All’Italia.
Il Partito comunista è stato
il cammino.
Nei passaggi scabrosi e
perigliosi m’ha sorretto,
e quando son caduto m’ha
rialzato.
Ammaestrava con la poesia,
qualche volta
crudele, più d’una
coltellata, ma la bandiera
degli oppressi non l’ha mai
abbandonata.
Nella feccia del mondo si
credeva
e luminoso al nostro sguardo
un grande sole rosso risplendeva.
Le mie compagne eran le più
belle,
benché mezzadre o serve, e i
loro baci
si mischiavano al sogno d’una
falce
di luna ed al fulgor delle
lontane stelle.
Un aspro vino frutto del
sudore, nelle veglie
ci scaldava il cuore; la
fisarmonica
scandiva il tempo della vita
e dell’amore.
Son passati troppi anni, la
fiumana del tempo
porta solo ricordi, la
vecchiezza versa
amare lacrime. Osservo il mio
amato popolo
abbrutito da falsa scienza
senza coscienza,
avidità, menzogna, lussuria
ed arroganza
avanzano su tutti i fronti,
ma una
Stalingrado non c’è per
vittoriosa resistenza.
Forse siam giunchi flessuosi
al vento
che ci piega, in attesa della
bonaccia,
per rialzar la testa? Solo
delle rane
il gracidar io sento.
il gracidar io sento.
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