta comunale che ha come capo il Sindaco FRASCONI ARNOLFO (PCI). Con un comunicato alla popolazione emesso il 25 ottobre 1945 il sindaco Frasconi dà notizia alla cittadinanza degli incarichi degli assessori:

Menichelli Plinio , assessore anziano, delegato del sindaco.
Groppi Azolino, assessore ai lavori.
Cheli Ciro, assessore alle cooperative.
Barsotti Gino, assessore all'annona.
Fulceri Alfio, assessore all'amministrazione.
Bernardini Bernardino, cumula tutti gli incarichi per la frazione di Sasso Pisano
Rossinelli Guido, cumula tutti gli incarichi per la frazione di Montecastelli.


(continua)

mercoledì 2 luglio 2014



Dott. Aldo Cascinelli, primo Sindaco di Castelnuovo di Val di Cecina dopo la Liberazione, 4 luglio 1944.


1 Sept. 1944.Fifth Army, Cascina Area, Italy, Crossing Arno at Ford.

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte IX.

Si riavvia la vita democratica della "Comunità" dopo la lunga parentesi dei Podestà di nomina prefettizia e dei "commissari prefettizi" nei periodi più difficili: dal 9 gennaio 1942 al 16 maggio 1942 il dottor Carlo Ponzano; dal 6 giugno 1942 al 31 luglio 1943 il dottor Palumbo Federigo; il signor Nello Fusi dal 1 agosto 1943 al 29 giugno 1944. Segretario comunale con i commissari è Mario Lucacchini, ambigua figura di fanatico fascista. 

            Aldo Cascinelli, secondo la testimonianza del suo intimo amico Fulceri Alfio, non era iscritto, al momento della sua nomina a sindaco, ad alcun partito, anche se diceva di essere comunista. Era un elemento, dinamico e atletico e anche risoluto nelle decisioni; proveniva da una famiglia di antifascisti e suo padre, Pietro, era stato sindaco socialista nel 1919 e oppositore del fascismo.

            Nato nel 1907 si era laureato in chimica all'Università di Pisa, e dopo la laurea aveva seguito a Berlino un corso di specializzazione. Entrerà alla Larderello, come chimico, solo dopo la liberazione  sull'onda delle assunzioni derivate dall'epurazione e dal nuovo ruolo conquistato dagli ex partigiani e dai CLN e partiti di sinistra. Poi si ammalerà seriamente e questa serie di malattie lo porterà al distacco dalla vita politica attiva. La morte lo coglie ancor giovane, nel 1963. Al momento della sua morte comparvero gli avvisi funebri della Massoneria, il Grande Oriente d'Italia, che annunciava la scomparsa del "maestro muratore", socio, Aldo Cascinelli, ma non è da sapere quando fosse entrato a far parte di questa organizzazione. Era una persona onesta fino all'eccesso e durante la sua attività lavorativa alla Larderello subì una evidente discriminazione, non solo per quello che aveva rappresentato nel CLN , ma anche per le sue idee laiche ed anticlericali, non inclini a nessun compromesso. Tuttavia teneva in gran conto sia la madre, sia la sorella, che erano invece religiosissime. Era una famiglia unita. Anche oggi si può dare un giudizio  positivo sulla sua personalità: era un "uomo diritto", non avrebbe mai mentito ed era talmente sincero che talvolta criticava anche i suoi collaboratori, non sapeva fingere. Probabilmente le sue dimissioni, prima da sindaco, poi da membro del PCI e del PSI, partiti nei quali si era iscritto militandovi per un brevissimo periodo, sono da ricercare nelle mutate condizioni sociali di Castelnuovo. Ritornarono dalla prigionia tedesca ex militari, antifascisti, che portarono nuove idee nei partiti politici, si rafforzò la presenza operaia nelle istituzioni, si affermarono concetti di una rigida organizzazione comunista, sia per la costruzione del "partito" voluta da Togliatti, sia per le più generali idee mutuate dal corso stalinista che avevano preso il sopravvento in tutti i partiti comunisti del mondo. Insomma era un vecchio mondo che lasciava il posto al nuovo, il mondo dell'impegno politico generico, libertario e socialista, d'osteria e con un pizzico di folclore, dei canti e dei garofani, con la presenza maggioritaria degli artigiani e dei boscaioli, lasciava spazio all'organizzazione, alle cellule, al tesseramento, al bollino, al centralismo e all'unanimismo della “doppia verità”: "il Partito aveva sempre ragione! Occorrevano uomini "più di partito", meno emotivi politicamente. E infatti sarà tutto o quasi tutto l'apparato del CLN, del movimento antifascista, dei rifondatori del PCI, che a poco a poco scomparirà dalla scena politica locale, e chi vi rimarrà non avrà praticamente alcun peso effettivo. D'altra parte è nella grande fabbrica che circolano ora le idee, che viene diffusa la stampa, che avvengono continui interscambi tra elementi di diversi paesi, è nella fabbrica che la coscienza di classe matura più rapidamente che altrove. Inoltre, per la natura gerarchica del lavoro dipendente, per la consuetudine al rispetto di precise regole, è l'operaio e non l'artigiano, che meglio risponde alle esigenze del "partito massa" e delle sue ferree  leggi.

