mercoledì 19 febbraio 2020





BAGNO A MORBA (o BAGNO A MORBO)
tra la Centrale  3 e la Centrale 2 di Larderello.

  Sabato 15 febbraio 2020 è stato presentato al CHIASSINO il romanzo giallo di Giorgio Simoni, “Il Diavolo non abita più qui”, libro intrigante che si svolge nel territorio dell’area Geotermica di Larderello, con una soluzione imprevedibile e visionaria, tanto da renderla plausibile con la realtà dei fatti storici  che si svolsero circa un secolo fa! Presentatore d’eccezione il nostro sindaco Alberto Ferrini, il quale,  brillante storico,  ha teso a valorizzare i luoghi ove il “giallo” si svolge, e, soprattutto  uno dei punti centrali della vicenda, cioè Bagno a Morba (o), un tempo popoloso villaggio operaio, ed oggi semi abbandonato. Ne ha sintetizzato gli eventi salienti degli ultimi 2000 anni: dal fasti dell’età di Roma, messi in evidenza sulla Tabula Peutingeriana, sotto la vignetta che ne testimonia l’importanza (Aquae Volaterranae):  la  presenza di una delle più antiche Pievi Cristiane,  su una diramazione della “via maremmana” tra l’entroterra delle Colline Metallifere e  la lucumonia etrusca di Populonia, seguendo  le sponde del fiune Linceus (Cornia) dal quale risalirono verso Volterra gli “evangelizzatori” Giusto, Clemente, Cerbone, Regolo, Ottaviano…Pieve eretta  nel X secolo e assegnata dal Papa Alessandro III al   Vescovo Ugo, e che ebbe Pievano Rainuccio Allegretti, poi insigne Vescovo di Volterra e  protagonista del famoso Sinodo del 1300. Anche se è controversa l’ipotesi che Dante Alighieri sia nato e battezzato a Montegemoli e poi la famiglia sia rientrata a Firenze quando esso aveva l’età di sei anni, è indubbio che  doveva conoscere, aver sentito dire, della presenza di grandi fenomeni vulcanici tra Pomarance e Castelnuovo, così come scrive  nel suo Libro VI delle Rime:

“Versan le vene le fummifere acque
Per li vapori che la terra ha nel ventre,
che d’abisso li tira suso in alto.

  I Bagni di Morba, ubicati sul Torrente Possera, furono affittati dal Comune di Volterra e successivamente  nel XIV secolo, annessi al dominio fiorentino. In questo periodo furono praticamente riservati alla famiglia di Lorenzo De Medici e della sua corte che vi soggiornarono a lungo apprezzandone le virtù delle acque. Nel giardinetto con piscina si faceva musica e si  declamavamo poesie, tra cui il poema di Lorenzo “Ambra” nel quale si narra la leggenda della ninfa “Amorba” insediata dal Diavolo!  Alla morte di Lorenzo, sia i Bagni, sia la Pieve di Morba, furpno più volte distrutti dagli eserciti invasori e le acque si dispersero  riversandosi nel torrente Possera.  Fu alla fine nel XVIII secolo, in pieno periodo del famoso viaggio in Toscana di  Giovanni Targioni Tozzetti, che i naturalisti granducali iniziarono ad interessarsi delle risorse minerarie e  dei “lagoni” esistenti, fino alle scoperte di Hoefer e Mascagni del “sal sedativo” ossia dell’acido borico nelle acque di detti “lagoni”, sia di Montecerboli che di Castelnuovo e di Monterotondo. Con l’inizio dell’800 e l’ingresso sulla scena economica di Francesco de Larderel e dei suoi soci, La Motte ed altri, anche  i Bagni di Morba furono riportati alla luce e valorizzati dando così nuovo impulso ad una attività economica, alla quale contribuirono  alcuni signorotti di Castelnuovo: Bruscolini e Birelli, fin dal 1806. Non può passare sotto silenzio il ruolo che le terme di Morba ebbero nelle vicende risorgimentali, ospitando  Giuseppe Garibaldi  e permettendo la sua fuga a Calamartina e poi nel Regno di Sardegna. Nel Novecento furono edificati nuovi fabbricati operai e il piccolo villaggio si ripopolò, anche se l’attività del termalismo cessò. Infine, dopo la nazionalizzazione della Larderello SpA nell’Enel, inizierà un irreversibile spopolamento e declino di questo agglomerato urbano, fino alla drammatica situazione di degrado e pericolosità strutturale degli edifici nel presente. C’è anche una curiosità: proprio nel mezzo del borghetto passava il confine amministrativo dei comuni di Castelnuovo e Pomarance. Anzi, c’era un alloggio che vedeva il salotto e la cucina  in un Comune e la camera da letto nell’altro! Anche la Cappella, dedicata a San Giovanni Battista, eretta nel 1806 e poi risistemata dal principe Piero Ginori Conti nel  1936 è  oggi in una situazione di incipiente degrado, all’interno della quale c’è una delle tre lapidi commemorative, le altre due sono quella del La Motte e quella, recentissima, del soggiorno di Giuseppe Garibaldi. Ma stando così le cose tra qualche decennio tutto sarà rudere ricoperto da arbusti ed erbe infestanti. A meno che…

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