MARIE CURIE.
Come sappiamo, e come
documentano le fotografie dell’epoca, Marie Curie non amava i fotografi e praticamente tutte le sue immagini sono in
bianco e nero, austere, e un volto difficilmente ridente. Oggi, vedere il recente
film “Marie Curie”, a colori e con la protagonista che mostra il suo lato
appassionato e dalla sessualità
prorompente, desta una certa impressione, ma, d’altra parte, questo è quello
che vuole il “Mercato”. Con 5 film e molti documentari, centinaia di volumi sulla sua vita, la sua
autobiografia, le lettere, i pareri di
Einstein e altri scienziati premi Nobel, con i resoconti giornalistici
delle sue visite negli Stati Uniti, in Italia, Inghilterra, Svizzera ed altre parti del mondo, credevamo di saper
tutto di lei, o quasi.
E’ questo quasi che
ogni tanto vien tirato fuori dal suo cappello, come alcune delle sue bollenti
passioni amorose, tuttavia non tutto. Ad
esempio, sul piano scientifico, poco è
stato scritto dai biografi sulla sua venuta a Larderello, Castelnuovo, Pisa,
Montecatini e Monterotondo Marittimo, e i suoi esperimenti sulla radioattività
dei soffioni boraciferi e l’estrazione del radon dai medesimi. E poco sui suoi interessi al “magnetismo” ed alle sedute
“spiritiche”, e neppure la vicenda di Blanche e di Charcot.
Così, finalmente, è
apparso un dipinto di Alexej von
Jawlensky, nella Mostra recentemente
allestita a Monaco di Baviera, chiusa il
16 febbraio, sul modernismo Europeo del primo Novecento, attraverso due pittori
russi, Alexej e Marianne. E’ un ritratto “a tinte forti” di Marie Curie, datato
proprio negli anni “caldi” della grande scienziata, che ci è stato gentilmente
segnalato da Doris.
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