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte X.    

            Il 5 luglio il Sindaco annuncia la sua nomina ufficiale con un comunicato alla popolazione. Dunque è dal 5 luglio 1944 che prende avvio il futuro "assetto istituzionale" del governo della comunità locale di Castelnuovo Val di Cecina e che tra scontri ideologici, integrazioni, dimissioni, contrasti tra il capoluogo e le frazioni, contrasti tra le singole persone, contrasti di natura politica tra i vari partiti, garantirà la fase della ricostruzione, della ripresa della legalità democratica, del superamento delle necessità più contingenti e vitali della popolazione, soprattutto degli sfollati, dei profughi, dei senzatetto, dei mutilati e delle famiglie economicamente più indigenti.

Il 20 luglio viene completato l'organigramma della Giunta Comunale. Su proposta del CLN e del Sindaco il rappresentante il Governo Militare Alleato nomina alla carica di Assessore i signori: VIGNALI VINCENZO (indipendente); DELL'AGNELLO Prof. ARTIDORO (socialista); FRASCONI ARNOLFO (comunista); GROPPI AZOLINO (socialista). Da queste prime nomine traspare chiaramente la politica unitaria e non settaria dei componenti il CLN, che sebbene di estrazione comunista, designano ai massimi vertici amministrativi del comune uomini che non hanno avuto un ruolo attivo nella "resistenza" e nell'antifascismo, ad esclusione del comunista Frasconi Arnolfo, lasciando addirittura minoritari i comunisti che invece costituivano la quasi totalità del Comitato di Liberazione Nazionale!

            Come abbiano detto è con il 29 giugno 1944, liberazione di Castelnuovo,  che si riavvia la vita democratica, ancora sotto quella tutela alleata che durerà fino alla definitiva riconsegna della provincia di Pisa allo Stato Italiano da parte dell'AMG.

