E' per me un 1° Maggio casalingo. La memoria mi porta ai tanti Primo Maggio della mia vita, specialmente negli anni che sono stato un dirigente del Sindacato della CGIL lavoratori delle Aziende Elettriche (FIDAE poi FNLE). Mo porta, soprattutto, al ricordo di tanti amici e compagni che con me condivisero questa esaltante esperienza, anche di coloro che militavano nelle altre organizzazioni sindacali CISL, UIL. Le vertenze che abbiamo insieme guidato ci portarono a ridare valenza nazionale alla GEOTERMIA, a far crescere occupazione giovanile, lavoro per le Ditte Appaltatrici, programmi quinquennali e di più lunga prospettiva. Non erano sogni, utopie! Ma non eravamo chiusi nella nostra Azienda di Larderello, guardavamo all'Italia ed al Mondo! Alla lotta contro il terrorismo, al sostegno ai popoli in lotta per la libertà, alla pace. Uomini e donne. E, soprattutto, amavamo il nostro lavoro, la nostra Fabbrica, il Nostro territorio! Altri tempi, si dirà. Per questo metto una immagine del Novecento, di J.Lada,, con una poesia di un altro Maggio lontano, di Seifert.
Quando giocavamo al gioco dell’anello…
a J ,E, MG, R,G, RM, C,
le bambine dei
giochi
Quando giocavamo al
gioco dell’anello
cercavo di
trattenere tra le mie le tue mani, un solo attimo,
eppure il cuore
palpitava ed una vampa mi saliva al viso
al momento di
pronunciar la scelta per la penitenza: “ bacio”.
I più grandi
sorridevano, ammiccando a quell’acerbo
amore e il bacio
tanto atteso andava alla vecchia zitella!
Fu allora, oppure
molto dopo, in un villaggio lontano,
che al gioco
dell’albero del Primo Maggio
e al gioco delle
ghirlande del Principe
e della guardiana di
oche che in segreto l’amava,
due giovani
prescelti tra gli evviva e le coppe di sidro,
dovevano per
baciarsi render chiaro un arcano enigma,
uno ero io, l’altra
eri tu, mia stella!
Dimmi, ragazza,
dimmi,
se vuoi essere mia
sposa:
cos’è che cresce
senza pioggia,
cos’è che brucia
senza mai finire
e cos’è che piange
senza lacrime?
Ingenuo Principe,
che vieni a chiedermi?
La pietra, cresce
senza pioggia,
l’amore brucia senza
mai finire
e il cuore, il mio
cuore, piange senza lacrime!
La fisarmonica
vibrava di passione,
la zampogna pareva impazzita,
e tutto intorno nel
grande prato dei nastri colorati
le giovani coppie
sognavano speranze di vita.
Si stringevano nel
gioco gli innamorati fanciulli
in quella magica
sera, quel giorno, là all’est,
sull’ansa rivierasca
del fiume d’argento,
mentre il tramonto incendiava la selva nera.
E certo non pensavano
alla profezia
del silenzioso
pianto del cuore, che li attendeva.
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