La geotermia non è solo una risorsa rinnovabile, è anche un motore per il turismo
I dati delle visite al museo della geotermia di
Larderello e al Parco della Biancane di Monterotondo Marittimo indicano un
flusso in aumento, che potrebbe essere solo l’inizio di un settore con grandi
potenzialità di sviluppo
GeotermiaNews
Redazione
08/02/2013
Parlare di turismo riguardo alla geotermia sembra
riduttivo, rispetto alle grandi potenzialità di utilizzo della risorsa, in
particolare per gli usi diretti (con le basse temperature) oltre alla produzione
di energia elettrica e calore con le medie entalpie.
La Toscana ha anche la peculiarità di possedere
nel sottosuolo grandi giacimenti di fluidi ad alta temperatura, che permettono
la produzione di energia elettrica (circa il 2% della produzione totale italiana
e circa il 25% dei consumi totali di energia della regione).
Un potenziale che potrebbe permettere anche un
utilizzo a fini turistici, a partire dal termalismo, che pur vantando buoni
risultati rimane una voce ancora piuttosto marginale per i territori
caratterizzati dalla presenza di risorsa geotermica.
I dati ufficiali del turismo geotermico relativi
all’anno 2012, pur indicando valori interessanti, confermano, infatti, che
ancora molto ci sarebbe da fare per sviluppare questo settore legato ad una
peculiare caratteristica di alcune aree del paesaggio toscano.
Lo scorso anno il museo della geotermia di
Larderello, ospitato dal comune di Pomarance è stato visitato da 20.590 persone
e ancora meglio ha fatto il Parco delle Biancane di Monterotondo Marittimo che
ha registrato quasi 33.500 visite.
Questo ragguardevole traguardo è stato raggiunto
anche grazie alle iniziative messe in atto dalle amministrazioni dei due centri
geotermici, che hanno saputo inserire il museo e il parco della geotermia nei
loro percorsi turistici, facendo dei luoghi della geotermia un punto di
riferimento per il turismo internazionale.
E molto potrebbe essere fatto per mettere a
frutto il calore del sottosuolo e l’acqua calda che in gran parte dei territori
dell’area geotermica sono visibili come manifestazioni naturali ma non sono
fruibili come piscine termali, ad esempio.
In molti comuni dell’area geotermica si trovano
sorgenti d’acqua calda che oscillano tra i 40 e i 70 gradi centigradi e che
sarebbero assolutamente adeguati per l’utilizzo ai fini termali, come in realtà
succedeva già spesso in epoca etrusca e romana.
E’ il caso, ad esempio, del comune di Castelnuovo
Val di Cecina, dove in un’area oggi chiamata il Bagnone, nei pressi della
frazione di Sasso Pisano, è presente un complesso termale
etrusco-romano risalente al III secolo a.C.
Eppure, sino a pochi anni fa, non v'era alcuna
piscina termale moderna che potesse consentire l'uso delle benefiche acque
ancora presenti in loco.
Grazie alle risorse del fondo per la Geotermia,
l’amministrazione comunale ha adesso realizzato un laghetto balneabile a Sasso
Pisano per la valorizzazione della risorsa termale.
Pian piano cresce, quindi, la consapevolezza che
l’attività di utilizzo della geotermia per scopi energetici non è in antitesi
con lo sviluppo turistico di un territorio, ma anzi può rappresentare un motore
per lo sviluppo più complessivo.
Un percorso sostenuto anche dalla stessa Enel
Green Power che organizza ogni estate eventi presso le proprie centrali in
sinergia con le iniziative culturali e gastronomiche delle amministrazioni
locali dell'area.
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