            E' in questa data che il CLN di Castelnuovo si manifesta alla luce del sole andando a ricevere i soldati americani, proponendo il nome del sindaco Aldo Cascinelli, articolandosi sul territorio con i "Sottocomitati" di Sasso e Montecastelli. Negli stessi giorni i partiti politici avviano la propria riorganizzazione: il PCI, di cui pochi anziani ricordano o hanno vissuto la fase della scissione dal PSI e del congresso di Livorno, ma che tuttavia è stata l'unica formazione politica che durante il ventennio fascista ha diffuso materiale clandestino di propaganda e ha mantenuto contatti con dirigenti di Volterra e di Pisa e adesso, si presenta legittimamente, come la forza maggioritaria sia del CLN che del movimento partigiano e ha il gruppo più ampio di attivisti (Igino Serenari, Groppi Algeri, Bartoli Bartolino, Gino Cascinelli, Ciro Francini, Arnolfo Frasconi, Baldi Valdo Mario, Giovani Giuseppe, Ferri Steno, Tani Gualtiero, Confortini Gim, Brunetti Raffaello, Manetti Alfiero, Libertario Masselli, Cheli Ciro  ed altri); il PSIUP, che ha ereditato il ruolo del PSI come forza maggioritaria della sinistra, ma che non ha più strutture organizzative e deve affidarsi a dirigenti "esterni" quali Sommovigo Dante, Romano Leone, Groppi Azolino e poi ai socialisti locali Benso Cheli, Conti Alberto, ed altri; il Pd'A, formazione non presente prima dell'avvento del regime fascista, di estrazione intellettuale, cittadina, con le idee più avanzate su tutto l'arco dei problemi istituzionali, democrazia operaia, trasformazione dell'Italia in senso democratico e socialista, pertanto con pochi o nessun seguace nella realtà castelnuovina, nella prima fase di attività del CLN. Successivamente saranno raccolti i 10 iscritti necessari per ottenere un posto nel Comitato e un rappresentante nella giunta. Nel CLN entra il piccolo possidente, Meucci Gino e nella giunta comunale, Barsotti Gino fu Francesco. Ma sarà un atto episodico e marginale, infatti il Pd'A, pur avendo tra i suoi iscritti il dottor David Lenzi, notevole figura di tecnico della società Larderello,  sparirà rapidamente, senza lasciare tracce. Infine si organizza il Partito Democratico Cristiano (poi Democrazia Cristiana), un partito nuovo che ha ereditato i programmi del vecchio PPI, Partito Popolare Italiano, di don Sturzo. E' la forza che meno si è impegnata, anche a livello di singoli, nell'antifascismo e nella resistenza. E' la forza nella quale, oltre al clero e alle derivazioni laiche dell'associazionismo cattolico, affluiscono i moderati, e molti ex sostenitori del regime fascista. Appare la forza moderata, interclassista, ben vista dagli Alleati, e da tutto l'apparato statale non ancora - e non mai - smantellato: le questure, i prefetti, le forze armate, i carabinieri, i ministri, gli industriali ecc. ecc.-, quella forza che già si presenta come l'unica capace di impedire che le sinistre arrivino al potere in Italia. In un primo tempo il PDC, che non ha strutture, sedi, esperienza politica e di organizzazione partigiana, stenta a designare perfino i propri rappresentanti sia nel CLN che nella giunta, ricorrendo a un anziano cattolico, Menichelli Plinio, per poi arrivare ad un ruolo più attivo con un gruppo di attivisti più giovani, non compromessi con il regime fascista, gruppo che, pur rimanendo minoritario nella realtà di Castelnuovo, anche alle elezioni del 18 aprile 1948, assumerà in pochi anni un ruolo sempre più importante, fino a divenire l’unica alternativa al predominio delle sinistre Pci e Psi.

(continua)




CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
Parte VII.

            Il 20 giugno il comandante delle truppe tedesche, generale Kesserling, transita in ritirata e pernotta nella Villa Ginori a Castelnuovo. Racconta l'episodio il dottor Biondi Bartolini di Pomarance che fu prelevato dalle SS e condotto alla ricerca di una "degna" dimora per Kesserling. Poichè la villa dei Coutret non andava bene presero la strada di Castelnuovo: "...vi era un fracasso infernale mentre andavamo per la strada di Castelnuovo. Essi (i tedeschi) domandavano continuamente dei partigiani. Per tranquillizzarli dicevo che non c'era pericolo. Li accompagnai alla Villa del principe Ginori. Entrammo dentro e vedemmo che c'erano dei soldati mongoli e tedeschi che depredavano la villa. Un ufficiale tedesco disse: "Questi non sono soldati, sono dei maiali!". Urlando in tedesco fece rimettere tutto al suo posto ed è probabile che il Generale Kesserling abbia dormito nella Villa di Castelnuovo".

