mercoledì 26 febbraio 2020






Al cimitero di Prata di Maremma.

“Torna ai felici di
dolente il mio pensier,
ridevan nel maggio i fiori,
fioria per me l’amor…”

Mi aggiro nei cimiteri sulle colline,
dove raccontano storie mute
e misteriose le antiche epigrafi,
 che ormai nessuno potrà decifrare.
Il tempo corrode tutte le cose
e la grande falciatrice
fa sbocciare solo qualche fiore,
sul fertile humus non soffocato
da inutili orpelli

I morti partigiani
sembra ci sorridano, consapevoli
che l’età degli eroi non ritornerà
a bagnar di sangue ardente    
la nostra terra,
che la vita  altro non è
che un gran mercato di banalità.

Gli occhi di una ragazza mi feriscono,
non so’ né chi sia, né perché,
forse con quel penetrante stupore
al nostro inatteso incontro
vorrebbe dirmi:  non dolerti
caro amico che sei venuto a trovarmi,
l’amore è un sogno, è un’illusione.

Eppure torna ai dì felici
dolente il mio pensier, e il muto
bisbigliar dei morti l’anima
consola.

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