            I cannoneggiamenti degli americani si fanno sempre più intensi e precisi avendo ormai le coordinate dal paese di Gerfalco, già liberato. Ed è così che alle vittime delle rappresaglie e degli scontri armati in combattimento, si devono purtroppo aggiungere i morti e i feriti civili: il 26 giugno 1944, alla fine di un chiaro giorno d'estate, cade su Castelnuovo il primo obice del cannoneggiamento che accompagna l'avanzata dei soldati americani, ormai prossimi. La cannonata colpisce la campana maggiore frantumandola. Le schegge piovono sul sacrato della parrocchiale affollato per la fine delle funzioni mariane: il prete, don Stanislao Menichelli, rimane gravemente ferito all'inguine; suor Francesca Romana ha una gamba amputata e muore dopo tre giorni di dolorosa agonia; Elvira Giovani, paesana, muore sul colpo; la giovanetta Lenin Manetti rimane ferita ad un piede (più tardi si farà suora). A soccorrere il prete Menichelli accorrono Renzo Groppi e il Ghelli: lo spogliano e gli prodigano le prime cure. Il dottor Cappelli lo manda a Grosseto in un ospedale semiabbandonato e pieno di mosche dove don Stanislao sarebbe certamente morto se provvidenzialmente il dottor Santarnecchi non lo avesse fatto trasferire a Massa Marittima dove viene curato e sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Rientra a Castelnuovo nel mese di settembre e celebra la prima messa l'8 dicembre dello stesso anno. La seconda cannonata colpisce l'arco che immette nella cripta della Porta Santa devastando anche i soprastanti locali della sacrestia, per fortuna non facendo vittime. Un'altra cannonata centra il seccatoio del podere Pagliaole al Monte facendo due vittime: Giorgio Pedani e Alfredo Benini. I cannoneggiamenti durano alcuni giorni gettando nel terrore la popolazione e cessano solo all'arrivo dei primi soldati americani. A Castelnuovo si registrano altre due vittime tra i civili: una bambina, Vichi.....viene colpita da un proiettile di mitraglia nelle terre di Nicotera Barsotti, dove la sua famiglia era "sfollata", morendo sul colpo; un operaio della Boracifera Rinaldo Sabatelli cade fulminato dalla mitraglia dei rossi caccia inglesi (spitfire) di fronte al Circolo dei Lagoni. Molte case del borgo vengono colpite e distrutte.

            Nonostante la disgregazione dell'apparato istituzionale e repressivo del regime fascista  (il Direttorio, i CC.RR, gli ufficiali della milizia, i gerarchi capi delle varie organizzazioni dopolavoristiche e sindacali), il CLN è costretto ad operare ancora nella semiclandestinità sino al 29 giugno 1944, il giorno del contatto con gli esploratori americani della 1^ Divisione Corazzata del generale Harmon. Tale Divisione, ormai esausta, sarà sostituita sul fronte della Val di Cecina, il 6 luglio 1944 (a Pomarance) dal 349° Reggimento dell’88^ Divisione di fanteria della V^ Armata, i famosi “Blue Devils” al comando del colonnello Joseph Crawford che entrò in azione alle ore 2,30 dell’8 luglio1944 partendo da Mazzolla per liberare la città di Volterra, mentre da sinistra avanzava il 350° Reggimento del colonnello James Fry. Volterra venne liberata la mattina di domenica 9 luglio 1944 da una pattuglia del 349° Reggimento che, con Doc in testa, oltrepasso la Porta a Selci. Entrando in una città ormai sgombra dai soldati tedeschi.

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.

Parte VIII.

            La 88^ Divisione di fanteria degli Stati Uniti fu creata durante la prima guerra mondiale e combattè con grande coraggio si da avere le bandiere decorate. Nel 1942 il Dipartimento della Guerra decise di riattivare la Divisione incaricando il Major General John Emmitt Sloan di comandare il nuovo raggruppamento. Dalla selezione di migliaia di soldati di leva e volontari, dalla scelta operata in altre divisioni di fanteria e nei centri di addestramento sparsi negli Stati Uniti, unitamente ad elementi scelti della Guardia Nazionale e Ufficiali di Riserva,  si costituì l'88^ Divisione che venne sottoposta a speciali esercitazioni. Il 4 e 15 luglio 1942 avvennero le cerimonie per la consegna della bandiera ufficiale della Divisione Comando e di quelle di reggimento. Il suo stemma rimase un quadrifoglio di colore blu. Inizialmente componevano la Divisione tre reggimenti di fanteria e alcuni battaglioni di soldati ad alta specializzazione in vari settori militari. Fu la prima delle Divisioni di fanteria ad entrare a combattere in ogni fronte di guerra e fu tra le Divisioni più importanti dell'esercito degli Stati Uniti d'America. Ebbe un ruolo decisivo nella battaglia d'Italia, dove fu temuta e nello stesso tempo ammirata dai tedeschi dopo l'estate del 1944 come la migliore divisione della V^ Armata. Per il loro ardimento i soldati della Wermacht chiamarono i fanti dell' 88^divisione americana i "diavoli blu". Da Cassino al Minturno, alla linea "Gustav", a Roma, a Volterra, sull'Arno e fino alla "linea Gotica", poi il Po e la valle Padana fino al Brennero: questo il percorso dell'88^ che conquistò a prezzo di molte vite umane onore e gloria sul suolo italiano contribuendo alla liberazione del paese dal nazifascismo.

                                   Con l’arrivo degli americani, finalmente vengono cancellate a colpi di scalpello le scritte fasciste sui muri delle case, scritte che si trovavano all'ingresso di ogni paese. Sulla facciata della sede dei sindacati corporativi in piazza XX settembre a Castelnuovo si leggeva: "Credere, obbedire e se necessario morire!" e in piazza Roma: "E' l'aratro che traccia il solco è la spada che lo difende!". Sulle baracche delle perforazioni che si trovavano in località Madonna, si leggeva "Roma doma". A Sasso e Montecastelli era un crescendo di retorica mussoliniana scritta a lettere cubitali all’ingresso dei borghi, come incitamento ed ammonimento. Lettere e frasi che in molti casi si leggono ancora.

            Il 4 luglio, nella sede di Municipio, il maggiore americano Clive Robertson, incaricato degli affari civili dei territori liberati, poi con poteri di Governatore sul sud della provincia di Pisa fino alla definitiva riconsegna da parte dell'AMG allo Stato Italiano, si incontra con il CLN  e con il commissario prefettizio  Fusi Nello, esponendo, a mezzo del suo interprete, ai convenuti che scopo del presente raduno è quello della nomina del Sindaco di questo Comune che deve avvenire con la designazione del nominativo per ricoprire la carica di Sindaco con il criterio  della rappresentatività delle forze antifasciste presenti nel CLN e dell'unanimità della designazione, pregando i convenuti a suggerirgli la persona che si ritiene più opportuna. Dopo pochi scambi di osservazioni i convenuti stessi suggeriscono all'unanimità al citato Rappresentante il Governo Militare Alleato il nome del signor Dottor Aldo Cascinelli fu Pietro. Il Rappresentante il Governo Militare Alleato dichiara nominato, seduta stante, Sindaco del Comune di Castelnuovo di Val di Cecina lo stesso signor dottor Cascinelli Aldo, che è  presente, e si rallegra con lui per "...essere stato scelto primo sindaco del Comune di Castelnuovo di Val di Cecina dopo la caduta del fascismo".

                                                                                                                     (continua)

martedì 1 luglio 2014




CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.
 Parte V.

            Nei giorni successivi, in data 7 luglio, vennero consegnate alla Brigata due lettere, una da parte del  capitano Stewart B. Ganticojn, l'altra da parte del tenente Petruzzi J Daniel, in cui si lodava l'attività svolta dai partigiani e si dava loro il "benservito". Nella prima si diceva, tra l'altro, che per il momento i partigiani erano autorizzati a mantenere ed a portare le armi.  Poichè la loro Brigata non aveva ancora ricevuto il proprio riconoscimento, nella seconda si affermava: "Sotto la responsabilità di questi capi,  ai partigiani senza armi deve essere consentito di arrivare alle loro case. Questi movimenti saranno  controllati dai suddetti comandanti e la responsabilità di questi spostamenti è loro. Questa Brigata di 500 uomini è la più numerosa e una delle più fortunate finora incontrate. Essi sono veramente organizzati e ben disciplinati, dovrebbe essere loro accordato il trattamento che i loro rischi e sacrifici dell'ultimi mesi hanno meritato". I partigiani venivano così liquidati, per con molte lodi e onori formali.

            E nessuno, meglio delle semplici parole di un pastore apuano, raccolte da Roberto Battaglia, e riportate dal Casella, ci può far capire lo spirito e le speranze dei combattenti della Resistenza: "...un pastore di Monte Tondo aveva confidato al Battaglia di essersi fatto partigiano in odio alle autorità fasciste che avevano ostacolato la sua aspirazione di utilizzare i pascoli con libertà. Se sul momento - riferisce il Battaglia - non potei non sorridere di quella confessione, ora m'accorgo che anch'essa si collega a questo intimo impulso del movimento partigiano: l'aspirazione ad una sconfinata libertà da conquistarsi con le armi, che per quel pastore si configurava, né poteva essere altrimenti, nel libero uso del suo ambiente naturale, e per un uomo civile nella possibilità di muoversi come meglio crede nella sua società. "E le leggi? Se ognuno facesse il suo comodo, come lo vuoi fare tu, sparirebbero anche quei boschi che ti sono necessari" "Le leggi le faremo, ma giuste, da noi stessi".

Poi il  4 luglio ci sarà il proclama del comandante Bargagna che invita a mantenere  unita la Brigata  "come forza morale":
ORDINE DEL GIORNO DEL 4 LUGLIO 1944 - CORPO VOLONTARI DELLA LIBERTA' ADERENTI AL C.L.N - COMANDO DELLA XXIII BRIGATA D'ASSALTO GARIBALDI "GUIDO BOSCAGLIA".

AI COMANDI DELLE COMPAGNIE.
AI PARTIGIANI.

Qualunque sia la decisione che verrà presa nei nostri confronti dagli organi competenti, riteniamo nostro dovere che la Brigata continui ad esistere come forza morale e ciò perchè non vada dimenticato il nostro contributo alla causa della Liberazione. A questo riguardo il Comando della Brigata rilascerà un documento ad ogni partigiano nel quale risulterà il contributo da lui dato alla causa e perchè abbia a valersene nella vita civile. Il partigiano si appoggerà ai Comitati locali presso la sua residenza, si farà aiutare nel far valere l'opera sua, aiuterà a sua volta i Comitati che lotteranno per la difesa degli interessi della classe lavoratrice. Nessuno di noi deve abbandonare la lotta, nessuno di noi dovrà acconsentire nel ritorno alla città od al paese che si ristabilisca sotto altre spoglie il nefasto regime che finisca di rovinare l'Italia. Le forze oscure della reazione tenteranno inevitabilmente di approfittare del momento, si spingeranno perfino ad atti di pelosa carità, per spirito di esibizione, cercheranno di ottenere i nostri favori per poi potere al momento opportuno ricacciare nel nulla i nostri sacrifici, le giuste aspirazioni della classe lavoratrice.
Il Comando della Brigata se vi sarà l'ordine di scioglierci, ordinerà il modo e la forma nel quale questo deve avvenire. Noi continueremo ad esistere come una Unità Morale e perciò dopo depositate le armi marceremo ugualmente prima attraverso i paesi liberati fino a raggiungere Pisa luogo di origine della Brigata e qui dopo stabilito il raduno che potrà essere fissato nel tempo che riterremo opportuno potremo prendere le decisioni del ritorno alle proprie famiglie. Tutti noi dobbiamo tendere a dare di noi lo spettacolo di una unità di forze che conti sulla bilancia delle decisioni che la storia dei popoli pesa in tutte le circostanze. Nessuno vorrà disprezzare il proprio sacrificio; per non disprezzarlo occorre seguire gli ordini del Comando che ha il preciso intendimento di fare terminare onorevolmente le vicende della nostra Brigata.

CRONACHE DELLA II^ GUERRA MONDIALE.
29 giugno 1944: Liberazione del territorio comunale di Castelnuovo di Val di Cecina, Toscana, da parte delle truppe della V Armata degli Stati Uniti d’America.

Parte VI.

Il 10 luglio, di ritorno da Roma, il tenente Stoppa conferma la necessità di abbandonare la lotta armata e consegnare le armi. I partigiani che abitavano nelle zone liberate tornarono alle loro case mentre gli altri furono momentaneamente accampati presso Gerfalco ritardando di qualche giorno la partenza.

            Con lo scioglimento e la deposizione delle armi secondo la legge del Governo Militare Alleato (AMG) ha dunque fine la vita della 23^ Brigata Garibaldi "Guido Boscaglia".

Il primo villaggio del comune di Castelnuovo ad essere liberato è Sasso Pisano. Il parroco annota diligentemente nel suo libro della memoria gli avvenimenti degli ultimi giorni del mese di giugno 1944 e non riesce completamente ad afferrare il grande cambiamento in atto: un regime crolla, forze nuove, militari e politiche, salgono alla ribalta della storia. Sono forze dai simboli "ostili" e c'è un senso di rimpianto  nel constatare che tra gli ultimi a ritirarsi, tra i soldati nazifascisti, ci sono tre bravi e rispettosi cattolici...il passato offriva sicurezza, il futuro è tutto incerto e da scoprire. "...nella notte dal 27 al 28 giugno cannoneggiamento da parte delle truppe americane per alcune ore del prato detto "La Troscia"; il tetto della chiesa subisce alcuni danni nel materiale; sotto, una decina di vetri, in chiesa e nella sacrestia, vengono infranti dalle schegge. La ritirata tedesca ha inizio nel nostro paese la notte fra il 19 e il 20 giugno e si protrae fino al giorno 28. Nella notte fra il 19 e il 20 giugno si ha uno scontro all'inizio del paese fra tedeschi in ritirata e "partigiani". Questi ultimi si trovano in paese da alcune ore per una spedizione a carattere "antifascista" (?) L'arrivo della colonna tedesca interrompe l'impresa, dalla parte sana della popolazione giudicata severamente. Durante la ritirata tedesca, molte volte soldati tedeschi e russi sono venuti in canonica chiedendo da mangiare e da bere; cosa che il sottoscritto ha fatto nei limiti del possibile. Nei giorni 24-26 un sergente e due soldati hanno piazzato la radio da campo nella sala della canonica stendendone il filo dal campanile; tutti e tre di religione cattolica furono di contegno molto corretto. Dal 26 al 27 quattro cannoni tedeschi piazzati nella Troscia hanno fatto fuoco contro gli americani i quali rispondendo nella notte 27-28 non hanno danneggiato nessuna cosa. I danni, oltre a quelli della chiesa, si sono limitati a qualche buco nel muro del camposanto. Nella mattina del 27 gli americani hanno bombardato la via presso i Pelaghi; ivi è rimasto gravemente ferito ad un braccio certo Pineschi Ermidio deceduto poi - con i conforti religiosi - per mancanza di medicinali adatti. La sera del 28, circa alle ore 19, sono arrivati gli americani. Il parroco, dietro invito, li ha accompagnati nelle case del castello per accertamento di sicurezza militare. Nella medesima sera quattro soldati sono deceduti per scoppio di granata, altri tre feriti leggermente sono stati curati nell'ambulatorio della nostra Misericordia. Il parroco ha visitato tanto i morti che i feriti. La domenica 3 luglio morivano al ponte della Marruca,  Gualerci Renzo e Bertella Natalina. Ambedue erano entrati in un campo minato dai tedeschi".

            Essendo il paese di Castelnuovo disposto sull'asse della principale via di comunicazione esistente, la rotabile S.S. 439 Sarzanese-Valdera, che congiunge la costa con l'entroterra pisano, fino al giorno 28 giugno vi fu il continuo transito di mezzi militari tedeschi e repubblicani in ritirata ed anche di soldati tedeschi sbandati.

                                                                                                              (continua)